martedì 29 giugno 2021

Cashback, lo stop di Draghi spacca la maggioranza. Il ministro Patuanelli (M5s): “Grave errore, si torni indietro”. E il Pd: “Va corretto, non eliminato”.

 

L'esecutivo ha decretato la sospensione del meccanismo di premi e rimborsi per chi utilizza i pagamenti elettronici con un anno d'anticipo rispetto a quanto previsto dal governo Conte. Salvini prova a metterci il cappello e rilancia: "Abolire il tetto di spesa in contanti". Anche Italia Viva esulta: "Lo avevamo chiesto noi". Di Battista: "Il M5s continua a non toccare palla".

“La sospensione del cashback è un errore”. Dopo 12 ore di silenzio, un esponente del governo protesta ufficialmente contro lo stop deciso dal governo di Mario Draghi. Nella serata di lunedì, infatti, la cabina di regia dell’esecutivo, riunita a Palazzo Chigi, ha decretato la sospensione del meccanismo di premi e rimborsi per chi utilizza i pagamenti elettronici. Un sistema voluto dal governo di Giuseppe Conte e promosso direttamente dall’ex premier, che aveva finanziato il progetto con cinque miliardi fino al giugno del 2022. Draghi, però, ha deciso di cancellare il cashback con un anno di anticipo: una decisione arrivata a sorpresa e che sembra quasi uno sgarbo istituzionale nei confronti del suo predecessore, in queste ore impegnato nello scontro con Beppe Grillo per varare il nuovo statuto del M5s. Proprio i 5 stelle protestano contro la scelta dell’esecutivo Draghi. Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura e capodelegazione del M5s al governo, si lamenta: “La sospensione del cashback è un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione”, ha detto Patuanelli a margine del Consiglio europeo in Lussemburgo. “Un errore la sospensione del cashback che come strumento di incentivo all’utilizzo di pagamenti elettronici e lotta all’evasione è stato perfetto. Chiederemo in Consiglio dei Ministri i motivi di questa decisione”, dice anche Fabiana Dadone, ministra delle Politiche giovanili.

Nel tardo pomeriggio a intestarsi il merito della scelta del Governo arriva il leader della Lega Matteo Salvini. “L’abbiamo chiesta noi, perché ogni miliardo di euro secondo noi va reinvestito in lavoro e in sostegno alle imprese. L’idea della lotteria di Capodanno a chi fa la spesa con il bancomat o con la carta di credito non è l’idea di Paese che ho in testa. Ognuno deve essere libero di fare la spesa pagando come e dove vuole“, dice a margine di una conferenza stampa a Bologna. E anzi rilancia: “Io sarei addirittura per l’abolizione del tetto di spesa in denaro contante, perché io sono libero di andare a fare la spesa pagando come voglio. E quindi sono contento che Draghi, a differenza di Conte, abbia raccolto questa nostra richiesta. Investire quattro miliardi invece che in lotterie degli scontrini in sostegno alle imprese secondo me è una cosa intelligente”. Prova a mettere il cappello sull’abolizione anche il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato: “Una scelta giusta ed equa, lo ricordo a Giorgia Meloni che sostiene di essere stata l’unica, lo avevamo ripetutamente chiesto noi, ed è una delle tante ragioni che portò le ministre di Italia Viva a non votare il Pnrr e poi ad aprire la crisi del governo Conte. Ed è anche in linea con quanto chiede l’Unione europea che vuole le risorse del NextGenerationEU siano utilizzate per fare investimenti e non interventi a pioggia”, scrive su Facebook.

Protestano, invece, i deputati del MoVimento 5 Stelle in Commissione Finanze alla Camera. “La sospensione del meccanismo del cashback è un grave errore”, scrivono in un comunicato. Ha stimolato l’uso dell’app Io, incentivando la digitalizzazione, e ha permesso a oltre 6 milioni di italiani di ricevere fino a 150 euro come bonus per i pagamenti elettronici realizzati. L’incentivo ha avuto un enorme riscontro, soprattutto tra i giovani ed è una misura che si ripaga da sola. I dati sui consumi avrebbero raggiunto i 14 miliardi entro fine 2022 con 2,5 miliardi di nuove entrate per lo Stato e senza introdurre nessuna nuova tassa”. I 5 stelle riepilogano i dati di sei mesi di cashback: “Fino ad oggi, sono 8,9 milioni i cittadini che hanno aderito con un totale di 784,4 milioni di transazioni e 16,4 milioni di strumenti di pagamento attivati. Di fatto, si sceglie inopinatamente di tornare al passato, invece di sostenere un programma anti-evasione che sta funzionando. Questa battaglia, evidentemente, non interessa ad altre forze politiche, abituate a riempirsi la bocca di lotta all’evasione senza mai passare ai fatti. Ci auguriamo che si torni indietro sulla decisione presa in Cabina di Regia”. “La sua sospensione è un errore e un pessimo messaggio”, twitta l’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

“Il cashback ha obbligato i negozianti furbetti a mettere il Pos, ha aiutato gli anziani ad attivare lo Spid e una carta alla Posta. Ha sostenuto i nostri giovani. Con il Governo Conte, anche con il cashback, investimmo nel futuro e nella digitalizzazione. Eliminarlo è folle”, scrive Carla Ruocco, presidente M5s della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario. Nel dibattito interviene anche l’ex deputato dei 5 stelle Alessandro Di Battista: “Il Movimento continua a non toccar palla (cosa ampiamente prevedibile e prevista da chi non aveva altri interessi). Gongola la Lega, partito che non ha mai fatto della lotta all’evasione la sua ragion di vita e gongolano tutti quelli che mesi fa hanno attaccato questa semplice misura di buon senso a sostegno, soprattutto, della classe media. Il tutto mentre più o meno tutti i dirigenti del Movimento giurano amore eterno a Mario Draghi“.

Protesta contro l’abolizione del cahsback pure Michele Bordo, deputato e responsabile Pd per la Coesione e il Mezzogiorno. “Non condivido la scelta di sospendere il cashback per il prossimo semestre. Una cosa è correggere ciò che non ha funzionato del meccanismo, altra cosa è sospenderlo”, dice l’esponente dem. “Il cashback – ha continuato – ha consentito in questi mesi un maggiore utilizzo della moneta elettronica, un migliore tracciamento dei pagamenti, la riduzione del nero e dell’evasione fiscale. Per tutte queste ragioni, è un errore tornare indietro. Spero che ci sia spazio per rivedere la decisione assunta ieri dalla cabina di regia riunitasi a Palazzo Chigi”. Protesta pure Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: “Dovevano bloccare i licenziamenti e invece hanno bloccato il cashback. Dovevano ascoltare le organizzazioni sindacali dei lavoratori e finora li hanno ignorati In sostanza, al di là degli slogan il governo dei migliori ha finora eseguito il diktat di Confindustria”, attacca. Esulta, invece, Forza Italia con la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini che definisce quella dell’esecutivo come “una decisione di buonsenso che farà risparmiare più di mezzo miliardo alle casse dello Stato, e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici”.

Nelle scorse settimane, l’unico partito a chiedere esplicitamente l’abolizone del cashback era stato Fratelli d’Italia, con una mozione presentata al Senato ma respinta da Palazzo Madama. In quell’occasione era stata approvata, invece, una mozione della maggioranza che punta il dito contro le “criticità” emerse chiedendo un “monitoraggio” del programma per adottare “provvedimenti correttivi”. Ora invece è arrivato lo stop totale, esattamente come chiedeva il partito di Giorgia Meloni, l’unico all’opposizione. E adesso Meloni esulta definendo il cashback come “una idiozia che ci costa 4 miliardi. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di una elemosina. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi”. Che quindi ha smentito totalmente la mozione approvata della sua maggioranza per introdurre correttivi, mantenendo in vigore il sistema del cashback. E seguendo quanto chiedeva l’unico partito all’opposione.

ILFQ

Premi per chi paga le tasse: come funziona il Patto fiscale proposto dalle Camere.

 

Il documento di indirizzo delinea un nuovo “Patto fiscale” tra Stato e cittadini.

Premi per chi paga le tasse. La bozza della proposta di riforma del fisco delle commissioni Finanze di Camera e Senato di 21 pagine, in vista della chiusura dei lavori mercoledì 30 giugno, sottolinea che «la riforma fiscale deve cogliere l'occasione per innestare in modo deciso e irreversibile un cambio di paradigma nei rapporti tra amministrazione fiscale e contribuente». Il documento di indirizzo, che il presidente del Consiglio Mario Draghi punta a prendere in considerazione in vista del via libera del Governo alla legge delega entro la fine del mese prossimo, delinea dunque un nuovo “Patto fiscale” tra Stato e cittadini.

Gli impegni reciproci alla base del Patto fiscale Stato-cittadini.

La logica è quella di un impegno reciproco. Da parte sua lo Stato «deve allontanare ogni tendenza a considerare il contribuente un “evasore che ancora non è stato scoperto”, e al contempo efficientare i propri comportamenti, non solo quelli relativi all'amministrazione finanziaria ma anche quelli inerenti l'efficiente utilizzo delle risorse pubbliche raccolte con la tassazione». Quanto invece al contribuente, «deve pienamente internalizzare il beneficio collettivo che deriva dal pagamento dei tributi (in termini di erogazione di beni e servizi pubblici)».

Meccanismo strutturale di premialità per i contribuenti leali.

«Elemento fondamentale del nuovo patto fiscale tra Stato e cittadini - si sottolinea nella bozza del documento conclusivo - è un meccanismo strutturale di premialità per i contribuenti leali».

Escludere dalle sanzioni i mancati versamenti per errore o grave mancanza di liquidità.

Come? Ad esempio attraverso finestre più brevi per i controlli, o tagliando automaticamente i tempi dei rimborsi fiscali o i termini degli accertamenti. Le commissioni raccomandano «meccanismi più cogenti, che includono la concessione di forme di certificazione del rispetto delle obbligazioni tributarie in base alle quali riconoscere in maniera automatica benefici quali, a titolo esemplificativo, riduzioni dei termini di controllo e accertamento e dei tempi di rimborso fiscale». L'apparato sanzionatorio «dovrebbe esplicitamente escludere i casi di omesso versamento per errore o per grave carenza di liquidità».

Rivoluzione manageriale per la riscossione.

L'attività di riscossione, più in generale, «deve andare incontro ad una vera e propria “rivoluzione manageriale”, in grado di superare l'approccio meramente formale e virare verso una gestione del processo produttivo interamente concentrata su efficienza ed efficacia».

IlSole24Ore

Tutti gli usi del bicarbonato in giardino.

 

Il bicarbonato di sodio è uno di quei prodotti che non manca mai dalle nostre case. Può essere usato in una miriade di modi diversi, dalle pulizie domestiche alla cosmetica, dalla salute al… giardino! In pochi sanno che il bicarbonato di sodio, infatti, è un eccellente alleato per la cura delle nostre piante.

Questo eccellente ingrediente naturale può essere utile, ad esempio, a fertilizzare le piante o ad allontanare certi tipi di insetti. Il bicarbonato è un prodotto economico che può essere di grande aiuto in giardino.

Di seguito vedremo come il bicarbonato di sodio può essere applicato in giardino per far crescere meglio e proteggere le nostre amate piante.

Allontanare gli insetti.

Spargi un cucchiaio di bicarbonato di sodio sulla superficie del terriccio per tenere alla larga formiche, scarafaggi e lumache. Assicurati solo di non spargere il bicarbonato troppo vicino alla pianta.

Eliminare la digitaria.

Questa pianta è altamente infestante e appartiene alle graminacee, ed è per questo che può essere pericolosa per chi soffre di allergia. Versa dell’acqua sulla digitaria, poi spargici sopra del bicarbonato di sodio. Dopo pochi giorni la pianta sarà solo un ricordo.

Prevenire le malattie fungine.

Non c’è niente di più frustrante nel giardinaggio che vedere la nostra stupenda pianta piena di macchie sulle foglie. Per risolvere mescola 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio con 3 gocce di sapone liquido in 1 litro d’acqua.

Spruzza la soluzione sulle piante colpite da funghi. Il bicarbonato previene e evita lo sviluppo dei funghi.

Elimina le erbacce.

Crescono quasi ovunque, soprattutto tra le piastrelle del giardino. Per eliminarle basta versarci sopra del bicarbonato di sodio.

Addolcire i pomodori.

Il bicarbonato di sodio può rendere i nostri pomodori ancora più succosi e saporiti. Spargi un po’ di bicarbonato sulla terra che si trova attorno alla pianta di pomodoro per ridurre i livelli di acidità. Più è bassa l’acidità del terriccio, più dolci saranno i pomodori.

Ridurre i cattivi odori del compost.

Se il tuo compost sta cominciando a spaventare i vicini, spargi attorno ad esso del bicarbonato di sodio per eliminare la puzza. Il bicarbonato è eccellente per neutralizzare i cattivi odori.

Mantenere freschi i fiori tagliati

Riempi un vaso pieno d’acqua e versaci un cucchiaino di bicarbonato di sodio: i fiori ti ringrazieranno.

Pulire le mani sporche.

Il bicarbonato di sodio è perfetto per pulire le mani dopo aver lavorato nell’orto o in giardino, permettendoci di evitare i prodotti chimici che si trovano in altre soluzioni di pulizia. Versa del bicarbonato sulle mani, aggiungi un po’ d’acqua e strofina.

Ora che sai come usare il bicarbonato di sodio in giardino, sai che puoi contare su questo semplice ma potente ingrediente per proteggere e curare le tue piante.

RimedioNaturale

L’alternativa qual è? - Marco Travaglio


Ieri Conte ha ributtato la palla nel campo di Grillo, ma con dentro una bomba a orologeria che ha già iniziato a ticchettare: quella della democrazia diretta, cioè del voto degli iscritti ai 5Stelle pro o contro il suo progetto di rifondazione del Movimento. È stata un’operazione di chiarezza davanti a tutti gli italiani: a quelli che ancora votano M5S (e sono tanti, a dispetto dei santi), a quelli che non li votano più ma si astengono in attesa di un nuovo motivo valido per farlo (e sono altrettanti), a quelli che non li hanno mai votati ma potrebbero cominciare a farlo se nascesse una cosa nuova, e a quelli che mai li voterebbero. Nessuno d’ora in poi potrà dire di non aver capito le ragioni dello scontro fra i due Giuseppe in quello che resta in Parlamento il partito di maggioranza relativa. Qualcuno aveva tentato di immiserirlo a una lite da portineria: uno che sbeffeggia, l’altro che fa l’offeso, prende cappello e pretende le scuse. Ecco: nulla di tutto questo. La questione non è personale: è politica, anche se il rapporto umano fra Conte e Grillo al momento è ai minimi storici e non sarà facile ricostruirlo.

Bene ha fatto l’ex premier a chiarire che non c’è alcun golpe o complotto per sfilare a Grillo la sua creatura, ma l’esigenza di tracciare i confini delle funzioni dell’uno e dell’altro nel movimento che lo stesso Grillo ha chiesto a Conte di ricostruire su basi nuove. Il capo fa il capo e il garante fa il garante, ma il garante conterà sempre più del capo perché il suo mandato è a vita e perché conserva il potere di proporre agli iscritti di sfiduciare l’altro. Fermo restando che il garante è anche il fondatore e qualunque sua sortita avrà un peso infinitamente superiore a quello codificato da qualsiasi regola statutaria. Quella di Conte non è una pretesa prevaricatrice, ma il minimo sindacale delle garanzie per poter avviare il percorso di “riossigenazione”. Un’avventura che, a giudicare dallo zoccolo duro tuttora legato al “marchio” (15-17%), dalla breve distanza dai tre partiti maggiori e dalle attese che Conte suscita nel Paese, può ancora riportare il M5S in cima al podio. Tutto ora dipende dall’intelligenza e dalla generosità di Grillo, che della prima abbonda e della seconda difetta. Ma le parole ferme e al contempo distensive pronunciate ieri dall’ex premier costringono il fondatore a scegliere, e in breve tempo. Se salta la leadership Conte, l’alternativa qual è? Dov’è un altro capo in grado di risollevare i 5S dopo un eventuale no a (o di) Conte? E soprattutto: come potrebbe il teorico della democrazia diretta negare agl’iscritti il diritto di voto sul progetto di Conte? Dopo mesi di battaglia politica e legale, Conte ha restituito al M5S la lista degli iscritti sequestrata da Casaleggio jr.. E ora Grillo che fa: li tratta da soprammobili?

ILFQ

lunedì 28 giugno 2021

Ho ascoltato Conte.

 

Conte, sobrio, elegante, spontaneo.
Un apprezzabile comunicatore, profondo conoscitore delle materie trattate, esaustivo nelle risposte.
Infonde serenità, lealtà. Ha un linguaggio comprensibile, fuori dagli schemi della politica stantia e, a volte, addirittura becera.
Finalmente avevamo un amministratore preparato, attento a comprendere i nostri bisogni per assecondarli.
E' ciò che aspettavamo da tempo, ma non andava bene e a chi fa della politica un circolo privato e vizioso dal quale attingere potere, denaro e impunità, garantendosi un posto nell'Olimpo degli dei.
Senza di lui torneremo a rivivere la politica di sempre, quella delle disuguaglianze sociali, del precariato nel lavoro, del razzismo, della sudditanza, e di tutto ciò che si tentava di cancellare.
AMEN.

Cetta.

Valute, tutte le incognite dietro la diversificazione in dollari. - Andrea Gennai

 

Le grandi banche d’affari vedono un dollaro tonico solo nel breve. Il biglietto verde potrà apprezzarsi con stabilità solo se la Fed anticiperà il rialzo tassi o se peggiorerà il sentiment per l’azionario.

Il rimbalzo del dollaro partito la scorsa settimana dopo la parole vigili della Fed sull’inflazione hanno riportato al centro dell’attenzione il tema della diversificazione valutaria. Almeno nell’ultimo anno siamo reduci da una fase di rafforzamento dell’euro a partire dalle due principali divise (biglietto verde e yen) e questo ha reso più complicato la diversificazione valutaria.

È giunto il momento di scommettere su un indebolimento della divisa unica e quindi sulla possibilità di guadagnare puntando sulle altre divise? Gli addetti ai lavori sono divisi e non è un novità essendo il mercato della valute (forex) quello più liquido al mondo ed esposto a molteplici variabili.

La diversificazione valutaria è necessaria ma, secondo gli esperti interpellati da Plus, deve essere marginale in un portafoglio. Dipende dalla propensione al rischio ma in linea di massima per un investitore medio può aggirarsi intorno al 20 per cento.

Cosa può frenare il dollaro.

I destini del dollaro sono in mano alla Fed. «Il dollaro - spiega Matteo Paganini, managing director Europa Pepperstone - si apprezza quando siamo in fase di fuga dal rischio e fino a questo momento tutti i tentativi di discesa dei mercati azionari sono sempre rientrati. Il driver è rappresentato dall’azione delle banche centrali e dall’inflazione. Quando il mercato percepirà un aumento dei prezzi duraturo allora il fattore tassi tornerà alla ribalta e il biglietto verde potrà apprezzarsi stabilmente».

Secondo l’analista «i flussi di capitali sono molto lineari in questa fase. Ne è un riprova lo yen che non si è mosso anche quando l’azionario ha provato a correggere perché, con i tassi a zero ovunque, non erano state montate operazioni con gli yen presi a prestito. Non penso che da qua a fine anno avremo delle indicazioni chiare sui tassi negli Usa e quindi il dollaro potrà apprezzarsi solo se l’inflazione sfuggirà dal controllo».

Una posizione in sintonia con Goldman Sachs, che nonostante i toni più vigili della Fed non vede un apprezzamento stabile del biglietto verde. Secondo la banca d’affari il dollaro nel breve potrà rimbalzare anche nell’ordine di qualche punto percentuale, complice l’effetto dell’ultimo meeting Fed ma a 6 mesi l’euro-dollaro è visto a 1,27 complice una Fed che dovrebbe restare ancora molto accomodante. Anche Morgan Stanley nel breve vede un rimbalzo del dollaro su euro alla luce delle dinamiche del mercato delle opzioni mentre Barclays nel terzo trimestre scommette su un cambio sostanzialmente stabile a 1,18.

Cosa può sostenerlo.

Nel medio e lungo termine a determinare il trend delle valute saranno come sempre i tassi e quindi i rendimenti. Oggi questa variabile è offuscata dai tassi a zero applicati da molte banche centrali. Una volta che il quadro sarà normalizzato i flussi riprenderanno a seguire questi segnali e già si avvertono segnali sul mercato.

«Resta ancora elevata - spiega Luca Mannucci, Head of market strategy di Mps Capital Services - la ricerca di rendimento con i flussi che andranno a privilegiare le valute di quei paesi le cui Banche centrali hanno iniziato a implementare o a ragionare su una normalizzazione delle politiche monetarie ultra-accomodanti (il cosiddetto tapering) ovvero ad alzare in maniera decisa i tassi di interesse.

Tra le banche centrali occidentali la BoC (Canada) ha iniziato a rallentare il ritmo degli acquisti, la banca centrale norvegese ha aperto le porte ad un rialzo (forse già a settembre) e alcuni paesi emergenti come Brasile e Russia hanno iniziato a marzo un lungo ciclo di rialzo dei tassi. La Fed è nelle fasi iniziali di questo processo».

Potrebbe ripetersi, mutatis mutandis, uno scenario simile a quanto visto nel 2013 anno del “taper tantrum”. A dicembre 2013 la Fed annunciò il tapering che partì il mese successivo e durò circa un paio di anni prima di procedere al primo rialzo dei tassi a dicembre 2015. Questa volta potrebbe essere un percorso simile. «A sfavore del dollaro - continua Mannucci - c’è il tema dei deficit gemelli, che tuttavia dovrebbe rimanere limitato almeno fino a quando sarà controbilanciato dai flussi di investimento.

Il mercato dei futures sconta per i tassi euribor a 3 mesi un rialzo di 25 punti per dicembre 2023 mentre nel caso dell’America sconta un rialzo a dicembre 2022 e almeno altri due nel 2023. «In questo scenario - conclude Mannucci - ha senso diversificare verso la valute dove è partito un percorso di normalizzazione della politica monetaria e non mi sorprenderebbe che i flussi possano progressivamente premiare il dollaro. Per questo ci aspettiamo un ribasso, sebbene limitato, del cambio eurodollaro. Abbiamo 1,16 come target per euro dollaro entro settembre».

Tra le valute più importanti c’è lo yen, che fino a oggi è rimasto molto indietro nei confronti dell’euro ma anche del dollaro. Anche in questo caso il differenziale di tassi non promette molto per l’investitore del Vecchio Continente. C’è infine la sterlina, che si è apprezzata molto negli ultimi mesi per la rapida campagna vaccinale di inizio anno, ma questo è già in buona parte scontato dal mercato.

IlSole24Ore

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio



Valori bollati.“La nostra federazione è unita con o senza l’apporto di Meloni. Abbiamo valori comuni” (Attilio Fontana, Lega, presidente Regione Lombardia, Stampa, 20.6). Lui però li tiene in Svizzera.

Minzolingua/1. “Ma io gli attacchi li capisco, come capisco chi lecca” (Augusto Minzolini, neodirettore del Giornale, Riformista, 24.6). E lui modestamente la nacque.

Minzolingua/2. “‘L’unico padrone è il lettore’, diceva Montanelli” (Augusto Minzolini, Giornale, 25.6). Ora, con lui, l’unico lettore è il padrone.

Papa Drago I. “Il Concilio di Draghi” (Foglio, 24.6). “Il Concordato di Draghi” (Giornale, 24.6). “Draghi scomunica la Chiesa” (Claudia Fusani, Riformista, 24.6). Papa subito.

Solo noi. “Una super-pagella per il Recovery: l’Europa dice sì al piano dell’Italia. Nei giudici tutte A e una sola B”, “L’effetto SuperMario fa superare lo stallo” (Stampa, 22.6). Posto che tutti i Recovery Plan di tutti i Paesi membri della Ue hanno avuto la stessa super-pagella con identici voti, come avranno fatto tutti gli altri a riuscirci senza essere governati da SuperMario?

Di Montichi?/1 “Milano, di Montigny si sfila: ‘Ma porto avanti le mie idee’” (Giornale, 24.6). Non appena gliene verrà una.

Di Montichi?/2. “Mi prendono in giro per il mio cognome. Su Milano ho una visione. Medito ogni mattina e conosco la nipote di Gandhi” (Oscar di Montigny, Corriere della sera, 20.6). Ah beh allora.

Balle spaziali. “Asse Draghi-Merkel sui migranti” (Stampa, 21.6). “Migranti, intesa Draghi-Merkel” (Corriere della sera, 22.6). “Il sì di Merkel a Draghi: ‘Impegno Ue sui migranti’” (Messaggero, 22.6). “Draghi e Merkel, intesa sui migranti” (Tonia Matrobuoni, Repubblica, 22.6). “Un patto a tre sui migranti tra Germania, Francia e Italia” (Claudio Tito, Repubblica, 24.6). Risultato dell’asse, dell’intesa, del sì e del patto: dieci minuti di chiacchiere e nessun accordo europeo sui migranti.

L’amuleto. “Le battaglie perse sono le più divertenti, ma Travaglio rischia di morire dal ridere (e noi pure, a leggerlo) perché siamo, ormai, al masochismo esibito, alla candidatura di orfano politico a vita… Il direttore del Fatto, da 25 anni, cerca di intercettare il peggio del qualunquismo forcaiolo per traghettarlo verso personaggi che poi si vanno a schiantare” (Filippo Facci, Libero, 27.6). Saluti da Hammamet, da Cesano Boscone e da Rignano sull’Arno.

Ordine analfabetico. “Salvini? Un estremista di sinistra! Il fatto invoca manette per i profughi” (Piero Sansonetti, Riformista, 24.6). Se non fosse che Sansonetti, oltre a non saper scrivere, non sa neppure leggere, scoprirebbe che Davigo parlava degli stranieri irregolari in carcere perché delinquono.

Ubi maior, minor cesso. “Voleva vendere quadro a Montecarlo. Sgarbi indagato: ‘Non ha la licenza’. Inchiesta sul critico per esportazione illecita del ‘Concerto con bevitore’, valutato 5 milioni” (Repubblica, 24.6). “Se diventerò assessore intitolerò un vespasiano alla Raggi: un monumento alla sua amministrazione… Papa Francesco vorrebbe che io facessi l’assessore alla cultura a Roma. Se potesse, voterebbe senza dubbio per me. Condividiamo molte cose, io lo considero un collega” (Vittorio Sgarbi, deputato-imputato di FI, Verità, 21.6). Se tutto va bene, gli vende pure i Musei Vaticani e la Cappella Sistina.

Ad personam. “Il blitz di Grillo dagli eletti 5Stelle. Scontro con Conte sui poteri. Gli strappi del fondatore che non può accettare un Movimento ‘personale’” (Corriere della sera, 24.6). A meno che la persona non sia la sua.

Amnesia Capitale. “Quando il Pd governava la capitale: cosa è rimasto del ‘modello Roma’” (Roberto Morassut, deputato Pd, Domani, 25.6). A parte Odevaine e i 15 miliardi di debiti, dici?

Piazza pulita/1. “Separazione delle carriere: penalisti in piazza” (Riformista, 24.6). La piazza però non se n’è accorta.

Piazza pulita/2. “Partiti in piazza coi penalisti. C’è un solo assente: il Pd” (Riformista, 25.6). Beh, dai, eravate già in tre.

Il titolo della settimana/1. “Recovery, arrivano i fondi. Grazie a Draghi e ai liberali” (Giornale, 21.6). Uahahahahah.

Il titolo della settimana/2. “L’occasione del governo Draghi per tentare di riprendersi la Libia” (Domani, 26.6). Le truppe sono pronte a salpare, 110 anni dopo l’ultima campagna. Tripoli bel suol d’amore!

Il titolo della settimana/3. “Lo Speranza inglese è esperto di palpatine” (Libero, 26.6). E non avete ancora visto l’ex Johnson di Arcore.

Il titolo della settimana/4. “Ma chiedere al governo la cacciata di due ‘liberisti’ è una cosa di sinistra?” (Antonio Polito, Corriere della sera, 26.6). No, è assumerli che è una cosa di destra.

Il titolo della settimana/5. “Draghi e Mancini. Quei due leader misurati che creano spirito di squadra. L’accostamento è audace e metaforico ma tra il governo e la Nazionale si notano alcune ricorrenze interessanti” (Mauro Magatti, Corriere della sera, 26.6). Ma va’ a ciapa’ i ratt.

ILFQ