venerdì 11 gennaio 2013

IERI SERA DA SANTORO. - Paolo Barnard


Francesca Salvador

Santoro è come Casaleggio. Voglio dire, inutile scrivere e fornire le prove di tutte le istanze di indecenza e/o scandalosità di sta gente, tanto i loro fans sono ciechi, sordi, morti.
Piuttosto è più utile descrivere cosa è successo ieri sera 10 gennaio a Servizio Pubblico.
Ci sono stati due ospiti che inaspettatamente hanno parlato di Mosler Economics MMT (MEMMT). Ma dai? Sì. Uno grosso grosso, cioè Berlusconi, l’altro a sorpresa.Berlusconi, so da fonte certa, ha letto la MEMMT, almeno la parte che lo riguarda, cioè il golpe finanziario del 11 novembre 2011, ma anche altri dettagli, e come tutti sapete ormai sono giorni che sbuca su ogni media per dire le cose che noi avevamo detto un anno fa. Poi, se un giorno il signor B. si decidesse ad almeno citare chi lo ha illuminato sulla via di Arcore non sarebbe male. Ma Mr B è Mr B. Nulla più ci sorprende.
E’ invece il secondo ospite di Santoro che ci ha scioccati, sta serpe. E sì, serpe e qui sotto il perché.
A un certo punto della trasmissione Santoro – quello che ha filmato il Summit MMT di Rimini a febbraio 2012 con 2.200 persone in platea ma poi gli hanno “rubato le cassette, che peccato” (sic) – introduce un’imprenditrice in gran fanfara. Sentiamo la sua esperienza di vissuto vero, dice.
L’imprenditrice, veneta, parte per un discorso di una forza eccezionale, Capperi!, è MEMMT allo stato puro. Snocciola una bomba MEMMT dopo l’altra con una precisione ed efficacia da far paura. Berlusconi viene inquadrato mentre annuisce diverse volte, addirittura la loda al termine. Jesus! Ma che succede? Chi è? Come è possibile?
I miei lettori m’intasano il cellulare e la mail di esultanza. Barnard! Stanno parlando di MEMMT da Santoro!!!! L’imprenditrice è stata eccezionale! Due milioni di spettatori l’hanno sentita… immenso!
Io non guardo mai Santoro, stavo ascoltando i Led Zeppelin. Mi arriva un sms di Gianluigi Paragone de l’Ultima Parola. Mi dice che ha twittato “Ma è #serviziopubblico o #ultimaparola? Moneta sovrana? Sbaglio o@paolobarnard all'@LUltimaParola lo dice da tempo?” Qui mi stoppo e m’insospettisco. Ok, vado in rete a riguardarmi la puntata e sta imprenditrice fantasticaHollà, ma chi si rivede? L’imprenditrice eroina è quella tizia che è venuta da noi della MEMMT a formarsi sulla nostra economia, sul nostro Programma di Salvezza Economica Nazionale. Noi le abbiamo insegnato tutto, gratis. Quella che mi ha chiamato a fare conferenze per il suo pubblico. E, udite udite, quella che ieri pomeriggio alle 18,35, cioè due ore prima di apparire da Santoro, mi mandava sms per convincermi a fare un’altra conferenza dalle sue parti. Tò chi si rivede.
L’ascolto nella sua performance a Servizio Pubblico, sì, dice tutto vero e giusto, splendido primo piano, una potenza, certo. Ma… iniziano i ma.
Ma perché non dice a 2 milioni di italiani che ciò che predica non sono idee sue, ma l’autorevole scuola economica MEMMT che in Italia ha un movimento che ha fatto tanto per aiutare il Paese? – Io e i miei collaboratori sono 3 anni che lavoriamo come schiavi per farci conoscere, sempre gratis. Ci siamo spaccati a mezzo per bucare i media di campagna, solo Paragone ci ha ospitati. Ora questa nostra attivista è da Santoro, con davanti mezzo mondo… e non ci cita neppure. Nessuno saprà della MEMMT. Fantastico.
Ma perché alla domanda di Santoro su cosa dovrebbe fare il governo, la veneta risponde con la ‘sua’ ricetta e non dice che è la ricetta che i nostri macroeconomisti internazionali e noi abbiamo stilato e poi pubblicato sul Corriere dopo la seconda più grande conferenza di economia della storia d’Italia con il contributo di migliaia di cittadini paganti? – Warren Mosler, Alain Parguez, Mathew Forstater sono nomi mondiali, che avrebbero dato un’autorevolezza alla ricetta per il governo centomila volte superiore a quella di un’imprenditrice. Vite accademiche spese per un’economia di livello internazionale, ma no, al pubblico arriva che la ricetta è quella della veneta, che l’ha bellamente scopiazzata. Ok.
Ma perché due ore prima, questa donna che noi abbiamo educato alla MEMMT, non mi ha detto al cellulare che andava da Santoro? Lei che si definisce una attivista MEMMT accanita? Un po’ strano no? – Non è che, azzardo, lei sapeva che se me l’avesse detto io le avrei ovviamente ricordato di citare la MEMMT, e così lei non poteva più fare la grande protagonista della ricetta per la salvezza economica italiana? Conseguenza era che non sarebbe stata quello che è ora per tutta Italia, cioè l’imprenditrice eroina che ora tutti vorranno in Tv o ai meeting che contano. Eh, signora veneta?
Siamo stanchi. Prima di me e dei miei collaboratori la MEMMT in Italia non esisteva, e nessuno aveva spiegato al pubblico della gente con autorevolezza macroeconomica l’immenso inganno dell’Eurozona. Nessuno, ok? Adesso tanti ci copiano, ci rubano persino i pezzi di lavori pubblicati senza citarci (eh Bertani? eh Messora?). Ci insultano per farsi notare dal web (Bagnai). Si fanno belli con la MEMMT su libri importanti, ma di nuovo non ci citano (Rampini). Ci clonano, e poi fanno il partito, ovviamente (eh imprenditori? che ci avete solo usati e avete messo meno che pochi spiccioli per il movimento MEMMT). Ci scopiazzano solo nelle parti funzionali alla loro strategia, sempre spacciando il tutto come loro intuito (eh Grillo?).
Siamo stanchi di lottare in sto mare di puttane, approfittatori, pavidi, e pagliacci. L’Italia è popolata da troppa di sta feccia. Qui è impossibile tutto.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11327

G8 di Genova, la Corte europea accoglie il ricorso sui maltrattamenti.


Era stato presentato circa un anno fa da un gruppo di cittadini italiani e stranieri. Il governo dovrà fornire informazioni sui fatti entro tre mesi.

GENOVA
La Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, al termine dell’esame preliminare dei fatti accaduti alla Diaz e alla caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001 ha giudicato oggi ammissibili i ricorsi presentati da 20 cittadini italiani ed europei per i maltrattamenti subiti. 

La Corte ha quindi chiesto al governo italiano di fornire informazioni dettagliate sull’accaduto, sull’inchiesta, sui processi e sull’adeguatezza delle pene comminate ai responsabili. La Corte ha inoltre dato carattere di urgenza al ricorso e comunicato la pendenza del ricorso stesso al Governo italiano, assegnandogli il termine di tre mesi per controdedurre per iscritto. Il ricorso alla Corte di Strasburgo per le violenze subite dai manifestanti fermati all’interno della caserma di Bolzaneto era stata presentato circa un anno fa da un gruppo di avvocati genovesi e milanesi, insieme al professore universitario e costituzionalista Valerio Onida che aveva partecipato alla sua stesura.  

Per quanto riguarda la morte di Carlo Giuliani, la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo aveva già assolto l’Italia. La sentenza era stata pubblicata nel marzo del 2011. La Grande Camera aveva assolto l’Italia dall’accusa di non aver condotto un’inchiesta sufficientemente approfondita sulla morte di Giuliani. La Corte si era espressa con 10 voti a favore e 7 contrari. La stessa maggioranza si era pronunciata anche per l’assoluzione dell’Italia dall’accusa di non aver organizzato e pianificato in modo adeguato le operazioni di polizia durante il summit del G8 a Genova. Giuliani era stato raggiunto da un proiettile esploso dal carabiniere Mario Placanica il pomeriggio del 20 luglio del 2001 durante i disordini di piazza paralleli allo svolgimento a Genova del vertice G8. L’omicidio si era consumato in piazza Alimonda, durante l’assalto al defender dei carabinieri. 

Favia va con Ingroia:"Mi candido" Ma non molla il posto in Regione.



BOLOGNA - Giovanni Favia si candida con Antonio Ingroia e sarà capolista di Rivoluzione civile in Emilia-Romagna. L'ex magistrato gli invia una lettera aperta per valutare la sua proposta di candidatura.
favia di pietro

Favia risponde: "Nel momento in cui mi hanno espulso, creando anche una campagna di diffamazione nei miei confronti, mi sento legittimato a candidarmi per il Parlamento. Se avessi voluto una poltrona avrei accettato le proposte da partiti che mi garantivano seggi sicuri. Questa è una sfida aperta, si riparte dagli inizi e con gli stessi principi; sopra e intorno a me ora non c'è nessuno se non le battaglie che devo fare per i cittadini. Non sarò politico a vita. Rimango un cittadino prestato alla politica.

Già in predicato di accasarsi con il movimento dell'ex magistrato la dichiarazione dell'ex grillino espulso dal comico genovese non è stata una vera novità. Poi la sorpresa perché Favia è ancora consigliere regionale per il Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna

"Resto nel gruppo in Regione. Nel caso in cui non venissi eletto in parlamento, portata a termine la mia attuale attività, alla prossima relazione semestrale presenterò ai cittadini dell’Emilia Romagna che mi hanno sostenuto e votato, le mie dimissioni irrevocabili, ridando al movimento la possibilità di avere due rappresentanti abilitati pienamente a rappresentarlo".

Ma dalla base del Movimento 5 Stelle e di Ingroia arrivano segnali alla sua candidatura. E Favia non viene contestato solo sulla rete. Alla lettura della sua nota, nelle stanze della regione, attivisti di Cambiare si può (che appoggiano Ingroia) urlano "Vergnogna. Questo è un doppio incarico.”

L'indicazione per Ingroia sembra sia arrivata da Antonio Di Pietro sostenitore della lista del magistrato palermitano.

Santoro e Berlusconi alla Fiera delle Illusioni. - Sergio Di Cori Modigliani



Tutti in riga a seguire il cosiddetto evento Santoro-Berlusconi.
La mia personale opinione è che hanno perso tutti.
Anzi: abbiamo perso tutti.
La vera posta in gioco consisteva nel chiarire –in maniera unilaterale- l’affermazione base del pensiero unico italiano, basato sulla totale primogenitura dittatoriale della televisione, e quindi chiarire a tutti che i bloggers, i social networks, la rete, la carta stampata, i libri, la radio, gli incontri umani, in questa campagna elettorale non contano nulla e non valgono nulla se paragonati alla tivvù.
Unica nazione in occidente ad avere questa particolarità, l’Italia si è dunque riconfermata come nazione totalmente teledipendente, a differenza di altre società più evolute rispetto alla nostra, dove le nuove tecnologie, una nuova umanità e un rinnovato scambio sociale, hanno aperto orizzonti diversi di possibilità di comunicazione e quindi anche di mercato e di confronto.
Abbiamo perso tutti perché ci hanno dimostrato che il berlusconismo è ancora vivo e vegeto e detta le condizioni ad ampio raggio. Se l’opposizione, infatti, deve essere rappresentata da Santoro-Travaglio-Vauro, allora vuol dire che lo status quo regna sovrano: entrambi parlano lo stesso linguaggio. Sono antitetici ma speculari, oppositori sì ma mai antagonisti, e appartengono entrambi a due rovesci di una identica medaglia, il cui fine, va da sé, è identico: far credere e pensare agli italiani che sono “loro e soltanto loro” i depositari delle potenziali alternative a se stessi.
Come a dire: “dopo di noi veniamo soltanto noi”.
E’ una delle tante manifestazioni del paradosso della surrealtà, in questo caso specifico applicato alla dimensione della cupola mediatica.
Sono stati tutti splendidi e squisiti attori della finzione catodica, con un finale appena appena un po’ pepato, tanto per dar la sensazione che qualcuno avesse fatto goal.
Ma è stata una abile illusione virale.
Nessuno tra i giornalisti presenti ha posto una domanda intelligente –in quanto prova schiacciante- a Berlusconi, in modo tale da poterlo inchiodare (e non era difficile) così come, dal canto suo, tantomeno il cavaliere ha sferrato un attacco facile facile che avrebbe potuto tranquillamente stendere tutti i presenti. Il risultato? Chi, tra i telespettatori, era anti.berlusconiano è rimasto tale e chi, invece, pendeva per Berlusconi, si è ringalluzzito pensando che “glie le ha cantate”. Apparentemente un pareggio.
Ha vinto il ragioniere contabile di La7 che ha incassato il previsto gettone.
Hanno vinto Santoro e Travaglio per la loro percentuale su quel gettone.
Ha vinto Berlusconi perché le concessionarie della pubblicità che gestiscono il pacchetto sono sue.
Ha vinto chi voleva far credere che in Italia nulla cambierà mai, essendo gli interlocutori sempre gli stessi.
Ha perso il pubblico.
Come infatti il buon Santoro ci ha spiegato in una sua improvvida esternazione- dimostrando chiaramente che si erano preventivamente accordati per non farsi del male a vicenda- c’era stato un accordo tra le parti. In un paese dove esiste il buon giornalismo (così si fa nelle altre nazioni più evolute) prima dell’inizio del match sarebbe apparso fuoriprogramma il direttore della rete Enrico Mentana, il quale avrebbe spiegato al pubblico che tipo di accordo era stato fatto tra le parti, quali fossero le condizioni, i limiti, le frontiere da non superare, augurandosi che nessuno tra i due venisse meno ai patti. Il pubblico più maturo avrebbe gradito.
Così non è stato, invece.
Tuttora non è dato sapere quale fosse quell’accordo, e soprattutto “perché”.
Dimostrando che, all’interno del mondo della cupola mediatica, se la girano come intendono, ma soprattutto ci tengono a NON spiegare mai alla gente quali sono le regole d’ingaggio.
La7 ha un’ottima giustificazione; può sempre dire “ma noi siamo dei privati”.
Hanno ragione.
Peggio per coloro che guardano una trasmissione che si chiama “servizio pubblico”, va in onda in una emittente privata che vive dei soldi veicolati da Berlusconi sul mercato (in maniera legale) e quindi di pubblico non ha nulla, né di fatto, né legalmente, ma chi la guarda è convinto, invece, che si tratti davvero di un servizio pubblico per la cittadinanza.
Soltanto il nome, ottima trovata demagogica.
In Usa, Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Cekia, Svezia, Olanda e Germania è vietato dalla Legge che una qualsivoglia emittente privata usi il termine “servizio pubblico” non essendolo.
Ma noi, si sa, siamo in Italia.
Viviamo nel Paradosso della Surrealtà.
Hanno costruito una realtà alla quale hanno sottratto il Senso.
E la politica e l’informazione, da noi, sono come il calcio.
Vince il tifo e mai lo sport, perché è solo puro business.
O meglio: vincono i soldi e si fa credere ai tifosi che hanno vinto loro.
E’ esattamente ciò che è accaduto ieri sera.
Ovverossia: non è accaduto nulla.
E noi, vittime predestinate, siamo costretti a far di necessità virtù, e star qui a parlare del nulla e di una illusione, come se si trattasse di un qualcosa di reale, di autentico, di interessante; soprattutto “importante” per le nostre esistenze.
Non lo è.
In nessun modo.


Concordo, nessuno ha vinto. Come ho avuto modo di scrivere questa mattina: 

Ieri a "servizio pubblico" si è consumata una farsa, la solita farsa all'italiana.
Da una parte un pagliaccio conclamato, dall'altra inadeguati interlocutori.
E' impossibile, infatti, pretendere di prendere in castagna chi non ha una coscienza, non ha etica, e nega la realtà dei fatti.
Lo si doveva mettere con le spalle al muro, come meritava, utilizzando le sue stesse armi: disonestà, cinismo e cattiveria, tenendo sempre a mente chi è e che cosa ha fatto.

Incredibile Persone Compilation - Incredibile abilità e talenti in HD 2012.




Mariangela Melato.



Ciao, Mariangela, e grazie per quello che ci hai regalato.

giovedì 10 gennaio 2013

Catania, la mafia nel racket dei rifiuti 27 arresti, 16 funzionari pubblici indagati. - Giorgia Mosca


Catania, la mafia nel racket dei rifiuti 27 arresti, 16 funzionari pubblici indagati


Operazione della Dia del capoluogo siciliano. I reati: associazione mafiosa, traffico di armi e droga, truffa aggravata ai danni di Ente pubblico. Impegnati 250 uomini delle forze dell'ordine. La Aimeri Ambiente: ci tuteleremo, società estranea.

CATANIA - Erano le cosche a gestire il business dei rifiuti con gli appalti per la raccolta e lo smistamento in discarica in 14 centri del Catanese (Bronte, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Maniace, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Randazzo, Riposto e Sant'Alfio), come anche ad Enna, a Milano e a Torino. Milioni di euro che rimpinguavano le tasche della malavita organizzata, infiltrata all'interno dell'Aimeri Ambiente srl, azienda che opera nel ciclo di rifiuti dell'area ionica-etnea come aggiudicataria dell'appalto bandito dalla Ato Ct1 Joniambiente. 

L'organizzazione riusciva ad ottenere notevoli profitti attraverso la falsificazione dei formulari relativi alla raccolta e al conferimento in discarica dell'umido e della differenziata facendo credere che il servizio, in realtà inesistente, funzionasse alla perfezione. E inoltre attivava il ricorso alle procedure di somma urgenza, come ad esempio l'eliminazione di micro discariche o la pulizia di caditoie e margini stradali, affidandole a ditte conniventi. Altro elemento portante era la mancanza assoluta di controlli sostanziali, ma solo formali, da parte di amministrazioni pubbliche come comuni e la stessa Joniambiente.   

Ventisette i provvedimenti di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari che sono stati emessi dal Gip di Catania e molteplici i reati contestati: associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere, traffico di rifiuti, traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi aggravato dal metodo mafioso e truffa aggravata ai danni di ente pubblico. Inoltre, tutti i documenti afferenti agli appalti conferiti all'Aimeri, come anche alla Sicilia Ambiente e Alkantara 2001, sono stati acquisiti. Nell'ambito della stessa inchiesta dalla quale è emerso anche un traffico di stupefacenti, sono state disposte 16 perquisizioni ancora in corso: 16 amministratori comunali e diversi funzionari sono indagati. Tra loro il sindaco di Mascali, Filippo Monforte. Il reato ipotizzato nei suoi confronti è corruzione. Lo ha confermato lo stesso amministratore che ha ricevuto un'informazione di garanzia. "Per il momento non ho alcunchè da dire", ha commentato. Nello stesso Comune indagati anche l'assessore ai Lavori pubblici, Rosario Tropea, e il dirigente responsabile del settore, Bruno Cardillo. Indagato anche l'ex assessore all'Ambiente del Comune di Giarre, Piero Mangano.

Nell'operazione sono stati impegnati 250 uomini tra poliziotti, carabinieri e finanzieri che questa mattina, insieme con il personale del reparto Volo della polizia di Reggio Calabria e delle unità cinofile, hanno portato a termine il blitz, condotto dalla Dia e coordinato dalla Dda della Procura della Repubblica di Catania. Non è ancora completamente definito il giro degli affari: le indagini continuano e potrebbero esserci risvolti a giorni. Ci potrebbero essere dei collegamenti con gli attentati incendiari di alcuni mesi fa all'interno dell'Aimeri subito dopo l'arresto di Russo, elemento di spicco del clan Cinturino. 

Ecco i nomi degli indagati. Per associazione per delinquere di tipo mafioso i nomi di spicco sono: Roberto Russo, responsabile tecnico operativo della Aimeri Ambiente, insieme con Salvatore Tancona, commerciante, e Gianluca e Carmelo Spinella. Per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti gli indagati sono Alfio e Carmelo Tancona, gravitanti anche nell'orbita dei Cappello Bonaccorso, Nico Marino Benedetto e Santo Cristaldi già ai domiciliari per spaccio, Arianna Ingegneri, Alessandro e Francesco Mangano nonché Mauro Miceli, Salvo Musumeci, Giuseppe Sciacca, Girolamo Zappala', Antonino La Spina e Sebastiano Vitale. Gli altri arrestati dovranno rispondere di detenzione di armi da fuoco, associazione per delinquere e traffico illecito di rifiuti.
La Aimeri Ambiente dichiara "la più totale estraneità rispetto alla vicenda, considerandosi con tutta evidenza parte lesa ed annunciando la propria costituzione in giudizio come parte civile". L'azienda precisa che "le persone colpite dai provvedimenti giudiziari sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano e che comunque risponderanno personalmente dei reati per i quali sono accusati, alcuni reati addirittura completamente estranei all'attività svolta dalla società". "Infine - si legge in una nota - si evidenzia che l'equivoco sul presunto coinvolgimento dell'azienda, diffuso erroneamente da alcune fonti di informazione, comporta già da ora un danno gravissimo per Aimeri ambiente che si riserva di agire per la piena tutela dei propri diritti e della propria immagine". La società si dice "pronta a garantire, come sempre, la massima disponibilità a collaborare con le Autorità competenti per fare luce sulle gravi vicende di cui ancora, tuttavia, non conosce nel dettagli i particolari".