Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, arrestato questa mattina dalla polizia britannica, non esce su cauzione e resta in custodia cautelare nel carcere di Londra fino al 14 dicembre. Lo ha deciso il tribunale di Westminster. Il giudice distrettuale Howard Riddle ha respinto la cauzione giudicando Assange a rischio di fuga. Il capo di Wikileaks è arrivato a bordo di un’auto dai vetri oscurati mentreMark Stephens, il legale britannico che lo rappresenta è entrato in tribunale passando davanti alle decine di giornalisti presenti all’ingresso. Il legale ha riferito che il fondatore di Wikileaks “sta bene” e che la consegna a Scotland Yard si è svolta “in modi molto cordiali”. “La polizia ha verificato la sua identità e lo ha portato in tribunale”, ha aggiunto Stephens. Assange, che sta ricevendo assistenza legale dal consolato australiano, non acconsente a tornare in Svezia: lo ha detto lo stesso capo di Wikileaks al giudice Caroline Tubbs. Fuori dal tribunale si è radunata una folla di sostenitori del gruppo Justice for Assange. Al termine dell’udienza, il giornalista australiano si è rifiutato di dare a Scotland Yard il suo indirizzo, le impronte digitali e di sottoporsi all’esame del Dna.
Gli avvocati di Julian Assange avevano offerto di pagare 180mila sterline per rimettere in libertà su cauzione il capo di Wikileaks: “Pensavano che sarebbe bastato. Non è stato cosi”, ha riferito Channel 4 su Twitter. ”A Julian Assange è stata negata la cauzione, questo è un vero peccato – ha dichiarato l’avvocato del fondatore di Wikileaks – Presto presenteremo una nuova richiesta di libertà su cauzione. Ci troviamo nella strana posizione di non aver visto ancora nessuna prova. Wikileaks continuerà nelle sue operazioni”. Ci saranno “molte altre persone” che si presenteranno per garantire che “Julian Assange è innocente”, ha detto il legale, ribadendo che il processo “ha motivazioni politiche” e che sono “in molti a pensarlo”.
Gli agenti della Unità estradizioni londinese lo hanno bloccato alle 9.30 di questa mattina “su appuntamento” in un commissariato della capitale britannica per conto delle autorità svedesi con l’accusa di stupro. Prima di consegnarsi alla polizia di Londra, Julian Assange ha registrato un messaggio in video che la sua organizzazione Wikileaks diffonderà in giornata. ”Abbiamo agito senza paura, per l’interesse pubblico”, ha spiegato Assange in un articolo pubblicato dopo l’arresto sul quotidiano The Australian. In tribunale testimoniano a favore di Julian Assange il regista Ken Loach e la ex fidanzata di Hugh Grant Jemima Kahn. A favore di Assange parla anche il giornalista australianoJohn Pilger, celebre inviato in Vietnam e autore di un documentario, “Year Zero”, che nel 1979 ha portato alla ribalta le atrocità dei Khmer Rossi in Cambogia.
Il portavoce di Wikileaks ha detto che l’arresto di Julian Assange è un attacco alla libertà dei media ma non fermerà il gruppo nella sua missione: “Wikileaks è operativa. Continuiamo come prima sugli stessi binari. Ogni sviluppo su Assange non cambia i piani per la pubblicazione dei documenti oggi e nei prossimi giorni”, ha detto il portavoce Kristinn Hrafnsson precisando che le operazioni saranno coordinate da un gruppo di persone a Londra e in altre sedi”.
Secondo fonti anonime, il 39enne australiano avrebbe negoziato il suo rilascio su cauzione (per un importo tra le 100mila e le 200mila sterline). Sei persone dovrebbero essere chiamate a garantire per l’australiano, che ha messo in subbuglio il mondo della diplomazia mondiale. Il legale di Assange, Mark Stephens, non ha voluto confermare: “Non ho concluso alcun accordo con la polizia per il momento”. Stephens aveva dichiarato lunedì di essere in contatto con la polizia britannica per organizzare un incontro su base volontaria del suo assistito, che si trova molto probabilmente in Inghilterra. “La richiesta e’ di interrogare Assange”, aveva spiegato l’avvocato, che si era detto preoccupato per una possibile estradizione di Assange verso gli Stati Uniti.
Nel frattempo, Stoccolma ha precisato i quattro capi di accusa formulati nei confronti di Assange. Come ha reso noto Gemma Lindfield, la prima presunta vittima, identificata come “Miss A”, sarebbe stata vittima di “costrizione illecita” lo scorso 14 agosto, quando Assange avrebbe usato il peso del suo corpo per tenerla sdraiata. Secondo le accuse, Assange non avrebbe usato il preservativo mentre “Miss A” aveva “espresso il desiderio” di usarne uno. La donna sarebbe poi stata nuovamente “molestata in modo deliberato” quattro giorni dopo. Inoltre Il 17 agosto, Assange avrebbe avuto un rapporto sessuale sempre senza preservativo con una seconda donna, “Miss W”, mentre era addormentata nella sua casa di Stoccolma.
Pirati informatici hanno attaccato Paypal e Postfinance. “La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù oggi con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni)”, recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre dal gruppo, denominato Operation Payback, operazione “resa dei conti”. Le due società non hanno confermato la notizia.
Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo “l’ora X” invitando i membri a “fare fuoco” al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di “difensori della pirateria informatica” nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da “hacker pagati dalle aziende” per tutelare il copyright.
E intanto Wikileaks non smette di creare polemiche. Il ministero degli Esteri russo ha espresso “stupore” per le nuove rivelazioni sull’esistenza di un piano Nato per proteggere i tre paesi baltici, Lettonia, Estonia e Lituania, da possibili azioni aggressive di Mosca . “Simili pubblicazioni provocano una serie di interrogativi e stupore”. “I fatti – spiega una fonte del ministero – dimostrano che la Russia non solo non sta aumentando la sua presenza militare ai confini con i paesi baltici menzionati ma anzi sta riducendo gli armamenti pesanti dislocati nella regione di Kaliningrad e sta anche tagliando il suo potenziale militare alle frontiere occidentali”. “Abbiamo sempre espresso perplessità – conclude – quando i caccia dei paesi Nato stavano pattugliando i paesi baltici sottolineando che la Nato avrebbe, invece, dovuto esprimere il proprio potenziale per affrontare le minacce reali, come quelle terroristiche dell’area. Non quelle false”.
Un gruppo di intellettuali, fra cui Noam Chomsky, ha firmato una lettera in favore di Assange, diretta al premier australiano, Julia Gillard. Chomsky, docente di linguistica al Mit (Massachusetts Institute of Technology), molto critico con la politica estera statunitense, si è unito a un gruppo di decine di esponenti del mondo intellettuale australiano (scrittori, giornalisti e avvocati). I firmatari si dicono “gravemente preoccupati” per la sicurezza del 39enne australiano e chiedono al governo di affermare pubblicamente l’impegno a tutelare la libertà di comunicazione e i diritti fondamentali di Assange. La lettera aperta chiede anche al premier di fornire sostegno ad Assange e di “compiere tutto quanto in suo potere per garantire che vengano rispettati i diritti fondamentali” del fondatore di Wikileaks nei procedimenti giudiziari che lo riguardano.
Tra le prime reazioni quella del ministro Franco Frattini che ha detto: “Era ora, l’accerchiamento internazionale per fortuna ha avuto successo”. L’arresto di Julian Assange è “una buona notizia”: questo il commento del segretario alla Difesa americano, Robert Gates. A margine di un incontro con le truppe americane in Afghanistan, Gates ha appreso dai giornalisti dell’arresto del fondatore di Wikileaks: “Non lo sapevo, ma mi sembra una buona notizia”, ha commentato il capo del Pentagono.
Gli avvocati di Julian Assange avevano offerto di pagare 180mila sterline per rimettere in libertà su cauzione il capo di Wikileaks: “Pensavano che sarebbe bastato. Non è stato cosi”, ha riferito Channel 4 su Twitter. ”A Julian Assange è stata negata la cauzione, questo è un vero peccato – ha dichiarato l’avvocato del fondatore di Wikileaks – Presto presenteremo una nuova richiesta di libertà su cauzione. Ci troviamo nella strana posizione di non aver visto ancora nessuna prova. Wikileaks continuerà nelle sue operazioni”. Ci saranno “molte altre persone” che si presenteranno per garantire che “Julian Assange è innocente”, ha detto il legale, ribadendo che il processo “ha motivazioni politiche” e che sono “in molti a pensarlo”.
Gli agenti della Unità estradizioni londinese lo hanno bloccato alle 9.30 di questa mattina “su appuntamento” in un commissariato della capitale britannica per conto delle autorità svedesi con l’accusa di stupro. Prima di consegnarsi alla polizia di Londra, Julian Assange ha registrato un messaggio in video che la sua organizzazione Wikileaks diffonderà in giornata. ”Abbiamo agito senza paura, per l’interesse pubblico”, ha spiegato Assange in un articolo pubblicato dopo l’arresto sul quotidiano The Australian. In tribunale testimoniano a favore di Julian Assange il regista Ken Loach e la ex fidanzata di Hugh Grant Jemima Kahn. A favore di Assange parla anche il giornalista australianoJohn Pilger, celebre inviato in Vietnam e autore di un documentario, “Year Zero”, che nel 1979 ha portato alla ribalta le atrocità dei Khmer Rossi in Cambogia.
Il portavoce di Wikileaks ha detto che l’arresto di Julian Assange è un attacco alla libertà dei media ma non fermerà il gruppo nella sua missione: “Wikileaks è operativa. Continuiamo come prima sugli stessi binari. Ogni sviluppo su Assange non cambia i piani per la pubblicazione dei documenti oggi e nei prossimi giorni”, ha detto il portavoce Kristinn Hrafnsson precisando che le operazioni saranno coordinate da un gruppo di persone a Londra e in altre sedi”.
Secondo fonti anonime, il 39enne australiano avrebbe negoziato il suo rilascio su cauzione (per un importo tra le 100mila e le 200mila sterline). Sei persone dovrebbero essere chiamate a garantire per l’australiano, che ha messo in subbuglio il mondo della diplomazia mondiale. Il legale di Assange, Mark Stephens, non ha voluto confermare: “Non ho concluso alcun accordo con la polizia per il momento”. Stephens aveva dichiarato lunedì di essere in contatto con la polizia britannica per organizzare un incontro su base volontaria del suo assistito, che si trova molto probabilmente in Inghilterra. “La richiesta e’ di interrogare Assange”, aveva spiegato l’avvocato, che si era detto preoccupato per una possibile estradizione di Assange verso gli Stati Uniti.
Nel frattempo, Stoccolma ha precisato i quattro capi di accusa formulati nei confronti di Assange. Come ha reso noto Gemma Lindfield, la prima presunta vittima, identificata come “Miss A”, sarebbe stata vittima di “costrizione illecita” lo scorso 14 agosto, quando Assange avrebbe usato il peso del suo corpo per tenerla sdraiata. Secondo le accuse, Assange non avrebbe usato il preservativo mentre “Miss A” aveva “espresso il desiderio” di usarne uno. La donna sarebbe poi stata nuovamente “molestata in modo deliberato” quattro giorni dopo. Inoltre Il 17 agosto, Assange avrebbe avuto un rapporto sessuale sempre senza preservativo con una seconda donna, “Miss W”, mentre era addormentata nella sua casa di Stoccolma.
Pirati informatici hanno attaccato Paypal e Postfinance. “La banca svizzera (PostFinance) che ha chiuso il conto a Assange è stata tirata giù oggi con un Ddos attack (negazione del servizio, lo stesso lanciato in più occasioni contro i domini di Wikileaks in questi giorni)”, recita un annuncio del gruppo su Twitter. Qualche ora prima, un altro assalto informatico era stato lanciato contro PayPal, sempre dal gruppo, denominato Operation Payback, operazione “resa dei conti”. Le due società non hanno confermato la notizia.
Su Twitter, il gruppo aveva annunciato con anticipo “l’ora X” invitando i membri a “fare fuoco” al momento convenuto. Operation Payback è un gruppo hacker di “difensori della pirateria informatica” nato per rispondere ai tentativi di oscurare Torrent e altri programmi di condivisione dei file in rete messi in atto da “hacker pagati dalle aziende” per tutelare il copyright.
E intanto Wikileaks non smette di creare polemiche. Il ministero degli Esteri russo ha espresso “stupore” per le nuove rivelazioni sull’esistenza di un piano Nato per proteggere i tre paesi baltici, Lettonia, Estonia e Lituania, da possibili azioni aggressive di Mosca . “Simili pubblicazioni provocano una serie di interrogativi e stupore”. “I fatti – spiega una fonte del ministero – dimostrano che la Russia non solo non sta aumentando la sua presenza militare ai confini con i paesi baltici menzionati ma anzi sta riducendo gli armamenti pesanti dislocati nella regione di Kaliningrad e sta anche tagliando il suo potenziale militare alle frontiere occidentali”. “Abbiamo sempre espresso perplessità – conclude – quando i caccia dei paesi Nato stavano pattugliando i paesi baltici sottolineando che la Nato avrebbe, invece, dovuto esprimere il proprio potenziale per affrontare le minacce reali, come quelle terroristiche dell’area. Non quelle false”.
Un gruppo di intellettuali, fra cui Noam Chomsky, ha firmato una lettera in favore di Assange, diretta al premier australiano, Julia Gillard. Chomsky, docente di linguistica al Mit (Massachusetts Institute of Technology), molto critico con la politica estera statunitense, si è unito a un gruppo di decine di esponenti del mondo intellettuale australiano (scrittori, giornalisti e avvocati). I firmatari si dicono “gravemente preoccupati” per la sicurezza del 39enne australiano e chiedono al governo di affermare pubblicamente l’impegno a tutelare la libertà di comunicazione e i diritti fondamentali di Assange. La lettera aperta chiede anche al premier di fornire sostegno ad Assange e di “compiere tutto quanto in suo potere per garantire che vengano rispettati i diritti fondamentali” del fondatore di Wikileaks nei procedimenti giudiziari che lo riguardano.
Tra le prime reazioni quella del ministro Franco Frattini che ha detto: “Era ora, l’accerchiamento internazionale per fortuna ha avuto successo”. L’arresto di Julian Assange è “una buona notizia”: questo il commento del segretario alla Difesa americano, Robert Gates. A margine di un incontro con le truppe americane in Afghanistan, Gates ha appreso dai giornalisti dell’arresto del fondatore di Wikileaks: “Non lo sapevo, ma mi sembra una buona notizia”, ha commentato il capo del Pentagono.
Nessun commento:
Posta un commento