martedì 30 agosto 2011

Quanto guadagnano i calciatori italiani (e quanto rischiano di pagare con il contributo di solidarietà). - di Marco Bellinazzo


Quanto guadagnano i calciatori italiani (e quanto rischiano di pagare con il contributo di solidarietà). Nella foto il capitano della Roma, Francesco Totti (Ansa)

Cliccando nelle varie figurine dei calciatori troverete il valore degli stipendi netti di alcuni tra i principali protagonisti del calcio italiano. Assieme al calcolo di quanto gli stessi rischiano di pagare per i prossimi tre anni come contributo di solidarietà. Si tratta di una elaborazione del Sole 24 Ore sugli stipendi di alcuni big del calcio (non è e non vuole essere una classifica esaustiva).
Guarda il grafico con gli stipendi dei big del calcio
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La manovra di Ferragosto
ha introdotto un prelievo straordinario sui redditi sopra i 90mila euro (5%) e sopra i 150mila (10%). Chi guadagna tanto deve versare per tre anni questo surplus al Fisco. Per il primo anno il contributo è pieno (primo valore). Dal secondo anno si può dedurre una parte dell'imposta: per cui il contributo effettivo suddiviso su tre anni diminuisce (secondo valore). Per i redditi sopra i 500mila euro – cioè a tutte le star del calcio - converrà scegliere l'aliquota secca del 48% che, non è deducibile, ma garantisce un risparmio (terzo valore).

Per i calciatori la questione si è andata complicando in queste settimane in considerazione del fatto che la maggior parte dei contratti, soprattutto quelli dei big, sono fatti al netto. Nel senso che le imposte se le accolla la società. Ora, è vero che la società è obbligata a svolgere il suo ruolo di sostituto d'imposta e quindi ben potrebbe trattenere sullo stipendio, oltre all'aliquota ordinaria, anche il contributo di solidarietà. Ma i club temono che successivamente, nei casi in cui il contratto faccia esplicito riferimento a un compenso netto da garantire comunque al calciatore, potrebbero essere portate in tribunale: sarebbe difficile a quel punto evitare una condanna alla restituzione di quanto trattenuto.

All'intera serie A il contributo di solidarietà, così com'è stato pensato, e salve le correzioni che saranno apportate in Parlamento con gli emendamenti, potrebbe costare fino a 100 milioni di euro nel prossimo triennio. La Figc ha proprosto di mettere a disposizione delle società per eventuali contenziosi un fondo di garanzia. Alle società non basta. Come non basta il fatto che il nuovo contratto collettivo rispetto a quello scaduto un anno e mezzo fa preveda che la retribuzione possa essere espressa solo al lordo. Per i club deve essere inserita un'ulteriore clausola per precisare che i contributi straordinari siano «esclusivamente a carico dei calciatori». Addio al netto, dunque, e ingaggi lordizzati. Come per tutti gli altri lavoratori.


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