martedì 5 febbraio 2013

Fenomenologia del Blog Troll. - Michele Smargiassi


Gli eccellenti colleghi Silvia Bignami e Andrea Chiarini hanno fatto recente esperienza, nei loro ottimi blog Occhio al Palazzo e Senza Bussola, di quella presenza sgradevole ma purtroppo abbastanza diffusa in Rete che è il guastatore da blog, che chiamerò Blog Troll, e delle sue tecniche di mobbing nei confronti dei commentatori seri.
Gestendo un paio di blog da alcuni anni, mi sono sentito in dovere di condividere la mia esperienza e ho redatto questo piccolo manuale divulgativo su una singolare figura virtual-sociale, ad uso di gestori esasperati e commentatori irritati. Il manuale è minuzioso è lungo, ma credo utile. Per comodità di consultazione l’ho ordinato in capitoli.
Don't feed the trollsGenesi. Il Blog Troll (d’ora in poi BT) è un’interessante evoluzione darwinana del comune troll (guastatore anonimo, suscitatore di risse) da Internet. Ha scelto come suo ambiente naturale il blog di tipo giornalistico non perché gli interessi l’attualità, ma perchè gli consente una maggiore visibilità. Per questo BT predilige  blog di siti molto frequentati. Il BT ha una soprendente velocità di adattamento. Il BT ha acquisito competenze e abilità che lo qualificano come una specie del tutto singolare e distinta dagli altri utenti della Rete.
Obiettivi. Il BT ha molto tempo libero, e lo dedica con passione alla sua missione. La missione del BT è impossessarsi di una discussione seria e “sparigliarla”. Lo scopo transitorio del BT è deviarne il corso, svuotarla dall’interno, fare attorno a sé il vuoto. Ma la vera aspirazione del BT è essere riconosciuto come il maschio Alfa del blog. Il BT si sente realizzato solo quando gli altri gli riconoscono umilmente una superiorità. Il BT ha tradotto nell’ambiente virtuale il nonnismo da caserma. Il BT non tollera altri BT pari grado, solo subordinati e avversari. Il BT sceglierà quindi blog ancora privi di BT, oppure, se si sente abbastanza forte, cercherà di scalzare il BT già residente. Il BT tollera invece la presenza di alcuni altri BT di secondo piano, purché riconoscano la sua supermazia di BT primario. Ad essi il BT concede piccoli ambiti di visibilità limitata, chiedendo in cambio occasionale sostegno contro il moderatore.
Identità. Il BT si presenta sempre sotto pseudonimo. Ciò è consentito dalle regole comuni dei blog, ed è anzi un modo per far interagire tra loro più liberamente le opinioni. Il BT invece usa il nickname(spesso “da battaglia”) come un riparo dal quale attaccare la persona dell’interlocutore, o del moderatore, senza correre il rischio di ritorsioni. Se ciò gli viene rimproverato da un commentatore appena aggredito, il BT si indigna invocando le “regole della Rete” e sbeffeggia l’interlocutore come pavido e non all’altezza. Se richiamato dal moderatore, si difende sostenendo che il moderatore conosce la sua email e il suo Ip. Il BT sa bene che la maggioranza dei moderatori, tranne in casi di reato, non hanno tempo e interesse per risalire all’identità che si cela dietro un indirizzo anonimo facilmente acquisibile in Rete, o il semplice numero di identità di una macchina. Il BT oltretutto cambia spesso identità, nickname e computer per poter attaccare meglio, da più postazioni, senza mai essere identificato.
Trasparenza. Il BT dà il minimo possibile di informazioni reali su se stesso, e questo è ovvio. Ma anche le informazioni sulla propria identità mitica (vedi sotto) sono fornite in modo da non essere mai verificabili. Se gli si chiede dove vive, cita una regione o un continente, se gli si chiede che lavoro faccia, cita una disciplina generale. Il BT non propone mai di incontrare di persona il moderatore o un qualunque interlocutore.
Apparenza. Per raggiungere il suo unico scopo, che è l’autoaffermazione, il BT non può certo esibire la propria reale essenza, che si sospetta piuttosto banale. Il BT si fabbrica allora una identità mitica, composta pezzo per pezzo nel corso delle discussioni. L’identità mitica del BT, essendo inverificabile, è sempre incomparabilmente superiore, piû avanzata e rivoluzionaria di quella reale dei suoi interlocutori. Il BT cita continuamente espisodi ed esperienze che dimostrano quanto lui ne sappia di più dell’interlocutore. Il BT esperto non cade mai in contraddizione con la propria identità mitica, ma non tutti i BT sono all’altezza. Capita allora, ad esempio, che un BT che in qualche discussione precedente si era presentato come un campione integerrimo dell’ecologismo, fustigatore dei poveri deficienti servi dei combustibili fossili, qualche discussione dopo, per sbeffeggiare i deficienti incompetenti di motori, si presenti come un incomparabile esperto di Suv di cui è stato un collaudatore professionale. Se messo di fronte alle proprie balle spaziali, porterà il discorso sull’astronautica, raccontando di quando passò a pieni voti le selezioni della Nasa.
Competenze. Il BT sa tutto. Il BT è un esperto in una quantità strabiliante di campi del sapere diversi e distanti. Qualsiasi argomento sia posto in discussione, il BT afferma di averlo studiato a lungo e di saperne molto di più dei suoi interlocutori e del moderatore, che accusa di parlare senza conoscere. A riprova della sua cultura universale, il BT copincolla una quantità di link alle più stravaganti pagine di Internet.
Esperienze. Il BT ha fatto tutto. Qualsiasi argomento sia posto in discussione, il BT ne ha già fatto esperienza diretta, lo ha vissuto personalmente, ne è un veterano, a differenza degli interlocutori e del moderatore, che pertanto zittisce accusandoli di parlare senza diretta cognizione di causa. Se si parla di guerre, il BT era in prima linea, se si parla di beneficienza era un collaboratore di Madre Teresa, se si parla di nucleare era un membro del progetto Manhattan. A riprova, il BT copincolla una quantità di link stravaganti, nessuno dei quali parla di lui.
Argomenti. Il BT non ha il minimo interesse per l’argomento di volta in volta proposto dal gestore del blog, ma interviene in tutti, nessuno escluso. Il BT però ritiene un suo preciso dovere, scopo della sua stessa presenza, deviare la discussione prima possibile su un altro argomento qualsiasi, purché scelto dal BT, per dimostrare che è lui che conduce il gioco. A questo scopo, il BT si aggrappa a qualsiasi dettaglio o passaggio marginale o inciso dell’articolo del gestore, o di un commento precedente. In mancanza di appigli, il BT cambia brutalmente e semplicemente discorso con un off-topic.
Autorità. Il BT detesta con tutta l’anima il moderatore, verso il quale patisce invidia e frustrazione feroci. Il BT non ha un blog, e se lo avesse andrebbe deserto, quindi il suo atteggiamento è di tipo parassitario e saprofita: si incista in un blog altrui cercando di strapparne la conduzione al moderatore, e di nutrirsene fino alla consunzione. Il BT teme il moderatore, ma non può fare a meno di aggredirlo, perché contrasta il suo tentativo di supremazia. Il BT cerca quindi di sbeffeggiare il moderatore, di delegittimarlo, di sminuirlo agli occhi dei commentatori, di dimostrarne l’incompetenza e di denunciarne l’insostenibile posizione di potere. Il BT cerca di imporre un rapporto alla pari col moderatore: “se questa regola vale per me, vale anche per te”. Il BT ha un problema psicanalitico col riconoscimento dei ruoli. Il BT ha patito grandi frustrazioni come studente verso i professori e come figlio nei confronti dei genitori, e ora si vendica. Il vero scopo del BT è annullare le prerogative di potere del moderatore del blog, per assumersele in proprio.
Vittimismo. Il BT provoca il moderatore sperando di suscitare una sua reazione, e potersene lamentare vittima. Nei confronti del moderatore, il BT è sempre nella posizione della vittima aggressiva. Il BT “chiagne e fotte“. Spesso il BT aggredisce altri commentatori non perché ce l’abbia con loro, ma nella speranza di costringere il moderatore a censurarlo. Il BT fa questo precisamente per poterlo denunciare come censore. Se qualche interlocutore difende il moderatore, il BT lo definisce leccaculo del blogger. Ma il BT teme il moderatore, perché sa che il moderatore può escludere il BT dalla conversazione togliendogli alle mani il suo bel giocattolo. Dunque il BT alterna aggressioni e blandizie nei confonti del moderatore. Dopo un’aggressione particolarmente violenta, per un po’ il BT “fa il bravo”, approva le opinioni del moderatore e lo elogia. Questa fase in genere dura il tempo  necessario al BT per recuperare le forze e tornare alla sua tattica e alla sua natura. Qualora il moderatore sia inflessibile nel far rispettare la buona educazione, il BT cerca alleati, anche fra le sue precedenti vittime, per un’insurrezione contro il moderatore.
Tattica. A differenza del troll comune, che irrompe, colpisce e fugge, il BT studia con attenzione l’ambiente in cui, per raggiungere il suo scopo, pianifica di operare a lungo. Analizza con attenzione e conosce uno per uno i frequentatori abituali del blog, prende nota delle loro preferenze, affermazioni e debolezze per ritorcergliele addosso al primo scontro. La modalità di relazione sostanziale del BT con gli altri commentatori è infatti lo scontro, ma all’occasione sa usare tattiche dilatorie, diversivi e ritirate strategiche. Il BT colpisce solo quando si ritiene sicuro di far male, e di poterlo fare da posizioni vantaggiose. Il BT ama “cogliere in castagna” l’interlocutore. Detesta invece essere colto in castagna. Se ciò accade, il BT semplicemente scompare dalla discussione per qualche tempo, per ricomparie facendo finta di nulla in un’altra discussione. Il BT si ritiene così invulnerabile. Il BT impiega qualsiasi mezzo lecito e illecito per aver ragione dell’avversario. Il BT cerca informazioni sull’avversario fuori dal blog, visita il suo sito, legge i suoi precedenti commenti anche su altri blog per potergli rinfacciare mancanze e contraddizioni. Il BT prende ogni precauzione per evitare che gli interlocutori facciano la stessa cosa con lui.
Stretegia. La tecnica di combattimento del BT è lo scambio a due, pugilistico, ravvicinato e veloce. Il BT è un combattente solitario. Il BT non è a suo agio nelle discussioni a più voci, dove sarebbe solo uno fra i tanti. Il BT punta a trasformare ogni discussione in un duello. Il BT studia la sua vittima prima di ghermirla, la isola dal branco e la attacca, sperando che reagisca. Se la sua vittima è un essere umano normale lo farà, risentita per le offese. Allora il BT sa di averla già tra le grinfie. Il combattimento prosegue con scambi sempre più intensi fino a che la vittima getta la spugna e lascia il blog. A questo punto il BT ha vinto una battaglia, e passa alla preda successiva. Il combattimento a due ha anche il vantaggio collaterale di far fuggire disgustati altri commentatori seri del blog, che non trovano più spazio per intervenire.
Dialettica. Il BT incalza l’avversario ma evita di farsi incalzare. Il BT attacca le opinioni degli altri ma raramente espone le proprie. Un’opinione che non c’è non può essere contestata. Il BT obietta ma non risponde mai alle obiezioni. Il BT cambia continuamente discorso per essere sempre nella posizione di chi incalza l’altro. Il BT abbandona subito argomenti in cui si sente in difficoltà, e ne introduce subito di nuovi. Il BT evita come la peste di dover dimostrare la propria coerenza. Se messo di fronte a una contraddizione, il BT introduce un nuovo argomento, o se la cava con una battuta. Quel che importa veramente al BT è avere l’ultima parola. Il BT ha una concezione pugilistica della dialettica: vince non chi gioca meglio, ma chi resta in piedi per ultimo.
Bersagli. La vittima designata del BT e il nuovo arrivato, preferibilmente donna. Al nuovo arrivato il BT deve far capire subito chi comanda davvero nel blog, cioè lui stesso, ed esigere il dovuto riconoscimento e rispetto, lo stesso che in caserma si deve ai “nonni”. Il BT attacca dunque senza preavviso e senza pietà il nuovo venuto, lo deride e lo umilia senza lasciargli il tempo di capire cosa sta succedendo. Il nuovo venuto in genere fugge immediatamente da questo blog così mal frequentato, e il BT aggiunge una vittoria al suo medagliere. Il BT in questo modo si libera preventivamente di eventuali rivali. L’obiettivo del BT non è avere a che fare con interlocutori reali, ma disporre di un piccolo branco sottomesso e rispettoso di ammiratori.
Armi. Il BT mira direttamente al corpo, trascura le opinioni e va sulla persona. Il BT definisce l’interlocutore, non le sue opinioni. Se raggiunto da messaggi privati da parte del moderatore, il BT ne pubblica il contenuto nel suo commento successivo per dimostrare a) che il moderatore lo tiene in gran conto, al punto da scrivergli in posta privata; b) che in posta privata il moderatore si contraddice, è un pusillanime, è un falso.
Reazioni. Il BT odia essere oggetto delle stesse tecniche e tattiche che lui impiega nei confronti degli altri. Se gli viene posta più volte la stessa domanda imbarazzante che continua a eludere, il BT diventa idrofobo e sclera. Questo è forse l’unico vero tallone d’Achille del BT. Purtroppo questo metodo produce un lungo duello tra moderatore e BT che ha l’effetto di allontanare gli altri commentatori. Il BT ignora i principi di reciprocità e di eguaglianza. Messo di fronte alle proprie intemperanze, il BT sostene sempre di essere stato provocato per primo. Se messo in contraddizione con le sue stesse opinioni, sfugge. Se costretto a rimanere sull’argomento, diventa nervoso e ancora più aggressivo. È in questa fase che il BT si rivela più pericoloso. Costretto a fare i conti con proprie gaffe, errori e ignoranze, il BT impazzisce, cerca su Google i più improbabili argomenti a suo favore e li scaglia disordinatamente nella discussione. Il BT usa Google come un black bloc lancia i sassi e gli oggetti che trova per strada.
Antidoti. L’incubo peggiore del BT è che nessuno se lo fili. Quando i commentatori seri lo capiscono, e intelligentemente smettono di rispondergli, il BT entra in ansia. Ricorre allora al piano B: ingaggia vere o finte scaramucce coi BT di secondo piano, per continuare a occupare la scena, e nella speranza che qualcun altro abbocchi. Il BT non sopporta neppure di essere costretto a rispettare galateo e buona educazione, per esempio non accetta di dover attendere il proprio turno per parlare. Se i suoi commenti troppo frequenti vengono dilazionati di qualche ora per lasciare ad altri il modo di interventire senza essere continuamente aggrediti dal BT, il BT diventa furioso e denuncia censure e disparità di trattamento. Se costretto a limitare i propri interventi a un numero massimo, il BT dà di matto, poi si rassegna, e finalmente (unico caso in cui lo fa) abbandona il blog. Il BT però andrà subito ad infestare un altro blog qualsiasi per poter scrivere che il moderatore del blog precedente è un dittatore antidemocratico.
Conclusioni. Il BT non molla mai. Il BT cambia solo terreno di battaglia. Il BT è eterno, ubiquo e resistente come le erbacce, perché il BT ha un sacco di tempo libero, poche cose importanti da fare e una vita noiosa e frustrante. Il BT non si sradica. Si può tuttalpiù tenerlo a bada. Ma almeno, se lo conosci, lo eviti.

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