venerdì 9 aprile 2021

The MOST Powerful, SAFEST Wind Turbine Ever - PowerPod by Halcium


Una piccola azienda nello Utah, la Halcium di Salt Lake City, negli Stati Uniti, sta lavorando alla messa in opera di PowerPod, una turbina eolica portatile che definisce la “turbina eolica più sicura e potente del mondo”.

Il proprietario, Nick Hodges, crede che la nuova turbina eolica sia la prossima grande innovazione nel campo dell’energia verde. Hodges afferma che il suo PowerPod è più economico dei pannelli solari e più efficiente in quei luoghi che hanno meno di 300 giorni di sole all’anno.

Progettata specificamente per ambienti urbani e residenziali, ogni turbina eolica da 1kW creerebbe fino a tre volte più potenza di una normale turbina montata. La potenza extra è dovuta a un avanzato sistema di pale nel pod, che aumenta la velocità del vento del 40%.

Di solito, le turbine eoliche sono montate su pali o su edifici e, sebbene generino energia pulita e verde, sono spesso criticate come piaghe da decubito nelle aree rurali.

Delle dimensioni di un grande barile di birra, il PowerPod può essere poggiato sul tetto, sulla recinzione o su un edificio pubblico, un camper, una barca a vela o qualsiasi superficie stabile.

Nelle aree in cui la velocità media può essere bassa, le normali turbine eoliche ricevono appena il vento sufficiente per iniziare a muoversi, ma generano pochissima elettricità. Ciò che fa invece questo PowerPod è accelerare la velocità del vento stesso, in modo che venga creata più potenza, più spesso.

Il pod prende aria e la convoglia in un’uscita più piccola rispetto a una normale turbina, che la accelera prima che colpisca la pala interna. Anche il vento può entrare da più direzioni contemporaneamente, cosa che spesso può causare la rottura delle normali turbine. L’aumento della velocità del vento riduce anche la necessità di installare i Powerpod su pali alti, che sono costosi da montare e occupano molto spazio.

I consumatori possono utilizzare un Powerpod da solo, collegandolo a un sistema di alimentazione allo stesso modo dei pannelli solari, con la stessa attrezzatura. Oppure, se si dispone già di un sistema solare, può connettersi senza problemi e fornire una fonte di alimentazione aggiuntiva e diversificata. La lama è contenuta interamente all’interno del guscio, il che significa che la turbina è sicura se c’è la presenza di bambini, animali domestici e animali selvatici.

Hodges ha creato una mappa che mostra la potenza media giornaliera generata da un PowerPod da 1kW, rispetto a un sistema solare da 1kW in diverse città del mondo. Mostra che i PowerPod hanno il potenziale per produrre una potenza uguale o maggiore rispetto alle loro controparti solari più costose.

L’intento di Hodges è quello di “produrne il maggior numero possibile. Ogni unità riduce la dipendenza dall’energia “sporca”, e questa è la mia più grande speranza”.

Il Blogdi Beppe Grillo

Ruby ter: legittimo impedimento di Berlusconi, rinviato il processo a Siena.

 

Slitta al 15 aprile l'udienza che dovrebbe portare a sentenza. Pm Siena: accertare le condizioni di Berlusconi.


Nuovo rinvio, al 15 aprile, per il processo Ruby ter a Siena che vede imputato Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari insieme a Danilo Mariani, pianista di Arcore. Il tribunale ha accolto la richiesta di legittimo impedimento avanzata dai difensori del leader di Fi, Federico Cecconi e Enrico De Martino, in considerazione del suo ricovero per accertamenti.

Slitta così per la quinta volta l'udienza che dovrebbe portare a sentenza. Il pm Valentina Magnini si era opposta al rinvio. 

Il tribunale di Siena non ha accolto le richieste del pm che si era opposto alla richiesta di rinvio chiedendo inoltre accertamenti medici per capire se i tempi dell'impedimento di Berlusconi di partecipare all'udienza. Respinta dal collegio anche la richiesta della difesa di Mariani di stralciare la posizione del pianista. Tra una settimana, il tempo concesso dal tribunale al leader di Forza Italia per essere presente in aula, si saprà se si andrà a sentenza oppure no.

Al processo Ruby ter a Siena, ripreso in mattinata oggi, il pm si è opposto alla richiesta di rinvio per legittimo impedimento avanzata dalla difesa di Silvio Berlusconi perchè ricoverato. Il pm ha anche chiesto al collegio di disporre accertamenti medici per capire se l'impedimento abbia carattere assoluto e per quanto tempo esso si protrarrà. Sempre la pubblica accusa si è opposta alla richiesta di stralcio avanzata dalla difesa di Danilo Mariani, il pianista senese di Arcore, imputato insieme a Berlusconi. Il tribunale si è ritirato in camera di consiglio per decidere. Berlusconi a Siena è imputato di corruzione in atti giudiziari: per l'accusa avrebbe pagato Mariani per indurlo a falsa testimonianza sul caso Olgettine. Il pianista è imputato di falsa testimonianza.

Silvio Berlusconi "vuole rendere dichiarazioni spontanee in aula". Lo hanno spiegato, uscendo dal tribunale di Siena dove si è tenuta la nuova udienza, poi rinviata, del processo Ruby ter, i due legali del leader di Fi, gli avvocati Federico Cecconi e Enrico De Martino. I due difensori oggi hanno presentato la nuova richiesta di legittimo impedimento a causa di un nuovo ricovero di Berlusconi, che è stata accolta dal tribunale. Il rinvio disposto è di una settimana, al 15 aprile, quando si potrebbe arrivare a sentenza. Il pm Valentina Magnini, che oggi si era opposta al rinvio, ha già fatto le richieste il 13 febbraio: 4 anni e 2 mesi per Berlusconi, imputato di corruzione in atti giudiziari perchè per l'accusa avrebbe pagato Danilo Mariani, il pianista senese di Arcore, per indurlo a falsa testimonianza sul caso Olgettine. Per Mariani, accusato di falsa testimonianza, la richiesta del sostituto procuratore è stata di 4 anni e mezzo di reclusione.

ANSA

Iv e le destre contro la Spazzacorrotti. - Ilaria Proietti

 

Governo - Il sottosegretario Scalfarotto rassicura Forza Italia: “Impegno a cambiare”.

Se non è un accordo poco ci manca. Perché ieri in commissione Affari costituzionali al Senato è stato siglato un “patto tra gentiluomini” che rischia di cancellare un pezzo della Spazzacorrotti: da un lato i berlusconiani (e la Lega) in pressing per escludere la responsabilità di partiti, movimenti politici e liste civiche in caso omettano di pubblicare il certificato del casellario giudiziale dei loro candidati. Dall’altro il sottosegretario agli Interni, il renziano Ivan Scalfarotto, che ha dato semaforo verde, prendendo l’impegno a nome del governo a “valutare, con le forze politiche, le problematiche applicative della legge 3 del 2019 in merito alla produzione della documentazione”. Documentazione prevista con l’obiettivo di garantire liste pulite o comunque a prova di fedina penale.

Ma tant’è, ora Draghi&C. dovranno sedersi al tavolo per valutare le modifiche pretese prima che in autunno si vada al voto in 1300 comuni tra cui Roma e Milano e pure per le Regionali in Calabria. E così, dopo l’apertura di Scalfarotto, dalle parti di Forza Italia e non solo si canta vittoria: “Si sono create le condizioni per giungere a una decisione comune, da parte di una maggioranza così ampia come quella che oggi governa il Paese, al fine di rivedere la legge 3 del 2019: d’accordo con il governo, abbiamo deciso di affrontarlo in un’altra sede e in un altro momento. Auspico che ciò sia fatto il prima possibile: non dobbiamo complicare, ma semplificare il quadro normativo per la presentazione delle liste” è il commento dell’azzurro Nazario Pagano, relatore del decreto approvato ieri a Palazzo Madama che rinvia le elezioni causa Covid. E autore dell’emendamento che puntava fin da subito a cancellare le odiate sanzioni (da 12 mila a 120 mila euro) che irroga la commissione di vigilanza sui partiti a quelli che se ne infischiano delle regole violando gli obblighi di pubblicazione dei certificati del casellario giudiziale dei candidati. Emendamento ritirato in segno di pace e trasformato in ordine del giorno a cui il sottosegretario ha dato il parere favorevole. Se dalle parti del Movimento 5 Stelle si mastica amaro, il Pd minimizza: “In realtà ieri non è successo nulla: un sì a un ordine del giorno non si nega a nessuno”.

Ma vallo a spiegare a Forza Italia, che invece pensa di andare presto all’incasso. Sentite qui l’altro azzurro Luigi Vitali, che ieri ne ha parlato in aula a Palazzo Madama: “Ci è stato detto dal sottosegretario Scalfarotto che forse la normativa era troppo giovane per essere sottoposta a una rivisitazione in maniera traumatica; ma devo dare atto dell’impegno ad aprire un momento di riflessione, al fine di verificare quanto ha funzionato e quanto no”. Per poi rivolgersi direttamente all’indirizzo del Movimento 5 Stelle che ha fatto della Spazzacorrotti un cavallo di battaglia. “Nessuno vuole sottrarre i partiti alla responsabilità della trasparenza nelle candidature e nella designazione dei loro rappresentanti; ma facciamo una normativa razionale, efficace e che funzioni, invece di sparare nel mucchio”. Un renzianissimo “stai sereno” o quasi.

IlFattoQuotidiano

giovedì 8 aprile 2021

Arresti domiciliari per il sindaco di Opera, Antonino Nucera: mascherine tolte alle Rsa per darle ai parenti e appalti a imprenditori amici. - Cesare Giuzzi

Aprile 2020: Antonino Nucera si fa fotografare mentre distribuisce mascherine

 Agli arresti anche la compagna e capo dell’ufficio tecnico comunale Rosaria Gaeta, coinvolti tre imprenditori. Le indagini dei carabinieri svelano anche illeciti smaltimenti di rifiuti. Nelle intercettazioni chiedeva per sé metà delle forniture date alle residenze per anziani.

Mentre il mondo intero travolto dal Coronavirus cercava disperatamente mascherine chirurgiche, il sindaco Antonino Nucera dirottava le forniture della Protezione civile direttamente ai suoi uffici per poi distribuirle ad amici e parenti. Dispositivi di protezione che in quei giorni — marzo e aprile dello scorso anno — erano stati inviati a Opera, comune di 13 mila abitanti alle porte di Milano, per i nonnini ricoverati nella Rsa «Anni azzurri Mirasole» della frazione di Noverasco, e per la farmacia comunale per poi essere distribuiti alla popolazione. In realtà, secondo le accuse, quelle mascherine venivano utilizzate dal sindaco stesso o messe a disposizione dei suoi familiari, come la ex moglie e i suoceri, a dipendenti comunali o agli agenti della polizia locale (che però le avrebbero dovute ricevere dalla Regione Lombardia). Quegli stessi agenti che, sulla base delle ordinanze molto restrittive emesse dal sindaco dopo il primo caso di Codogno, sorvegliavano strade e piazze con l’uso dei droni per scoprire chi uscisse fuori casa.

In totale oltre 2.800 i dispositivi di protezione finiti al centro dell’inchiesta «Feudum» che ha portato all’arresto del sindaco di Opera, della sua compagna e capo dell’ufficio tecnico e di tre imprenditori. Tutti sono finiti ai domiciliari. Nucera, nei primi mesi della pandemia aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook diversi attacchi al governo soprattutto legati alla questione della distribuzione delle mascherine. In particolare a fine aprile quando aveva anche scritto al premier Giuseppe Conte contestando il prezzo «politico» di 50 centesimi a mascherina in quanto, a suo dire, sarebbe stato impossibile per i Comuni ottenere forniture a simili prezzi e le amministrazioni avrebbero così dovuto coprire l’aggravio dei costi. In un’altra occasione, in concomitanza con il periodo delle indagini dei carabinieri, Nucera aveva pubblicato fotografie mentre distribuiva le mascherine agli abitanti.

L’affaire mascherine vale al sindaco Antonino Nucera, 49 anni, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) l’accusa di peculato nell’ordinanza firmata dal gip milanese Fabrizio Filice con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. Stessa misura per il capo dell’ufficio tecnico di Opera Rosaria Gaeta, legata sentimentalmente a Nucera e per gli imprenditori Giovanni Marino, Giuseppe Corona (Marino costruzioni srl) e Rosario Bonina (Veria srl). Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri nelle province di Milano, Lodi, Varese e Messina.

Perché l’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinati dagli aggiunti Alessandra Dolci (Direzione distrettuale antimafia) e Maurizio Romanelli (pool anticorruzione della Procura) e dai pm Silvia Bonardi Stefano Civardi, ruota intorno non solo alla riprovevole sottrazione di mascherine agli anziani e al personale della Rsa, ma anche a giri di appalti pilotati assegnati alle imprese amiche e all’illecito smaltimento di materiali di scarto, da qui il coinvolgimento della Dda competente per il traffico di rifiuti. In cambio il sindaco e la compagna avrebbero ottenuto la ristrutturazione «a titolo gratuito» di una casa a San Donato Milanese, di proprietà della donna, da parte delle due imprese «favorite» negli appalti. L’inchiesta inizia proprio nei giorni dell’esplosione della pandemia e parte da una segnalazione che parla di stretti rapporti tra il sindaco di Opera, la sua compagna e alcuni imprenditori ai quali andrebbero sistematicamente appalti anche con il sistema dell’affidamento diretto.

Tra le opere finite nel mirino dei carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dai comandanti Michele Miulli e Antonio Coppola, il rifacimento del campo sportivo di Opera, i lavori nelle scuole Don Milani, la media di via Papa Giovanni e l’elementare «Sacco e Vanzetti» e parte dei lavori di manutenzione del cimitero di Assago (Gaeta è responsabile dell’area edilizia pubblica di quel Comune). Ma anche l’affare dei termoscanner per il Comune, la farmacia e gli uffici della polizia locale (quasi 11 mila euro) con l’impresa dei Marino che fa da procacciatrice di clienti per l’effettivo fornitore delle apparecchiature assicurandosi un guadagno triplo rispetto al costo di mercato, come scrivono i magistrati. Nucera e Gaeta, più un’altra serie di imprenditori, sono indagati anche per lo smaltimento dell’asfalto fresato a seguito dei lavori sulla ex Statale Valtidone. Materiali di scarto e di fatto rifiuti speciali che venivano riutilizzati per compattare il terreno su cui realizzare una tensostruttura, smaltiti nei campi del Parco Sud di due imprenditori agricoli, riutilizzati mescolandoli alla terra nel cantiere della passerella ciclopedonale sulla stessa strada, o smaltendoli abusivamente (1.000 tonnellate) grazie a imprenditori compiacenti. Nei confronti di un architetto bresciano, consulente del Comune di Opera, è stata emessa una misura interdittiva e il gip ha disposto il sequestro preventivo di 40 mila euro (il prezzo della corruzione) e di due camion usati, secondo la procura, per commettere i reati ambientali.

Corriere della Sera

Siamo i watussi. - Marco Travaglio

 

Uno dei rari vantaggi del governo Draghi è che ha fatto sparire l’Innominabile, quello che racconta di aver vinto lui perché è arrivato Draghi. Ormai fa notizia soltanto per le sue imprese extracomunitarie, dall’Arabia Saudita all’Africa nera, da Dubai al Bahrein, dov’è ancora una discreta attrazione circense, mentre in Europa ormai lo conoscono. L’altro giorno però, non sapendo più chi incontrare e avendo 40 minuti liberi (aveva visto perfino Calenda e la Bonino), Letta gli ha concesso udienza in nome della vecchia amicizia. Dev’essere stato un bel momento. Pare che il segretario Pd camminasse rasente muri, per non offrire le spalle all’ospite e stare più sereno. Alla fine si è saputo che i due sono d’accordo su molte cose (i rispettivi nomi e cognomi, la bella giornata primaverile, la temperatura decisamente alta per la stagione), fuorché su un dettaglio: l’alleanza con i 5Stelle di Conte. Sul punto, Letta la pensa come Zingaretti: senza M5S e Conte, il Pd viene doppiato dalle destre. Ma Letta piace alla gente che piace, dunque la sua continuità col predecessore viene applaudita da chi fischiava Zinga e spacciata dai media per “discontinuità”, “cambio di passo”, “svolta”, “rivoluzione”. Non solo: Zinga, come il M5S, voleva il proporzionale, per correre separati e poi governare insieme. Letta vuole il maggioritario, che imporrà a M5S e Pd candidati comuni in ogni collegio: un patto di sangue, un’alleanza strategica.

Ora i giornaloni non si danno pace che, fra Conte e Demolition Man, Letta sembri prediligere il primo (in effetti è bizzarro che, fra il politico più popolare e il più impopolare, non si butti sul secondo). E dall’altro continuano a trattare i 5Stelle come gli esploratori bianchi del ’700-’800 vedevano gli ottentotti, i watussi, i pigmei, gli zulu. Su Rep il nostro adorato Folli si strugge per “l’ostacolo Raggi tra Pd e M5S” e le “insidie di un’intesa con il mondo grillino”, cioè per quella curiosa tribù di selvaggi da adescare con perline colorate, nella speranza prima o poi di civilizzarla. Nell’attesa, l’alleanza funziona così: il Pd mette i candidati e il M5S mette i voti. E, “per dimostrare la sua leadership”, “Conte deve dire alla Raggi che è ora di farsi da parte”. La cosa ovviamente non vale per Milano, dove Sala piace alla gente che piace, quindi può candidarsi contro il M5S, mentre la Raggi è una selvaggia, quindi non può correre contro il Pd: “Un ritorno della Raggi in Campidoglio sarebbe un enorme danno per Letta e di conseguenza per Conte”. Di lasciar decidere gli elettori romani non se ne parla. Dunque chi deve dire alla candidata M5S di levarsi dai piedi? Conte, il leader M5S. Poi, se fa il bravo, qualche perlina colorata la danno anche a lui.

IlFattoQuotidiano

Covid, lo studio: “Farmaco antiparassitario blocca il danno polmonare causato dalla malattia.”

 

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature e condotto da un gruppo di ricercatori di King's College London, Università di Trieste e Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste, che ha identificato il meccanismo che porta alla fusione delle cellule infettate con Sars-Cov-2 e successivamente il farmaco che blocca il processo.

La ricerca per trovare terapie e una possibile cura per Covid non si arresta mai. E in questa corsa costante si può anche raggiungere risultati interessanti con molecole che fanno già parte della famiglia dei farmaci, ma sono utilizzati per altro. Un farmaco antiparassitario usato da più di 50 anni per le infezioni intestinali, la niclosamide, è in grado di bloccare il danno polmonare causato da Covid 19, ovvero gli effetti dannosi che la proteina Spike di Sars-CoV-2 causa alle cellule. A dimostrarlo è uno studio pubblicato oggi sulla rivista Nature e condotto da un gruppo di ricercatori di King’s College LondonUniversità di Trieste e Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste, che ha identificato il meccanismo che porta alla fusione delle cellule infettate con Sars-Cov-2 e successivamente il farmaco che blocca il processo.

A questa conclusione il gruppo guidato da Mauro Giacca, professore dell’Università di Trieste, docente di Cardiovascular Sciences al King’s College di Londra, e responsabile del Laboratorio di Medicina Molecolare dell’Icgeb, è giunto attraverso uno screening di laboratorio su oltre 3.000 farmaci già approvati per la terapia di diverse malattie. Lo stesso gruppo a novembre, in un articolo pubblicato su Lancet eBioMedicine, aveva scoperto che i polmoni dei pazienti morti per Covid-19, oltre a mostrare un esteso danno e la presenza di coaguli che bloccano la circolazione del sangue, contengono un vasto numero di cellule anormali infettate dal virus anche dopo 30-40 giorni dal ricovero in ospedale. Queste cellule sono generate dalla capacità della proteina Spike del coronavirus di stimolare la fusione tra cellule infettate e cellule vicine. “Le nostre ricerche – spiega Giacca – mostrano come Spike attivi una famiglia di proteine della cellula, TMEM16, indispensabili per la fusione cellulare. Questo meccanismo è anche alla base dell’attivazione delle piastrine e potrebbe quindi anche spiegare perché il 70% dei pazienti con Covid-19 grave sviluppa una trombosi“.

Lo studio mostra come la niclosamide, inibendo TMEM16 e la fusione delle cellule, blocca anche la replicazione del virus. Sulla base di questi risultati, una sperimentazione clinica su 120 pazienti è già partita in India. “Questa ricerca è importante – osserva Giacca – anche perché sposta l’attenzione dal tentativo di bloccare la moltiplicazione del virus, come finora hanno cercato di fare con alcuni farmaci, con scarso successo, a quello di inibire il danno causato all’organismo dalle cellule infettate. Sono sempre più convinto – conclude – che Covid-19 sia una malattia causata non dalla semplice distruzione delle cellule infettate dal virus, ma dalla persistenza di queste cellule nell’organismo per periodi lunghi di tempo. Il meccanismo che abbiamo scoperto potrebbe anche essere coinvolto nello sviluppo del cosiddetto Covid lungo, spiegando la difficoltà che molti pazienti hanno a recuperare dopo la malattia”.

IlFattoQuotidiano

mercoledì 7 aprile 2021

AstraZeneca: limitazioni oggi e altri ritardi domani. - Natascia Ronchetti

 

Campagna miraggio - Trombosi rare: Ema al lavoro per nuove raccomandazioni. Figliuolo: “Arrivano 1,5 milioni di Pfizer”.

Prima lo stop and go, con la sospensione e il successivo via libera. Poi di nuovo l’attesa di una parere dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, sui rari casi di trombosi che si sono verificati in Germania (7 su 1,6 milioni di vaccinazioni). Sul vaccino anglo-svedese AstraZeneca altra bufera con le dichiarazioni rilasciate al Messaggero da Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell’Ema, su una associazione tra il siero e gli effetti avversi che hanno colpito in Germania sei donne e un uomo, tra i venti e i 50 anni. “È sempre più difficile – ha detto Cavaleri – affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con AstraZeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine”. E dalla commissione della farmacovigilanza di Ema oggi o domani arriveranno raccomandazioni aggiornate per indicare le classi di età per le quali è consigliato (in Italia non ci sono limiti).

Bambini e adolescenti stop alla sperimentazione.

Entro domani sono attese anche le conclusioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che invece getta acqua sul fuoco. L’Oms non rileva legami “tra trombosi e vaccino AstraZeneca; dal Regno Unito e da altri Paesi continuano ad arrivare dati che sono analizzati dai nostri esperti, per il momento è importante ribadire che i benefici continuano a superare i rischi”. Ieri c’è stato un incontro anche in Italia tra Aifa e ministero della Salute: solo interlocutorio, in attesa del responso di Ema. Anche l’Agenzia del farmaco britannica starebbe però valutando, secondo The Times, se limitare AstraZeneca ai più giovani (il Regno Unito ha registrato 7 decessi su 18,1 milioni di somministrazioni). L’Olanda lo ha sospeso; idem, fino al 15 aprile, hanno fatto Norvegia e Danimarca; la Svezia lo somministra solo agli over 65; in Germania la commissione sui vaccini lo raccomanda per le persone sopra i 60 anni. Intanto la stessa AstraZeneca sospende la sperimentazione su bambini e adolescenti: “Sebbene non ci siano preoccupazioni di sicurezza nel trial clinico pediatrico, attendiamo le ulteriori informazioni dall’agenzia britannica sulla sua revisione dei rari casi di trombosi prima di somministrare altre vaccinazioni nel trial”, ha dichiarato l’azienda.

Napoli “Noi vogliamo vaccinarci con Pfizer.”

L’incertezza è tale da scatenare la paura. Una dimostrazione arriva da Napoli, dove al centro vaccinale della Mostra d’Oltremare ieri si sono registrati rallentamenti perché molte persone – erano convocati quelli di età tra i 70 e i 79 anni – hanno tentato di convincere i medici a somministrare un vaccino diverso, Pfizer o Moderna. Secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ora Ema potrebbe, in via precauzionale, indicare una categoria di persone sulle quali è meglio non utilizzare AstraZeneca. L’agenzia potrebbe cioè “individuare dei sottogruppi che presentano un comune denominatore per un maggiore livello di rischio e valutare il rapporto causa-effetto in tali gruppi”. Se poi arrivasse a escludere dalla somministrazione alcune categorie, questo, dice Sileri, “rientra nei processi di farmacovigilanza ed è già successo per tanti altri farmaci, a partire dall’aspirina”. Intanto sono state avviate quattro indagini, su decessi di vaccinati, da tre procure: Genova, Messina e Firenze (in un caso il vaccino é Moderna).

Esportazioni Bloccate dosi per l’Australia.

Intanto l’Ue ha bloccato la spedizione di 3,1 milioni di dosi di AstraZeneca destinate all’Australia. Uno stop che segue quello deciso a marzo dal premier Draghi, che aveva fermato l’esportazione di 250mila dosi.

Nel frattempo all’Italia arrivano altri vaccini Pfizer: 1,5 milioni di dosi. È la prima consegna del mese aprile. Ed è il lotto più consistente dall’inizio della campagna. Entro oggi, come riferisce il commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, sarà distribuito alle Regioni. Poi arriveranno, il 14 aprile, 175mila dosi AstraZeneca. Non le 340mila previste.

Cnr “Impossibile arrivare a quota 500 mila al giorno.”

Che l’obiettivo di cinquecentomila vaccinazioni al giorno sia davvero lontano è confermato anche dal Cnr: è il matematico Giovanni Sebastiani a spiegare che per la fine di aprile, al ritmo attuale, si potrà arrivare al massimo a 350mila dosi al giorno. Mentre aumentano le somministrazioni a persone che appartengono alla categoria “altro”, passata in una settimana dal 13 al 17%.

Lazio Il mistero delle fiale per difesa e sicurezza.

Ieri nel Lazio, invece, mancavano all’appello rispetto al conteggio ufficiale quasi 98mila dosi: ha lanciato l’allarme l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato: conteggiate ma mai consegnate; dosi destinate al personale della sicurezza e della difesa, ha poi replicato la struttura commissariale di Figliuolo: soltanto un disguido contabile, insomma.

IlFattoQuotidiano