giovedì 29 marzo 2012

“Ciao sono iooooo...” di Marco Travaglio - Il F.Q. 29/3/2012



L’altro ieri, alle 10 del mattino, la segreteria romana di Monti chiama il cellulare dell’assistente del premier a Seul: ha in attesa una telefonata urgentissima per lui. Ma lui non può: lì sono le 17, ha appena incontrato Obama, che si appresta a chiudere il vertice mondiale sulla sicurezza nucleare davanti a 50 capi di Stato, di governo e delle massime istituzioni internazionali.
L’assistente prende la chiamata: dall’altro capo del filo, la voce concitata di Fabrizio Cicchitto. Ha un messaggio di B., che non ha tempo da perdere – ha per le mani una partita di ucraine e sta pure girando un film – e fa chiamare da un altro della P2.
Cappuccetto nero non sente ragioni: deve parlare con Monti, e subito. Chi sarà mai questo tal Obama al cospetto del confratello di B.? Come osa Monti preferire il presidente degli Stati Uniti al presidente di Mediaset, del Milan e del Pdl? Chi si crede di essere? E chi se ne frega della sicurezza nucleare mondiale? Ben altra piaga affligge l’Italia, questione della “massima gravità e urgenza”: la ministra Severino s’è messa in testa di scrivere una legge anticorruzione (anti, capito? non pro) e parla addirittura di falso in bilancio. 
Ha addirittura fatto parlare un pm, per giunta di Milano, il famigerato dottor Greco, al posto dei soliti imputati e avvocati. Alle parole “corruzione”, “falso in bilancio” e “Greco ”, i berluscones han messo mano alla fondina.
Al di là del merito del provvedimento, che ancora nessuno conosce, è una questione di principio: dopo vent ’anni di leggi a favore della corruzione, la ministra vuol farne una contro. E senza manco chiedere il permesso a Ghedini o a Previti. Ma siamo matti? Ma dove andremo a finire? Ne va della sopravvivenza del governo. Se Obama s’incazza, pazienza: tanto lo sa benissimo, gliel’ha detto B. all’ultimo G8, che l’Italia è infestata di toghe rosse. Super Mario Bros, l’uomo che non deve chiedere mai, il cuor di leone che spezzò le
reni a Bill Gates, capisce che c’è poco da scherzare. Se l’Italia forse “non è pronta” per le sue riforme epocali, lui al richiamo di Arcore è prontissimo, scattante come un leprotto. Del resto, come dicevano i latini, “ubi Cicchitto, Obama cessat”. 
Mentre la sua sobria signora rilascia venti pagine di intervista all’autorevole Chi, Monti fa chiamare d’urgenza il fratello Fabrizio, lascia il tavolo con gli altri 50 capi del mondo e si apparta dietro una tenda a parlare con lui, Cick to Cick. 
Intanto Obama inizia il suo discorso. L’ufficio stampa di Monti, le agenzie, il Corriere e Repubblica giurano che Barak elogia l’amico Mario: balle. 
È vero però che, mentre Obama parla, la sedia di Monti è vuota. 
Vocìo in sala. “Dov’è il Mario?”. 
“Era qui un momento fa”. 
“Dice che è al telefono col dottore, forse un problema di salute”. 
“Ah beh a l l o ra ”. 


Ecco, in esclusiva mondiale, il testo della telefonata. 


“Ciao, sono Cicchittooo”. 
“B u o n a s e ra , d o t t o re ”. 
“Amore di Silvio”. 
“Sì, mi dica”. 
“Non resisteva più”. 
“Ah, bene”. 
“Appena il gatto è fuori città, i topi fanno la legge anticorruzione”. 
“Direi che è importante”. 
“Quando verrai?”. 
“Mah, adesso non so, sono in Corea, mi dia il tempo”. 
“Non parlare se lì c’è Obama. Lascia parlare me, di’ sì o no: la blocchi o no ‘sta Paola Severino?”. 
“Certo, certo, d’a c c o rd o ”. 
“Ma vieni appena puoi. Anche tardi, se tu lo vuoi. Silvio tanto non dormirebbe. Quanto gli manchi non sai”. 
“Eh”. 
“Ma dillo che ami più Silvio che Paola”. 
“Ci può giurare, dottore”. 
“Lui di più”. 
“No, non credo. Ma lui adesso dov’è?”. 
“Con sei ucraine, ma pensa solo a te”. 
“Sì, sì, senz’a l t ro ”. 
“Ha raschiato il catrame e ha sciolto tutti i capelli finti giù. E Letta ha il profumo che gli hai dato tu”. 
“Ah, sì? Non le ho dato la busta giusta?”. 
“Ma vieni almeno per un po’. Lui non ha sonno, non lo sveglierai. Di’ quello che vuoi, però stasera non dirgli no”. 
“Eh, va bene, va bene dottore, se è proprio
necessario parto”. 
“Adesso chiudo, non vorrei fare insospettire Obama. Lui è qui e, alle parole corruzione
e falso in bilancio, potrebbe anche morir”. 
“No no, stia tranquillo, lo raggiungo col primo volo. Buonasera, d o t t o re ”.


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