giovedì 4 luglio 2024

La civiltà delle donne. - Franco Capone

Nelle culture più antiche le donne avevano un ruolo importante. E ancora oggi esistono società matriarcali. Come ci sono sempre state. Storia, fortune e sfortune dei matriarcati.


La prima scultura di forma umana che si conosca fu realizzata 35 mila anni fa. È un pendaglio di avorio di mammut, lungo appena 6 centimetri, ritrovato nella grotta di Hohle Fels, in Germania. La statuina scoperta nel 2008 rappresenta una donna grassa, con seni spropositati, natiche grandi e sporgenti e una vulva accentuata. Era con tutta probabilità una divinità femminile, da portare al collo.



QUANDO DIO ERA FEMMINA. Se a quei tempi la divinità principale era femmina, il ruolo delle donne doveva essere importante, non inferiore a quello dei maschi. Anzi, per tutto il Paleolitico, specialmente 25 mila o 20 mila anni fa, le cosiddette Veneri, statuine ritrovate in Europa e Asia, hanno rimarcato il concetto del “dio femmina”.

Non solo: statue e statuette di donne abbondanti e gravide, simboli di rigenerazione e nutrimento, erano diffuse in tutto il Neolitico, il periodo in cui si imparò a coltivare le piante e ad allevare gli animali. A Çatal Hüyüc, in Turchia, erano per esempio oggetto di culto in uno dei primi grandi villaggi agricoli. E divinità femminili obese, che rappresentavano una dea madre, sono state trovate fra i megaliti di Malta, dove una civiltà realizzò templi utilizzando grandi blocchi di pietra, nel IV millennio a. C., 1500 anni prima che in Egitto si costruisse la piramide a gradoni di Saqqara.

A Malta venivano immagazzinate scorte alimentari in granai pubblici, inglobati nei templi, dove si svolgevano cerimonie per distribuire cibo in nome della dea. Il surplus alimentare consentiva il mantenimento di addetti alle opere pubbliche e di un corpo sacerdotale, costituito probabilmente da donne. Sacerdotesse che, come la dea madre, non dovevano avere corpi da “veline”, ma extralarge.


Una dea di Malta: l’obesità è fertilità; il sonno rappresenta la morte, prima del ritorno in vita.

INSEDIAMENTI PACIFICI. Gli insediamenti megalitici non avevano fortificazioni, segno che la guerra era pressoché sconosciuta. E non si ritrovano solo a Malta, ma anche nelle attuali Gran Bretagna, Francia, Spagna, Italia e in località dell’Europa centro-orientale. L’antropologa Marija Gimbutas (1921-1994), in decine di campagne di scavo, raccolse segni a spirale, simboli femminili, e sculture di divinità femminili della fertilità. E anche statuine di “donne-civetta”, trovate in sepolture che non indicavano differenze sociali fra i defunti. Arrivando a una conclusione: nella vecchia Europa, e non solo, era esistita una grande civiltà precedente ai Sumeri e ai Greci. Una civiltà delle donne. Egualitaria, pacifica, che credeva in una dea madre.


UNA STORIA AL FEMMINILE. Già lo storico Johann Jacob Bachofen (1815-1887) aveva lanciato l’idea di un passato matriarcale dell’umanità.

Sosteneva che alcuni miti greci, da quello delle Amazzoni alla storia di Medusa (vedi foto sotto), non erano il frutto di problemi psicologici con l’altro sesso, ma il ricordo di conflitti sociali veri, che poi portarono al patriarcato, cioè al dominio del maschio sulla femmina. Insomma, Perseo che uccide Medusa elimina una antica matriarca, dipinta poi come mostro nel racconto mitico. Bachofen riteneva che la società patriarcale avesse vinto quando gli uomini si impossessarono del potere religioso riservato alle donne.



Medusa era l’unica mortale delle tre mostruose sorelle dette Gorgoni. Ma inizialmente Medusa (in greco, “colei che domina”), era una donna bellissima. Poseidone si innamorò di lei e la sedusse, ma Atena la punì trasformandola in un mostro con serpenti al posto dei capelli. E un viso che impietriva chi lo guardava. Aizzato dal re di Serifo, Polidette, il giovane eroe Perseo promise di portare al re la testa di Medusa. Atena ed Ermes lo equipaggiarono con uno scudo lucente come uno specchio e un falcetto. Usando lo scudo per evitare di guardarla direttamente, Perseo tagliò la testa alla Gorgone. Nella visione dello storico Johann J. Bachofen, mostruosi esseri femminili come la Medusa (“colei che domina”) o la Sfinge non rappresentavano la paura per il sesso femminile: i Greci, più pragmaticamente, rivivevano con tali miti antiche vittorie sulle grandi matriarche.

ETÀ DELL'ORO. La studiosa italiana Momolina Marconi (1912-2006) confermò l’ipotesi del matriarcato con l’idea che dalla Puglia alla Sardegna, alle coste africane e dell’Anatolia, fosse esistita una civiltà matriarcale, quella dei Pelasgi, che credeva in una Grande madre mediterranea. Un’età dell’oro, di bilanciamento fra i sessi. Ma questa fase matriarcale è stata spesso considerata un’utopia femminista, nonostante fosse stata ipotizzata anche dal filosofo ed economista Friedrich Engels (1820-1895) che ne spiegò la fine con la nascita della proprietà privata.


LE SOCIETÀ MATRIARCALI OGGI. Le cose negli ultimi anni sembrano essersi chiarite. Nel 2005 a San Marcos, in Texas (Usa), archeologi e antropologi da tutto il mondo si sono riuniti in un convegno di “studi matriarcali”, confrontando dati archeologici e osservazioni su alcune popolazioni attuali. Risultato: la civiltà megalitica del Neolitico era incentrata sulle donne. E decine di etnie risultano essere ancora oggi matriarcali. Per esempio, i Mosuo dello Yunnan cinese, i Bemba e i Lapula delle foreste dell’Africa centrale, gli indiani Cuna “isolati” al largo di Panamá o i Trobriandesi della Melanesia.

Fondamentale è uno studio sui Minangkabau di Sumatra, circa 4 milioni di persone. L’antropologa Peggy Reeves Sanday, dell’Università della Pennsylvania (Usa), ha trovato che i loro valori sono incentrati sulla cura, sui bisogni della comunità invece che sui principi patriarcali di “giustizia divina”, sacrifici e rigide prescrizioni sessuali dettate dall’alto. I valori di cura, i cerimoniali in onore dei cicli della natura e dono discendono da antenate mitiche divinizzate.

Il matriarcato, fra i Minangkabau come negli altri gruppi studiati, non è il semplice ribaltamento del patriarcato, cioè la dominazione opposta di un sesso sull’altro, ma una cultura di bilanciamento dei ruoli. Le spose restano a vivere nel villaggio della madre dove l’organizzazione e la cura dei figli si avvale degli uomini, ma questi sono in genere fratelli della sposa, zii e nonni.


Donne trobriandesi durante la locale festa dell’igname sfilano con i tuberi raccolti.

MARITI PART-TIME. I mariti abitano invece nel villaggio materno, dove si occupano dei loro nipoti e dei campi.

Sono infatti “visitatori serali” della sposa e il mattino presto tornano nel villaggio materno. Il risultato di questa relazione part-time è che i bambini vengono accuditi dalla madre e dai parenti materni, e quasi mai è chiaro chi sia il padre naturale. Quella che conta è la paternità sociale, collettiva.

Inoltre, il matrimonio di un elemento del clan A con uno del clan B non è isolato, ma è parte di una serie di unioni. Così come fra il clan B e il C. Alla fine i clan sono composti quasi soltanto da parenti. Così ogni persona ha una parte dei suoi geni nei conoscenti dei clan e tutto l’interesse ad aiutarli.

L’antropologa Heide Göttner- Abendroth, dell’Accademia internazionale Hagia di Winzer (Germania), fondatrice dei moderni studi sul matriarcato, ne ha descritto le caratteristiche principali, presenti e passate. «Viene praticata in genere l’orticoltura o una agricoltura di autosostentamento» spiega. «Si vive nel villaggio materno prendendo il nome della madre e se ne ereditano i beni. Ci sono matrimoni di gruppo fra clan e relazioni coniugali basate sulla “visita”, con conseguente libertà sessuale dei partner».


I DONI BATTONO LE VENDITE. La proprietà privata è ridotta al minimo: terreni e animali appartengono al clan. Al posto dello scambio è presente l’economia del dono. «Nello scambio si guarda al valore della merce e si soddisfa un bisogno personale» spiega l’antropologa. «Nel dono, invece, non si fanno valutazioni merceologiche, si soddisfa il bisogno dell’altro». Lo scambio interrompe la relazione (chi ha dato ha dato, chi ha avuto…). Il dono no, va ricambiato prima o poi, e la relazione continua. Nelle società matriarcali capita che il valore dei doni sia più alto o più basso, secondo la volontà e la possibilità delle persone. Ma ciò che si perde materialmente lo si guadagna in considerazione sociale, e al momento del bisogno i conti tornano sempre. Questa disparità nei doni, per esempio di un clan che ha avuto un raccolto favorevole e può donare di più, serve anche come riequilibrio sociale: la ricchezza viene distribuita meglio.


Statuine del V millennio a. C. da Poduri, Romania: è un’assemblea di dee e ricalca la vita reale nei villaggi matriarcali.

DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA. «I clan matriarcali» spiega ancora Göttner-Abendroth «funzionano su base assembleare, alla continua ricerca del consenso: una famiglia manda il suo rappresentante, donna o uomo, all’assemblea del clan. Se non c’è accordo si torna a consultare coloro che hanno dato la delega. Lo stesso succede quando i delegati del clan vanno a un’assemblea di villaggio, oppure quelli del villaggio a una regionale: se non c’è accordo si torna a parlare con chi si rappresenta.

L’idea sbagliata che il matriarcato non sia mai esistito era dovuta alla presenza di maschi nelle assemblee: alcuni antropologi li scambiarono per capi, ma erano solo delegati».

Altre caratteristiche dei matriarcati sono la fede in divinità femminili e una particolare credenza sulla morte. Nella visione matriarcale, dopo la morte si rinasce all’interno del proprio clan: il bambino non se lo ricorda, ma una volta era uno zio o una nonna. Questa idea deriva dall’osservazione dei cicli vegetali, che risale all’inizio dell’agricoltura. Le piante muoiono in autunno, ma i loro semi riposano d’inverno fino a primavera, quando germogliano e rinascono uguali a quelle precedenti.

Per questo nell’ipogeo funebre di Hal Saflieni (vedi sotto), a Malta, 5 mila anni fa le persone venivano seppellite in posizione fetale, in attesa che rinascessero nel clan. I cicli stagionali, le stelle che scompaiono per ritornare la sera dopo, il Sole che “muore” e sempre poi “rinasce”, lo stesso ciclo mestruale femminile, erano i riferimenti naturali del matriarcato, che portarono all’idea di una Grande madre che rassicurava tutti, femmine e maschi.


Il cimitero di Hal Saflieni (Malta, 2.500 a. C.). Si era sepolti in posizione fetale, per rinascere.

ARRIVANO I PATRIARCHI. Perché allora le cose cambiarono? Secondo la ricostruzione di Gimbutas, confermata dagli studi genetici e linguistici, in tre ondate successive dal 4500 a. C. al 3000 a. C. popoli guerrieri provenienti dalle pianure del Volga, che avevano addomesticato il cavallo e disponevano di armi di bronzo, dilagarono nella vecchia Europa, ma anche nel Vicino Oriente, spingendosi poi sulle rive dell’Indo. Parlavano una lingua proto-indoeuropea e avevano divinità celesti, maschili e guerriere.

La religione e i costumi dei popoli conquistati cambiarono, nella direzione del patriarcato. «Fu un processo lento che, sebbene giunto dall’esterno, trovò l’appoggio di diversi maschi delle popolazioni matriarcali» spiega l’antropologa Luciana Percovich, autrice del libro Oscure madri splendenti (Venexia). «Si iniziò a pretendere che le mogli si trasferissero nel villaggio dei mariti. Che i beni familiari e del clan si trasmettessero per linea maschile».

Una svolta dovuta al fatto che la guerra era diventata una forma di economia e la forza maschile era molto più importante di un tempo. Per fare in modo che le terre possedute e conquistate restassero ai propri discendenti, i maschi pretesero la sicurezza della paternità e per questo iniziarono a segregare le donne. Le sacerdotesse vennero subordinate ai sacerdoti.


La dea egizia Nut che si distende a formare la volta celeste: era signora del cielo, del giorno e della notte, e della rinascita.

MASCHI SOVVERSIVI. Fra i Sumeri, il popolo che in Mesopotamia ha dato vita alle prime città-Stato, allo sviluppo dell’irrigazione, dell’agricoltura e alla scrittura cuneiforme, si ebbe un periodo di transizione fra matriarcato e patriarcato.

Questa transizione risultava ben chiara durante l’investitura del re. «Egli doveva accoppiarsi con una grande sacerdotessa che rappresentava la dea Inanna (vedi immagine sotto), versione locale della dea madre» spiega Percovich. «I re venivano eletti e restavano in carica solo un anno. Ma poi questi prorogarono i loro mandati, si portarono alla pari con il potere religioso femminile e, successivamente, presero il sopravvento designando sacerdoti maschi. Il potere da allora divenne dinastico». Le frequenti guerre rafforzarono il ruolo centrale dei maschi che diedero ulteriore slancio alle risoluzioni violente dei conflitti, opzioni molto meno popolari nelle società matriarcali.



I Sumeri riflettono il passato matriarcale e la transizione al patriarcato nel ciclo mitico della dea Inanna (analoga alla babilonese Ishtar e alla fenicia Astarte), evoluzione locale della dea madre. Il mito racconta che la dea Inanna si impossessò dei “me” della conoscenza (i me nella mitologia sumera sono i fondamenti, le leggi e le pratiche alla base della civiltà) per donarli agli uomini. E come altra prova di virtù e coraggio discese negli inferi. Ma sua sorella Ereshkigal, che lì sotto regnava, invidiosa, la bloccò e lasciò uscire solo a patto di trovare qualcuno che la sostituisse fra i morti. Toccò a Dumuzi, lo sposo di Inanna. Ma la sorella di Dumuzi, per aiutarlo, si offrì di dargli il cambio: 6 mesi sarebbe rimasta negli inferi lei e sei mesi il fratello. Così Dumuzi poteva ricomparire vivo in primavera, per poi tornare fra i morti in autunno. Nella realtà, i primi re sumeri governavano a tempo determinato e dovevano accoppiarsi con una sacerdotessa che rappresentava Inanna.

L’IMBROGLIO BIOLOGICO. La Grande madre ebbe una variante anche in Egitto, con la dea del cielo Nut, ma poi i faraoni si dichiararono i rappresentanti in terra di divinità maschili, come Ra, il dio Sole. In Grecia, Zeus mandò nell’oblio la dea madre attuando una completa, innaturale e illogica inversione dei ruoli: partorì lui la figlia Atena, dalla testa.


1 marzo 2017 Franco Capone


Ninhursag "Madre degli dei".

Ninhursag, come divinità di spicco nel pantheon sumero, ha giocato un ruolo cruciale nel consiglio divino degli dei, dove sono state prese decisioni significative che riguardano sia gli dei che l'umanità. Spesso chiamata "la Madre degli Dei", la sua influenza all'interno di questa assemblea celeste era considerevole. Nei testi mitologici, come la narrazione "Enki e Ninhursag", è raffigurata come mediatrice e guaritrice, mostrando le sue abilità diplomatiche e il suo ruolo vitale nel mantenere l'armonia tra gli dei.
La sua partecipazione al consiglio spesso riguardava decisioni legate alla creazione e al benessere dell'umanità. Ad esempio, nel mito di Atrahasis, Ninhursag, insieme a Enlil ed Enki, delibera sul destino dell'umanità. La sua natura compassionevole spesso bilanciava i giudizi più severi di altri dei, evidenziando la sua influenza nutriente. Le decisioni di Ninhursag furono cruciali per plasmare la vita sia degli dei che dei mortali, sottolineando la sua posizione integrale nella gerarchia divina.

Sumeri.

 

Circa 5.000 anni fa, i Sumeri che vivevano nell'antica Mesopotamia (l'attuale Iraq) rivoluzionarono il modo in cui percepiamo e misuriamo il tempo. Hanno sviluppato un sofisticato sistema numerico basato sul numero 60, conosciuto come sistema gender. Questo sistema unico ha portato alla divisione di un'ora in 60 minuti e un minuto in 60 secondi, concetti ancora in uso oggi.
Il bisogno sumero di un tempo preciso era guidato dalla loro società agricola. Calendari accurati erano essenziali per la piantumazione e la raccolta delle colture. Dovevano anche coordinare le loro complesse cerimonie religiose e attività amministrative.
I Sumeri fecero notevoli progressi in astronomia per aiutarli a mantenere il tempo. Hanno osservato i movimenti dei corpi celesti e hanno usato queste informazioni per creare un calendario lunare di 12 mesi strettamente allineato con le stagioni agricole.
Dividere la giornata in 24 ore, ogni ora in 60 minuti, e ogni minuto in 60 secondi è stato un traguardo straordinario. Queste divisioni non erano arbitrarie, ma erano progettate per essere pratiche e facilmente divisibili, riflettendo la comprensione avanzata dei Sumeri della matematica.
Questo approccio innovativo al tempo ebbe una profonda influenza sulle civiltà successive, tra cui Babilonesi, Greci e Romani, che adottarono e svilupparono ulteriormente il sistema sumero. L'eredità del sistema di cronometro dei Sumeri è evidente nei nostri orologi e calendari moderni, dimostrando l'impatto duraturo della loro ingegno sulla nostra vita quotidiana.

martedì 2 luglio 2024

ilknanna e Ishtar che stanno sulle tavolette Anunnaki sono le stesse persone. - Mahmut Yücesoy

 

ilknanna e Ishtar che stanno sulle tavolette Anunnaki sono le stesse persone. La figlia di Enki è Lilit ed è la prima moglie di Adamo. Enki è un ibrido rettiliano umanoide Anunaki, cioè la razza proibita da zucchero che ha aiutato Adamo, Enki è colui che ha mandato lilit ad Adamo, nei testi sacri passa per demone. Negli ebrei, Ava è chiamata Hava in Torah, e gli ebrei dicono che "Hava" è nostra madre. Solo in Torah si chiama Hava. Vengono dalla stirpe di Lilit.

È scientificamente provato che la stirpe passa attraverso la madre non il padre. Poiché gli ebrei lo sanno, se la madre è ebrea, è considerata ebreo. La persona non passa attraverso le informazioni di base del DNA mitocontriale che provengono dal padre, solo il fatto che passa attraverso la madre e il terzo tipo di gruppo sanguigno viene con la tribù nata da questa relazione proibita.
Il nome della moglie di Adamo, che è un essere umano, non va da nessuna parte, da lui nasce Habil, e dopo nasce Merda. "Seth" ha ucciso suo fratello Osiride come Kabil. Capire perché hanno fatto entrare Adamo nella storia per 7mila anni, con un grande reset in ogni era di risveglio, cancellano generazioni dalla storia e le piantano sulla Terra dall'inizio.
Non c'erano avatar umani al mondo come quello attuale, ma c'erano creature come gli umani ma più grandi. Le forme di queste creature non erano fatte di carne come la nostra ma avevano una struttura eterica a base di silicone. Si sono nutriti dell'energia creata dalla natura, non di carne e verdura. Si sono nutriti di energia come se avessimo ossigeno, questa energia veniva dal nucleo del cristallo madre situato al centro della Terra. Se erano con energia vitale, non c'era conversazione vocale, comunicavano tra di loro attraverso la telepatia.
Gli animali parlavano con teleoathy. Il film di avatar ha cercato di spiegare un po' questo soggetto. Dopo l'invasione, la piramide principale di cristallo Terra è stata isolata e l'ha ricoperta di terra e catrame in modo tale da non bloccare il flusso di energia proveniente dalla cima. Per questo motivo, le creature le cui energie vitali sono state tagliate sono crollate e sono diventate pietra dopo un po' di tempo nel passaggio alla vita a base di carbonio.
Dopo l'invasione mondiale, furono creati i primi prototipi di Adam che progettò qui i corpi della materia con l'ingegneria genetica e integrando le anime in questi corpi. Il corpo non è nulla senza lo spirito, non può muoversi o reagire, non può percepire o parlare al corpo. È la tua scintilla oltre il suo spirito che fa fare al corpo questo. I cosiddetti esseri senza anima sono negativi e oscurano le loro anime. sono esseri.
Questi sono i molteplici Dei di questo mondo materiale che giocano a fare Dio, le loro teste sono Demiurge aka Yaldabaoth aka King Anu aka Dio Padre di EL Yahweh aka Baal aka Moloch aka Dio aka Zeus aka Deus aka Savaoph e altri "dei.
Le società che hanno diviso il mondo in regni, le leggi che hanno fatto il mondo sopra le loro teste, le tradizioni pagane, il sacrificio, il culto, i riti rituali che hanno richiesto per i loro dei, si sono evolute e governate dalle leggi che hanno imposto come obbligo per ogni essere umano.
Con la lotta di chi governerà il mondo tra di loro, Enki Enlil, polizia buona, polizia cattiva, dualità, si fanno i ruoli da soli, raddrizza la storia, trasferiscono informazioni e gestiscono le società come i racconti del passato e la realtà di oggi.
Il regno si dice dopo essere disceso dal cielo alla terra,
Nella Terra che ha raggiunto il livello desiderato dopo il raccolto dall'ordine stabilito nell'ammasso stellare è dominare le persone e giocare divino con la storia e le informazioni che si resettano alla terra e si resettano, come hanno fatto alla prossima generazione di perire.
Guardando la lista dei re che governano la Terra che passano sulle tavolette, vedrai che hanno governato la Terra per un periodo molto lungo, espresso in migliaia e decine di migliaia di anni. Gli esseri umani non hanno mai governato la Terra. Furono fatti pensare di governare la Terra solo secondo i loro collaboratori e le linee di sangue ibride.
Questa razza invasiva che ha messo il mondo a se stesso ha tolto la potenziale spiritualità e divinità degli esseri umani attraverso le religioni attraverso coloro che portano il proprio DNA e si sono presentati come molteplici Dei e in seguito accompagnati da el Yahweh (yaldaboth) hanno elevato i loro leader al nome del divino e uno "Dio e religioni sfruttate e umani e questo sfruttamento continua nei circoli viziosi.
Nel mondo, nessuno sa quante generazioni di Adamo sono entrate e entrate dentro il raccolto e i cicli sterili. I nomi dei cosiddetti profeti e messaggeri, le loro diverse azioni e figure sono gli stessi, in quanto in gran numero sono nascosti negli intervalli della storia nel periodo che li separa l'uno dall'altro. Questi scenari si ripetono sempre in cicli aridi con i racconti di ninna nanna dei vecchi.
Il ruolo di un angelo con il rango di diavolo si trova nei libri sacri, la prostrazione verso Adamo è la creatura (Enki) in questo sistema che loro stessi hanno creato.
Il significato della parola Anunaki significa "sangue del sovrano" o "discendenti del sovrano". Quindi la gente di Yaldabaoth, ovvero re Anu, è la destra di questo mondo materiale e di questi corpi in cui ci troviamo. Quando gli spiriti entrano in questi corpi progettati, hanno aperto gli occhi sulla lotta per la sopravvivenza, il rifugio e i bisogni.
Possono realizzare le nanoparticelle d'oro di cui hanno bisogno commestibili e avvolgerle in questo corpo materiale per molto tempo con la loro tecnologia, e possono proteggersi e preservarsi prima della generazione umana, i cosiddetti Igigi (I jinn sono esseri energetici) e sfruttati sono stati la prima specie di Rettiliani umanoidi che abbiamo mischiato con "Jinn (I ginn sono entità energetiche) e sfruttato. Sono antichi e l'informazione un tempo era di razza rettiliana. Dicono che viviamo insieme. La saga di Mahabarat è una guerra contro i rettili. I sopravvissuti sono fuggiti sottoterra. Strutture complesse come grotte adatte alla complessa vita sotterranea non sono state sprecate a causa dei pericoli provenienti dal cielo.
Nota. Migliaia della generazione di Adamo e dei profeti scelti si sono verificati a causa del raccolto e del resettamento. È molto difficile trovarli entro intervalli storici nelle religioni native.
Secondo le ricerche scientifiche, è stato distorto il fatto che le lingue separate dall'antenato comune 150mila anni fa e diverse lingue abbiano avuto origine.

La Terra, l'uomo, Dio.

 

Che cosa sia la terra, quali siano le sue origini e la sua storia sono descritte in modo semplice in Wikipedia:

Nella narrazione della storia della terra leggiamo quanto segue:

"Gli scienziati da secoli effettuano ricerche volte a ricostruire la storia della Terra. Secondo le ipotesi più aggiornate la Terra e gli altri pianeti del Sistema Solare si formarono 4,54 miliardi di anni fa.[13] Inizialmente liquefatto, il pianeta gradualmente si raffreddò formando una crosta terrestre sempre più di tipo granitico, simile all'odierna. La Luna si formò subito dopo, probabilmente a causa dell'impatto tra la Terra e un protopianeta conosciuto come Theia, grande quanto Marte e avente circa il 10% della massa della Terra.[14][15] Nell'urto tra i due corpi un po' della massa di questo piccolo corpo celeste si unì alla Terra e una porzione fu espulsa nello spazio e abbastanza materiale sopravvisse per formare un satellite orbitante.

L'attività vulcanica, decisamente maggiore di quella odierna, produsse l'atmosfera primordiale, molto ricca di anidride carbonica. Il vapore acqueo condensandosi produsse gli oceani.[16] Circa 3,5 miliardi di anni fa nacque la prima forma di vita.[17]

Lo sviluppo della fotosintesi permise ad alcune forme di vita di assorbire l'energia solare; l'ossigeno, prodotto di scarto della fotosintesi, si accumulò nell'atmosfera e creò uno strato di ozono (una forma di ossigeno molecolare [O3]) nell'atmosfera superiore. L'incorporazione di cellule più piccole in altre di dimensioni maggiori fece sì che si sviluppassero cellule più complesse delle cellule procarioti, chiamate eucarioti.[18] Protette dallo strato di ozono che impediva ai raggi ultravioletti, dannosi per la vita, di attraversare l'atmosfera le varie forme di vita colonizzarono la superficie della Terra.[19]

La primordiale struttura geologica di microplacche continentali andò verso una primaria aggregazione, formando dei continenti che occasionalmente si univano per formare un supercontinente. Circa 750 milioni di anni fa la Rodinia, il primo supercontinente conosciuto, cominciò a dividersi in continenti più piccoli; i continenti in seguito si riunirono per formare la Pannotia (600–540 milioni di anni fa) e finalmente la Pangea che si divise in continenti più piccoli circa 180 milioni di anni fa[20] ponendo le basi per la situazione geografica moderna.

Dal 1960 si è ipotizzato che diverse ere glaciali tra i 750 e i 580 milioni di anni fa, durante il Neoproterozoico, abbiano coperto di ghiaccio la maggior parte del pianeta. Questa ipotesi, non ancora accettata dall'intera comunità scientifica, è conosciuta con il nome di Terra a palla di neve e deve il particolare interesse al fatto che precedette l'esplosione del Cambriano, quando le forme di vita multicellulari cominciarono a proliferare.[21]

Successivamente al Cambriano, circa 530 milioni di anni fa, si sono succedute cinque estinzioni di massa.[22] L'ultima di esse, avvenuta 65 milioni di anni fa e probabilmente causata da una collisione meteoritica, provocò l'estinzione dei dinosauri e di altri animali, tra cui le ammonoidee, ma risparmiò alcuni piccoli animali come i mammiferi che presero il sopravvento nel periodo successivo. In seguito i mammiferi si diversificarono, finché un animale africano, rassomigliante a una scimmia, guadagnò l'abilità di mantenere una posizione eretta.[23] Questa evoluzione liberò le braccia e le mani dal compito della deambulazione, permise l'utilizzo di utensili, incoraggiò la comunicazione al fine di provvedere a una migliore nutrizione e creò i presupposti per lo sviluppo di una maggiore area cerebrale. Lo sviluppo della agricoltura, e della civiltà, permise agli esseri umani di plasmare la Terra in un tempo così breve come nessun'altra forma di vita era riuscita a fare,[24] influenzando sia la natura, sia la quantità delle altre forme di vita.

La fase recente delle ere glaciali incominciò circa 40 milioni di anni fa intensificandosi durante il Pleistocene, circa 3 milioni di anni fa. Le regioni polari sono state sottoposte a svariati cicli di glaciazioni e disgeli, succedutisi ogni 40-100000 anni. L'ultima di queste fasi terminò 10000 anni fa, lasciando il pianeta in una situazione morfo-climatica abbastanza stabile fino ai giorni nostri.[25]"

https://it.wikipedia.org/wiki/Terra#Storia_della_Terra


Se ne deduce, pertanto, che la vita sulla terra si sia estinta, ma anche che si sia rigenerata sulle basi di ciò che rimaneva di essa dopo le estinzioni.

E’ anche possibile credere che le civiltà anteriori alla nostra potessero essere anche più avanzate tecnicamente della nostra e che gli esseri umani preesistenti fossero leggermente diversi da noi.

Quando leggo dinieghi o dileggiamenti riferiti alla possibilità di tali ipotesi, mi assale un senso di rabbia e di sconforto.

Io ho un desiderio smodato di scoprire e nostre origini, non oserei mai  negare a priori nuove ipotesi, vorrei, se fosse possibile, cercare di comprenderle, studiarle per arrivare a scoprire il nostro passato.

Non credo minimamente che esseri vissuti prima di noi abbiano voluto tramandarci idee e figure strane per burlarsi di noi, eppure, scolpivano in vari luoghi della terra, esseri misteriosi con teste di rettili, provvisti di borse contenenti non si sa cosa, che ci hanno lasciato monumenti che noi non saremmo in grado di riprodurre.

Io credo che chi ci ha preceduto fosse in possesso di tecnologie di gran lunga superiori alle nostre attuali e che, studiando senza preconcetti, ciò che ci hanno tramandato, potremmo sapere qualcosa in più di ciò che sappiamo e ne potremmo trarre vantaggi.

Ma tutto ciò, probabilmente, sconvolgerebbe lo status quo di tutto ciò che viene divulgato come assioma e che, di assiomatico ha poco o nulla, ma serve a mantenere le menti obluminate e, pertanto, più facilmente dominabili.

Dio esiste? Francamente non lo so, ma so che non è quello descritto dalla religione cattolica, sarebbe riduttivo credere in un essere soprannaturale che, dopo aver creato l’Universo abbia dotato solo la terra della vita umana con tutte le sfaccettature discutibili…

Io credo in Dio, soprattutto per bisogno, per rifugio personale e non in quel Dio difettoso, bensi’ in un qualcosa di superiore come l’Universo stesso e la Natura. Loro, con le loro immense possibilità, hanno forgiato tutto ciò che ci circonda, compresi noi.

cetta