Il mondo si divide in due categorie: quelli che sanno cos’è l’alchermes e quelli che non lo sanno. Io lo so, quindi posso parlare. Voi no. Voi siete brutti, frustrati e sfigati. Soprattutto: voi siete villani.
Ve l’ha appena ricordato anche il Premier.
La vostra pochezza è tale che, col Fatto in tasca e il santino di Travaglio tra le mutande, già vi iscrivete al Fan Club di Rocco Carlomagno. “L’unico giornalista che fa domande”, dite. Puah (cit). E’ davvero grande l’esecrabilità che alligna nella vostra cute sovversiva. Carlomagno non è un giornalista. E’ un provocatore, un iscritto al Pd lucano. Uno che aveva già fatto perdere le staffe a Marco Pannella (che notoriamente non alza mai la voce). Uno che sabato scorso, al Pantheon, urlava contro Emma Bonino. Sono questi i vostri eroi. Neanche Brecht avrebbe più parole per descrivervi.
Eppure voi, protetti dai vostri cachemire di pelle di foca albina, già esultate. Per fortuna che c’è Luigi Amicone. Per fortuna che ci sono i Droidi. Per fortuna che ci sono i supporti audio-video, di cui io e solo io posso fare serie esegesi e micragnose elaborazioni strategico-lessicali.
Allora, il video è questo.
Berlusconi disturbato da Carlomagno
C’è Silvio Berlusconi, il nostro Premier, che sta parlando della Polverini. Quindi non sta parlando di niente. E’ una conferenza stampa con giornalisti autorizzati. Quindi è un comizio con un pubblico scelto. Il Premier appare scuro in volto, il cipiglio non è sufficientemente fiero. Imbronciato, ascolta con giusto sdegno la pochezza degli interlocutori. Un provocatore empio (Carlomagno) sta parlando senza microfono.
Ecco l’esegesi.
“(Carlomagno parla, disturba, provoca. Berlusconi gesticola, accigliato e indignato). Scusi lei è f- è fuori ordine (?) attenda arriverà il suo turno (di essere querelato, verosimilmente). PREGO! (ordina di fargli una domanda, indicando alla sua destra – ovviamente -, ma il sovversivo non tace. Berlusconi titilla con una certa lascivia il gambo del microfono. Ma il sovversivo non tace. Berlusconi si sta alterando. Lo percepisco. Si vede dalla cornea irata). Scusi..scusi…la prego (non si sa a chi stia parlando, ma indica sempre a destra, dove forse si è nascosto Minzolini in incognito). Lei non ha in questo momento l’opportunità di intervenire (come quasi tutti gli italiani, peraltro) perché l’intervenire l’intervenire è qua (paraponziponzipà). Allora… (titilla di nuovo il microfono, ora però senza lascivia ma con mera malinconia) Senta oohh ahhh lo potete accompagnare (in Siberia) gentilmente (certo) alla porta il signore (subito spunta Jeeg Robot La Russa, che quando c’è da espellere qualcuno sente odor di giovinezza giovinezza, che si fugge tutta via, manganelli di bellezza) la prego la prego la prego”.
Qui – attenzione – compare un galoppino che gli sussurra: “La prego non esageri, le potrebbero fare queste domande c’è un’agenzia di Fini ghmgh”. Ed è forse sintomatico (?) che un consigliere lo esorti a non trascendere, ma noi siamo certi che il Premier non trascenderà (non lo fa mai). Andiamo avanti.
Prende la parola Giulia Foschini, che fa una domanda innocua. Berlusconi riprende colore, ma il sovversivo continua a cianciare. Mariella Venditti, Tg3, prende le difese del trotzkista, asserendo – bolscevicamente – che non è democratico allontanare una persona solo perché fa domande (che due palle, questi revanscismi democratici). E qui Berlusconi – che a queste cose gli caricano (cit) – si esalta. Daje Silvio.
“No un giornalista che… (pausa satura di livore)… in-ter-rom-pe (scandito a mo’ di Piazza Venezia) le domande in maniera inopportuna e sgarbata nei confronti dei suoi colleghi (cioè Berlusconi difende i giornalisti. Ma il sovversivo riparte) nei confronti del.. non abbiamo precofenzionato nulla (e chi va mai a pensare una cosa del genere, a parte Santoro?) ueghm… LEI E’ UN VILLANO (“villano”. Una parola che in tivù aveva usato fino ad oggi solo Franco Melli al Processo di Biscardi. Del resto Berlusconi è quello di “cribbio”, “insufflato”, “criminoso”. Le parole gli escono così, come se avesse ingoiato un Devoto-Oli in aramaico desueto). (Nel frattempo è rispuntato La Russa, il Ministro Buttafuori, a cui prudono orgiasticamente le mani. Egli, novello Italo Balbo, Balilla de mi corazon, si dirige verso il trotzkista, speranzoso di farlo finire come Bakunin). E i villani meriterebbero ben altra cortesia rispetto a quella che sto praticando nei suoi confronti (cioè cacciarlo via: una graaaande cortesia). Si VERGOGNI!” (chiosa buona per ogni occasione).
Sono passati alcuni minuti. Al Premier dicono che “quel signore non è un giornalista” (cosa verissima).
“Ah. E’ un provocatore. Tutto qui. Va bene ahhh va bene. Agghhhh. A ene a ene (nel frattempo sono cadute le iniziali, forse è un codice Morse). (Il trotzkista parla, e La Russa – che gli è accanto con fare sgherro – lo ammonisce con la saggezza dei giusti: “Nooo non sei pubblicista!”). E’ solo un villano. PREGO! (ordina di nuovo a una giornalista di fargli una domanda GIUSTA, ma ormai il marasma regna). Pronto (è convinto di essere al telefono, siamo al delirio assoluto. E’ leggenda. Menomale che Silvio c’è)”.
Passano alcuni minuti. Berlusconi è sempre più nero (non solo nel senso delle simpatie politiche).
“E c’è e c’è (una filastrocca?) sììììì (il trotzkista riparte). Lei si sta rendendo non solo volgare ma anche ridicolo (e un po’ è vero). Lei si sta arighre (narghilè?) ma visto eeheh uuu no no (sì, è un linguaggio Morse, infatti la Russa annuisce e riparte fascistissimo verso il reprobo. Carlomagno dirà di avere ricevuto due pugni dal Ministro Buttafuori, ma senz’altro mente)”.
Attenti, qui arriva la battutona di Berlusconi. Quando è in difficoltà, il Premier suole tratteggiarsi come uomo fascinoso e fatale, lasciando intendere che chi lo odia lo fa solo per invidia. E perché fisicamente è brutto incancrenito (a differenza di Berlusconi, conclamato Adone). E’ una tattica usata anche con Renato Soru. Qui il Premier concede il bis (e noi ne godiamo).
“Io capisco che lei sia così arrabbiato, e sa perché? Perché penso che tutta la mattina se va a pettinarsi (Carlomagno è pelato, mentre come noto il Premier ha la criniera di Robert Plant) davanti allo specchio si vede e si è già rovinato la giornata (ahahahahahahahah, che mattacchione). Va bene eheheh (eh eh eh)”.
La conferenza stampa (?) volge al termine, qualcuno si alza ma c’è chi grida con tono imperioso: “SEDUTI!” (e chi non si siede lo fucilano).
“Questa è una conferenza stampa per i giornalisti e non per gli individui come lei” (Berlusconi c’è rimasto male. Ride, ma c’è rimasto male. Perché lo odiate così tanto?). Buon lavoro a tutti e grazie! (la gente si alza di nuovo, ma da dietro gridano tutti “SEDUTI!”. Un po’ sono i fotografi – pallosissimi -, un po’ dev’essere Himmler che si è infilato di straforo nel consesso).
La cosa poteva finire qua, ma Berlusconi – che ha ora alla sua destra la fiera Polverini – non ce la fa a trattenersi. Deve tornare sulla vicenda. Ascoltiamolo.
“Vorrei vorrei (vorrei la pelle nera) fare un’ultima osservazione (vai Silvio, vai). Vede alha (eia eia alalà) a nessuno di noi passerebbe neppure per la testa di andare a disturbare una conferenza stampa di un leader della sinistra in un momento come questo (perché loro sono il Partito dell’Amore, e Gasparri è lì a dimostrarlo). Questo dimostra la sua assoluta antidemocraticità (e lui se ne intende) e liberalità, e per questo mi sono permesso di dirle: “SI VERGOGNI!”. Glielo ripeto con convinzione (parte qualche applauso: sì, c’era anche Minzolini).
Ora. Questo finale poteva anche reggere. Di per sé non è male. Se ti interrompono, tu giustamente ti incazzi. Però così era un finale troppo morbido. Inaccettabile. E allora il Premier deborda e sciaborda.
“Questa è la sinistra! (la Polverini ride. Forse pensava alla sua carriera). Questa è la sinistra con cui abbiamo a che fare! Bravo! (e poi sorride per i fotografi, ma è un sorriso triste, a me un po’ ha commosso)”.
Riassumendo. La sinistra è tutta come Carlomagno. La destra è tutta come Carlo Magno. Vedi tu come cambia la vita, aggiungendo un semplice spazio tra nome e cognome.
http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/10/siete-tutti-villani/