giovedì 23 febbraio 2012

Trattativa, avviso di garanza a Mannino I pm: "Ha fatto pressioni sul 41 bis". - di Salvo Palazzolo



Trattativa, avviso di garanza a Mannino I pm: "Ha fatto pressioni sul 41 bis"

L'ex ministro democristiano, oggi deputato, risulta indagato dai magistrati di Palermo per "violenza e minaccia a un corpo politico": ha ricevuto dalla Dia una convocazione in Procura, sarà interrogato la settimana prossima. Lui replica: "Respingo nel modo più totale ogni sospetto ed anche impressione d'accusa".


Si allunga la lista degli indagati che secondo i pm di Palermo avrebbero avuto un ruolo nella trattativa tra Stato e mafia, avvenuta fra il 1992 e il 1993. La Procura di Palermo ha notificato un avviso di garanzia a Calogero Mannino, ex ministro democristiano, oggi deputato: gli viene contestata l'accusa prevista dall'articolo 338 del codice penale, "violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario". Nella stessa indagine risultano già indagati i boss Totò Riina e Bernardo Provenzano, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, il generale dei carabinieri Mario Mori e il suo braccio destro al Ros, il capitano Giuseppe De Donno.  
Il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, i sostituti Nino Di Matteo, Paolo Guido e Lia Sava interrogheranno il senatore Mannino lunedì prossimo, al palazzo di giustizia di Palermo. Top secret l'oggetto dell'audizione. Nell'avviso di garanzia ricevuto dal politico siciliano si parla genericamente di "pressioni" che Mannino avrebbe esercitato su "appartenenti alle istituzioni", sulla "tematica del 41 bis", il carcere duro che i capimafia cercavano di far revocare.

Il nome di Mannino era già emerso nelle scorse settimane nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Da un documento ritrovato dai pm e dalla Dia di Palermo al ministero dell'Interno era emerso un allarme dei servizi segreti, risalente alla primavera del 1992 (dopo l'omicidio dell'europarlamentare Dc Salvo Lima), per possibili attentati nei confronti di alcuni politici 
siciliani, fra cui proprio Mannino. Secondo i magistrati siciliani, quell'allerta potrebbe essere alla base della trattativa fra pezzi dello Stato e i vertici di Cosa nostra. Alcuni esponenti delle forze dell'ordine si sarebbero mossi, su input politico, per evitare altri omicidi eccellenti. Ma i boss avrebbero chiesto qualcosa in cambio: dalla revisione dei processi alla revoca del carcere duro.

Non è ancora chiaro, con precisione, chi trattò, da una parte e dall'altra. A giudizio c'è già il generale Mario Mori, protagonista di un dialogo riservato con l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino. Domani mattina, Mori chiama in tribunale, a sua difesa, l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino.

La replica.

Dopo la notizia del provvedimento, Mannino ha diffuso una nota in cui dice: "Se non fosse il testo dell'invito a comparire lo considererei o uno scherzo o un delirio. Ma vengo sottoposto ancora una volta al martirio della pazienza. E ancora una volta la mia difesa sarà secca ed intransigente. Respingo nel modo più totale ogni sospetto ed anche impressione d'accusa".

Il deputato, che è assistito dagli avvocati Grazia Volo e Nino Caleca, prosegue: "Fantasticare su qualche partecipazione al contesto della cosiddetta trattativa significa alterare i fatti, la loro rappresentazione anche dopo venti anni e tentare di fare di me il capro espiatorio di rappresentazioni da disinformazione, probabilmente quelle che hanno reso impossibile accertare la verità di quegli anni tragici". 

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/02/23/news/trattativa_avviso_di_garanza_a_mannino_i_pm_ha_fatto_pressioni_contro_il_41_bis-30368845/

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