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giovedì 3 ottobre 2024

Scienziati sgomenti, ‘è grande quanto 140 Via Lattee’ | Porphyrion mette i brividi: buco nero più giovane e più forte del nostro Universo

 

Scoperto un nuovo buco nero spaventosamente grande e forte: una portata mai osservata prima nell’Universo. 

Le galassie e i buchi neri rappresentano alcuni degli oggetti più affascinanti e misteriosi dell’universo. Il loro studio permette di gettare luce su fenomeni cosmici che coinvolgono enormi distanze e incredibili quantità di energia. Tra gli aspetti più spettacolari legati ai buchi neri ci sono i getti relativistici, flussi di particelle che si muovono a velocità prossime a quella della luce. Questi getti, osservabili in diverse forme di galassie attive, offrono una visione diretta del potere immenso dei buchi neri supermassicci.

Le radiogalassie e i quasar sono solo due delle categorie di oggetti cosmici che producono questi getti. Attraverso le osservazioni, gli scienziati sono riusciti a mappare tali fenomeni in modo sempre più dettagliato. I getti relativistici possono estendersi per milioni di anni luce, influenzando l’ambiente cosmico circostante su scale vastissime. La loro osservazione consente agli astronomi di esplorare le prime fasi dell’universo, cercando di comprendere come l’energia generata dai buchi neri abbia contribuito a plasmare la struttura delle galassie.

Oltre a essere uno spettacolo visivo attraverso i telescopi, i getti di plasma ad alta velocità che fuoriescono dai nuclei galattici forniscono informazioni cruciali sull’evoluzione del cosmo primordiale. Studi recenti hanno suggerito che l’energia rilasciata in questi eventi potrebbe aver avuto un ruolo fondamentale nella crescita delle galassie e nella distribuzione della materia oscura. Queste scoperte hanno rivoluzionato la nostra comprensione delle strutture cosmiche e dei processi che ne regolano la formazione.

Tuttavia, la ricerca non si ferma mai. Grazie a strumenti avanzati come i radiotelescopi, gli astronomi stanno continuamente migliorando la loro capacità di osservare getti di buchi neri a distanze sempre maggiori. Nuovi dati rivelano sistemi sempre più vasti e complessi, offrendo spunti per approfondire la nostra conoscenza dell’universo. Ogni nuova scoperta si aggiunge al mosaico, permettendo di comprendere meglio fenomeni che, fino a pochi decenni fa, rimanevano in gran parte un mistero.

Alla scoperta di un sistema senza precedenti.

Uno dei risultati più recenti e sorprendenti proviene da un team internazionale di astronomi. Essi hanno identificato un sistema di getti di buchi neri dalle dimensioni mai osservate prima, soprannominato Porphyrion. Questa struttura si estende per una lunghezza di 23 milioni di anni luce, un dato che colpisce per la sua imponenza e scala.

Per fare un confronto, si tratta di una distanza pari a 140 galassie come la Via Lattea allineate. Tale estensione rappresenta il sistema di getti più grande mai individuato, superando di gran lunga il precedente record. Questi numeri non solo impressionano per le dimensioni, ma anche per il loro impatto sulle nostre conoscenze attuali.

Porphyrion buco nero
Rappresentazione dell’enorme Porphyrion – www.aerospacecue.it(Space.com foto)

La rilevanza della scoperta di Porphyrion.

Questa scoperta, avvenuta grazie al radiotelescopio LOFAR, offre un’importante finestra sulle prime fasi dell’universo. Porphyrion si è formato quando l’universo aveva appena 6,3 miliardi di anni, in un periodo in cui le galassie si stavano ancora evolvendo e la materia era molto più densa. Ciò rende la scoperta particolarmente significativa: la formazione di una struttura di tale vastità in un’epoca così remota suggerisce che i buchi neri abbiano giocato un ruolo cruciale nell’influenzare la crescita e la distribuzione delle galassie.

Il sistema potrebbe avere implicazioni decisive per comprendere come si sviluppano le galassie e come la rete cosmica sia influenzata dall’attività dei buchi neri. Gli scienziati ritengono che altre strutture simili potrebbero essere ancora nascoste, e ulteriori ricerche potrebbero rivelare nuovi dettagli su questi fenomeni, aprendo nuove strade per lo studio dell’evoluzione dell’universo.