Il ministro Alfano nega l’evidenza e tira per la giacchetta la Corte costituzionale sull’ultimo ingresso a gamba tesa nel ddl intercettazioni. Il Governo ha rafforzato lo scudo del segreto di Stato per gli agenti segreti ma per il ministero della Giustizia la norma “circoscrive la sua opponibilità, riducendone la portata”. In realtà è tutto il contrario. Prevede che il segreto di Stato sia opponibile non solo in riferimento alle notizie relative “all’attività funzionale” dei servizi ma anche ad “attività che siano direttamente riconducibili”. Ed è in questo capoverso che si annida il fondato sospetto dell’opposizione che questa modifica sia stata concepita per bloccare le indagini sulle bombe del ’92-’93. Il ministero, per giustificare il colpo di mano, ha chiamato in causa la Consulta, scrivendo che l’intervento di Palazzo Chigi si è reso necessario per essere in linea “con i principi generali in materia di segreto di Stato affermati dalla Corte costituzionale” nella sentenza sul caso Abu Omar.
Ambienti della Consulta non hanno nascosto un certo fastidio per questo coinvolgimento a sproposito. La sentenza citata infatti, pur confermando il segreto di Stato opposto dalla Presidenza del Consiglio (prima da Prodi e poi daBerlusconi), ha però stabilito che non esiste alcuna legge che preveda il divieto assoluto di intercettare gli 007, semmai può esistere un “problema della concreta utilizzabilità processuale del contenuto delle intercettazioni disposte dagli inquirenti”. Dunque la modifica apportata dal Governo garantisce impunità ai servizi ancora di più rispetto al testo già approvato dalla Camera e dalla commissione del Senato, che ordina ai pm di avvisare la Presidenza del Consiglio dopo 5 giorni, in caso di intercettazioni di utenze di 007.
Pd e Idv promettono battaglia e anche entro la maggioranza c’è chi ha gridato allo scandalo. E’ Fabio Granata, finiano doc: “E’ un errore politico, ancora più grave se si prova a farlo in questi giorni, caratterizzati dalla riapertura di questioni legate alle stragi e al ruolo dei servizi segreti in alcune loro componenti deviate”. Il presidente Napolitano che si accontenta di una legge “più accettabile” per tutti, a proposito dei servizi e delle indagini in corso ha dichiarato che “nell'attualità è importante garantire la piena trasparenza dell'attività di tutti gli organi dello Stato, compresi i servizi di informazione".
Da il Fatto Quotidiano del 3 giugno
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giovedì 3 giugno 2010
Intercettazioni: Alfano, le bugie e le protezioni - Antonella Mascali
3 giugno 2010
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