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venerdì 18 aprile 2014

Scoperta un'altra Terra (o forse una sua stretta parente). - Matteo De Giuli

astronomia,spazio


Il telescopio spaziale Kepler ha individuato il pianeta più simile alla Terra mai scoperto finora: orbita attorno a una gigante rossa nella zona abitabile. Difficilmente, però, riusciremo a conoscerlo meglio di così.

La NASA ha appena annunciato la scoperta di Kepler-186f, un pianeta dalle dimensioni simili a quelle della Terra che orbita attorno al suo Sole (Kepler 186, una nana rossa) nella cosiddetta zona abitabile, quella regione attorno a ogni stella che è alla giusta distanza perché un pianeta che orbiti in quei dintorni possa avere acqua liquida sulla sua superficie (e quindi, potenzialmente, ospitare la vita).Negli ultimi venti anni abbiamo registrato la scoperta di decine di nuovi pianeti extrasolari di varie dimensioni e composizioni che orbitano a varie distanze attorno alle proprie stelle madri. Ma non siamo mai stati così vicini alla scoperta della cosiddetta Terra 2.0, un pianeta che abbia caratteristiche simili al nostro e che orbiti attorno alla propria stella nella zona abitabile. 

Gli esopianeti scoperti fino a oggi in queste zone (scoperti quasi tutti, al pari di quest'ultimo, con il metodo del transito grazie al telescopio Kepler, lanciato nel 2009) sono risultati sempre più massicci della Terra, solitamente grandi almeno una Terra e mezzo, il che 
complica di molto i nostri sforzi nel riuscire a capire la 
loro possibile struttura interna, dall'atmosfera in giù. Le dimensioni di Kepler-186f sono invece molto simili a quelle del nostro pianeta: circa 1,1 volte la Terra (mentre la sua stella è più piccola e più fredda del Sole, ma questo non è un grosso limite per l'abitabilità). Se ci siano altre similitudini con il nostro pianeta, però, forse non potremmo mai dirlo.

Per un pianeta così lontano, e per una stella dalla scarsa luminosità come quella attorno a cui orbita Kepler-186f, nessun metodo e nessuna tecnica permettono oggi di poterne determinare altro se non la dimensione e la distanza dalla stella madre. Ma per conoscere sul serio Kepler-186f dovremmo prima studiarne anche altre caratteristiche fondamentali come la composizione atmosferica, la massa e la temperatura superficiale. Kepler-186f ha in pratica alcuni requisiti necessari per essere una Terra 2.0, ma questi requisiti non sono sufficienti, e sugli altri difficilmente potremo pronunciarci, anche in un futuro remoto.

Non sapremo mai, in pratica, se Kepler-186f, che dista circa 500 anni luce e si trova nella costellazione del Cigno, sia un grande sasso abbandonato a sé stesso o un lussureggiante pianeta bagnato da oceani e abitato da creature umanoidi che si interrogano sulla propria esistenza, chiedendosi se son sole o meno nell'universo. Per ora rimane comunque il pianeta più simile alla Terra che abbiamo scoperto, il che non è poco.

All'individuazione puntuale di uno o più pianeti gemelli della Terra (e non "solo" di una sua stretta parente, come ci dobbiamo limitare a etichettare Kepler-186f) si dedicheranno gli astronomi nei prossimi anni, grazie a nuovi telescopi più potenti di Kepler. Come per esempio il James Webb Telescope, il cui lancio è previsto per il 2018, che sarà in grado non solo di scoprire una grande quantità di nuovi esopianeti ma anche di effettuare misurazioni della loro temperatura, massa e composizione chimica.