Roma - (Adnkronos/Ign) - E' accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. I fondi delle società fallite usati per ristrutturare immobili. Sospeso il trasferimento in carcere per motivi di salute. Indagata la moglie, sequestrati beni per 7 milioni di euro.
Roma, 14 feb. (Adnkronos/Ign) - Il produttore televisivo e cinematografico, nonché ex editore, Angelo Rizzoli, è stato arrestato dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, per un crac da oltre 30 milioni di euro, in qualità di amministratore unico della 'Rizzoli Audiovisivi Srl' (oggi Tevere Audiovisivi Srl) società holding in liquidazione, con l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale per aver cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate: Produzioni internazionale Srl, Ottobre Film Srl, Delta Produzioni Srl e nuove produzioni Srl.
L'operazione rappresenta l'epilogo di complesse indagini del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, avviate a seguito dell'istanza di concordato preventivo presentata il 30 aprile 2012 dalla Tevere Audiovisivi Srl, storica casa di produzione televisiva e cinematografica costituita e diretta da Rizzoli, capogruppo di una holding composta da altre società operanti nel medesimo settore, tutte fallite tra il gennaio 2011 e il marzo 2012.
Tra le produzioni televisive realizzate dalle società poi fallite riconducibili ad Angelo Rizzoli ci sono anche le fiction tv 'Capri', 'Il generale Della Rovere', 'Ferrari', 'Cuore', 'Marcinelle' e l'opera cinematografica 'Si può fare'. Gli accertamenti compiuti e la ricostruzione dei fatti gestionali che hanno riguardato prima le società fallite in serie e poi la Rizzoli Audiovisivi in liquidazione, hanno consentito agli investigatori delle Fiamme Gialle di Roma di accertare come Rizzoli fosse "il dominus assoluto" di queste imprese, mentre gli amministratori di diritto delle stesse si limitavano unicamente a svolgere una funzione di 'prestanome'.Questi ultimi infatti, secondo quanto accertato dai finanzieri, "erano privi di qualsiasi potere decisionale e percepivano per il loro ruolo solo saltuarie remunerazioni da Rizzoli stesso, che invece incamerava tutti gli utili". Dal 2004 al 2011 Rizzoli avrebbe "prelevato dalle casse della Rizzoli Audiovisivi, soltanto a titolo di compenso di amministratore, oltre 6 milioni di euro, in controtendenza rispetto all'andamento economico della società ed al progressivo aumento della sua esposizione debitoria"."In pratica Rizzoli - spiegano i finanzieri - utilizzava le società controllate, poi dichiarate fallite, per la produzione in subappalto dalla controllante Rizzoli Audiovisivi di prodotti cinematografici e televisivi, i cui proventi venivano poi incamerati interamente dalla controllante stessa. Quest'ultima ometteva di pagare le fatture delle controllate operative, rendendo le stesse non in grado di far fronte ai debiti assunti nei confronti dei propri fornitori e soprattutto dell'Erario (per oltre 14,5 milioni di euro) e degli Istituti Previdenziali (Inps e Enpals), per oltre 6 milioni di euro. Da qui l'istanza di fallimento presentata dall'Agente della riscossione Equitalia".
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