venerdì 16 maggio 2014

Pavia, oggi.



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Infiltrazioni clan in Toscana,18 arresti.



Inchiesta DDA di Napoli su Casalesi,coinvolti anche 2 poliziotti.

Le Squadre Mobili di Caserta e Firenze, coordinate dallo Sco, stanno arrestando 18 persone, alcune ritenute legate al clan dei Casalesi, coinvolte in un'inchiesta della Dda di Napoli su infiltrazioni della camorra in Toscana. Implicati anche 2 poliziotti in servizio presso la Presidenza del Consiglio e alla Camera dei Deputati: Franco Caputo, napoletano di 56 anni, e Cosimo Campagna, 57 anni, originario di San Pancrazio Salentino (Brindisi).
Le indagini sulla violazione del segreto istruttorio e sulle attività dei due agenti di Polizia, ai domiciliari, secondo indiscrezioni potrebbero incrociarsi con la vicenda degli appalti dell'Expo che vede coinvolto l'ex ministro Scajola. I due agenti sono accusati di avere rivelato informazioni coperte da segreto istruttorio: al poliziotto in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (ufficio tecnico logistico gestionali) viene contestato di avere fornito a persone indagate, ritenute affiliate al clan dei Casalesi, informazioni su attività di intercettazione nei loro confronti. Secondo gli inquirenti avrebbe anche reso informazioni segrete a politici, imprenditori e alte cariche di apparati pubblici. Dati che carpiva anche da altri uffici e da colleghi per poi comunicarle all'esterno.
Al poliziotto in servizio presso la Camera dei Deputati (Ispettorato Generale di PS) viene contestato di essersi introdotto illecitamente nella banca dati per verificare i precedenti penali di una persona e acquisire informazioni su eventuali procedimenti penali e indagini nei suoi confronti. Tra i destinatari dei provvedimenti emessi dal gip di Napoli (14 in carcere e 4 ai domiciliari), figurano persone ritenute dagli inquirenti affiliate alle famiglie Schiavone, Iovine e Russo del clan dei casalesi.
La polizia sta anche effettuando delle perquisizioni. In casa di Franco Caputo, uno dei due agenti, sono stati trovati numerosi tesserini con il logo Federcalcio. A lui, secondo gli investigatori, avrebbe fatto riferimento anche un funzionario della Lega Nazionale Dilettanti della Figc Calcio per chiedere informazioni su un calciatore extracomunitario. Caputo, secondo gli investigatori, avrebbe anche fornito informazioni riservate riguardo il giro di false fideiussioni da 230 milioni di euro su cui ha indagato la Procura di Pescara. Altre notizie coperte da segreto, il poliziotto le avrebbe fornite a Francesco D'Andrea, fratello di un affiliato alla 'ndrangheta già condannato per associazione mafiosa e traffico di cocaina. Grazie alle sue soffiate, infine, un carrozziere casertano vicino al clan dei Casalesi sarebbe riuscito a "bonificare" alcune vetture usate dagli affiliati dalle "cimici" sistemate dalle forze dell'ordine nell'ambito di indagini sulle attività illecite della camorra casertana.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione di armi, estorsione, traffico e spaccio di stupefacenti. I due agenti della Polizia di Stato sono accusati di favoreggiamento e rivelazione di segreto alcune ritenute legate al clan dei Casalesi.

Alessandra Moretti



Bologna, 12 mag. – “Ci siamo ripresi la piazza”. Alessandra Moretti decide di aprire con queste parole il dibattito organizzato in piazza Maggiore a Bologna.

 



Cetta.

Moretti bugiarda. - Luigi Di Maio



La plurinominata Moretti vive in un mondo vecchio, in cui se dici una balla in tv questa diventa realtà. Oggi c'è la Rete e per essere smascherati ci vuole mezzo secondo. La Moretti è priva di qualsiasi credibilità.



"Nel rispondere a Beppe Grillo che gli chiedeva notizie sui 45 milioni di euro di rimborsi elettorali presi dal Pd, ieri Alessandra Moretti, candidata alle europee per il Pd, si è avvitata in una serie di menzogne degne del suo Presidente del Consiglio Renzie detto "il bomba".


1) La Moretti risponde che le spese elettorali della sua campagna sono sul suo sito internet sin da ora. 

FALSO: Il suo sito è disabilitato e non c'è traccia di rendicontazioni. 
Forse perché dovrebbe dichiarare anche la cena elettorale con il Presidente della Maltauro spa, azienda inquisita nell'inchiesta Expo e il cui proprietario è stato arrestato. 
Tra l'altro chiede che il Movimento 5 Stelle debba rendicontare sin da ora le spese elettorali. Come si faccia a rendicontare spese ancora non sostenute, mi sfugge.

2) Sui rimborsi elettorali presi dal Pd alle ultime elezioni politiche (46 milioni di euro) la Moretti risponde dicendo che "il pd ha un bilancio certificato disponibile online". 

FALSO! Sul sito del Pd non è disponibile proprio il bilancio che dovrebbe rendicontare i rimborsi elettorali in questione, il bilancio 2013 non c'è
Inoltre fate sapere ai vostri elettori che fine hanno fatto i 4.600.000 euro che avete incassato alle ultime primarie (con i 2 euro dei cittadini) di cui avete dichiarato spesi solo 1.100.000 euro e di cui non esiste alcun rendiconto ufficiale.

3) "Di Maio usa la carta intestata della Camera per cercare il consenso degli imprenditori". FALSO. Io rispondo alle lettere degli imprenditori che mi scrivono e che voi avete abbandonato. E lo faccio sempre a spese mie (compro i francobolli). Nonostante riceva oltre 50 tra email e lettere ogni giorno, di imprenditori disperati e cittadini disoccupati.
La vostra arroganza è pari alla vostra falsità." 


Luigi Di Maio, portavoce M5S alla Camera


http://www.beppegrillo.it/2014/05/morettibugiarda.html

giovedì 15 maggio 2014

Corte Conti apre inchiesta su Expo. - Francesca Brunati




Indagine per accertare possibili profili di danno erariale nella gestione della gare di appalto per Expo 2015. Boccassini conferma doppio pediamento durante inschiesta.

La procura regionale della Corte dei conti per la Lombardia ha avviato un'indagine per accertare possibili profili di danno erariale nella gestione della gare di appalto per Expo 2015 in seguito all'inchiesta della procura di Milano sulla cosiddetta 'cupola degli appalti'.
Da quanto si legge in una nota della procura regionale della Corte dei Conti, l'inchiesta su possibili profili di danno erariale è "in stretta connessione con i recenti provvedimenti della magistratura penale in materia di gestione delle gare di appalto di Expo 2015". Nel comunicato inoltre si afferma che "l'odierna inchiesta si affianca alla recente indagine in corso relativa alla truffa ai danni della Regione tramite Infrastrutture Lombarde per svariate illegalità nell'attività contrattuale, nonché sui numerosi fascicoli aperti sugli appalti negli ospedali lombardi, attualmente in fase istruttoria".
Per le indagini su Expo e su Infrastrutture Lombarde è stato costituito un apposito pool di magistrati contabili guidato dal procuratore regionale Antonio Caruso e che si avvarrà dell'ausilio del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano.
La procura di Milano, intanto, ha dato parere negativo alla richiesta di arresti domiciliari avanzata da Angelo Paris l'ex manager di Expo finito in carcere nell'inchiesta sulla 'cupola degli appalti'. Secondo i pm pur avendo fatto ammissioni davanti al gip deve ancora chiarire molti aspetti della vicenda. Angelo Paris, secondo i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, allo stato ha fatto ammissioni ma sommarie. Lunedì scorso infatti l'ex manager di Expo, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabio Antezza, aveva cominciato a dare chiarimenti spiegando che si era fatto coinvolgere nel "sistema" organizzato dalla "cupola degli appalti". E proprio affinché chiarisca altri aspetti della vicenda verrà interrogato, dai pm la prossima settimana così come l'esponente ligure dell'Udc Sergio Cattozzo (anche lui in carcere).
Il pm di Milano, Ilda Boccassini, nella sua audizione davanti al Csm,ha confermato che nell'inchiesta sull'Expo c'è stato un doppio pedinamento, la cui responsabilità sarebbe stata del collega Alfredo Robledo. "Erano tutte e due forse della Guardia di Finanza di Milano", ha spiegato Boccassini a proposito degli uomini che stavano eseguendo i pedinamenti. L'aliquota che lavorava con i pm Gittardi e D'Alessio, ha raccontato Boccassini, "ha fatto 3.000 passi indietro appena ha visto i colleghi che erano sullo stesso osso e se ne sono andati". Il procuratore aggiunto di Milano ha raccontato che la vicenda è accaduta "in tempi recenti, quando le richieste di misura cautelare erano già state inoltrate all'ufficio del gip".

Compagni di merende.



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Genovese si è costituito in carcere a Messina dopo l’ok della Camera.

Genovese si è costituito in carcere a Messina dopo l’ok della Camera

Il parlamentare del Pd Francantonio Genovese si è costituito nel carcere di Gazzi a Messina. Il deputato, rientrato in Sicilia oggi da Roma, prima di consegnarsi all’autorità giudiziaria è passato da casa a salutare i suoi familiari. Genovese è arrivato in auto accompagnato da uno dei suoi legali. Per il parlamentare del Pd oggi la Camera ha concesso l’autorizzazione all’arresto avanzata dal gip di Messina su richiesta della Procura peloritana nell’ambito di un’inchiesta sulla formazione professionale regionale. I reati ipotizzati sono di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, peculato e truffa. L’ordinanza cautelare di custodia gli sarà notificata dalla squadra mobile della Questura nell’istituto penitenziario di Gazzi. 
Dalla Camera dei deputati al carcere di Messina, passando dall’aeroporto di Reggio Calabria e arrivando in Sicilia in traghetto. E’ il percorso scelto da Genovese dopo l’annuncio che Montecitorio avrebbe votato sulla richiesta di autorizzazione a procedere al suo arrestoe che aveva avuto parere positivo in Commissione. Quando è chiaro che la Camera esprimerà la sua decisione nel pomeriggio, Genovese anticipa i tempi e annuncia che andrà a costituirsi, come aveva già da tempo detto. L’esponente non è in aula quando i suoi colleghi votano: lascia Roma in aereo e mentre a Montecitorio arriva l’esito finale lui è ancora in volo. La notizia gli arriva all’aeroporto di Reggio Calabria dove atterra. In auto lascia l’ultimo lembo meridionale del continente e si reca a Messina attraversando lo Stretto su un traghetto della Caronte, che la sua famiglia in parte controlla.
Prima del suo arrivo giornalisti, fotografi e operatori televisivi si “piazzano” davanti il carcere di Gazzi e la casa del deputato in contrada Torre Faro-Ganzirri. E’ nella sua abitazione che si reca per trascorre alcune ore in compagnia dei familiari, per un saluto, e anche per preparare un ‘borsonè da portare nell’istituto penitenziario. L’ultimo atto si consuma intorno alle 21: Genovese esce da casa e arriva in pochi minuti in auto nel carcere di Gazzi, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Antonino Favazza, per costituirsi. L’ordinanza cautelare di custodia, che ipotizza i reati di associazione per delinquere, truffa e frode fiscale gli viene notificata dalla squadra mobile della Questura nell’istituto penitenziario.