E’ stata una puntata straordinaria. Se ne faccia una breve, ma seria esegesi.
- “Queste sono elezioni particolarissime in cui influisce la personalità del candidato”.
Subito una frase importante. In queste elezioni influiva la personalità del candidato. Nelle altre, invece, l’aspetto determinante era se il lapis fosse temperato.
- “Manes Bernardini a Bologna non aveva nessuna possibilità, ma è stato scelto dalla Lega. E’ stata una concessione fatta a un alleato, perché per essere alleati ogni tanto qualche concessione bisogna farla”.
- Fine mossa strategica. La Lega, e Radio Padania Libera, non ne possono più di fare da zerbino al Sire, e lui gli attribuisce le colpe della sconfitta. Neanche Von Clausewitz era così arguto.
- “I magistrati mi hanno gettato addosso discredito, fango, angoscia, problemi con i familiari”.
Oddio, sui problemi con i familiari mi pare che Berlusconi se la cavi già bene da solo.
- “C’è un blocco mediatico della sinistra, un blocco mediatico terrificante: Corriere della Sera, Sky, La7 e le trasmissioni Rai pagate con i soldi di tutti che stanno con la sinistra”.
Qui ha ragione. E’ ora di finirla con queste inchieste puntute di RaiUno, RaiDue, Rete4, Canale5, Italia1, Libero, Il Giornale, Il Foglio, Il Tempo, Tempi (eh?), Chi. E soprattutto basta con gli editoriali bolscevichi di Antonio Polito e Massimo Franco.
- “La sconfitta della Moratti è colpa della disinformazione dei media”.
Vero. E aggiungerei anche, tra i responsabili della sconfitta, Barbara D’Urso. La sua idea di farle ballare il Waka Waka, unita alla danza lasciva di Viva la mamma, sono chiari sabotaggi sovversivi (ideati da Brachino, quel comunista).
- “Una multa folle (quella dell’Agcom), non credo che la Rai pagherà”.
La Rai no. Noi, sì.
- “C’è un sistema folle che si chiama par condicio, una norma liberticida dove il partito dell’1% deve avere lo stesso spazio di un partito che ha il 30%. Non succede in nessuna parte al mondo”.
Questa è così bella che non la commento. Rischierei di sporcarla.
- “Ho preso meno preferenze perché chi faceva la croce sopra al simbolo del Pdl con il nome della Moratti, poiché era riportato anche il mio nome, credeva di avermi dato la preferenza”.
Tradotto: chi mi vota è deficiente e non sa fare neanche una “x”. Un’ammissione che fa onore al Premier.
- “Come fa a governare Pisapia che non ha mai amministrato neppure un’edicola di giornali?”
E neanche è mai stato iscritto alla P2 o ha avuto Mangano come stalliere. Che minchione, ‘sto Pisapia.
- “In Parlamento Pisapia ha fatto solo leggi a tutela terroristi, o per l’eutanasia?”.
Non solo. Faceva anche le puzzette in ascensore quando saliva Mussi e, di nascosto, attaccava le caccole nello chignon di Anna Maria Bernini.
- “Non credo che ci sia una persona con la testa sulle spalle che possa votare per il signor De Magistris; uno che vota per il signor del De Magistris vada a casa, si guardi nello specchio e dica sono un uomo o una donna senza cervello”.
E’ vero: sono senza cervello. Tu però sei basso, pelaticcio e ce l’hai piccolo. Tiè.
- “De Magistris è un demagogo che piace alle donne“.
Cioè De Magistris è, secondo Berlusconi, la sua bella copia. Qui viene fuori tutta l’insicurezza dell’Homo Brutto-Tascabilis che, nella vita, non avrebbe mai visto una donna se non avesse fatto i soldi. Se il premier fosse andato da Freud, lo psicologo lo avrebbe accolto così: “Se ne vada, la prego. Non mi piace vincere facile”.
- “Ho dovuto subire 30 differenti processi e in 24, già finiti, le accuse sono state poi ritenute infondate. Mi hanno gettato discredito, fango, angoscia, problemi con i familiari e mi hanno impedito di lavorare”.
Che palle.
- “Leonardo da Vinci avrebbe finito la Gioconda se fosse stato preso a schiaffi tutto il giorno?”.
Non credo, ma se vuoi facciamo una prova. Nel senso degli schiaffi.
- “Solo grazie ai miei genitori che mi hanno dato una scorza dura e una resistenza disumana ce l’ho fatta”.
Quante colpe, Luigi Berlusconi. Come se non bastasse quella di dare il nome al Trofeo calcistico più portasfiga del mondo.
- “Nei miei comizi parlavo di giustizia 3-4 minuti, ma poi i tg parlavano solo di questo”.
E’ vero: negli altri 56-57, parlava di fregna.
- “Noi pensiamo che la sovranità appartenga al popolo? No è di Magistratura democratica e dei suoi pm. Io ho un solo potere, quella di suggerire una legge al Parlamento. Se la legge poi non piace alle Procure, la portano di fronte alla loro Corte costituzionale che la abroga”.
Quanto sei noioso, però. E cambia disco, dai.
- “Moratti e Lettieri erano candidati deboli” (poi ha smentito, poi no, poi ni).
Ormai la Moratti è la “pora schifosa” del Pdl. La scaricano tutti, nei faccia a faccia parla da sola, nelle interviste trasuda la stessa sicurezza di Eduardo tra i pali. Metterebbe quasi tenerezza (ho scritto “quasi“). L’analisi politica berlusconiana è chiara: a Milano abbiamo già perso e a Napoli si rischia. Però – sia chiaro – hanno perso loro, mica io. Come nelle partite di calcetto. E’ colpa del portiere, del “10″ che non me l’ha passata, dell’arbitro che non ci ha dato un rigore, ma io sono stato il migliore in campo (anche se ho sbagliato sette gol a porta vuota). E ora porto via il pallone, che è mio. Cazzo.
- “Figli e nipoti di Gheddafi sono vivi e stanno bene”.
Che sagoma.
- “Chiamerò anche per far liberare Mubarak dicendo che è lo zio di Ruby”.
Che mattacchione.
- “Sono la persona più gentile del mondo. Sono una persona che soccorre le persone in pericolo…. Lo farei anche per Rosy Bindi”.
Che simpatico umorista.
Glossa finale. Più che somigliare all’autunno del patriarca di Gabo Marquez, Silvio Berlusconi ricorda ormai il nonno scorreggione e ridanciano che tocca le zinne alla badante e racconta barzellette davanti al camino, mentre i nipoti sbadigliano e i figli si vergognano. Con la differenza, sostanziale, che in Italia tanti figli ancora non si vergognano.
P.S. Consigli musicali. Desolation Row, Bob Dylan, versione MTV Unplugged. Ci racconta bene.