AGI - Fabrizio Corona "era particolarmente attivo" dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, a caccia di un "scoop pazzesco" da potere rivendere. Lo scrive il gip di Palermo Alfredo Montalto, che ha disposto gli arresti domiciliari del maresciallo dei carabinieri Luigi Pirollo e del consigliere comunale Giorgio Randazzo, il primo per accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d'ufficio, il secondo per ricettazione per aver tentato di vendere all'ex re dei paparazzi file riservati sulla cattura di Matteo Messina Denaro.
Un movente economico certo, che non esclude quello "complottistico" su cui la procura, pur definendolo 'ardito', ha disposto comunque approfondimenti. Certo per il giudice, innanzitutto, è il tentativo posto in essere dal consigliere Giorgio Randazzo di vendere a Fabrizio Corona, indagato per ricettazione e di cui sono stati perquisiti immobili e abitazione, e poi, su indicazione di quest'ultimo, a Moreno Pisto (giornalista, direttore del quotidiano online "Mow") 768 file suddivisi in 14 cartelle relativi alle indagini dei carabinieri conseguenti all'arresto di Matteo Messina Denaro effettuato lo scorso 16 gennaio.
Corona "particolarmente attivo"
Tale tentativo emerge dalle intercettazioni eseguite nei confronti di Corona, "particolarmente attivo", dopo l'arresto del latitante, "nella ricerca di scoop, da rivendere ai media, su una delle donne che aveva avuto modo di conoscere il latitante durante le cure cui entrambi si erano sottoposti presso la Clinica La Maddalena".