L’avevo scritto qualche giorno fa, in una lettera al Movimento 5 Stelle pubblicata sul Fatto: “Per una vera svolta, per cambiare davvero le istituzioni, o prendete la maggioranza assoluta (il che è difficile), o scendete a patti come fece la Lega (che, trasformandosi da partito di protesta in partito di governo, arrivò al 12%). Essere dentro davvero, continuando a denunciare le nefandezze. Sporcarsi le mani, sapendo però che – a differenza di altri – ce le si può sempre lavare. Non vedo alternative”.
I 5 Stelle hanno deciso di “sporcarsi le mani”: hanno risposto al Renzi che qualche giorno fa chiedeva loro provocatoriamente “Accetteranno di discutere le riforme o continueranno a urlare e insultare?”, offrendo il dialogo sulla legge elettorale approvata dagli iscritti. Una legge elettorale proporzionale ben diversa dall’Italicum, che offre una maggioranza bulgara a chi supera il 37%, uccide i partiti non coalizzati (come il M5S) e non contempla le preferenze.
Una brutta legge l’Italicum, costruita con Berlusconi per far fuori il M5S, grazie all’alibi che i grillini avevano detto no al dialogo.
Ma ora cambia tutto: Grillo e Casaleggio, come a poker, dopo aver detto a lungo “passo”, hanno deciso di “andare a vedere”. Hanno detto “Eccoci, discutiamone insieme”. E così Renzi, alla vigilia dell’incontro di martedì con Berlusconi, si trova una bella gatta da pelare. Cosa farà adesso? Si siederà intorno a un tavolo con loro? Ora che non può più dire di essere stato costretto trattare con Berlusconi perché i 5 Stelle hanno detto no, ha di fronte a sé la scelta più difficile, con cui finalmente capiremo chi è davvero e cosa vuole.
Matteo: #staiconBerlusconi o #staiconGrillo?