martedì 4 febbraio 2020

Ma mi faccia il piacere - Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 3 Febbraio.

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Duri d’orecchio. “Gli avvocati stufi di dover ascoltare Davigo” (Filippo Facci, Libero, 30.1). Rischiano di imparare qualcosa.

L’ideona. “‘La prescrizione di Bonafede intasa il sistema’. L’allarme della Cassazione agita il governo” (La Stampa, 1.2). “Cassazione, i dubbi sulla riforma: senza prescrizione rischio paralisi” (Corriere della sera, 1.2). “Prescrizione vuol dire paralisi giudiziaria” (il Foglio, 1.2). Giusto: contro l’intasamento e la paralisi, prescrizione obbligatoria per tutti i processi.

Noi siamo scienza. “La migliore arma per fermare l’epidemia è isolare chi ha contratto l’infezione” (Roberto Burioni, virologo, La Stampa, 1.2). Fortuna che ci sono scienziati come lui, sennò non ci arrivava nessuno.

Sorpresa. “Inaugurazione dell’anno giudiziario: a sorpresa spunta De Vito, imputato per lo stadio” (Repubblica-cronaca di Roma, 2.2). Nessuna sorpresa di Repubblica, invece, per la presenza all’Anno giudiziario milanese del sindaco Giuseppe Sala, condannato a 6 mesi in primo grado per falso in atto pubblico.

Promesso? “Salvini: ‘Io rifarei tutto’” (Il Messaggero, 28.1). Oh, mi raccomando, l’hai promesso eh?!

Resurrezioni. “La morte dei Cinquestelle resuscita Autostrade” (Libero, 29.1). I 43 morti ancora no.

Garantisti. “Processare Bonafede” (il Foglio, 28.1). “Gli avvocati arrestano Davigo e Bonafede” (il Giornale, 2.2). E questi sono i garantisti. Poi ci sono i giustizialisti.

Moderati. “La sinistra ha attuato una mobilitazione degna dei tempi andati, si è vista in tv gente di più di cento anni portata ai seggi, disabili accompagnati con i pulmini…” (Attilio Fontana, Lega, governatore della Lombardia, 28.1). E questi sono i moderati. Poi ci sono gli estremisti.

Tradizioni famigliari. “Sulla prescrizione sto con Forza Italia, noi non siamo per le manette” (Matteo Renzi, segretario Iv, repubblica.it, 1.2). Ma papà ti manda solo?

Se c’ero dormivo. “Italia Viva non c’era in Emilia perché me l’ha chiesto Boanaccini” (Renzi, La Stampa, 28.1). Sennò sai che trionfo. E in Calabria chi te l’ha chiesto?

Macedonia alla calabrese. “Santelli in trincea: ‘Caccerò i mandarini’” (il Giornale, 28.1). Ma non toccatele il Banana.

Agende. “Il Pd a Conte: ora cambiamo agenda” (La Stampa, 28.1). Nazareno Gabrielli.

Il giureconsulto. “Il capo della magistratura dice che l’abolizione della prescrizione è una stupidaggine” (Piero Sansonetti, Tagadà, La7, 31.1). “Davigo non ne sa moltissimo di diritto” (Sansonetti, il Riformista, 28.1). “Davigo, poco noto come giurista ma notissimo come personaggio Tv” (Sansonetti, ibidem, 31.1). Parla il giurista che crede che la magistratura abbia un capo.

Riflessi prontissimi. “Io senatrice ho deciso di lasciare i 5Stelle anche per lo strappo sulla prescrizione” (Silvia Vono, senatrice passata dal M5S a Iv, Il Dubbio, 31.1). Poverina, non si era accorta che i 5Stelle sono contro la prescrizione da quando sono nati.

Grasso che cola. “‘Deriso perché ero obeso’, Filippo Sensi in Aula racconta la sua storia” (Ansa, 29.1). “Bullismo, il deputato Sensi si sfoga in Aula: ‘Ciccione, così mi insultavano da bambino’” (Il Messaggero, 29.1). “Ho perso 40 chili e ora sono il simbolo dei grassi bullizzati” (Sensi, deputato Pd ed ex portavoce di Renzi, intervista a Repubblica, 30.1). “Sensi: il testo completo del discorso” (corriere.it, 30.1). “Quando mi chiamavano Cicciobomba” (Sensi, intervista a Vanity Fair, 31.1). “Le parole di Sensi: un aiuto concreto per i ragazzi che soffrono” (La Stampa, 1.2). Senza offesa per nessuno: esticazzi?

Autoritratto. “I 5 Stelle non hanno più nulla da dire. Sono stati al governo con tutto e il contrario di tutto e non han combinato niente” (Federico Pizzarotti, sindaco di Parma eletto dal M5S, poi passato al centrosinistra, Repubblica, 27.1). Quindi si sente ancora un 5Stelle.

Ignobili. “Craxi è un punto di riferimento della sinistra riformista. Berlinguer è stato un grande leader, ma aveva ragione Craxi. Renzi ha avuto la capacità di rendere maggioritarie quelle idee. Ad Hammamet non sono andato per impegni elettorali, ma ho spedito un sms affettuoso a Bobo. Il primo comizio che ho visto è stato di Bettino, avevo 13 anni. Indimenticabile” (Luciano Nobili, deputato Iv, la Verità, 201). Povero ragazzo: da certi traumi infantili non ti riprendi più.

Il titolo della settimana/1. “Vince il Pd riformista, perde il Pd delle Procure” (Il Riformista, 28.1). Uahahahahaah.

Il titolo della settimana/2. “Diliberto a Wuhan, città del virus: ‘È meno sporca di Roma’” (Libero, 30.1). “Ormai a Bogotà dicono: ‘Non siamo mica a Roma’” (il Foglio, 30.1). Poi dicono che la stampa satirica è morta.

La Giustizia è l'ordine virtuoso dei rapporti umani, una virtù morale. - La prescrizione è l'esatto contrario.

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Partendo dal principio che la giustizia si ottiene solo quando un reato viene punito e i piatti della bilancia si allineano, tutto ciò che va ad intralciare questo delicato, ma utile meccanismo, va abolito perchè andrebbe a svilire, annichilire il senso stesso della giustizia.
La prescrizione potrebbe essere utile solo nei paesi che rispettano la legge intesa come giustizia, che è "l'ordine virtuoso dei rapporti umani", e non l'adoperano come mezzo per allungare i processi ed uscire indenni da pene e condanne, se colpevoli.
La legge, pertanto, diventa giustizia solo se la mentalità di chi l'adopera è leale ed onesta, viceversa, nelle mani dei disonesti diventa anch'essa strumento di strapotere ed ingiustizia.
E noi italiani non rientriamo nella categoria degli onesti, mi pare.
Inoltre permettere che vengano prescritte cause penali come l'omicidio, o la grande evasione fiscale, o la pedofilia, o gli attentati alla vita pubblica, o l'aver procurato un disastro ambientale...ed altro non è giustizia, è solo ingiustizia.

Quindi, quando parliamo di prescrizione, cerchiamo di ricordare che la nostra storia è ricca di colpevoli usciti indenni da procedimenti penali perché prescritti.
Chi vuole mantenere la prescrizione ha scheletri nell'armadio e vuole difendere se stesso da eventuali processi che si profilerebbero all'orizzonte se si scoprissero gli altarini.
La prescrizione, infine, è utile solo agli azzeccagarbugli che, protraendo i processi per quisquilie di nessuna importanza, oltre a guadagnare ingenti somme di denaro, probabilmente neanche dichiarate, danno ai loro assistiti, colpevoli di reati, la possibilità di uscirne indenni.
La prescrizione in Italia va abolita!
C.

Molecola contro osteoporosi, la firma di una ricercatrice barese. - Francesca Di Tommaso

Molecola contro osteoporosi, la firma di una ricercatrice barese
La scienziata barese Maria Grano.

«Ci hanno tenuti sul filo per tre anni. Ma finalmente il brevetto americano è stato concesso». Una gran massa di capelli corvini e due occhi di carbone che brillano emozionati: la scienziata Maria Grano non nasconde la soddisfazione. La «sua» creatura, quella molecola Irisina che sconfigge l’osteoporosi, ha superato l’ultimo ostacolo burocratico per la vendita del farmaco in tutto il mondo.
«Dopo la concessione del brevetto italiano, nel 2016, ed europeo l’anno successivo, è arrivata la concessione statunitense. Dagli Usa ci hanno fatto soffrire: molte obiezioni benché i dati fossero inconfutabili - racconta Grano -. I ricercatori americani tendono a proteggere i brevetti interni. Ed erano un po’ piccati dal fatto che, benché fossero stati loro a scoprire l’Irisina, non avevano colto il suo ruolo primario nella lotta all’osteoporosi. Ora, aver ottenuto il brevetto americano significa che la vendita del farmaco, una volta sviluppato, può avvenire solo pagando il titolare del brevetto, ovvero l'università di Bari. Chiunque lo utilizzi per la cura dell'osteoporosi dovrà prendere accordi e dare le royaltes ad Uniba. Considerando che nel mondo gli osteoporotici sono oltre 200 milioni - continua la scienziata - si tratta di un mercato molto importante».
Maria Grano si è laureata a Bari. Qui dal 1987 si occupa di studi sul metabolismo osseo. Qui, dopo sette lunghi anni di precariato, è diventata ordinario di Istologia ed embriologia nella scuola di Medicina dell’ateneo barese e capo del team di ricerca. Quanti lavorano sull’Irisina? «Silvia Colucci, Giacomina Brunetti, Graziana Colaianni, Lorenzo Sanesi, Giuseppina Storlino, Giorgio Mori. Associati, ricercatori e dottorandi. L’80% donne - sorride Grano - in un laboratorio che lavora dalle nove del mattino alle nove di sera. Con una passione e un entusiasmo sorprendenti». Gli studi proseguono grazie ad un finanziamento regionale nell'ambito di un progetto chiamato «TecnoMedPuglia per la medicina di precisione». La produzione di un farmaco ha un percorso lunghissimo e costosissimo. «In pratica sono sempre in giro a divulgare la ricerca ma soprattutto a raccogliere fondi» chiosa Grano.
Da piccola, la scienziata nata ad Acri ma barese d’adozione, voleva fare il chimico. Nelle sue ricerche, l'Irisina compare nel 2012, quando questa molecola, prodotta dal muscolo durante l’esercizio fisico, viene scoperta da un gruppo di ricercatori di Harvard. E ad Harvard scoprono che Irisina trasforma il grasso bianco, cattivo, in grasso bruno, buono. Negli Usa, si apre così un nuovo mondo per la cura dell’obesità.
Maria Grano, invece, guarda oltre. E scopre che il ruolo principale dell'Irisina non è tanto sul grasso quanto sullo scheletro. Ha un’azione sia preventiva che curativa dell’osteoporosi. Fortifica le ossa, potrà cambiare la vita di anziani e malati che, impossibilitati a muoversi, non producono naturalmente la molecola. Il farmaco «farà attività fisica» al loro posto.
Dal 2000 la Grano coordina progetti di ricerca di Biomedicina spaziale per lo studio dell’osteoporosi e delle funzioni ossee in microgravità, in collaborazione con le Agenzie spaziali Asi, Esa e Nasa. «Gli astronauti, in assenza di gravità, perdono massa ossea e massa muscolare per assenza di peso -spiega la ricercatrice - Lo spazio rappresenta quindi per noi un laboratorio dove studiare l’osteoporosi. Anche perché nello spazio tutto avviene più rapidamente che sulla Terra. Per esempio, la massa ossea che perde un astronauta in un mese equivale più o meno a quello che un paziente, sulla Terra, perde in un anno». Ma le agenzie spaziali, che per un mese hanno ospitato a bordo della stazione spaziale internazionale partita dalla base Nasa di Cape Canaveral un esperimento in presenza di Irisina, sono interessati anche in prospettiva allo sviluppo della missione su Marte che prevede tempi lunghissimi di permanenza nello spazio.
I dati della missione di Cape Canaveral sono stati analizzati «Il lavoro non è stato ancora pubblicato ma vi posso assicurare - conclude Grano - che gli effetti di Irisina sono veramente impressionanti. Le cellule che fanno osso nello spazio senza trattamento si azzerano». L’agenzia spaziale europea ha finanziato un nuovo progetto. Quando si può ipotizzare la produzione del farmaco? «Gli studi su modelli animali di osteoporosi sono promettenti. Ora stiamo procedendo alla produzione industriale di Irisina, perché bisogna produrre una molecola pura, certificata - spiega Grano - Tra studi di tossicità e sperimentazione umana, presumibilmente nel 2025».

lunedì 3 febbraio 2020

Il bombavirus. - Tommaso Merlo



Ancora tre anni con Renzi che ricatta e minaccia il governo spianeranno la strada a Salvini. Il bombavirus rischia di stroncare Conte consegnando l’Italia al sovranismo nero. Altro che “fronte comune”, un governo sotto ricatto del solito egoarca e della sua servitù. Del solito politico trombato che non si rassegna alla sua fine e pur di stare a galla è disposto a tutto. Anche ad anteporsi al proprio paese e alla collettività. L’Italia è stata devastata da certi personalismi. Una vera egocrazia. Politici che hanno scalato partiti e istituzioni lasciando solo macerie dietro di loro, ma che invece di ammettere il proprio fallimento hanno sempre rilanciato. Se stessi e le proprie insaziabili ambizioni. Come terrorizzati dal fermarsi e guardarsi allo specchio o peggio ancora dentro. Come terrorizzati di fare i conti con la propria coscienza e con l’amara verità. Personaggi che invece di farsi da parte e lasciare posto ad altri come sarebbe igienico e naturale in una democrazia sana, s’incaponiscono, la prendono sul personale e persistono perfino quando i cittadini li schifano. Neanche il catetere e il pannolone li riesce a fermare. Dai tirannosauri di Dc e Pci che ogni tanto ancora appaiono in televisione, fino a Berlusconi. Casi scuola. Non c’è modo di levarseli dai piedi. Solo la fossa ci riesce, ma in genere per loro arriva molto tardi dato che la schiena non la piegano mai. Più che passione per la politica, ossessione per se stessi e per quello che la politica gli offre. Potere, visibilità, soldi e la goduria d’ingozzare quotidianamente il proprio bulimico ego su qualche palco o studio televisivo. Microfoni, telecamere, strette di mani, leccate di piedi. Iniezioni di egoina. Renzi ha perso politicamente tutto quello che poteva perdere. Il bilancio della sua parabola politica è stato un disastro totale. Sia come segretario del Pd che come premier. Oggi naviga intorno al 3% raccattando in parlamento gli scarti degli altri, ma si trova in mano un potere ricattatorio enorme. Se non fosse contagiato, avrebbe imparato dai suoi errori e dalle legnate subite, ringrazierebbe il Cielo per ritrovarsi ancora al centro della vita politica nonostante non lo meriti affatto e farebbe il senatore semplice come aveva promesso dando una mano per risolvere i problemi dei cittadini. Ed invece si è messo in piedi la sua banda e si è messo a ricattare e minacciare il governo il giorno dopo aver contribuito a formarlo. La solita storia. La solita egocrazia. Un paese intero vittima delle bizze personali di qualche cronico egoista. Ma non può reggere a lungo. Tre anni di bombavirus logorerebbero Conte e spianerebbero la strada a Salvini e al sovranismo nero. Meglio prevenire. Se proprio il governo non riesce a mettere Renzi in quarantena e trovare un vaccino in tempi brevi, meglio concretizzare il più possibile e poi pensare ad una exit strategy. Meglio evitare il contagio.

https://infosannio.wordpress.com/2020/02/03/il-bombavirus/?fbclid=IwAR3Y0RNnPJaUJS5rtjNZcN9W2X5C3p54WOAgUsYEBymU86rLiDyQWEOdnS0

Le Camere penose. - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano



Se non fossero indecenti e vagamente sediziose, le gazzarre inscenate dalle Camere penali in varie inaugurazioni dell’anno giudiziario sarebbero irresistibilmente comiche. A Milano gli avvocati escono dall’aula, dove peraltro le Camere penose sono solo ospiti, per protestare contro Piercamillo Davigo perché non la pensa come loro; per contestare quello che non ha ancora detto e poi quello che sta dicendo citando il presidente Mattarella; e per deplorare che il Csm, dovendo inviare alla cerimonia un membro del Csm, abbia inviato alla cerimonia un membro del Csm, per giunta ex pm ed ex giudice a Milano. E sventolano articoli della Costituzione scelti a casaccio, visto che difendono la prescrizione come fosse un diritto costituzionale e non una vergogna incostituzionale. Completa il quadretto il Pg Roberto Alfonso, che evoca la presunta incostituzionalità della blocca-prescrizione facendo rimpiangere Borrelli e tutti gli altri predecessori e dimenticando che il suo sindacato, l’Associazione nazionale magistrati, il blocco della prescrizione l’ha chiesto per vent’anni, almeno finché non l’ha ottenuto. E nessun Alfonso ha mai accusato l’Anm di volere leggi incostituzionali.
Ma eccoci a Napoli, la città record in Europa per numero di reati, processi lunghi e prescritti. Per onorare la memoria di Pulcinella e di Totò, gli avvocati hanno sfilato in manette. Ma non – come qualcuno potrebbe sospettare – per un eccesso di identificazione con i loro clienti, bensì per protestare contro la blocca- prescrizione (che ovviamente con gli arresti non c’entra una mazza) e l’“abuso delle intercettazioni”. Cioè contro due tipici attrezzi del mestiere del magistrato, pagato dallo Stato proprio per scoprire i delinquenti e possibilmente acchiapparli e metterli in condizione di non nuocere per un po’. Una scena spassosissima, che fa ben sperare per il futuro: prossimamente, orde di avvocati irromperanno nelle carceri per deplorare l’uso delle sbarre, nei pronto soccorso agitando stetoscopi contro l’abuso delle visite, nelle sale operatorie sventolando bisturi per protesta contro gli interventi chirurgici, nelle questure forando le gomme alle volanti contro le retate facili, nelle caserme agitando fucili contro le forze armate inspiegabilmente armate, nelle cucine contro le pentole, nei boschi contro le seghe dei taglialegna, nei mari contro le reti da pesca, negli stadi contro i palloni da calcio e le bandierine dei guardalinee. Domanda: cosa induce le Camere penali a coprire di ridicolo un’intera categoria di 180 mila e rotti professionisti (molti dei quali serissimi)?
Non si accorgono di confermare così tutti i più vieti luoghi comuni e le caricature sull’avvocatura, dal manzoniano Azzeccagarbugli in giù? La risposta è presto detta. Quella forense è da sempre la lobby più potente in Parlamento e al governo, abituata a farsi le leggi e i codici a uso e consumo proprio e della clientela più danarosa. Solo agli albori della Repubblica finivano in Parlamento gli avvocati migliori, da Calamandrei a Leone. Poi arrivarono i peggiori, perlopiù difensori di politici indagati e imputati di centrodestra e di centrosinistra. Quelli che, in palese e sfrontato conflitto d’interessi, con la mano sinistra continuavano a esercitare la professione nelle aule di giustizia, mentre con la destra legiferavano nelle aule parlamentari, sfornando leggi incostituzionali per depenalizzare o far prescrivere i reati dei clienti (soprattutto uno). Il tutto nel silenzio complice del cosiddetto Ordine forense che avrebbe dovuto sanzionare quegli abomini. Ora, da un paio d’anni, la nota lobby ha perso il monopolio delle leggi sulla giustizia e – paradosso dei paradossi – proprio con un premier e un Guardasigilli avvocati (Conte e Bonafede): a riprova del fatto che esistono avvocati dediti non all’interesse della bottega, ma a quello collettività, vittime e cittadini onesti in primis. Infatti, dopo centinaia di norme che allungavano i processi, accorciavano la prescrizione, svuotavano le carceri, depenalizzavano i reati dei colletti bianchi e seminavano impunità a piene mani, la tendenza si è invertita (come ha notato il Pg di Palermo Roberto Scarpinato, a pag. 4). Perciò gli avvocati e i relativi clienti che campavano sui processi eterni, a botte di leggi ad categoriam e manovre dilatorie, oggi si trovano spiazzati e strillano come vergini violate. Senz’accorgersi che i loro alti lai contro i tempi della giustizia fanno sorridere chiunque abbia assistito a un processo eccellente, in tribunale o a Un giorno in pretura. Come se Rocco Siffredi e Max Felicitas deplorassero ogni giorno la piaga dilagante della pornografia. Noi naturalmente conosciamo avvocati che mai si sognerebbero di chiedere bavagli illiberali e punizioni esemplari contro Davigo, né amano vincere i processi depenalizzando i reati o mandandoli in prescrizione, né si presterebbero a sceneggiate come quelle di ieri. E continuiamo a sperare che, in una categoria di 180mila e più persone, esista una minoranza silenziosa che non vuol essere confusa con la maggioranza sediziosa: il Fatto è a loro disposizione, se vogliono dire qualcosa a tutela del proprio buon nome e della loro nobile missione.
Ps. Siccome non c’è limite al peggio e i politici non sono mai secondi a nessuno, a Catanzaro ha chiesto di parlare all’inaugurazione dell’anno giudiziario la deputata Pd Enza Bruno Bossio, celebre perché ha più processi e indagini a carico che capelli in testa (senza contare quelli del marito Nicola Adamo) e per gli attacchi al procuratore Nicola Gratteri. Ma è stata respinta con perdite. Peccato, l’idea non era male: dal 2021 l’anno giudiziario potrebbero inaugurarlo direttamente gli imputati.

Coronavirus, Castilletti all'ANSA: 'Abbiamo cullato il virus'.


Le ricercatrici dello Spallanzani con il ministro Roberto Speranza (da sx Concetta Castilletti, Francesca Colavita, Maria Rosaria Capobianchi).

Ricercatrice dello Spallanzani: 'Gioco di squadra e un po' di fortuna'.

"Abbiamo cullato il virus e abbiamo avuto anche un po' di fortuna". Non si sente aria di protagonismo nelle parole di Concetta Castilletti, la ricercatrice dello Spallanzani che, insieme al team dell'Istituto, primo insieme alla Francia, ha isolato il coronavirus aprendo la strada alla diagnosi e forse anche ad un vaccino.
Concetta ha 56 anni, due figli grandi e una famiglia che la supporta da sempre, a partire dal marito. "Sono abituati a questo genere di emergenze a casa mia - dice - anche perchè io non mi ricordo una vita diversa da questa. E' sempre stato così". Lo Spallanzani è un centro di eccellenza ed è da sempre in prima linea in questi casi.
"Ho vissuto la grande emergenza - dice la responsabile dell'unità operativa virus emergenti che si trova all'interno del laboratorio di virologia dello Spallanzani diretto dalla dottoressa Capobianchi - della Sars, di Ebola, dell'influenza suina, della chikungunya, e insieme ai miei colleghi siamo stati spesso in Africa. E' un lavoro che mi piace moltissimo e non potrei fare altro. Ma la vittoria è di tutto il team. Eravamo tutti impegnati, tutta la squadra. Abbiamo un laboratorio all'avanguardia, impegnato 24 ore su 24 in questo genere di emergenze". 

Ritratto di binaria con vampiro. - Maura Sandri


Rappresentazione artistica di un sistema stellare come quello dello studio in oggetto. Crediti: Nasa e L. Hustak.

Setacciando i dati d'archivio del satellite Kepler della Nasa, gli astronomi hanno scoperto una nova nana la cui luminosità è aumentata di 1600 volte in meno di un giorno. Il sistema binario è costituito da una nana bianca e da una compagna nana bruna, alla quale la nana bianca sta risucchiando materiale. Tutti i dettagli della scoperta su Mnras.
Il satellite Kepler della Nasa è stato progettato per trovare pianeti extrasolari, cercando stelle la cui luce si affievolisce al passaggio di un pianeta davanti alla stella stessa. Fortunatamente, lo stesso design lo ha reso uno strumento ideale per individuare altri oggetti astronomici transienti, ossia oggetti la cui luminosità aumenta o diminuisce nel tempo.
Una ricerca effettuata sui dati di archivio di Kepler, oggi in pensione, ha rivelato un’insolita esplosione da una nova nana precedentemente sconosciuta, che ha aumentato la sua luminosità di 1600 volte in meno di un giorno, prima di svanire lentamente.
Una nova nana è un tipo di variabile cataclismica, consistente in una stella binaria molto stretta in cui una delle componenti è una nana bianca che risucchia materia dalla sua compagna. In particolare, il sistema stellare in questione è costituito da una stella nana bianca con una compagna nana bruna, la cui massa è circa un decimo di quella della nana bianca. Una nana bianca è ciò che rimane del nucleo di una vecchia stella simile al Sole e contiene una massa pari a circa una massa solare in un raggio paragonabile a quello della Terra. Una nana bruna è un oggetto con una massa tra 10 e 80 volte la massa di Giove, non sufficiente per innescare la fusione nucleare al suo interno.
La nana bruna in oggetto orbita attorno alla nana bianca ogni 83 minuti, a una distanza di soli 400mila chilometri, pari a circa la distanza dalla Terra alla Luna. Sono così vicine che la forte gravità della nana bianca attrae il materiale della nana bruna, prosciugandola come farebbe un vampiro. Il materiale strappato alla stella va a formare un disco attorno alla nana bianca (noto come disco di accrescimento), sul quale scivola spiraleggiando verso la nana bianca stessa.
Questo evento è rimasto nascosto nell’archivio di Kepler fino a quando non è stato identificato da un team guidato da Ryan Ridden-Harper dello Space Telescope Science Institute (Stsci) di Baltimora, nel Maryland, e dalla Australian National University di Canberra, in Australia. «In un certo senso, abbiamo scoperto questo sistema per caso. Non eravamo specificamente alla ricerca di una super esplosione. Stavamo cercando qualsiasi tipo di transitorio», ha detto Ridden-Harper.
La scoperta – pubblicata lo scorso 21 ottobre 2019 sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society – è stata fatta con l’aiuto di un programma automatico che ha setacciato i dati di Kepler, come un detective che si occupa di cold case, per trovare indizi su esplosioni molto veloci e misteriose avvenute nell’universo. Il programma mira a rilevare eventi astronomici rari che si evolvono rapidamente, nel giro di ore o giorni, come esplosioni di raggi gamma da supernove, collisioni di stelle di neutroni o esplosioni che non si erano mai viste prima attraverso i telescopi ottici.

Dopo nove anni di raccolta di dati sullo spazio profondo, che hanno rivelato come il nostro cielo notturno sia pieno di miliardi di pianeti nascosti, il telescopio spaziale Kepler della Nasa è andato in pensione nel novembre 2018. Ha lasciato in eredità oltre 2600 esopianeti scoperti, molti dei quali potrebbero essere abitabili, e una miriade di dati che continuano ad essere setacciati alla ricerca, oltre che di nuovi pianeti, di fenomeni transienti come quello osservato nello studio in oggetto. Crediti: Nasa/Ames Research Center/W. Stenzel/D. Rutter
Ebbene, Kepler è stato in grado di catturare l’intero evento, osservando un lento aumento della luminosità seguito da una rapida intensificazione. In realtà, la teoria prevede un bagliore improvviso e il motivo per cui, in questo caso, si è verificato un avvio lento, rimane un mistero. Le teorie standard della fisica del disco di accrescimento non prevedono questo fenomeno, che è stato successivamente osservato in altre due esplosioni di nova nane. «Questi sistemi di nova nane sono stati studiati per decenni, quindi individuare qualcosa di nuovo è piuttosto difficile», ha dichiarato Ridden-Harper. «Vediamo dischi di accrescimento ovunque – dalle stelle appena formate ai buchi neri supermassicci – ed è quindi importante capirli».
È stato un puro caso che Kepler guardasse nella direzione giusta nel momento in cui questo sistema ha subito la super esplosione, aumentando la sua luminosità di oltre mille volte. In effetti, Kepler era l’unico strumento che avrebbe potuto testimoniarlo, poiché il sistema stellare, in quel momento, era troppo vicino al Sole, dal punto di vista della Terra. La rapida cadenza di osservazioni di Kepler, che ha preso dati ogni 30 minuti, si è rivelata cruciale per catturare ogni dettaglio dell’esplosione.
Le teorie suggeriscono che una super esplosione simile si inneschi quando l’accrescimento del disco raggiunge un punto di non ritorno. Man mano che accumula materiale, il disco cresce di dimensioni fino a quando il bordo esterno entra in risonanza gravitazionale con la nana bruna in orbita. Ciò potrebbe innescare un’instabilità termica, causando il surriscaldamento del disco. In effetti, le osservazioni mostrano che la temperatura del disco sale da circa 2700 – 5300 gradi Celsius, nel suo stato normale, a un massimo di 9700 – 11700 gradi Celsius, al picco dell’esplosione.
Questo tipo di sistema è relativamente raro, ne sono noti solo un centinaio. Un singolo sistema può andare avanti per anni o decenni senza esplosioni, il che rende una vera sfida riuscirne a catturarne uno nell’atto dell’esplosione. «Il rilevamento di questo oggetto fa sperare di trovare eventi ancora più rari nascosti nei dati di Kepler», ha dichiarato il coautore Armin Rest di Stsci. Il team prevede di continuare a setacciare i dati di Kepler, nonché quelli di un altro cacciatore di esopianeti, il Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess), alla ricerca di altri fenomeni transienti.
«Le continue osservazioni di questi sistemi stellari dinamici da parte di Kepler/K2, e ora di Tess, ci consentono di studiare le prime ore dell’esplosione, un dominio temporale quasi impossibile da raggiungere dagli osservatori terrestri», ha affermato Peter Garnavich dell’Università di Notre Dame, in Indiana.