giovedì 27 maggio 2010

BOSSI CHI E’ ?



Chi è davvero Bossi?

QUELLO CHE FINGEVA DI ESSERSI LAUREATO: diceva di essersi laureato in medicina senza però avere mai conseguito la laurea, diceva ai familiari di essere un medico facendo finta di andare a lavorare in ospedale, in realtà andava a giocare a biliardo.

QUELLO CHE ERA IL PIU’ GRANDE NEMICO E CALUNNIATORE DI BERLUSCONI: diceva di Berlusconi: “Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E’ una costola del vecchio regime. E’ il più efficace riciclatore dei calcinacci del pentapartito. Mentre la Lega faceva cadere il regime, lui stava nel Mulino Bianco, col parrucchino e la plastica facciale. Lui è un tubo vuoto qualunquista. Ma non l’avete visto, oggi, tutto impomatato fra le nuvole azzurre? Berlusconi è bollito. E’ un povero pirla, un traditore del Nord, un poveraccio asservito all’Ulivo, segue anche lui l’esercito di Franceschiello dietro il caporale D’Alema con la sua trombetta. Io ho la memoria lunga. Ma chi è Berlusconi? Il suo Polo è morto e sepolto, la Lega non va con i morti. La trattativa Lega-Forza Italia se l’è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne.” “ Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E’ un kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E’ molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio.” “Berlusconi è l’uomo della mafia. E’ un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. C’è qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora. Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è riuscito a tenersi tutta la baracca.” “In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c’erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra. Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto Italia e c’era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le Holding. Come potrà mai la magistratura fare il suo dovere e andare a vedere da dove vengono quei quattrini, ricordando che la mafia quei quattrini li fa con la droga e che di droga al Nord sono morti decine di migliaia di ragazzi che ora gridano da sottoterra? Se lui vuole sapere la storia della caduta del suo governo, venga da me che gliela spiego io: sono stato io a metter giù il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io l’ho abbattuto.” “Quel brutto mafioso guadagna soldi con l’eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole portare al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio è troppo poco: propongo una commissione di inchiesta sugli arricchimenti di Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L’uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano.” “Forza Italia è stata creata da Marcello Dell’Utri. Guardate che gli interessi reali spesso non appaiono. In televisione compaiono volti gentili che te la raccontano su, che sembrano per bene. Ma guardate che la mafia non ha limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga, e la droga ha ucciso migliaia e migliaia di giovani, soprattutto al Nord. Palermo ha in mano le televisioni, in grado di entrare nelle case dei bravi e imbecilli cittadini del Nord.” “Berlusconi ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba perfino alla legge Mammì. Molte ricchezze sono vergognose, perché vengono da decine di migliaia di morti. Non è vero che ‘pecunia non olet’.” “C’è denaro buono che ha odore di sudore, e c’è denaro che ha odore di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore. Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente più accordi col Polo. Tre anni fa pensarono di farci il maleficio. Il mago Berlusconi ci disse: “Chi esce dal cerchio magico, cioè dal mio governo, muore”. Noi uscimmo e mandammo indietro il maleficio al mago. Non c’è marchingegno stregato che oggi ci possa far rientrare nel cerchio del berlusconismo. Con questa gente, niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell’Utri, inquisito per mafia. La “Padania” chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin troppo leggera! Doveva andare più a fondo, con quelle carogne legate a Craxi. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro.” “Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l’Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa.” “Tratta lo Stato come una società per azioni. Ma chi si crede di essere: Nembo Kid?” “Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Quando quello piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto bene, che non è ancora riuscito a mettere le mani sulla cassaforte. Bisogna che Berlusconi-Berluscosa-Berluskaz-Berluskaiser si metta in testa che con i bergamaschi io ho fatto un patto di sangue: gli ho giurato che avrei fatto di tutto per avere il cambiamento. E non c’è villa, non c’è regalo, non c’è ammiccamento che mi possa far cambiare strada… Berluscoso deve sapere che dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così: bastano due secondi, e dovrà scappare di notte. Se vedono che li ha imbrogliati, quelli del Nord gli arrotolano su le sue belle ville e i suoi prati all’inglese e scaraventano tutto nel Lambro.” “Berlusconi, come presidente del Consiglio, è stato un dramma. Quando è in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo.” “Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sudamerica. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto. Non accade in nessuna parte del mondo. E’ ora di mettere fine a questa vergogna.” “Se lo votate, quello vi porta via anche i paracarri. Se cade Berlusconi, cade tutto il Polo, e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo faranno cadere: perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna, e per questo lo tengono in piedi. Ma il poveretto di Arcore sente che il bidone forzitalista e polista, il partito degli americani, gli va a scatafascio. Un massone, un piduista come l’arcorista è sempre stato un problema di “Cosa sua” o “Cosa nostra”. Ma attento, Berlusconi: né mafia, né P2, né America riusciranno a distruggere la nostra società. E lui alla fine avrà un piccolo posto all’Inferno, perché quello lì non se lo pigliano nemmeno in Purgatorio.” “Perché è Berlusconi che dovrà sparire dalla circolazione, non la Lega. Non siamo noi che litighiamo con Berlusconi, è la Storia che litiga con lui.”

QUELLO CHE HA VENDUTO LA LEGA A BERLUSCONI: Nasce nei primi mesi del 2000. Prima, la Padania, il quotidiano della Lega, chiamava Berlusconi “il mafioso di Arcore”. E pubblicava con grande evidenza (era l’agosto 1998) dieci domande sull’odore dei soldi e sulle imbarazzanti relazioni siciliane del fondatore di Forza Italia. Con il nuovo millennio, il clima cambia. Bossi e Berlusconi siglano un patto di ferro che li porterà al trionfo elettorale del 2001. “L’accordo potrebbe essere raggiunto in tempi brevi. Si può dire che è stato raggiunto, in parte è già scritto”, dichiara Bossi a Repubblica già il 27 gennaio 2000. “Ma lo avete depositato del notaio, come scrive qualcuno?”, gli chiede l’intervistatore. Il leader della Lega nega: “A che cosa serve il notaio in politica? Sono cose da matti, invenzioni fantasiose”. Eppure la notizia dell’esistenza di un patto scritto, depositato da un notaio, circola da subito. E arriva dall’interno della Lega. Qualcuno favoleggia di un accordo con una parte anche finanziaria: debiti appianati, bilanci risanati. “Cose da matti, invenzioni fantasiose”, come dice Bossi. Qualche anno dopo, si saprà che all’esistenza di quel patto scritto credeva anche la security Telecom guidata da Giuliano Tavaroli, che lo ha cercato a lungo. Quando nel 2007 arrestano un collaboratore di Tavaroli, il giornalista di Famiglia cristiana Guglielmo Sasinini, tra i documenti che gli sequestrano ci sono anche appunti sul presunto patto Berlusconi-Bossi: “In quel periodo pignorata per debiti la casa di Bossi”. E poi: “70 miliardi dati da Berlusconi a Bossi in cambio della totale fedeltà”. “Debiti già ripianati con 70 mld”. E ancora: “Notaio milanese?”. Segue anche il nome “Tremonti”, senza però alcun dettaglio né legame con il presunto accordo. Bossi non si scompone: “Figurarsi! Una balla spaziale. Berlusconi è uno che non tira fuori un soldo nemmeno per pagare i manifesti elettorali…figurarsi se tira fuori dei soldi per la Lega!”.

QUELLO CHE DIFENDE LA FAMIGLIA TRADIONALE ANDANDO A LETTO CON UNA SHOWGIRL FACENDOSI VENIRE UN COCCOLONE: Bossi e la showgirl (Luisa Corna) non stavano propriamente giocando a carte ne pettinando le bambole quando il senatur si è sentito male per l’eccessivo sforzo che stava facendo, gli si è alzata notevolmente la pressione provocando un inizio di emorragia cerebrale. Luisa Corna non ha chiamato subito un’ambulanza perchè temeva che la vicenda finisse sulla stampa, ma ha avvertito alcuni leghisti molto vicini a Bossi che gli hanno detto di non fare niente perchè sarebbero arrivati loro a gestire la faccenda. Ciò ha provocato il peggioramento dell’emorragia che si è evoluta in un vero e proprio ictus. Solo dopo parecchio tempo , con Bossi ormai grave, è stato trasportato all’ospedale. Oggi Bossi ha tutta la parte sinistra del corpo semi-paralizzata.

QUELLO CHE PARLA DI MERITOCRAZIA: poi ha candidato il figlio” la trota pluribocciata” alle regionali dimostrando a tutti che il merito esiste quando sei il figlio di uno che conta.

L’ANTIMERIDIONALE CHE HA SPOSATO UNA SICILIANA

QUELLO CHE PARLA DI VALORI CRISTIANI IN POLITICA: poi però ha portato la xenofobia e il razzismo in Parlamento.

7) QUELLO CHE ERA IL PIU’ ANTIDEMOCRISTIANO DI TUTTI: i fatti dicono che Bossi è il democristiano per eccellenza

BOSSI E’ SEMPLICEMENTE UNO NESSUNO E CENTOMILA!

http://tempiodellaragione.wordpress.com/2010/04/23/bossi-chi-e/


mercoledì 26 maggio 2010

Legambiente: ''Ecco alcune telefonate delle Ecomafie''


25 maggio 2010
Roma.
I grandi scandali ambientali, dal cemento impoverito, alle navi dei veleni e altri traffici di rifiuti, «sono stati svelati da intercettazioni telefoniche.

Depotenziare questo strumento d'indagine significa fare un immenso regalo alle ecomafie». Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente e responsabile dell'Osservatorio Ambiente e Legalità, commenta così il disegno di legge sulle intercettazioni la cui discussione in Aula al Senato è stata fissata al 31 maggio.

E proprio oggi Legambiente ricorda e diffonde i contenuti, «per fare solo qualche esempio», della intercettazione del dialogo tra due boss, in merito a rifiuti tossici scaricati in mare, contenuta negli atti delle inchieste della Direzione Investigativa Antimafia: «Basta essere furbi, aspettare delle giornate di mare giusto, e chi vuoi che se ne accorga? - E il mare? - Ma sai quanto ce ne fottiamo del mare? Pensa ai soldi, che con quelli il mare andiamo a trovarcelo da un'altra parte…»..

Ma non solo. Legambiente ricorda anche l'inchiesta 'Arcà, della Dda di Reggio Calabria sui lavori della Salerno-Reggio Calabria, e riferisce i contenuti di un'intercettazione «in cui uno dei tecnici intercettati dai magistrati, alla richiesta di un operaio che prospetta aumenti di costi in un cantiere, risponde: 'No, no, no, mettigli mondezza, mettigli porcherie, tutto quanto...'».

E più avanti, continua Legambiente, «nell'intercettazione si sente ancora: 'Là stanno proseguendo, dovrebbero essere a buon punto, perchè ieri ho fatto il conto e hanno portato circa 800 metri cubi solo ieri. Di mondezzà».

E ancora. Legambiente ricorda infatti anche altre intercettazioni che vedono al centro esponenti delle ecomafie. «Sempre in provincia di Reggio Calabria, durante la costruzione della scuola pubblica Euclide di Bova Marina, viene intercettata -riferisce l'associazione ambientalista- la conversazione tra il boss del reggino Salvo Corsaro e il suo compare Terenzio D'Aguì: 'Metti meno cemento e più sabbià raccomanda il primo.

E -aggiunge Legambiente- quando l'altro protesta per l'imbroglio, lo fa solo perchè con troppa sabbia metterebbe a rischio non la vita degli scolari, ma la pompa idraulica: 'A 200 chilogrammi non lo pompa, e che meno di 250 chilogrammi non lo può pompare perchè altrimenti rischia di bruciare una pompa del valore di 300 mila euro per gettare il cemento a 200 chilogrammì».

«Proprio grazie a intercettazioni come queste -afferma Legambiente- sono stati scoperti traffici e reti di illegalità e portate avanti indagini importanti». Ecco perchè Legambiente «si appella ai parlamentari e a tutte le forze politiche affinchè venga salvaguardata la possibilità di intercettare, per non compromettere la possibilità d'azione della giustizia, per la tutela del bene comune e contro le ecomafie».

Adnkronos

Porto abusivo di faccia - Marco Travaglio



da Il Fatto Quotidiano, 25 maggio 2010


Sostiene Scodinzolini che il problema del Tg1 erano Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario, che “accompagnano le notizie con la mimica facciale e danno giudizi indiretti: questa è positiva, questa è negativa”. Ma ora il problema è risolto: la Ferrario l’ha rimossa lui e la Busi si è rimossa da sola. Resta Attilio Romita, quello che non ha mimica facciale nel senso che ride sempre, a prescindere, senza sapere perché, sia che annunci uno sterminio di massa, sia che informi di una manovra finanziaria da 25 miliardi, tuttovabenmadamalamarchesa. È come Calderoli: talmente giulivo di stare dove sta e mai avrebbe immaginato di stare che non riesce a trattenere la gioia incontenibile. Restano da chiarire un paio di punti. Primo: come facevano la Busi e la Ferrario ad “accompagnare le notizie con la mimica facciale”, visto che il Tg1 non dà notizie?

Per raccontare il caso, anzi la casa di Scajola, la
Telepravda scodinzolina ha impiegato una settimana, il tempo di accertare che Sciaboletta fosse stato scaricato dal premier padrone, cioè politicamente morto: a quel punto, quando ormai i giornali di tutto il mondo avevano raccontato tutto, è arrivato anche il primo tg d’Italia, raccontando con tutte le cautele del caso che il ministro delle Attività produttive aveva scoperto che qualcuno gli aveva pagato la casa a sua insaputa e, per poterlo scovare e punire in tutta calma, si era dimesso. Nell’attesa, ammazzava il tempo con notizione del tipo: “Meglio dimagrire in fretta che un po’ per volta”, “Aspirapolvere miracoloso venduto porta a porta” (ma Vespa non c’entra), “Si chiama Pedibus, è un sistema per accompagnare i bimbi a scuola senza autobus”, “Sembrano vere, in realtà sono finte mucche d’autore”, “Che fine ha fatto la primavera?” (non ci sono più le mezze stagioni), “Si torna a parlare del coccodrillo del lago di Falciano”, “L’abbronzatura artificiale può dare dipendenza?”, “Anche le corde vocali invecchiano: per tenerle in forma, secondo gli esperti, cantare è uno dei messi più sicuri e va ancora meglio se si canta sotto la doccia”, “Arriva lo scanner per la scarpa su misura”, “Si chiama lyng down, consiste nello stendersi a pancia in giù nei posti più strani”, “Allarme obesità a Mosca” (a Palermo invece il problema è il traffico), “Chi non si è imbattuto nello stress del parcheggio in doppia fila?”, “È ora di cena, perché non parlare della pasta?”, “Gli stivali di gomma, un accessorio sempre più diffuso”, “Inventate le mutande anti-scippo”, “Allarme per la medusa quadrata”, “Del maiale non si butta via niente: la sagra del settore espone un cotechino da record”, “Un autista britannico è allergico alla moglie”, “Arrivano i corsi per maggiordomi” (tenuti alternativamente da Minzolini e da Vespa) e infine, a grande richiesta, “Tutti i segreti del peperoncino”.

Quando poi la notizia arriva a tradimento, provvedono le tecnologie a
neutralizzarla. L’altroieri l’attore Elio Germano ha dedicato la Palma di Cannes “all’Italia, ma non ai suoi politici”. Il prode Vincenzo Mollica giura di aver inserito la frase nel suo servizio, ma purtroppo è sparita a causa di uno spiacevole “guasto tecnico”. Dicesi guasto tecnico il simpatico aggeggio inserito nelle attrezzature di montaggio per depurare i servizi da malaugurate critiche ai politici. Alle parole “contro” e “politici”, scatta automatico il taglio. Brevettato da Scondinzolini, il marchingegno ci è già stato richiesto dal governo russo dell’amico Putin, da quello bielorusso dell’amico Lukashenko e da quello libico dell’amico Gheddafi. Secondo e ultimo punto: abolita la mimica facciale davvero sgradevole delle Busi e delle Ferrario, che si fa per la mimica facciale di Minzolingua? Beneficia forse di una speciale dispensa dei vertici Rai? Se è vero che, come diceva Dostoevskij, dopo i 40 ciascuno è responsabile della faccia che ha, urge bollino rosso per segnalare alle famiglie la presenza della faccia di Minzo in fascia protetta, perché possano portare tempestivamente in salvo i minori.
(Vignetta di Bertolotti e De Pirro)

Segnalazioni

Parlamento europeo pulito - La mobilitazione comincia a sortire i primi effetti (dal blog di Andrea d'Ambra)

Mercoledì 26 maggio, Pisa, ore 17.30 - Marco Travaglio presenta il suo ultimo libro Ad Personam (edizioni Chiarelettere) c/o stazione Leopolda, piazza Francesco Domenico Guerrazzi

http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/2010/05/25/porto_abusivo_di_faccia.html


Uniti contro il bavaglio


Da destra a sinistra, l'informazione italiana d'accordo sul no al disegno di legge sulle intercettazioni che limita il diritto dei cittadini ad essere informati



martedì 25 maggio 2010

La manovra giusta.


L'unica manovra economica valida, possibile, certa e giusta da fare per recuperare la quantità di denaro necessario :

- ridurre al 10% il parco delle auto blu
(ANSA)-LONDRA,25 MAG- Niente piu' auto blu per ministri e sottosegretari);

- dimezzare lo stipendio dei parlamentari;

- ridurre le spese dei palazzi del potere;

- incamerare l'8per mille devoluto alla chiesa;

- eliminare i finanziamenti alle tv ed ai giornal;

- eliminare i rimborsi elettorali ai partiti;

- imporre il pagamento dell'Ici alla chiesa;

- lotta "vera" all'evasione fiscale con accertamenti patrimoniali e l'introduzione di grosse multe e pene carcerarie;

- recupero dei 98 miliardi sottratti all'erario dalle slot machine;

- addebitare a mr. Berlusconi i 350.000 euro giornalieri della multa per rete4;

- aumento dell'aliquota sulle rendite;

- eliminare le provincie;


E chi più ne ha, più ne metta.

Loro sono gli unici a dover dare l'esempio, noi diamo già abbastanza!


A palazzo Chigi 9 milioni per le auto blu - Eduardo Di Blasi



25 maggio 2010
Dai ministri ai dirigenti, nessuno rinuncia al passaggio gratis. Alla guida personale delle forze di polizia, sollevato dal lavoro sul territorio


Una vettura, due autisti. Due autisti, due stipendi. Alla fine l’affitto dell’auto blu e i costi per carburante, manutenzioni, pedaggi autostradali ed eventuale rimessa coperta o scoperta diventano quasi un
optional rispetto al grosso della spesa. Come anche il conteggio “complessivo” delle auto blu in quanto tali, annunciato pochi giorni fa dal ministro che ha fatto una intensa battaglia mediatica sulla trasparenza della pubblica amministrazione. Mentre si chiede ai cittadini, soprattutto a quelli del pubblico impiego, di stringere la cinghia in vista di una crisi che fino ad ora ci era stata raccontata come lontana, forse si dovrebbe porre un argine anche alle spese di casta che la maggioranza dei cittadini giudica “superflue”.

Nel Paese in cui l’auto blu è quasi uno stile di vita (l’ultimo censimento parla di 626.760 vetture in forza alla pubblica amministrazione nazionale, contro le 72 mila degli Stati Uniti, e le 54 mila della Germania: in pratica l’Italia conta un numero di auto di rappresentanza superiore a quello dei sette Paesi più industrializzati messi assieme), e in cui il ministro per la Pubblica amministrazione
Renato Brunettaallarga le braccia annunciandone un censimento prossimo venturo di difficile decifrazione, basta dare un’occhiata ai conti della Presidenza del Consiglio dei ministri per capire quanto può costare ai contribuenti la vettura di rappresentanza di coloro che dovrebbero amministrarli, che siano esponenti politici, istitituzioni dello Stato, o dirigenti apicali degli uffici pubblici.

Il sistema. Per comprendere meglio come funziona il meccanismo alla Presidenza del Consiglio è bene chiarire che esistono due tipologie di servizio automobilistico alle dipendenze del Palazzo: uno è quello cosiddetto “dedicato”, conta poco meno di 200 addetti, e rappresenta una spesa “fissa” di circa 5 milioni e 700 mila euro l’anno di soli stipendi. L’altro è invece quello definito di “reperibilità e pronto impiego”, ha un costo medio di 250 euro a singolo “accompagnamento”, e costa al contribuente una cifra di poco superiore ai 3 milioni di euro l’anno. Ovviamente questa ultima spesa è legata al numero degli “accompagnamenti” annui effettuati. Ma per farcene un’idea possiamo dire che nell’ultimo semestre del 2009 questi sono stati 6.777 (circa 18 al giorno, per una cifra di 4500 euro spesi quotidianamente solo per far spostare gli uomini della Presidenza), e che questi sono stati anche leggermente meno rispetto ai sei mesi precedenti (quando gli “accompagnamenti” superavano i 7 mila al semestre). Per capirci, in tutto il servizio “a chiamata” ha toccato una spesa annua di 3 milioni e 329 mila euro per il 2009. Per avere un quadro maggiormente di insieme della faccenda annotiamo che nel conteggio del secondo semestre 2009 sono compresi anche 707 “accompagnamenti” (quasi quattro al giorno, che, tradotti in euro fanno una spesa quotidiana di quasi mille euro) per l’Ufficio stampa e il portavoce (ufficio che già conta due autisti “dedicati” a un’auto blu). Mentre, nello stesso periodo, sono stati 703 gli “accompagnamenti” all’ufficio del Segretario generale, che di autisti dedicati ne conta 4, vale a dire come l’ufficio Risorse strumentali, che però ha “sforato” appena nove volte in quel medesimo semestre del 2009. A questi diversi milioni di euro vanno infine aggiunti i costi dell’affitto dei veicoli (467 mila euro nel 2009), del carburante (128 mila euro nel 2009) e di parcheggi e manutenzioni (95 mila euro nel 2009). In tutto sono poco più di nove milioni di euro l’anno, al netto delle tasse.

Nel dettaglio si deve sapere che non solo ministri e sottosegretari, ma anche gli uffici (dagli Affari giuridici al Cerimoniale di Stato, all’Ufficio voli di Stato, al Dipartimento risorse strumentali, al Bilancio e Ragioneria, all’ufficio del Consigliere diplomatico, per fare solo alcuni esempi), dispongono di autisti “dedicati”. Due per ogni vettura, come detto, quindi ci sono uffici che ne contano due, altri quattro, altri sei, e via di multiplo in multiplo. Questo perchè per avere la reperibilità dell’auto per l’intero giorno, ogni singolo autista lavora con orario “lungo” (facendo quindi anche gli straordinari), all’incirca tre giorni per ogni settimana, con la possibilità, qualcuno ventila “tutt’altro che teorica”, che costoro possano trovarsi anche un secondo lavoro per gli altri tre-quattro giorni mancanti al weekend (e quindi si parla di autisti che fanno anche gli insegnanti di kick boxer, gli istruttori in palestra, i corsi per le guardie giurate...). In totale sono 190 gli autisti “dedicati” (oltre 300 se si sommano quelli “a disposizione” e il personale “di supporto” che copre le assenze degli uni e degli altri) e pesano con stipendi che si aggirano, compensate le tasse, sui 2500 euro mensili (la cifra depurata è, in sostanza, quanto “costano” alle pubbliche casse, vale a dire a tutti noi). Niente di trascendentale, sia ben detto, dal punto di vista del singolo stipendio, non fosse che quei 2500 euro, moltiplicati per i 12 mesi di servizio, fanno la cifra di 5 milioni e 700 mila (straordinari esclusi). Un altro particolare: per la maggior parte gli autisti “dedicati” provengono dalla pattuglia della forza pubblica, un piccolo esercito che in Presidenza conta circa 380 persone (sulle 4500 persone presenti, Protezione Civile compresa). Gli ultimi numeri segnalano 106 finanzieri, 115 carabinieri, 135 poliziotti, e 26 uomini del corpo della polizia penitenziaria. Personale in parte sottratto anche alle Questure che tanto bisogno ne hanno (anche ad ascoltare gli esponenti del governo e della maggioranza parlamentare) nel pattugliamento delle città giudicate sempre troppo poco sicure.

LEGGI

Gli inglesi invece danno l'esempio di Paola Zanca

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2491216&title=2491216

W l'Italia, desta o assopita -


La performance di Alessandro Bergonzoni al Festival del giornalismo d'inchiesta di Marsala 2010