martedì 7 dicembre 2010

Blitz degli studenti alla Fondazione Roma: “Cercate profitti, non vi daremo credito!”


Blitz degli universitari della Sapienza alla Fondazione Roma, prossima azionista del Cda dell’Ateneo capitolino. Aggressione da parte delle forze dell’ordine, 12 fermati. Ma gli studenti hanno già scritto la loro Riforma: diritto allo studio, università pubblica, autogoverno. Questi i punti

di Anna Maria Bruni

“Gli studenti della Sapienza che in queste settimane si stanno mobilitando contro l'approvazione del Ddl Gelmini denunciano il comportamento gravissimo e inaccettabile delle forze dell'ordine che hanno trasformato una pacifica protesta (che non aveva alcuna intenzione di provocare disordini, violenze o arrecare danni materiali alla sede della Fondazione) in un'azione di guerriglia urbana, provocando disordini, violenze, e l'arresto di 12 studenti”. Così il comunicato stampa degli studenti della Sapienza, aggrediti stamattina dalla forze dell’ordine mentre manifestavano sotto la sede della Fondazione Roma, contestando la politica del rettore Frati, di aprire all’ingresso di privati nel Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo.

“Chiediamo l'immediato rilascio degli studenti e delle studentesse arrestati e continueremo a mobilitarci contro la riforma e le politiche di questo governo, nonostante gli atti repressivi e provocatori delle forze dell'ordine e i tentativi di criminalizzare le mobilitazioni da parte del Governo”. Rientrati all’università gli studenti hanno indetto una conferenza stampa sui fatti accaduti, ancora in corso. Va precisato che, secondo il racconto degli studenti, e stando alle prime agenzie, quando i ragazzi sono arrivati c’era solo un vigilante armato, che dopo aver tentato di chiudere la porta ha minacciato di usare la violenza con le parole “vi sparo in testa”, mentre strattonava un ragazzo. Il quale ha perso l’equilibrio ed è finito contro la vetrata che è andata in frantumi ferendolo.

Questi i fatti di oggi. L’antefatto invece è che il Rettore della Sapienza Frati, anticipando il ddl Gelmini, ha aperto il Cda dell’Ateneo all’ingresso dei privati, fra i quali Unicredit e Telethon, già dal 26 ottobre. Il Rettore mette così in atto il ddl prima ancora che sia stato approvato, e con modalità da capo d’azienda, senza cioè prevedere alcun confronto con gli studenti, che dal 2008 hanno chiaramente fatto sapere che non hanno alcuna intenzione di veder trasformate le loro università in fondazioni private. Ma non è il solo, anche il Rettore di Roma Tre Guido Fabiani sta facendo lo stesso percorso e con modalità altrettanto autoritarie, tanto che gli studenti, ma sembra anche gli altri membri del Consiglio di Amministrazione, non riescono a sapere la data della convocazione sulla trasformazione in fondazione. Sicuramente il timore è che il Rettorato venga occupato, ma a rischio di sobillare diciamo che il Rettorato dovrebbe essere occupato per pretendere un’altra democrazia. Che in ultima analisi vuol dire confrontarsi con le proposte degli studenti su “un altro modello di sviluppo” dell’Università.

Le proposte ci sono, raccolte punto per punto nel “Manifesto per l’università che verrà”, ovvero “AltraRiforma, l’alternativa dal basso alla Gelmini”. Domenica 21 novembre, un'assemblea con delegazioni da diverse città, ospitata dall'occupazione di Palazzo Campana a Torino, ha iniziato la discussione. E alla fine ha tirato fuori un documento “wiki”, cioè il primo passo verso la costruzione dell'AltraRiforma.

1. il Diritto allo studio garantito a tutti, i cui capisaldi sono la copertura totale delle borse di studio, l’estensione del credito in base al reddito e l’abolizione del prestito d’onore, l’introduzione di organi di controllo da parte degli studenti, l’abolizione dell’esternalizzazione dei servizi, un piano pluriennale di finanziamento straordinario per l’edilizia universitaria, un aumento dell’integrazione ministeriale sulle borse Erasmus, di cui una parte versata alla partenza, e la finanziamento in base al costo della vita del paese di destinazione.

2. La partecipazione democratica di tutte le componenti al governo degli atenei, al posto dell’ordinamento attuale che concentra il potere nelle mani del Rettore e di pochi presidi, e “del modello di governance aziendalistico e oligarchico previsto dal DDL 1905 – è scritto – che sancisce uno strapotere del Rettore, libero di scegliere i suoi vassalli entro il Consiglio di Amministrazione”. La proposta è quindi quella dell’autogoverno dell’Università, senza alcun membro esterno, che siano enti locali o privati, definizione dei ruoli degli organi e trasparenza e rapidità nella pubblicazione degli atti, elezione diretta dei rappresentanti della componente studentesca, mandato di durata biennale, presenza obbligatoria degli studenti all’interno dei nuclei di valutazione. Inoltre istituzione di assemblee di facoltà periodiche, del referendum studentesco e adozione di uno statuto e di un codice deontologico che vieti le assunzioni di familiari e limiti il mandato di tutte le cariche. Allargamento dell’elezione del Rettore a tutti gli studenti, radicale riforma della rappresentanza studentesca.

3. L’adeguato finanziamento statale alle Università, con abrogazione dei tagli previsti dalla 133 e piano straordinario di investimenti, in particolare per la ricerca, controllo e trasparenza dei bilanci.

4. Una contribuzione studentesca equa e progressiva attraverso la riforma del sistema di tassazione tramite “la rimodulazione delle fasce sulla base di criteri di maggiore equità e progressività”, eliminazione delle sanzioni per i fuori corso, specifiche misure anti-crisi per gli studenti in difficoltà. 5. La valutazione del Dottorato di Ricerca – ai fini della partecipazione a concorsi pubblici o inserimento in imprese private, la copertura totale delle borse di studio dei dottorati, la regolamentazione del ruolo dei dottorandi. 6. Interventi mirati a debellare il precariato nella ricerca. Questi i punti principali. L’intero documento è reperibile su:


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