domenica 30 luglio 2023

Le montagne di sale nella catena montuosa di Zagros nell'Iran meridionale. - Alberto Angela

 


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Grenfell in Central West NSW Australia.

 


L'arte rende bello anche ciò che non lo è...

Pasquale Tridico: “Il governo è in guerra con i poveri, l’attacco di Fratelli d’Italia non mi fa paura”. - Francesco Olivo

 

L’ex presidente dell’Inps: «Ho evitato frodi per 11 miliardi.
E ora subito il salario minimo»

Secondo Pasquale Tridico basterebbe prendere la giornata di venerdì per dimostrare che il governo sta portando avanti «politiche di classe». Nello stesso giorno, infatti, in cui è stato comunicata a duecentomila persone la fine del reddito di cittadinanza, è arrivata la notizia della proroga della data ultima per il versamento della tassa sugli extraprofitti da parte delle società energetiche, «che hanno contribuito all’aumento dell’inflazione», e anche la cancellazione sanzioni penali alle aziende che collaborano con il Fisco.
Per l’ex presidente dell’Inps, si tratta di «messaggi sbagliati che rivelano la natura di questo governo: forte con i deboli e deboli con i forti».

In un’audizione del 18 maggio davanti alla commissione Affari sociali, sanità e lavoro, Tridico ha messo in fila le sue perplessità riguardo alla riforma di uno strumento «che ha combattuto la povertà».
La destra lo attacca e ieri il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui mancati controlli al reddito di cittadinanza.
Tridico, la maggioranza le chiede di rispondere in Parlamento degli abusi del reddito di cittadinanza, è pronto?
«Non ho niente da temere».

Il fatto che il reddito venga tagliato a centinaia di migliaia di persone non dipende anche dagli errori di questi anni?
«C’è stata una narrazione volutamente fuorviante. Sotto la mia gestione ho creato una direzione antifrode che non è mai esistita prima».
I controlli sono serviti?
«È stata la misura più controllata di sempre».
Ha delle cifre?
«I controlli preventivi e successivi hanno evitato mancati esborsi del reddito a circa tre milioni di domande tra il 2019 al 2022, per un valore di 11 miliardi di euro non pagati».

Che parte degli assegni finisse a luglio era noto, cosa è stato fatto nel frattempo?
«L’Inps sta facendo il suo lavoro, informando le persone, ma non siamo pronti: da settembre le domande saranno condizionate alla partecipazione a corsi di formazione, che però non sempre sono partiti o non sono efficaci».
Il governo dice: i più deboli saranno tutelati.
«I primi a perdere il sussidio sono quelli che lavorano,
i cosiddetti lavoratori poveri, e questo è un messaggio brutto che diamo a chi si sta impegnando, ma guadagna poco.

L’unico strumento contro la diseguaglianza e di contrasto alla povertà viene abolito e queste persone resteranno senza un sostegno, in un periodo segnato da un’inflazione molto alta. La gran parte di questi duecentomila cittadini è poco scolarizzata» .
Cosa è stato fatto in questi mesi?
«L’Inps si occupa dei pagamenti, il problema sono le politiche attive. La situazione si è anche aggravata negli ultimi mesi: l’Anpal (l’agenzia per le politiche attive ndr) è commissariata in vista di un assorbimento nel ministero del Lavoro. La riforma non prende piede, sono molto stupito. Proprio ora che si punta sulle politiche attive» .

Cosa succederà dal primo gennaio?
«Altre 350 mila persone perderanno il sussidio e il nuovo “assegno di inclusione” sarà destinato solo a disabili, anziani e minori».
Cosa c’è di sbagliato?
«È illogico perché esiste già un sussidio per i disabili, per gli anziani poveri, l’assegno sociale, e per i minori, l’assegno unico. Se non basta, e io sono d’accordo, aumentiamo gli assegni. Ma il contrasto alla povertà non riguarda solo queste categorie, ma i poveri, compresi alcuni lavoratori».
A proposito di lavoro povero: il salario minimo serve?
«È necessario. La contrattazione non è più efficace come in passato. Prima della pandemia i salari hanno perso il 2,9%. Il Covid ha aggravato la situazione. E, infine, l’inflazione, negli ultimi due anni, ha ridotto il potere d’acquisto del 15%. Per i lavoratori dei servizi, i più numerosi, la contrattazione è uno strumento insufficiente».

Chi è più penalizzato dall’abolizione del reddito di cittadinanza?
«Le donne, che rappresentano il 53% dei percettori totali e sono la maggioranza di quelli che lo perderanno. Servirebbe un sistema flessibile».
Cosa vuol dire un sistema flessibile?
«Nel gennaio ’21, in pieno Covid, abbiamo avuto 4,5 milioni di percettori, perché in molti si erano impoveriti. E già a dicembre 2022, erano diventati 2,5 milioni. Questo significa che lo strumento segue l’andamento dell’economia. Se domani tornasse una situazione del genere non si potrebbe fare domanda, almeno di non appartenere a quelle tre categorie, perché quello di oggi è uno strumento rigido».

Fratelli d’Italia si è presentato in campagna elettorale proponendo l’abolizione del reddito di cittadinanza e gli elettori si sono espressi.
«Sì, ma una volta arrivati al potere, si sono resi conto che quella era una promessa propagandistica. Così, hanno introdotto qualcosa che potesse essere accettata dall’opinione pubblica: lasciare il reddito per disabili, anziani e minori. Gli altri muoiano pure di fame.

Quindi la riforma non è ispirata a un principio di razionalità, ma è un rimedio per non perdere la faccia».

Cosa succederà adesso?
«In Italia, specie al Sud, ci sono persone che, a volte lavorando, entrano in povertà. A un senzatetto di 50 anni della stazione di Porta Nuova togliamo il sussidio perché è occupabile? C’è una condanna dei poveri e non della povertà, una cosa che mi fa paura».
Come se lo spiega?
«Un Paese avanzato ha bisogno di un reddito minimo, come dividendo sociale, specie davanti a un mercato che espelle i lavoratori. La Commissione europea spinge per un reddito minimo universale. I Paesi avanzati fanno questo, noi andiamo nella direzione opposta».

La deroga al pagamento delle imposte degli extraprofitti e la cancellazione delle sanzioni penali alle aziende che collaborano con il fisco cosa indicano?
«La Bce e il Fmi dicono che questi extraprofitti contribuiscono all’inflazione, eppure arriva la moratoria. Poi si premiano gli evasori, consentendo dei condoni di fatto.

Nelle stesse ore si toglie il reddito di cittadinanza a 200 mila persone. È una politica di classe che contrasta con i principi di uguaglianza della nostra Costituzione».
È vero che lei si candiderà alle Europee con il M5S?
«Mi candido solo a fare il professore, da settembre riparte il mio corso».

lastampa.it 

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sabato 29 luglio 2023

LE CIVILTA’ PRECEDENTI ALLE NOSTRE.

 

Quella che vedete in questa foto è la ricostruzione della più antica piramide del mondo, e si trova Gunung Padang, in Indonesia. Oggi la collinetta è piena di alberi, vegetazione e terriccio, per cui non è completamente visibile ad occhio nudo. Ma se venisse del tutto ripulita, apparirebbe come in foto. Le ultime ricerche, come vedete nella foto sottostante, suggeriscono che sotto la piramide esistano 3 camere vuote. Nessuno è ancora riuscito a penetrare al suo interno.
Quella che vedete più sotto è la città quasi sommersa di Nan Madol, che si trova nell’isola di Pohnpei, in mezzo al nulla, nell’Oceano Pacifico. Nessuno sa come siano riusciti a costruire questa città sull’acqua. Infatti, Nan Madol è stata costruita su 100 isolotti artificiali costruiti dall’uomo, con delle travi di pietra leggermente magnetica incrociati tra loro.
Analisi al radiocarbonio hanno rivelato che la parte più antica della piramide di Gunung Padang ha circa 23.000 anni. Allo stesso modo, Nan Madol è stata sommersa a causa dell’innalzamento dell’Oceano Pacifico. Ma tutti sono concordi nel dire che i mari iniziarono ad alzarsi oltre 10.000 anni fa, dopo il disgelo. Quindi Nan Madol, insieme a Göbekli Tepe, è un classico esempio di città dell’era della glaciazione.
Gunung Padang, Nan Madol, Göbekli Tepe, sono alcuni dei resti che stanno affiorando dalla terra e dal mare, che ci dicono che la civiltà umana è molto più antica di quanto si pensasse. Purtroppo, come al tempo di Galileo Galilei c’era gente che non voleva vedere nel suo telescopio, perché avrebbe dovuto ricredersi su molte cose insegnate, anche oggi ci sono alcuni fanatici che ostinatamene non vogliono credere all’evidenza. Vale a dire che oltre 20.000 anni fa la civiltà umana fioriva dall’Europa al Pacifico, ma poi qualcosa ci ha quasi spazzati via, e abbiamo dovuto ricominciare da capo.
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

mercoledì 26 luglio 2023

Matmata è un villaggio di origine berbera della Tunisia che si trova alle porte del Deserto del Sahara..

 

Totalmente in mezzo al niente Matmata ospita un villaggio sotterraneo che comprende vere e proprie abitazioni scavate in piccole grotte, fresche in estate e calde d’inverno all’interno di cavità circolari profonde 6/7 metri: si accede attraverso una galleria dal fianco della collina. Dal cortile a cielo aperto, che ha anche la funzione di raccogliere la rara acqua piovana, si dislocano i vari ambienti delle abitazioni, scavati come degli angusti cunicoli sui fianchi del "cratere".
Matmata è divenuto meta di numerosi turisti dopo essere stato set del film Guerre Stellari, Epidosio IV.* *Parte del set della città lunare è ancora visitabile e raggiungibile con una gita in jeep nel deserto.
Oggi, parte degli abitanti ha cambiato stile di vita e vive nella Nuova Matmata, che è stata costruita nel 1976 a qualche chilometro di distanza.
By beniculturalionline

Era il 1916...

 


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Sicilia, Palermo, 25 luglio 023.

 

Questa foto mostra la fatica di chi ha dovuto porre rimedio alle imprese innaturali e dannose perpetrate da scapestrati senza cervello e dignità.

Quelli della foto sono eroi, quelli che hanno appiccato gli incendi sono esseri inutili e dannosi per la società.

Cetta