Tal padre, tale figlia. Più o meno 18 anni dopo le monetine all’uscita dell’hotel Raphael controBettino Craxi, stessa sorte è toccata alla figlia Stefania. L’occasione era stata voluta fortemente dal vicesindaco Pdl Gabriele Volpe, ex socialista e “subita” dalla Lega nord locale che non si è mai opposta nonostante in quegli anni sia stata in prima fila nel contestare l’ex leader del Garofano morto latitante in Tunisia.
L’inaugurazione di piazza Craxi a Lissone si è trasformata in una riedizione delle proteste targate Tangentopoli. Stesso copione, stessa fuga a gambe levate e identiche urla. Un fitto lancio di monetine, pernacchie, fischi e un assordante “ladri, ladri” ha accolto la figlia di Bettino Craxi che è anche sottosegretario agli Esteri, impedendole di tagliare il nastro di una piazza intitolata al padre in una cittadina governata dal Carroccio da 15 anni.
Un’autentica rivolta. Stefania Craxi scortata da ingenti forze di polizia è stata costretta ad interrompere il discorso e a trasferirsi in un teatro tra le urla della folla composta sì da esponenti della sinistra locale, dell’Idv, ma anche da cittadini senza etichette politiche. Improvviso cambio di programma per le proteste di 400 persone hanno fatto infatti saltare la prima parte dell’evento, previsto proprio nella piazza che porterà il nome dell’ex leader socialista. I contestatori hanno replicato le proteste degli anni di Tangentopoli con tanto di lancio di monetine e “vergogna” urlati a squarciagola e senza interruzione.
In piazza anche qualche tafferuglio tra ex socialisti e contestatori sedato a fatica dai carabinieri. Il gruppo di socialisti, guidati dalla figlia di Craxi, Stefania e dal vicesindaco di Lissone Gabriele Volpe, si è quindi spostato celermente, scortato dalle forze dell’ordine, nel vicino Palazzo Terragni dove era in programma la seconda parte della giornata. Numerose le bandiere dell’Italia dei Valori nella parte di piazza che ha protestato (era presente anche il blogger Piero Ricca) e i cartelli contro Craxi. “Non mi fanno né caldo né freddo – ha commentato Stefania Craxi – . Non hanno l’autorità morale, politica e grammaticale per esprimersi su mio padre. Le due targhe che danno il nome di Bettino Craxi a una piazza del centro di Lissone, comune della Brianza leghista, sono state modificate con un cartello che intitola così lo spazio all’ex capo dello Stato Sandro Pertini“presidente degli Italiani”. Il cambio del nome è avvenuto pochi minuti dopo la prevista inaugurazione della piazza Bettino Craxi. Su uno dei muri dei palazzi vicini è comparsa anche la scritta “ladro” a caratteri cubitali.
Intanto i contestatori si sono ritrovati davanti a Palazzo Terragni, dove si era spostata in fretta e furia la cerimonia, per contestare i presenti all’evento, ormai terminato. I fedelissimi di Craxi alla chetichella sono usciti dall’edificio scortati dai carabinieri per evitare ulteriori disordini. Le proteste sono state bollate come “polemicuzze” dall’ex sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri, che ha poi aggiunto: “Conta solo cosa rappresenta la figura di Craxi, una persona che è nella storia. Tutto il resto sono solo polemicuzze”. Non dello stesso parere i contestatori che hanno continuato ad urlare slogan contro Craxi lasciando dopo un’ora la piazza centrale della città. (tm)
Un’autentica rivolta. Stefania Craxi scortata da ingenti forze di polizia è stata costretta ad interrompere il discorso e a trasferirsi in un teatro tra le urla della folla composta sì da esponenti della sinistra locale, dell’Idv, ma anche da cittadini senza etichette politiche. Improvviso cambio di programma per le proteste di 400 persone hanno fatto infatti saltare la prima parte dell’evento, previsto proprio nella piazza che porterà il nome dell’ex leader socialista. I contestatori hanno replicato le proteste degli anni di Tangentopoli con tanto di lancio di monetine e “vergogna” urlati a squarciagola e senza interruzione.
In piazza anche qualche tafferuglio tra ex socialisti e contestatori sedato a fatica dai carabinieri. Il gruppo di socialisti, guidati dalla figlia di Craxi, Stefania e dal vicesindaco di Lissone Gabriele Volpe, si è quindi spostato celermente, scortato dalle forze dell’ordine, nel vicino Palazzo Terragni dove era in programma la seconda parte della giornata. Numerose le bandiere dell’Italia dei Valori nella parte di piazza che ha protestato (era presente anche il blogger Piero Ricca) e i cartelli contro Craxi. “Non mi fanno né caldo né freddo – ha commentato Stefania Craxi – . Non hanno l’autorità morale, politica e grammaticale per esprimersi su mio padre. Le due targhe che danno il nome di Bettino Craxi a una piazza del centro di Lissone, comune della Brianza leghista, sono state modificate con un cartello che intitola così lo spazio all’ex capo dello Stato Sandro Pertini“presidente degli Italiani”. Il cambio del nome è avvenuto pochi minuti dopo la prevista inaugurazione della piazza Bettino Craxi. Su uno dei muri dei palazzi vicini è comparsa anche la scritta “ladro” a caratteri cubitali.
Intanto i contestatori si sono ritrovati davanti a Palazzo Terragni, dove si era spostata in fretta e furia la cerimonia, per contestare i presenti all’evento, ormai terminato. I fedelissimi di Craxi alla chetichella sono usciti dall’edificio scortati dai carabinieri per evitare ulteriori disordini. Le proteste sono state bollate come “polemicuzze” dall’ex sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri, che ha poi aggiunto: “Conta solo cosa rappresenta la figura di Craxi, una persona che è nella storia. Tutto il resto sono solo polemicuzze”. Non dello stesso parere i contestatori che hanno continuato ad urlare slogan contro Craxi lasciando dopo un’ora la piazza centrale della città. (tm)
Quanto noi italiani nessun altro popolo è capace di fare tanto schifo. Intestare una piazza ad un delinquente che è morto in Tunisia, da latitante, con una o due condanne definitive sul groppone è ciò che solo il PdL è capace di fare.
RispondiEliminaMa come abbiamo avuto l'opportunità di vedere dal video, la figlia, deputata anch'essa, è fiera di cotanto padre. Non hanno più alcuna dignità, alcun rispetto, hanno solo la faccia di bronzo
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