giovedì 8 settembre 2016

I “MEDIA “ DI MODA , CADUTI SUL LUMINO DELL’ART.335 C.P.P. - Romano Dolce

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Se è vero che le bugie hanno avuto sempre le gambe corte,a Pinocchio venne anche il naso visibilmente prominente.
La menzogna,tuttavia, per acquistare la dignità di essere raccontata,deve sottostare alla prova oggettiva di un presupposto omesso o mascherato.
Le correnti voci delle correnti più informate della comunicazione hanno decretato il taglio della testa politica della dottoressa Muraro, ma hanno omesso di collegare giuridicamente l’art. 335 del codice di rito con le reiterate affermazioni della citata Muraro che ha costantemente dichiarato che, non avendo ricevuto alcuna “informazione di garanzia”, raccomandata soltanto dall’art.369 c.p.p., nulla poteva riferire (neanche a se stessa) sul merito della ventilata “notitia criminis”, iscritta nell’apposito registro, previsto dal citato art. 335.
Tale norma processuale ,invero, riconnette, in capo all’organo titolare dell’azione penale,uno specifico ed indilazionabile obbligo giuridico di procedere ,“immediatamente”, alla iscrizione di un fatto notiziato come reato,nell’apposito registro,ex art 335, esistente presso ogni ufficio di Procura.
Detto registro, modulato dal decreto ministeriale 30/09/1989,riportando anche le iscrizioni di fatti penalmente irrilevanti (cosiddetto modello 45) è segretato e assolve la funzione di documentare il momento genetico della fase preliminare di indagini che possono sfociare o nell’esercizio dell’azione penale pure nella richiesta di archiviazione.
Detta segretezza è imposta dalla ragione che il legislatore non poteva consentire che le iniziali e delicate indagini “preliminari” ,portate a conoscenza all’eventuale indagato,avrebbero intralciato l’accertamento dei fatti,con la conseguente alterazione o soppressione degli elementi probatori acquisiti o in elaborazione.
In conclusione,alla stregua di quanto esposto, è doveroso chiedersi in quale modo la dottoressa Muraro avrebbe potuto mentire su fatti che non erano a sua conoscenza,perchè legalmente segretati ?
La Signora Muraro,prima di essere raggiunta dalla “informazione di garanzia”,non era nelle , condizioni soggettive ed oggettive di mentire. Altri, affrettatamente, hanno tenuto chiuso il codice di procedura penale, annullando, per cremazione, il negletto art.335 sopra menzionato.,con buona pace anche del simpatico Pinocchio.
Dott. Romano Dolce.


Postato da Giulio Adani su fb. dell'8 sett.
https://www.facebook.com/giulio.adani?hc_ref=NEWSFEED&fref=nf

Milano, non solo Cinque Stelle: tutti i guai del sindaco Giuseppe Sala. - Gianni Barbacetto


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Il dossier - Mille e una grana - Prima sotto inchiesta, poi la nomina del socio come assessore al Bilancio. E ancora, doppio capo di gabinetto e segretario lampo: in poco più di 2 mesi.

Quiz. Chi è il sindaco di una grande città italiana che è iscritto nel registro degli indagati, che ha avuto problemi con la nomina di qualche suo assessore e polemiche feroci sulla scelta del suo staff? Virginia Raggi, direte voi. Sì, ma ce n’è un altro le cui vicende, a differenza di quelle del sindaco di Roma, non sono state raccontate da alcun giornale (tranne il Fatto Quotidiano): è Giuseppe Sala, primo cittadino di Milano. Raggi/Sala: due pesi e due misure.
L’indagato. Non era ancora stato eletto primo cittadino, e Sala era già iscritto nel registro degli indagati. Per aver mentito ai cittadini. Nel febbraio del 2015, da amministratore delegato di Expo, firma (“Sul mio onore dichiaro…”) un’autocertificazione in cui “dimentica” di segnalare, tra le sue proprietà e attività economiche, una casa in Svizzera, un’immobiliare in Romania e una società in Italia (Kenergy). Dopo un articolo del Fatto ripreso dall’esposto di un politico di centrodestra, la Procura apre un fascicolo, in gran segreto, “a modello 21”, cioè con iscrizione di Giuseppe Sala nel registro delle notizie di reato a carico di persone note. Ora la Procura milanese ha davanti due strade: la prima è considerare il comportamento di Sala un possibile reato, falso in autocertificazione, pene fino a 2 anni di reclusione; oppure, più probabilmente, ritenerlo un illecito amministrativo. In questo caso, il pm chiederà al gip di archiviare il procedimento e di trasmettere gli atti al prefetto di Milano, l’autorità che ha il potere di comminare le sanzioni amministrative previste. In ogni caso, un brutto inizio per il nuovo sindaco di Milano. In precedenza, Sala era stato indagato per abuso d’ufficio, e poi archiviato, per l’appalto della ristorazione Expo concesso senza gara a Oscar Farinetti, grande amico e sostenitore di Matteo Renzi.
Il socio. Sala offre l’assessorato più “pesante”, quello al Bilancio, arricchito della delega al Demanio, a Roberto Tasca, professionista e professore universitario, presidente della vigilanza di Fondo Strategico Italiano e di Simest (entrambi di Cassa Depositi e Prestiti), ma soprattutto socio negli affari privati di Sala. È sua una quota di Kenergy, una delle società (produce energia elettrica) che Mr. Expo ha “dimenticato” di dichiarare nell’autocertificazione giurata del 2015. “Ma non c’è alcun conflitto d’interessi”, ha tagliato corto Sala.
L’indagata. Chi nomina segretario generale del Comune di Milano? Sala sceglie una persona imputata per reati contro la Pubblica amministrazione, a cui deve revocare la nomina dopo soli cinque giorni. Antonella Petrocelli era segretario generale del Comune di Como nel 2014, quando aveva conferito gli incarichi per la progettazione della terza variante del piccolo Mose comasco, il sistema di paratie che con i suoi cantieri, bloccati da anni, deturpa il lungolago della città lariana. Quella variante, oggetto di una inchiesta della Procura di Como, è considerata illegittima. Dunque Petrocelli aveva ricevuto un avviso di garanzia per turbativa d’asta. La notizia era nota, notissima. Eppure Sala sceglie Petrocelli per metterla al vertice dell’amministrazione comunale. Nominata venerdì 15 luglio 2016. Con una strana clausola: “L’incarico sarà interrotto immediatamente nel caso in cui l’autorità giudiziaria adotti provvedimenti ulteriori, quali la richiesta di rinvio a giudizio o altro atto da cui risulti l’esistenza di fondati indizi a carico dell’interessata”. In realtà, già il giorno prima, giovedì 14 luglio, il giudice delle indagini preliminari di Como aveva disposto per Petrocelli il giudizio immediato per turbativa d’asta, processo fissato per il 24 novembre 2016. A Milano se ne accorgono solo cinque giorni dopo e mercoledì 20 luglio cacciano la funzionaria: l’incarico più breve nella storia di Palazzo Marino.
Doppio gabinetto. Come direttore generale del Comune, Sala sceglie Arabella Caporello, fondatrice di un circolo Pd di Milano e manager con in curriculum un passaggio importante: quello alla Leopolda di Renzi. Come capo di gabinetto, Sala chiama al volo Mario Vanni, avvocato. È un premio per il lavoro fatto in campagna elettorale: Vanni, tesoriere del Pd milanese, è stato il coordinatore della comunicazione e della promozione politica, attività determinanti per la vittoria di Sala. Il sindaco lo chiama con nomina diretta, senza gara, con stipendio da dirigente. Ma Vanni non è dirigente e secondo la legge Madia non può fare il capo di gabinetto. Così il sindaco si deve tenere anche il vecchio capo di gabinetto di Giuliano Pisapia, con il compito di firmare gli atti che Vanni non può firmare. Poi, per sanare il pasticcio, confeziona una gara (su misura?): bando il 7 luglio 2016, presentazione domande entro il 18 luglio. Indovinate chi ha vinto? Vanni.
Sala magica. I collaboratori più fidati di Sala a Palazzo Marino vengono tutti da Expo e sono passati per la campagna elettorale. Due consulenti d’oro: Roberto Arditti e Marco Pogliani, uomini di pubbliche relazioni dell’esposizione, poi della campagna per Sala sindaco, ora sono premiati con due ricchi contratti di consulenza. Niente gara, ma due “selezioni con procedura comparativa per professionisti esterni all’amministrazione”. Avviso aperto il 16 agosto, chiuso il 26 senza graduatoria ma con i soli nomi dei vincitori. Stefano Gallizzi, paziente ed efficiente uomo-stampa di Expo e poi della gara elettorale, ora è portavoce del sindaco, affiancato da Valentina Morelli, che teneva l’agenda della campagna. Avete mai letto polemiche o dubbi su queste vicende?

Facciamo chiarezza, di Virginia Raggi.

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Facciamo chiarezza. 
Voglio spiegare con semplicità cosa è accaduto o, meglio, cosa sta accadendo. 

Stiamo aspettando di leggere il fascicolo della procura che riguarda l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. Le ho imposto, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini – che vengono prima di tutti - di lavorare per mantenere pulita Roma.
In merito alla sua posizione non c’è un fatto, un riferimento temporale o un luogo o una circostanza specifica per capire di che si tratta. 
Non c’è altra informazione. Lo ripeto: vogliamo leggere le carte. Ci auguriamo e chiediamo che arrivino quanto prima.
E siate certi che nel caso ravvisassimo profili di illiceità, agiremmo di conseguenza. Sconti non ne abbiamo mai fatti a nessuno e continueremo a non farli.
Lo dico chiaro a tutti: saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche.
Non è passato giorno senza che ci sia un attacco, un’accusa. Io ho le spalle larghe e non ho paura. Voglio migliorare Roma. Sono stati giorni e notti di lavoro senza sosta. Mi sto dedicando anima e corpo alla città. Siamo dei cittadini chiamati a ricostruire dopo 30 anni di cancrena di un sistema politico corrotto. 
Inoltre, ho deciso di prendere dei provvedimenti per la riorganizzazione della macchina amministrativa.
Ma ora Roma ha bisogno di altri e più urgenti interventi. Io e la mia giunta siamo stati chiamati a lavorare per questo. Diamo fastidio a qualcuno ma nessuno ci fermerà.
P.S.: L’attuale vice capo di gabinetto Raffaele Marra sarà ricollocato in altra posizione

M5s a Roma, perché stavolta sto con la Raggi e coi Cinque Stelle. - Diego Fusaro

M5s a Roma, perché stavolta sto con la Raggi e coi Cinque Stelle


Non sono del Movimento Cinque Stelle. Sono un osservatore esterno, che da sempre guarda con curiosità e interesse al Movimento, pur senza aderirvi e, spesso, senza risparmiare critiche anche serrate. In questo caso, tuttavia, la mia solidarietà al Movimento e alla Raggi è incondizionataQuello che sta accadendo a Roma è indecoroso. Stanno cercando, mediante l’opinione pubblica manipolata e la leva degli illeciti (i quali, ove vi siano, vanno ovviamente puniti a norma di legge), di delegittimare integralmente un movimento politico che ha democraticamente vinto le elezioni e che, peraltro, nemmeno ha ancora avuto modo di iniziare davvero ad amministrare Roma.
Con le parole di Gramsci, che ovviamente non era (né avrebbe potuto essere) del Cinque Stelle e che sicuramente oggi sarebbe bollato come “complottista” e “populista” dal Ministero della Verità, “lo Stato quando vuole iniziare un’azione poco popolare crea preventivamente l’opinione pubblica adeguata” (Quaderni del carcere). Questo è il punto. I poteri forti e, con essi, quel Pd che è loro servo fedele e che non fa mistero di tutelare gli interessi del capitale contro il lavoro (leopolde varie con Serra, attacco ai lavoratori del Colosseo, elogi sperticati di Marchionne, ecc.), hanno già deciso: il Cinque Stelle deve essere abbattuto e delegittimato. Perché è di impaccio rispetto a essi.
Non ho mai fatto mistero dei limiti del Cinque Stelle (assenza di una linea cultural-politica precisa, di una chiara forma partitica, ecc.), né dei suoi meriti: tra questi ultimi, il superamento della dicotomia obsoleta di destra e sinistra, l’individuazione del nemico principale nel capitale finanziario e nelle sue propaggini (Unione europea, Usa, ecc.). Il fatto che oggi il Cinque Stelle stia subendo questo vile e abominevole linciaggio mediatico a reti unificate è la spia che ci segnala evidentemente quanto esso sia sgradito ai poteri forti e, di conseguenza, ai loro cani da guardia, in primis al circo mediatico, al clero giornalistico prezzolatissimo e agli intellettuali a guinzaglio più o meno corto.
La vicenda delle Olimpiadi di Roma mi pare dirimente: la Raggi s’è giustamente opposta alle Olimpiadi, andando a toccare interessi immensi di poteri forti che ora, com’è naturale, hanno deciso di prenderla di mira. Questo è il punto. Proprio come accadde con Marino, sempre a Roma. È, ancora una volta, il modello di Mani Pulite (1992), colpo di stato giudiziario ed extraparlamentare con cui, in nome della lotta alla corruzione, si eliminò una prima Repubblica centrata sui diritti sociali e sul lavoro per aprire la strada alla “rivoluzione liberista” della distruzione del sociale, del lavoro e dei diritti.
Svegliamoci, prima che sia troppo tardi. E, soprattutto, aderiamo al movimento degli “apoti”, come li chiamava Prezzolini: ossia di quelli che non si bevono tutte le menzogne che il circo mediatico senza tregua propina.

mercoledì 7 settembre 2016

L'impatto planetario che portò il carbonio sulla Terra.

Rappresentazione artistica della collisione fra la Terra e un pianeta simile a Mercurio (fonte:  Passwaters/Rice University based on original courtesy of NASA/JPL-Caltech)   
Rappresentazione artistica della collisione fra la Terra e un pianeta simile a Mercurio 
(fonte: Passwaters/Rice University based on original courtesy of NASA/JPL-Caltech)

Miliardi di anni fa, l'impatto della Terra primordiale con un pianeta allo stato embrionale simile a Mercurio ha arricchito il mantello terrestre di carbonio, ponendo le basi per lo sviluppo della vita. Lo dimostra un modello sviluppato da simulazioni in laboratorio in condizioni di temperatura e pressione elevate, simili quelle presenti all'interno dei pianeti(red)


Tutto o quasi il carbonio che è alla base della vita sulla Terra deriva da una collisione avvenuta 4,4 miliardi di anni fa tra il nostro pianeta e un pianeta allo stato embrionale simile a Mercurio. È quanto emerge da uno studio pubblicato su “Nature Geoscience” da Rajdeep Dasgupta e colleghi della Rice University di Houston e della Woods Hole Oceanographic Institution a Woods Hole, in Massachusetts.


La scoperta mette fine a una questione dibattuta da molti anni sullo sviluppo della vita sulla Terra, dato che la maggior parte del carbonio che contiene avrebbe dovuto disperdersi nello spazio nelle fasi primordiali di evoluzione del nostro pianeta o rimanere intrappolato nel nucleo.

Il nucleo terrestre è costituito per la maggior parte da ferro, che rende conto di circa un terzo della massa del pianeta. Il mantello, ricco in silicati, rende conto invece dei rimanenti due terzi e si estende per poco meno di 3000 chilometri al di sotto della superficie terrestre. Crosta e atmosfera della Terra sono così sottili che rendono conto di meno dell'uno per cento della massa planetaria.

Mantello, atmosfera e crosta si scambiano costantemente elementi chimici, compresi quelli necessari alla vita. Ma se l'iniziale distribuzione di carbonio è evaporata nello spazio o si è concentrata nel nucleo, da dove viene il carbonio che si osserva nel mantello e nella biosfera?

“Un'idea largamente condivisa è che gli elementi volatili come carbonio, zolfo, azoto e idrogeno si sono aggiunti dopo la formazione finale del nucleo terrestre”, ha spiegato Yuan Li, che ha collaborato allo studio. “Questi elementi sarebbero arrivati sulla Terra con meteoriti e comete più di 100 milioni di anni dopo la formazione del sistema solare, evitando l'intenso calore dell'oceano di magma che ricopriva la Terra 

nelle epoche precedenti; il problema di questa ipotesi è che sebbene renda conto dell'abbondanza di molti di questi elementi, non ci sono meteoriti noti in grado di produrre il rapporto di elementi volatili osservati nella porzione di silicati del nostro pianeta”.

Da molti anni, Dasgupta e colleghi cercano di elaborare un modello che spieghi l'abbondanza di carbonio e di altri elementi nel mantello. Grazie a una pressa idraulica, in laboratorio ricreano le condizioni di alta pressione e alta temperatura presenti all'interno della Terra, fino a circa 300 chilometri di profondità, oppure in corrispondenza dell'interfaccia nucleo-mantello di piccoli pianeti rocciosi come Mercurio.

A partire dal 2013, in particolare, gli sforzi di questo gruppo di ricerca sono stati dedicati a capire in che modo possa diminuire l'affinità del ferro per il carbonio. E quindi a spiegare perché questo elemento non è rimasto confinato nel nucleo. L'ispirazione è venuta dalla constatazione che Marte ha un nucleo ricco di zolfo, e che quello di Mercurio è ricco di silicio. Da qui l'ipotesi che questi elementi possano essere presenti anche nel nucleo terrestre, sfidando la visione corrente secondo cui esso sarebbe costituito solo da ferro, nichel e carbonio.

Gli esperimenti hanno dato ora i loro frutti. Hanno infatti rivelato che il carbonio potrebbe essere stato escluso dal nucleo e relegato nel mantello di silicati se le leghe di ferro nel nucleo fossero state ricche sia di silicio sia di zolfo. “I dati cruciali hanno mostrato in che modo la ripartizione del carbonio tra le porzioni metalliche e di silicati dei pianeti di tipo terrestre cambia in funzione di variabili come temperatura, pressione e contenuto di zolfo e di silicio”, ha aggiunto Li.

Una volta spiegato come si distribuisce il carbonio tra nucleo e mantello, non restava che trovare una fonte plausibile per l'abbondanza osservata di questo elemento.

“Uno scenario che spiega il rapporto tra carbonio e zolfo e l'abbondanza del carbonio è quello di un pianeta embrionale simile a Mercurio, che aveva già un nucleo ricco di silicio, entrato in collisione con la Terra, da cui alla fine è stato assorbito”, ha concluso Dasgupta. “La dinamica dell'evento è stata tale che il nucleo di questo pianeta potrebbe essere finito direttamente nel nucleo della Terra, mentre il mantello ricco di carbonio si sarebbe miscelato con quello del nostro pianeta”.




Rappresentazione grafica della collisione fra la Terra e un pianeta in formazione simile a Mercurio (fonte: Rajdeep Dasgupta]


"LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa" di Antonella Randazzo - recensione di Roberto Renzetti

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   LA NUOVA DEMOCRAZIA. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa - 
   Antonella Randazzo (Zambon Editore, 2007)

Con la sconfitta del nazifascismo abbiamo creduto di esserci liberati dai più pericolosi criminali. Ma oggi, alla luce di nuovi documenti e di nuove testimonianze, possiamo sostenere che così non è. I crimini sono stati soltanto spostati dall'Europa alle aree del Terzo Mondo, col pretesto di "portare la libertà" ai popoli. In nome della libertà e della democrazia sono stati commessi innumerevoli crimini e genocidi. 


Il titolo "La Nuova Democrazia", riprende la definizione che il dittatore Augusto Pinochet dette alla nuova situazione cilena creatasi dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo". Le "Nuove Democrazie" sono oggi tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. 


Il mondo di oggi è tutt'altro che liberato da coloro che si arrogano il potere di commettere crimini, nel nome di un'ideologia che trova nel profitto e nel potere il suo unico Dio. 

Questa sconcertante realtà ci viene resa incomprensibile dai media, che mostrano immagini raccapriccianti di bambini in fin di vita per la fame e non ci spiegano a cosa tutto ciò è dovuto.
Impediscono l'emergere del paradosso di un Occidente che si professa evoluto e scientificamente avanzato, ma che non è capace di salvare molti esseri umani dalla morte per fame. Corpi di immigrati vengono mostrati galleggianti, senza vita, nello Stretto di Gibilterra, ma non ci spiegano le ragioni politiche ed economiche che costringono queste persone a fuggire dal loro Paese rischiando la morte. I media ci mostrano guerre e guerriglie ma non ci dicono chi produce e vende le armi che rendono possibile tutto ciò. 


E' arrivato il momento di mettere tutti i tasselli del puzzle al loro posto, per rendere possibile la totale comprensione della realtà. E per dire chi sono i responsabili dei crimini.
Questo libro fa luce sulle cause dei problemi più gravi che vessano l'umanità. Senza reticenze indica le cause e i suoi responsabili.
Leggendo questo libro il lettore imparerà inoltre a conoscere fenomeni economici che le facoltà di economia si guardano bene dall'insegnare: il principale merito di quest'opera è quello di aver finalmente spiegato in termini comprensibili il geniale e perverso meccanismo attraverso il quale un pugno di finanzieri nordamericani tiene in ostaggio i cittadini USA e del resto del mondo facendo pagare ai popoli oppressi persino gli stessi costi della repressione di cui essi sono vittime. 


Lo sapevate che la famosa "Federal Reserve Bank" non è né federale né pubblica, bensì di proprietà privata del gruppo Rockfeller?

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Nonostante il libro faccia impietosamente luce sugli orrori di cui alcuni esseri umani sono capaci, le conclusioni non sono pessimistiche. Al contrario, l'idea di fondo è che scovare i crimini sia il primo passo per non renderli impuniti e per realizzare un mondo migliore. Il libro non individua soltanto i crimini del gigante imperiale, ma anche i suoi piedi d'argilla.
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Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all'Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Diritti Umani e di Storia Coloniale. Ha pubblicato "In Africa Andammo. Gli Orrori negati dell'Africa italiana" (2005 - Bonanno Edizioni). Ha vinto il Premio Ibiskos 2005 con il saggio "Se il futuro è nero. L'Africa che nessuno racconta. Nel 2006 ha pubblicato "Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa 1870-1 943", (Kaos edizioni).


http://www.fisicamente.net/portale/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&rev_id=6&cat_id=5

Chi è la vittima ideale del narcisista? Il suo esatto contrario, l’empatico. - Anna Maria Sepe

vittima narcisista

In genere, il narcisista sceglie come vittima una persona sensibile ed empatica. Si tratta del suo esatto opposto, perché un narcisista è incapace di empatia.

Il narciso viene attratto da un empatico/a perché è invidioso?

Perché è affascinato dalle qualità che a lui/lei mancano e che cerca disperatamente di imitare? Perchè si rende conto che tutti ammirano e apprezzano la sensibilità e la bontà della gente dotata di empatia? O perché una persona empatica è facile da manipolare e una volta asservita sarà spontaneamente incline a dare al narcisista il nutrimento emotivo di cui ha tanto bisogno? Tutte e tre le cose.
Una persona empatica è una persona comune ma con una capacità di percezione e istinto maggiore della media. I ricercatori già dagli anni ’90 hanno messo in relazione l’empatia con l’intelligenza emozionale: gli empatici hanno la capacità di ascoltare le proprie emozioni, di ascoltare le altre persone e di sentire le emozioni altrui, di esprimere le emozioni in modo produttivo, e di gestirle in modo sano e proattivo.
La gente è attratta dalle persone empatiche (che sono circa il 40% della popolazione, fortunatamente) perché costoro sono compassionevoli; purtroppo però questo significa anche che gli empatici fanno molta fatica a concepire che esistano persone diverse da loro, ovvero incapaci di relazionarsi alle emozioni altrui.
A volte chi è empatico si trova a essere eccessivamente sfruttato dagli altri, e fa fatica a trovare un equilibrio tra la sua capacità di dare agli altri e il bisogno di salvaguardarsi e dire di no. In genere gli empatici sono onesti e aderiscono ai propri principi nonostante le pressioni sociali, quindi possono essere visti come potenziali persone problematiche in un gruppo.
Un leader narciso, in qualsiasi gruppo di persone, intuisce a prima vista quando si trova davanti a un empatico che non riuscirà a inglobare nella schiera dei suoi “schiavetti”! Ma a causa dei buoni sentimenti dell’empatico, ne farà oggetto di bullismo e mobbing, tanto per assicurarsi che questa persona onesta e indipendente non intralci i suoi piani di potere.
Spesso anche le persone non narcisiste ma semplicemente apatiche invidiano e cercano di danneggiare le persone empatiche, percependole come una minaccia al loro quieto vivere o al loro accodarsi a un narciso leader, dal quale traggono benefici.
In genere, i leader narcisi non attaccano direttamente la persona empatica, quando hanno una schiera di “schiavi” apatici a disposizione; si limitano a orchestrare il bullismo o mobbing da dietro le quinte. Tuttavia, quando si tratta di una relazione amorosa o di amicizia o collaborazione, il narcisista mette in atto una serie di azioni intese a legare a sé la persona empatica, per poi vampirizzarla.
In un contesto 1 a 1, infatti, per il narcisista è molto meglio avere un empatico come vittima, rispetto a una persona nella media. Questo perché la persona empatica è naturalmente portata a farsi carico dei problemi altrui e cercherà di fare stare bene il narcisista, facendo di tutto per soddisfarlo.
Inizialmente quindi il narcisista si vende molto bene all’empatico, fingendo di essere una vittima, chiedendo aiuto e appoggio emotivo, o mostrandosi ammirevole e valoroso. L’empatico può innamorarsi o semplicemente provare affetto e compassione per il personaggio recitato dal narciso, e quindi impiegherà le sue energie in quello che gli sembra una giusta causa, diventando la fonte primaria di nutrimento narcisistico, anche dopo che il narcisista avrà smesso di recitare il personaggio meraviglioso iniziale.

Quando l’empatico diventa vittima del narciso, è ridotto al rango di co-dipendente.

L’empatico è tendenzialmente ingenuo e fa una fatica incredibile a capacitarsi del fatto che esistano persone prive di scrupoli, di etica, di buoni sentimenti e di morale. Quindi cercherà in tutti i modi di tenere le fette di salame sugli occhi e di non notare le discrepanze tra il personaggio favoloso recitato dal narciso e il vero, orribile essere che trapela qua e là man mano che la relazione con il narciso procede.
L’empatico cerca disperatamente di continuare a credere all’esistenza di quella persona meravigliosa, altrimenti tutte le sue convinzioni si dimostreranno sbagliate e gli crollerà il mondo addosso.
Nel frattempo, il narciso dà la colpa delle proprie malefatte all’empatico, che secondo lui non gli fornisce abbastanza amore e adorazione e chissà che altro: altrimenti, sostiene, il narciso sarebbe sereno e continuerebbe a essere la persona meravigliosa dei primi tempi.
L’empatico ci crede e si addossa tutte le colpe per i problemi del narciso e della relazione. Quindi si convince che per sanare la situazione, lui o lei debba dare, dare sempre di più, fino ad essere totalmente prosciugato.
A questo punto, l’empatico in genere finisce sull’orlo del suicidio o dei comportamenti autodistruttivi, e il narciso se ne sbarazza non appena trova una nuova vittima fresca e “succosa”.
Morale: se sei un empatico, stai alla larga dai narcisi. A maggior ragione se hai una storia di codipendenza o genitori narcisi. Leggi, informati, impara come riconoscerli e come gestirli, impara a prenderti cura di te stesso/a e soprattutto a dedicare la tua empatia alle cause degne.
Non tutto e tutti vanno aiutati; incanala le tue dote di sensibilità e compassione in un lavoro adatto o in un volontariato, piuttosto. E esercitati a discernere e dire di no.