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giovedì 3 dicembre 2020

Vaccino: all’Italia 200 milioni di dosi e non sarà obbligatorio. - Alessandro Mantovani

 

Il piano. Il ministro Speranza in Parlamento: “Logistica, stoccaggio, approvvigionamento, trasporto e somministrazione, tutto centralizzato”.

Ventimila persone impegnate: medici, infermieri e operatori sanitari, ma anche giovani laureati in Medicina iscritti ai corsi di specializzazione. Un luogo di stoccaggio nazionale e 300 punti vaccino in tutta Italia per conservare anche prodotti che, come quello dell’americana Pfizer, e della tedesca Biontech destinato a quanto pare ad arrivare per primo, richiedono temperature fino a -70 gradi. Un elenco delle categorie da vaccinare prioritariamente: operatori sanitaripersonale e anziani delle Rsa e over 80, seguiti da over 60malati cronici e lavoratori dei servizi essenziali. Stavolta si centralizza, almeno “logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto – ha spiegato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrando il piano vaccini – saranno di competenza del Commissario straordinario” Domenico Arcuri e non delle Regioni. Avranno un ruolo anche le forze armate. Servirà una piattaforma informatica che faccia tesoro del flop di Immuni.

“C’è luce in fondo al tunnel”, ha detto Speranza al Senato anche se, ha spiegato, “al momento nessun vaccino è stato approvato” dalle agenzie Usa (Fda) e Ue (Ema). L’Italia, attraverso i sei contratti segreti stipulati dalla Commissione Ue per gli Stati membri, “ha opzionato 202.573 milioni di dosi” che basterebbero per tutti anche con la doppia somministrazione che si dà per necessaria. Sono sei prodotti diversi: AstraZeneca (per 40,38 milioni di dosi), Johnson e Johnson (53,84 milioni), Sanofi (40,38 milioni), Pfizer/Bnt (26,92), CureVac (30,285), Moderna (10,768). È il 13,46% del totale opzionato dall’Ue, pari al peso demografico del nostro Paese. Questo, naturalmente, “se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine”.

Certezze non può averne, la scelta è stata pagare per stare su tutti i tavoli, anche firmando contratti segreti che trasferiscono al contraente pubblico, non si sa in quale misura, la responsabilità per eventuali danni. L’alternativa sarebbe attendere che il virus sparisca da sé.

Non ci sono ancora studi pubblicati, Pfizer/Biontech e Moderna hanno dichiarato efficacia superiore al 90% nel prevenire forme sintomatiche più o meno gravi di Covid-19; meno certezze sulla protezione dall’infezione in sé, che Pfizer potrebbe garantire. Questi due vaccini sono tra i più costosi, circa 20 dollari a dose. I dati clinici arriveranno a breve, anche perché le riviste scientifiche hanno criticato la politica degli annunci delle scorse settimane. Le autorizzazioni, se e quando ci saranno, avranno carattere provvisorio e d’emergenza, il che richiederà “una sorveglianza aggiuntiva sulla sicurezza dei vaccini stessi – ha spiegato ancora Speranza –, monitorando gli eventuali eventi avversi” per ciascun vaccinato. Le agenzie regolatorie di Stati Uniti (Fda) e Unione europea (Ema), per ora, hanno ricevuto i primi risultati solo da Pfizer/Biontech e Moderna. Sono vaccini a Rna messaggero, basati cioè sulla sequenza genetica del virus secondo un processo diverso dalla produzione di virus depotenziati o proteine, che sono tecniche più tradizionali. L’agenzia europea “potrebbe esprimersi il 29 dicembre sul vaccino Pfizer-Biontech e il 12 gennaio sul vaccino Moderna – ha spiegato il ministro –. Queste due aziende nel primo trimestre dell’anno prossimo, da contratto, dovrebbero fornirci rispettivamente 8,749 milioni di dosi Pfizer-Biontech e 1.346.000 Moderna”. È più indietro l’anglo-svedese AstraZeneca, che lavora con l’Università di Oxford ed era arrivata terza negli annunci: il suo vaccino, più tradizionale, costa molto meno. Le prime dosi, poco più di 10 milioni, sarebbero dunque destinate agli operatori sanitari (1.404.037 secondo i dati forniti da Speranza), al personale e agli ospiti delle Rsa (507.287) e agli anziani over 80 (4.442.048): in totale sono 6.416.372 persone. Poi toccherà ai 13,4 milioni di italiani che hanno tra i 60 e i 79 anni e ai 7,4 milioni con patologie croniche (in parte già compresi). Per la seconda fase Speranza ha indicato “gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità”.

“Noi dobbiamo essere pronti allo scenario migliore. E poi adattarci se le scadenze dovessero cambiare. Il cuore della campagna vaccinale, secondo le nostre previsioni, sarà l’arco di tempo tra la prossima primavera e l’estate”. Si esclude l’obbligo: “Valuteremo l’adesione dei cittadini. L’obiettivo è raggiungere l’immunità di gregge”. Che vuol dire dal 70 per cento di vaccinati in su.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/03/vaccino-allitalia-200-milioni-di-dosi-e-non-sara-obbligatorio/6024820/