giovedì 8 novembre 2012

Cia: famiglie in bolletta, allarme per scadenze fisco.



'Situazione ormai giunta al limite'.

ROMA - Il tracollo a settembre della voce cibo e bevande è l'ennesimo segnale di una situazione che è giunta al limite. Sale l'allarme sulla condizione economica delle famiglie, soprattutto in vista delle scadenze fiscali di fine 2012. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando l'indicatore dei consumi di Confcommercio. "Oggi due famiglie su tre riescono ad arrivare a fine mese - sottolinea la Cia - solo con tagli radicali sugli acquisti, compresi quelli alimentari". "E' un dramma che sottolineiamo da tempo - conclude la Cia-, la conseguenza del progressivo calo di potere d'acquisto e reddito disponibile da un lato e inasprimento fiscale dall'altro. Se non si prenderanno presto provvedimenti per sostenere i consumi e aiutare le famiglie, ad esempio riducendo gli oneri fiscali, l'Italia non uscirà mai dal tunnel della crisi".

Monti taglia, il 'no' delle Province: riscaldamento spento nelle scuole.


A scuola con il piumino
A scuola con il piumino

Le Province italiane decideranno a breve la chiusura dei riscaldamenti nelle scuole e
conseguentemente l'aumento delle vacanze per gli studenti. Lo ha detto il nuovo presidente Upi, Antonio Saitta, spiegando che l'iniziativa "prende le mosse per protestare contro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review" dal governo Monti.
"Ora bisogna dire basta. Bisogna aprire uno scontro con gli organi dello Stato: quando vediamo che le lobby si organizzano e vengono ricevute e noi che siamo un pezzo dello Stato no, ciò significa che dobbiamo alzare il tono", ha detto Antonio Saitta alla platea degli amministratori delle Province e del direttivo dell'Upi.
"Credo che, in questa situazione, dobbiamo assumere un'iniziativa comune in tutte le Province - ha proseguito - per far capire alle classi dirigenti cosa vuol dire il taglio di 500 mln per il 2012 e di 1,2 mld per il 2013".
"I 500 mln di euro di taglio sul 2012 non sono sopportabili", ha sottolineato. "Andremo anche al Csm perché ci dica se dobbiamo applicare la legge sull'edilizia scolastica o le restrizioni del Patto di stabilità e andremo anche alla Corte dei Conti". Sullo sfondo, ma non troppo, anche la tensione fra Governo e Province legate al riordino (con tagli) varato dall'esecutivo: "La nostra scommessa è assicurare certezza e stabilità dei conti a servizi invariati. Non è semplice ma ci stiamo provando nel complesso", ha detto Filippo Patroni Griffi, ministro per la Pubblica amministrazione, parlando del decreto legge sul riordino delle province ad Agorà.
"Non ci siamo potuti fare un calcolo preciso del risparmio perché dipende anche da come vanno le cose - aggiunge Patroni Griffi - Sicuramente realizzeremo economie di scala che riguardano gli immobili, gli acquisti di beni e consumi, i costi connessi all'istituto Provincia. C'è poi soprattutto un risparmio che riguarda la riorganizzazione periferica dello Stato".


Tra loro litigano perchè nessuno vuole mollare la presa, chi ci rimette è sempre il "popolo sovrano"....'ndechè, non s'è capito...
Cetta.

Angeletti: 3 milioni di disoccupati nel 2013, il Governo aggrava la crisi


Disoccupazione sempre elevata

Italia presto con tre milioni di disoccupati. E' quella che vede il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti che alla "telefonata" di Maurizio Belpietro si dice più pessimista delle previsioni della Ue.
"Arriveremo a 3 milioni di disoccupati nel 2013, non nel 2014 - ha detto - perderemo un milione di posti in due anni. Una situazione catastrofica. Dobbiamo tornare indietro di qualche decennio per ricordare tre milioni di disoccupati in Italia".
Secondo Angeletti il Governo ha commesso un "errore strategico" perchè con la "miscela" di tagli alle pensioni e l'aumento delle tasse "ha provocato la recessione".
Il leader della Uil ha sottolineato che l'esecutivo "avrebbe dovuto fare dei tagli chirurgici sui costi di funzionamento della pubblica amministrazione, sforzandosi di renderla più efficiente. Questa strada che ci avrebbe impedito di precipitare un una recessione". Angeletti ha aggiunto che "il debito non può diminuire perchè siamo in recessione, l'economia non funziona. Per quanto tagli lo Stato possa aver fatto, non creando ricchezza il debito inevitabilmente aumenta".
Angeletti sollecita un accordo sulla produttività, e dice che è "il problema è non un problema che ci sta trascinando nell'impoverimento". Il numero uno della Uil ha sottolineato che la Cgil su questo tema "ha un problema quasi culturale. Non si rende conto che la produttività è l'unico strumento per i prossimi decenni per evitare l'impoverimento generale".


Naturalmente, basta fare 4 conti per capire che le manovre compiute dal governo stanno aggravando la crisi: meno occupati, stipendi fermi, tasse più alte e precariato vogliono dire meno soldi nelle tasche dei cittadini che comprano meno e provocano altra disoccupazione. Oltretutto con la disoccupazione e la cassa integrazione stanno demolendo anche l'Inps, quindi, anche meno sicurezza per i pensionati. Dove vogliono arrivare, dove vogliono portarci non si è ancora capito. Di sicuro c'è solo che gli unici a sopravvivere alla mattanza saranno sempre e soltanto loro, quelli che siedono in parlamento e si preoccupano solo di creare leggi che gli assicurino vita eterna nelle stanze del potere e lauti immeritati stipendi e benefit.

Cetta.

Le controindicazioni dei farmaci e come leggere bene il foglio illustrativo.



Quando compriamo ogni medicinale, all’interno della sua scatola troviamo il famoso foglietto illustrativo, chiamato anche bugiardino. E’ una sorta di elenco con tutte le istruzioni necessarie per poter usare correttamente quel farmaco: è davvero molto importante leggerlo, non solo per scoprire la posologia del medicinale, ma anche per conoscerne gli effetti collaterali e anche le controindicazioni.
Il foglietto illustrativo di ogni medicinale è solitamente suddivisio in diverse parti: abbiamo la posologia, che ci spiega come e quando bisogna prendere il farmaco, con indicazioni anche in base all’età del paziente. Poi ci sono le parti dedicate agli effetti indesiderati del medicinale in questione e alle controindicazioni, da leggere con attenzione, perché l’eccipiente contenuto all’interno potrebbe non funzionare a dovere o, peggio, fare danni se preso in concomitanza con altri farmaci.
Nel nostro paese il foglietto illustrativo è obbligatorio per legge per tutti i prodotti che sono dei farmaci. Esistono anche i bugiardini digitali, che ripropongono le stesse informazioni, ma a volte anche qualcosa in più, direttamente sul nostro computer o sul nostro smartphone.
E’ molto importante leggere il bugiardino, anche per sapere che cosa stiamo per ingerire. Essendo un documento ufficiale, non dovremo dubitare della veridicità delle cose che sono state scritte.
Il bugiardino va letto sia in caso di medicinali somministrati dal dottore sia, e soprattutto, per quelli da banco, i farmaci automedicanti, per capire se è il caso di assumerli oppure se è meglio chiedere consiglio a qualche professionista.
Il foglio illustrativo dei farmaci è anche indispensabile per conoscere le controindicazioni, vale a dire le indicazioni in merito a quando non è il caso di assumere quel prodotto: gli eccipienti, infatti, possono avere reazioni diverse a seconda delle altre patologie del paziente e delle relative cure che sta seguendo.
Ricordatevi anche di leggere sempre la data di scadenza del farmaco, oltre che l’interazione con altri farmaci.


Passera: “Io indagato? Non c’è incompatibilità con ruolo di ministro nè con quello che farò”.


Passera: “Io indagato? Non c’è incompatibilità con ruolo di ministro nè con quello che farò”


L'ex banchiere rompe il silenzio sull'inchiesta di Biella: "Sono stato chiamato in causa oggettivamente come amministratore di una società del gruppo. Non è una responsabilità soggettiva ma oggettiva. Non è in alcun modo assolutamente incompatibile con quello che faccio oggi o potrei fare in futuro".

La posizione di indagato del ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, per il suo precedente ruolo di amministratore delegato di Intesa Sanpaolo non è incompatibile con l’attuale ruolo governativo o con altri incarichi futuri. Lo ha detto oggi lo stesso ex banchiere rompendo oltre quattro mesi di silenzio sul suo coinvolgimento nell’inchiesta che a fine giugno ha visto la Procura di Biella iscriverlo nel registro degli indagati per le presunte irregolarità fiscali del gruppo Intesa – da lui guidato per quasi un decennio fino allo scorso anno – nel 2006-2007.
“Sono stato chiamato in causa oggettivamente come amministratore di una società del gruppo. Non è una responsabilità soggettiva ma oggettiva. Io ero l’amministratore delegato della holding – ha detto – Non è in alcun modo assolutamente incompatibile con quello che faccio oggi o potrei fare in futuro”. All’interlocutore che di conseguenza gli ha chiesto se intende candidarsi alle prossime elezioni, Passera ha glissato con un: “Ne parlerò al momento giusto”. 
Un caso che potrebbe non essere isolato e nelle carte dell’indagine si legge di “sospette complicità” nell’istituto di credito con Marco Bus, forse il manager più importante della rete estera di Intesa, che è indagato per concorso in riciclaggio. Secondo quanto scriveva il 22 giugno scorso il gip Vincenzo Tutinelli, “Si ha motivo di ritenere che tale sistema sia messo a disposizione dei grandi gruppi economici italiani da funzionari ed ex funzionari del gruppo Banca Intesa Lussemburgo – con la probabile complicità della banca – per costituire fondi neri nel Granducato di Lussemburgo ed ivi riciclarli”.
Argomenti, quindi, piuttosto delicati, sia per un banchiere, che per un ministro della Repubblica e sui quali Il Fatto Quotidiano l’8 luglio scorso in un editoriale aveva chiesto almeno “qualche spiegazione” al ministro. Passera, però, sull’argomento fino ad oggi è stato piuttosto parco di spiegazioni. Tra le rare esternazioni sul tema, un laconico “per me ha già commentato la Procura”, in risposta alle domande di un cronista delFattoquotidiano.it che lo interpellava sull’indagine fiscale di Biella a ridosso dalla notizia. 

Tutti i misteri dei debiti di Lisa Lowenstein, ex moglie del ministro Vittorio Grilli. - Giorgio Meletti


Vittorio Grilli


Nel 1998 la signora dell'allora alto dirigente del Tesoro fonda una società che viene generosamente finanziata dalle banche, ma che dopo qualche anno accumula debiti per 2,3 milioni di euro.Poi fa perdere le sue tracce, ma gli istituti di credito non si preoccupano di recuperare il credito. La storia è riemersa per un'intercettazione del maggio scorso tra Gotti Tedeschi e Giuseppe Orsi.

Che fine hanno fatto i debiti di Lisa Lowenstein, ex moglie americana di Vittorio Grilli? E perché le maggiori banche italiane erano così generose con lei? Attorno a questo mistero girano le indagini del procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Maurizio Fusco. Tutto parte dall’intercettazione ambientale del 23 maggio scorso tra il numero uno Finmeccanica Giuseppe Orsi e l’ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Dice Orsi: “Grilli aveva una moglie americana… gli ha lasciato qualche casino in giro, di buchi”.
Sia Orsi, sia Grilli, sia la stessa Lowenstein hanno ripetutamente smentito che il gruppo Finmeccanica abbia dato alla Lowenstein consulenze per aiutarla a uscire dai suoi “casini”, cioè debiti. Fusco però ha già interrogato l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, che Orsi indica nell’intercettazione come fonte delle sue informazioni. E non è detto che abbiano parlato solo di consulenze. La dimensione dei cosiddetti “casini” apparirebbe difficilmente affrontabile con qualche consulenza, sia pure ricca. La conversazione tra Orsi e Gotti Tedeschi fa chiaramente riferimento a un problema imbarazzante per il ministro, e riecheggia voci che da mesi si rincorrono insistenti.
Nel 1998 l’allora moglie dell’alto dirigente del Tesoro fonda una società chiamata Made in Museum, per produrre e vendere ai turisti oggetti ispirati alle opere d’arte. Colpisce che un’attività appena agli inizi venga generosamente finanziata da diverse banche di primaria importanza. Nel 1998, primo anno di attività, la società chiude i conti con appena 5mila euro di ricavi e ben 71mila euro di perdite, ma già ottiene 266mila euro di finanziamenti: 40mila euro dalla Bnl, 50mila euro dalla sua controllata Efibanca, 100mila euro da Unicredit. Nel 1999 i ricavi della società salgono a 119mila euro e le perdite a 129mila euro, anche perché i conti sono gravati da ben 37mila euro di oneri finanziari: un terzo del fatturato se ne va in interessi.
Ma le banche credono nel talento imprenditoriale della moglie di Grilli: mentre le perdite salgono, come abbiamo visto, da 71mila a 129mila euro, il credito bancario balza da 266mila a 723mila euro. E’ ancora Bnl a fare la parte del leone: il suo prestito alla Made in Museum balza a 174mila euro, mentre la controllata Efibanca passa da 50mila a 300mila euro di esposizione. Aprono i cordoni della borsa anche Banco di Sicilia e Banca Nazionale dell’Agricoltura. Così ben foraggiata dalle banche, la società cresce e investe. Made in Museum apre un negozio dentro il duty free di Fiumicino e un altro all’aeroporto di Pisa.
Ma con l’11 settembre 2001 arriva la crisi del turismo e crollano gli affari. La signora Lowenstein chiude il bilancio 2002 con numeri da incubo: 644mila euro di fatturato e perdite per668 mila euro, un debito di 2,3 milioni di euro (quattro volte il fatturato), un patrimonio netto negativo per 192mila euro. Nel bilancio 2002 scompare dalla nota integrativa la specifica delle banche esposte con la società. Gli ultimi dati noti, nel 2001, vedono in testa alla classifica la Bnl con 360mila euro. Ma c’è anche l’Antonveneta, che dopo aver incorporato la Banca Nazionale dell’Agricoltura aumenta la sua generosità verso la signora Lowenstein, e le presta 270mila euro. Arriva anche la Banca Commerciale con un finanziamento di oltre 60mila euro. L’elenco delle banche fiduciose si completa con le solite Efibanca, Unicredit e Banco di Sicilia.
Dopo l’anno orribile 2002 la Made in Museum fa perdere le sue tracce e non deposita più i bilanci. Nei dieci anni trascorsi la società dà solo una volta notizia di sè, il 23 febbraio 2006, quando davanti al notaio romano Paolo Pistilli Lisa Lowenstein e suo fratello Arieh Daniel cedono tutte le azioni della loro srl ai signori Pier Paolo Montalto di Frascati (Roma) e Rolando Vassallo di Pomezia (Roma), per un prezzo assai contenuto: 1600 euro in tutto.
A tutt’oggi, però, la società ha ancora come amministratore unico la signora Lowenstein. Non si hanno tracce di liquidazioni, fallimenti o altre procedure di chiusura. Non si sa se qualcuno abbia pagato i 2,3 milioni di debiti, né se le banche abbiano fatto qualcosa per recuperare il denaro così abbondantemente prestato. Le voci corrono, e creano qualche imbarazzo nel governo. Nessuno sa come la coppia Grilli-Lowenstein, prima della rottura, abbia risolto il problema di quel debito. E nessuno riesce a capire come mai il ministro dell’Economia dichiari di possedere solo un appartamento gravato da mutuo e una polizza vita del valore di 134mila euro. Possibile che dopo anni da direttore generale del Tesoro con stipendio attorno ai 500 mila euro l’anno non sia riuscito a mettere da parte neppure un piccolo Bot da mille euro? Il 6 ottobre scorso, intervistata da Repubblica, la Lowenstein ha negato di aver mai preso consulenze da Finmeccanica, ha specificato di non parlare con l’ex marito dal 2008, ma ha aggiunto una frase sibillina: “Questa è una storia molto, molto più complicata di quello che crede”.

mercoledì 7 novembre 2012

G8, arrestato ex della Corte dei Conti L'accusa per Colosimo è concussione.



Il nome dell'ex magistrato era stato fatto dall'imprenditore edile Francesco Maria De Vito Piscicelli nel corso degli interrogatori della procura di Roma. Secondo i pm di Roma avrebbe ricevuto 200 mila euro di tangenti. Alla base dell'ordinanza di custodia emessa dal Gip, testimonianze e verifiche bancarie.

ROMA -  Antonello Colosimo, ex consigliere della Corte dei Conti, è stato arrestato dai carabinieri del Ros di Firenze. L'ex magistrato, secondo i pm di Roma avrebbe ricevuto 200 mila euro di tangenti. A Colosimo, proprio per avere ricevuto soldi, in forza del suo ruolo, è contestato dal giudice per le indagini preliminari di Roma, Maurizio Caivano, il reato di concussione.

Colosimo, insieme ad altri cinque alti funzionari dello Stato, era finito nell'inchiesta, condotta dai pm, Ilaria Calò e Roberto Felici, sugli appalti del G8 e di altri Grandi Eventi gestiti dal provveditorato ai Lavori pubblici. L'indagine sui funzionari statali era partita dopo le rivelazioni fatte lo scorso giugno, nel corso di una dichiarazione spontanea, dal costruttore Francesco Maria De Vito Piscicelli. Si tratta dell'imprenditore che rise del terremoto dell'Aquila del 2009. Alla base dell'ordinanza di custodia emessa dal gip Ci sono le dichiarazioni di Piscicelli e i riscontri effettuati dagli inquirenti della Procura di Roma, come testimonianze e verifiche bancarie.

FOTO Occupati i resti del G8
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Francesco Maria De Vito Piscicelli, due mesi di carcere, undici giorni ai domiciliari, è l'imprenditore edile consegnato 2  all'opinione pubblica "per sempre" dall'intercettazione telefonica  in cui ride con il cognato3 del terremoto dell'Aquila, discorrendo con lui dei nuovi lavori che porterà la futura ricostruzione. Cinquanta anni, napoletano, è stato uno dei quindici costruttori scelti dalla cricca della Ferratella per lavorare al soldo della Protezione civile di Bertolaso. È diventato un collaboratore di giustizia. In otto interrogatori, assistito dall'avvocato Giampietro Anello, ha consegnato alla Procura di Roma il racconto della corruzione pubblica italiana dal 2000 al 2010. Tra questi anche il magistrato della Corte dei Conti Antonello Colosimo, già capo di gabinetto del ministro dell'Agricoltura Catania.

"Credevo fosse un amico, mi ha taglieggiato dal 2004 al 2008. Ha sempre preteso una tangente, a volte anche del 15%, su tutti i lavori pubblici che facevo e questo perché è stato lui a presentarmi Angelo Balducci", aveva raccontato Piscicelli in un'intervista a Repubblica 4 il 20 ottobre. "Per anni gli ho pagato auto, autista, l'affitto dell'ufficio in via Margutta. Quando ho smesso mi ha scatenato contro la  finanza. Nel 1992 la politica chiedeva agli imprenditori soldi, ma dava benefici. Oggi la politica, e alcuni funzionari potenti, ti chiedono soldi per non farti male. Alla Ferratella c'è un'impiegata che solo per mandare tre righe di giustificazioni della spesa in Banca d'Italia chiede a ogni imprenditore una tangente di 1.000 euro. Tre righe digitate al computer, mille euro".

Il filone investigativo sull'ex consigliere della Corte dei Conti Antonello Colosimo, è legato all'inchiesta sugli appalti per i Grandi Eventi che ha portato di recente alla condanna di Angelo Balducci, ex presidente del provveditorato ai Lavori pubblici, e Fabio De Santis, ex provveditore delle opere pubbliche della Toscana.