lunedì 24 giugno 2013

Ruby, Berlusconi condannato a sette anni Interdizione per sempre dai pubblici uffici.

Berlusconi condannato a 7 anni e interdetto da pubblici uffici


Il pm aveva chiesto 6 anni per concussione per induzione e prostituzione minorile. Ghedini: fuori da ogni logica, faremo appello. Condanna 'breaking news' nel mondo.

Silvio Berlusconi, imputato  a Milano per il caso Ruby, è stato condannato a sette anni per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Il Cavaliere e' stato anche interdetto a vita dai pubblici uffici. Lo hanno deciso i giudici con la sentenza di oggi, stabilendo per lui anche l'interdizione legale per la durata della condanna. 
Il tribunale di Milano ha inflitto a Silvio Berlusconi una pena più alta di quella richiesta dal pubblico ministero Boccassini: sette anni, contro i sei richiesti dall'accusa. I giudici hanno disposto la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e al suo compagno Luca Rizzo.
I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da alcuni testimoni nel corso del dibattimento.
Kharima el Maroug, in arte Ruby, sarebbe partita per il Messico con il compagno Luca Risso in vacanza. Secondo quanto appreso, la coppia sarebbe già dovuta partire una settimana fa ma ha dovuto procrastinare la partenza per motivi legati al volo.
SENTENZA E' 'BREAKING NEWS' NEL MONDO - "L'ex premier Berlusconi condannato a 7 anni di prigione per lo scandalo Rubygate". Così la sentenza a carico di Silvio Berlusconi irrompe come 'breaking news' sui media di tutto il mondo, dai britannici Bbc e Financial Times, dal Wall Street Journal allo spagnolo El Mundo fino al tabloid tedesco Bild e al francese Le Figaro.
WSJ, SENTENZA MINACCIA STABILITA' FRAGILE GOVERNO - "Una sentenza che minaccia di stabilizzare il fragile governo di coalizione in Italia": così il Wall Street Journal sulla condanna di Silvio Berlusconi nel processo che in America è stato ribattezzato 'Ruby heart-stealer', la cui notizia è apparsa immediatamente sulla homepage del sito del giornale americano. "La sentenza fa seguito a un clamoroso processo che ha gettato luce sulla controversa vita privata dell'ex primo ministro italiano", scrive il Wsj.
ALFANO CHIAMA CAV, TIENI DURO ANDIAMO AVANTI - "Ho chiamato il presidente Berlusconi per manifestargli la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di Giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa. L'ho invitato a tenere duro e ad andare avanti". Lo afferma Angelino Alfano.
GHEDINI, SENTENZA FUORI DA OGNI LOGICA - La condanna di Silvio Berlusconi a sette anni di carcere per il caso Ruby è "fuori da ogni logica". Lo ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini, facendo notare come "addirittura i giudici siano andati al di là delle richieste dei pm". "Lo diciamo da due anni e mezzo, tre anni, che qua, a Milano, questo processo non si poteva fare". Lo ha affermato l'avvocato Niccolò Ghedini commentando con i cronisti i sette anni di carcere per Berlusconi per il caso Ruby. "E una sentenza larghissimamente attesa. Faremo appello nei termini di quaranta giorni, dopo che verranno depositate le motivazioni tra novanta giorni", ha aggiunto Ghedini.
SANTANCHE', VERGOGNA, E' UNA SENTENZA POLITICA - "E' una vergogna, è una sentenza politica che con la giustizia non ha niente a che fare". Lo ha detto l'esponente del Pdl Daniela Santanché uscendo dal Palazzo di Giustizia. Santanché ha negato che possano esserci ripercussioni sul Governo. "La giustizia e il Governo sono cose diverse - ha spiegato - se il Governo fa le cose che servono il nostro sostegno è senza se e senza ma". Santanché ha negato anche l'ipotesi che la sentenza possa essere la fine dell'esperienza di Berlusconi politico.
MARYSTELL POLANCO, SONO SCIOCCATA HO DETTO VERITA' - "Sono scioccata non mi hanno creduto, non ci hanno creduto, io ho detto la verità e se mi chiamano di nuovo ripeterò quello che ho sempre raccontato". Lo ha detto all'ANSA Marysthelle Polanco, una delle 'olgettine' più vicine a Silvio Berlusconi, che ha sempre difeso. Polanco é uno dei testimoni per i quali è stata disposta la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti la presunta falsa testimonianza resa durante il dibattimento.
GRUPPO DI MANIFESTANTI ESULTA PER LA CONDANNA - Un piccolo gruppo, composto da una decina di manifestanti, radunato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, ha accolto con applausi e grida di esultanza la notizia della condanna di Silvio Berlusconi. Alcuni di loro hanno intonato l'inno d'Italia. L'esponente del Pdl Daniela Santanché è stata accolta da fischi e insulti da parte dei manifestanti davanti al Palazzo di Giustizia, che hanno gridato "vergogna" quando è uscita dal tribunale. Davanti al Palazzo di Giustizia si sono radunati anche alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle, che hanno esposto la bandiera della forza politica.
BOCCASSINI ASSENTE, IN AULA BRUTI LIBERATI: E' POLEMICA - Era già programmata da tempo la presenza nell'aula del processo Ruby del Procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati per la lettura della sentenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Da tempo, inoltre, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, assente, aveva programmato un periodo di ferie. E' questo il motivo, spiegano dal Palazzo Di Giustizia, per cui a fianco del pm Antonio Sangermano non c'era, come sempre, Ilda Boccassini, ma Bruti Liberati. Infatti, il procuratore capo, quando il 6 aprile 2011 cominciò il dibattimento, era venuto in aula per esprimere la condivisione dell'ufficio con il lavoro dei due pm e, per la stessa ragione, aveva già previsto di essere presente il giorno del verdetto. Solo che allora, poiché già i due pm erano in toga, Bruti aveva abiti 'civili'. Oggi invece, mancando Ilda Boccassini, ha messo la toga."Qual è il significato della presenza del Procuratore Capo Bruti Liberati nell'aula del tribunale di Milano? E' infatti inusuale e molto singolare quanto sta accadendo: lo dobbiamo interpretare come un 'segnale' al collegio giudicante? Se così fosse, sarebbe un preoccupante. Finora il procuratore Bruti Liberati non ha partecipato alle udienze dibattimentali e solo oggi sceglie di essere in aula. Non crediamo alle coincidenze". Lo afferma il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa."Ci sono fatti che hanno una forte valenza simbolica, nei confronti dei cittadini, dei media, e soprattutto di chi si prepara a giudicare. Come mai, oggi e proprio oggi, il procuratore capo Bruti Liberati, nell'imminenza della sentenza, ha ritenuto di essere presente in Aula?". Lo afferma Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl.

Un clochard benefattore



Arrivato al 98esimo anno di età Dobri Dobrev,è un uomo che ha perso l'udito durante la seconda guerra mondiale. Ogni giorno se ne va a 10 km dal suo villaggio con i suoi vestiti fatti in casa e le scarpe di cuoio per la città di Sofia, dove trascorre la giornata chiedendo soldi.

Anche se è molto famoso in città , ben noto da tutti per le sue prostrazioni di grazie a tutti quelli che gli regalano qualcosa, è stato solo di recente scoperto che egli ha donato ogni centesimo che ha raccolto - oltre 40.000 euro - per il ripristino degli orfanotrofi in bulgaria e per pagargli le bollette!!!!per lui tiene solamente gli 80euro della pensione statale...

possiamo definirlo un vero UOMO ...


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domenica 23 giugno 2013

VITA DA PARLAMENTARE.



Lei è la deputata PDL Gabriella Giammanco. L'altro giorno, avvertita di una imminente seduta mattutina alla Camera, ha esclamato: "Ma mi devono montare lo scaldabagno."

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Debbono averle detto che fare la parlamentare del Pdl non le avrebbe comportato alcun impegno e che era come aver ottenuto un posto a tempo determinato e a part time molto ben remunerato.

Finmeccanica usava la mafia. - Lirio Abbate e Paolo Biondani



Per vendere i suoi elicotteri in Africa, il colosso statale italiano si rivolgeva a un potente tesoriere di Cosa Nostra, Vito Roberto Palazzolo, che faceva da 'mediatore' con i governi locali. E' la nuova pista dei pm.

Mafia, armi, tangenti, faccendieri italiani e politici africani. C'è una nuova istruttoria che scotta sugli affari internazionali di Finmeccanica e che potrebbe creare presto problemi per la vecchia gestione del colosso degli armamenti. La procura di Palermo infatti ha trasmesso altri atti ai pm di Napoli ed insieme stanno indagando sui contratti ottenuti dal colosso statale dell'aeronautica nel Continente nero. Ora nell'occhio del ciclone c'è un manager che fino a pochi mesi fa rappresentava Finmeccanica in tutta l'Africa sub-sahariana. Ed è pure sospettato di essersi fatto sponsorizzare da uno dei più ricchi e potenti riciclatori di Cosa nostra: Vito Roberto Palazzolo, grande tesoriere della mafia siciliana diventato un magnate in Sud Africa nonostante le condanne. 

La svolta nell'African Connection è arrivata dalle dichiarazioni di un nuovo testimone, un manager italiano di una società mista che produce aerei, creata da Finmeccanica con un gruppo straniero. Anche lui afferma di aver incontrato Palazzolo a un vertice d'affari, probabilmente in Angola, con due dirigenti di Finmeccanica. «Ce lo ha presentato Chabrat», gli dissero i due colleghi, spiegando che fu lo stesso superiore a farli viaggiare insieme a quello strano «collaboratore del gruppo per l'Africa del Sud». Presentandosi, il signor Von Palace gli lasciò un biglietto da visita, con annotazioni scritte di suo pugno. E ora il testimone ha consegnato tutto agli inquirenti, mettendoli in grado di riscontrare il suo racconto anche con una perizia grafica.

Di qui la svolta. La procura di Palermo comincia a indagare direttamente su Chabrat, che dal 2000 è il fiduciario in Africa di Luigi Orsi, a lungo numero uno di Agusta e poi amministratore delegato di tutta Finmeccanica, fino all'arresto per le presunte tangenti sulla vendita di elicotteri all'India. Dagli accertamenti degli inquirenti sono emersi nuovi elementi, considerati pesanti. Chabrat ora viene accusato di aver parlato apertamente di fondi neri da creare attraverso triangolazioni societarie all'estero: soldi necessari a pagare «ministri africani». Insomma, un altro giro di tangenti milionarie gestite da Finmeccanica, una nuova accusa che chiama in causa un manager legato a Orsi. 


L'inchiesta è un calderone di veleni. Chabrat è sospettato tra l'altro di essere l'ispiratore di una serie di minacce che hanno spaventato il secondo manager italiano: quando ancora nessuno sapeva che fosse un testimone d'accusa, si è sentito dire che, per salvarsi la vita, gli sarebbe servito un bel «programma di protezione». Dopo l'arresto di Orsi, Chabrat è stato allontanato per volontà del nuovo numero uno di Finmeccanica, Alessandro Pansa. 

Ora a Palermo gli inquirenti attendono soprattutto di poter tornare a interrogare Palazzolo, il custode di mille segreti economici di Cosa nostra, che in Thailandia ha già ammesso senza esitazione di conoscere bene Chabrat. Il miliardario mafioso è stato arrestato il 30 marzo 2012 all'aeroporto di Bangkok: tradito da un viaggio d'affari, da una soffiata e da incauti messaggi su Facebook. Certo, a differenza dei normali detenuti ristretti in camerate da 20 persone, Palazzolo ha una stanza singola nell'infermeria del carcere. Ma la Corte suprema thailandese ha già autorizzato l'estradizione in Italia: la difesa ha tentato un estremo ricorso, che dovrebbe decidersi entro sei mesi. 

Appena arrestato in Thailandia, Palazzolo si era detto pronto a farsi interrogare «sui fatti fino al 1984». I pm di Palermo non vogliono porre limiti. Sembrava un principio di collaborazione, in cambio di una "permanenza" agiata nei penitenziari italiani, senza essere sottoposto al 41 bis, il carcere duro. Ma quando gli è stato chiesto dei suoi rapporti con Finmeccanica si è chiuso a riccio. Ha ritirato la sua velata collaborazione e non ha più aperto bocca.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/finmeccanica-usava-la-mafia/2209532

IDEM … - Francesco Briganti



Jerry Zucher, nel film Ghost con Patrick Swaize e Demy Moore,  caratterizza il protagonista del film con la risposta “ … idem …” al “ … ti amo …” dell’innamorata. Idem è un pronome latino (idem, eadem, idem; ndr) la cui traduzione italiana è “ lo stesso, la stessa, la stessa cosa; più sinteticamente detto vale un “ anche io! “. Fatta questa premessa, viene gioco sin troppo facile dire ce l’aspettavamo. Il tutto è chiaramente riferito alla vicenda della nostra amatissima campionessa dello sport Josefa Ancheio che, vincitrice di ben trenta medaglie olimpiche è, a tutt’oggi, ministro di questa repubblica. Dal particolare dell’accaduto si evince che la ministra ha dimenticato, lei dice i suoi amministratori, di versare il balzello dell’imu su di una abitazione palestra che, guarda caso, figura come una prima casa. La ministra, assicura noi tutti che, essendo stata da lei, ma io azzarderei nel dire “soprattutto da noi”, scoperta la cosa rimedierà immediatamente provvedendo al pagamento del dovuto maggiorato delle more e degli interessi eventualmente maturati.  Bisogna, è d’obbligo, dire che non potrebbe, neanche volendo, esimersi dal farlo perché se non lo faceseci penserebbe l’autorità costituita ad obbligarla; ragione per cui non v’è alcun merito in questo così come non è una scusante il dire “… non ne sapevo nulla!”. La legge non ammette ignoranza e questo è già esaustivo di per sé: quando poi si ha la furbizia di avere due prime case, una intestata a proprio nome ed un'altra rogitata al proprio marito diventa difficile credere che la cosa non sia stata studiata a tavolino e concordata con quegli amministratori che hanno dimenticato di avvertirla. E’ d’obbligo ancora fare un’altra riflessione e cioè che la ministra Ancheio pagherà oggi con tanta sofferta penitente contrita solerzia quella tassa che non ha pagato prima, ma lo farà con i nostri soldi e cioè traendo la spesa dagli introiti ricevuti come ministra. Oh, so bene che la ministra Ancheio ha di certo soldi suoi al di fuori dello stipendio da parlamentare e ministra, ma è un fatto che, comunque, tale stipendio va ad ingrassare il conto in banca di qualcuno che quel conto in banca l’ha già bello e che oliato evadendo il dovuto al fisco e quindi il così vantato redde rationem alla fin fine non ha alcun costo se non per le nostre tasche. La ministra ANCHEIO si deve dimettere?; “… e perché?” rispondo io.  La Idem, nome omen, ha già dimostrato di essere un’ottima italiana evadendo l’imu, dunque perché esaltare la sua parte tedesca costringendola ad un gesto che di italiano non avrebbe nulla?. La ministra Ancheio deve fare esattamente come i tanti esempi che questo parlamento ci mostra quotidianamente e cioè restare al suo posto come se niente fosse successo  continuando a giurare sulla propria onestà redenta e vidimata, d’altronde, da una confessione e da un capo, per il bene della nazione, coperto di cenere, ma impegnato ai massimi livelli contro la disonestà, la rivalutazione e la salvaguardia delle donne. Idem o Ancheio come vedete non fa differenza!. E poi, siamo sinceri, chi di noi non almeno due prime case quando non tre o quattro; chi di noi potendo evadere un centesimo non lo fa tranquillamente senza troppi complessi di colpa; chi di noi non preferisce dare un pezzo di pane ai propri figli piuttosto che darlo all’erario; chi di noi, ancora, non accende un cero alla Madonna ogni volta che riesce a mettere qualche migliaio di euro nel salvadanaio riservato alla vecchiaia?. Chi di noi, infine, una volta scoperto non si pente e ne riceve benevola acquiescenza dallo stato il quale apprezza e dice a Strozzitalia di trattarci con riguardo?. Come dite?. Lo stato non apprezza il nostro comportamento e non intercede con gli strozzini legalizzati?; non riucite a mettere qualche miglio di euro da parte per la vecchiaia?; siete così fessi da sacrificare i vostri figli per pagare le tasse? . Beh!, che volete farci, VOI MICA AVETE VINTO ALLE OLIMPIADI. 

https://www.facebook.com/notes/francesco-briganti/ancheio-/141535136050424

sabato 22 giugno 2013

Rendiamo noto ciò che la stampa tace.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=492992170777716&set=a.167172016693068.42388.163818167028453&type=1&theater

Sirene, il mistero svelato. - Discoverychannel


Quanto c’è di vero sulla leggenda della mitica sirena? 


In uno speciale che unisce scienza e fiction, "Sirene: il mistero svelato" ripercorre eventi reali e strani fenomeni attraverso la storia di due scienziati convinti di aver trovato i resti di una creatura marina, mai identificata, che avrebbe delle caratteristiche umane.
Basando le loro argomentazioni sull’ipotesi evoluzionistica della 'Teoria della scimmia acquatica', secondo i due scienziati le sirene potrebbero essersi evolute sin dalle prime origini dell’uomo e continuano ad esistere ancora oggi.
Attraverso le immagini realizzate grazie alla computer grafica, le testimonianze, i filmati e le fotografie che dimostrano come potrebbe essere l’aspetto di queste creature, l’affascinante programma indaga sulla possibilità che le sirene esistano realmente e che ancora oggi si nascondano fra le onde dell’oceano.

Ecco il video inquietante che ha mandato in onda durante la trasmissione:
Sarà vero?
Di sicuro sappiamo che ne parla la mitologia, e che esistono moltissime raffigurazioni di sirene ad opera di tutte le civiltà esistite sulla terra.
Sirena assira a due code.
oannes-sumeri
Uomo pesce sumero.
sirene-umanoidi-acquatici-09
Sirene ritrovate in una grotta egiziana munite di lance e retini.