Se nel '92 una cura da cavallo ci permise di rimanere in piedi, oggi non solo non è sufficiente una manovra da 90 miliardi di euro, ma forse neppure da 200 miliardi, e tagliare non serve senza un'idea di futuro. Il craxismo ha vinto. Craxi iniziò lo smantellamento del Paese all'inizio degli anni '80 e i suoi successori lo hanno portato a termine.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 28 agosto 2011
Un nuovo '92 è alle porte.
Se nel '92 una cura da cavallo ci permise di rimanere in piedi, oggi non solo non è sufficiente una manovra da 90 miliardi di euro, ma forse neppure da 200 miliardi, e tagliare non serve senza un'idea di futuro. Il craxismo ha vinto. Craxi iniziò lo smantellamento del Paese all'inizio degli anni '80 e i suoi successori lo hanno portato a termine.
sabato 27 agosto 2011
Arzignano, la grande fabbrica dell’evasione. - By ilsimplicissimus
I ricchi non possono dare una mano, già pagano troppe tasse dice la Marcegaglia. Ma chissà a quali ricchi si riferisce, non certo a quelli italiani dove c’è la più alta evasione del mondo, a parte la Grecia che infatti stiamo gloriosamente raggiungendo. E infatti le bugie – compitino del presidente di Confindustria, hanno le gambe cortissime: non bastano le vicende di fondi neri del suo gruppo a fare allungare il nasino, oggi c’è anche la notizia di una grande azienda del vicentino, beccata con 800 operai irregolari e 1,3 miliardi di evasione.
Non si tratta di un capannone semiclandestino, magari riempito di cinesi, ma della Mastrotto group, uno dei più importanti al mondo nella lavorazione delle pelli, dimostrazione evidente di un cancro profondo e diffuso. Del resto Arzignano, vive di questa attività e vive anche di evasione, visto che un anno fa furono già scoperte altre magagne, un sistema generalizzato di occultamento che prende a scusa la globalizzazione per mantenere altissimi guadagni ai proprietari. Il tutto legato e collegato strettamente alla politica e in particolare al leghismo.
A pochi chilometri da Arzignano sorge Adro il paese famoso per aver sperperato soldi pubblici per riempire una scuola di simboli leghisti, ma anche per aver negato il pasto agli alunni i cui genitori non potevano pagare la retta. E questo la dice lunga sul cammino che parte dall’evasione come tollerata e generalizzata indifferenza ai propri doveri di cittadinanza, per divenire pretesa e reazione politica e infine cieco e rivoltante egoismo che se la prende persino con i bambini.
Un anno fa sugli evasori di Arzignano e sugli affamatori di Adro feci un video che ripropongo per la sua straordinaria attualità. E lo dedico ad Emma.
http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2011/08/27/arzignano-la-grande-fabbrica-dellevasione/#comment-3358
Non è un Paese per pensionati.
I contributi all'INPS sono pagati OGGI da lavoratori che in pensione NON ci andranno mai. Servono a pagare le baby pensioni, le super pensioni, le doppie e triple pensioni, le pensioni dei parlamentari. La pensione di 32.000 euro al mese di Amato, dei consiglieri regionali, il "vitalizio" di 9014 euro di Veltroni, le pensioni di chi sta a casa da quando aveva 40 anni. Perché pagare le pensioni per gli altri senza andare in pensione? Non ha alcun senso. Un limite massimo di 3.000 euro al mese e un'età di 65 anni mi sembrano ragionevoli. Se il tetto venisse applicato lo Stato risparmierebbe 7 miliardi di euro all'anno e tutti potrebbero accedere alla pensione senza quote. Non vedo alcuna ragione per cui un ragazzo debba pagare i contributi all'INPS sapendo che la pensione non l'avrà mai. Il versamento obbligatorio all'INPS deve essere abolito, ognuno risparmia ciò che vuole per usarlo in vecchiaia. L'INPS è un baraccone che ha usato i soldi per le pensioni per farci di tutto, un'istituzione politica non di garanzia dei contribuenti. I soldi dell'INPS sono stati impiegati, tra le altre cose, per la cassa integrazione. Quando per decenni la Fiat perdeva, i suoi dipendenti li pagava l'INPS, cioè noi. Chissà se Minchionne ne è al corrente?
Sulle pensioni bisogna essere chiari. Deve esserci un minimo per gli indigenti (1.000 euro?) e un tetto massimo per tutti gli altri e nessun innalzamento dell'età pensionabile. Se così non sarà è meglio che l'INPS chiuda i battenti e le giovani e quasi giovani generazioni smettano di pagare contributi per una pensione che non riceveranno mai.
Ci sono 19 milioni di pensionati in Italia e circa altrettanti lavoratori che gli pagano la pensione attraverso i contributi mensili. Chi non è in pensione lavorerà (se avrà la fortuna di essere in salute e di avere un lavoro) fino alla morte. Questa situazione non può durare, lo capirebbe anche un bambino e chi paga i contributi INPS lo ha già capito. I contributi sono diventati una tassa per vecchi più fortunati. La riforma delle pensioni si deve fare per tutti o per nessuno. Per chi è già in pensione e per chi ha il diritto di andarci. Non possono esistere in questo momento diritti acquisiti.
venerdì 26 agosto 2011
La regione delle veline. - di Lilli Pruna
La bionda pure non é male, ma sinceramente non ha il fisico della mora. Foto via TGcom.it
Al presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Giuliano Amato, più volte ministro e presidente del Consiglio, politico della Prima e della Seconda Repubblica (probabilmente anche della terza), è venuta in mente la Sardegna per indicare la vacuità e la dissolutezza dei costumi della ricca e irresponsabile classe politica che governa il Paese.
Quella che appartiene alla “Casta Smeralda”, come è stata definita da Sardegna 24 qualche settimana fa, e che frequenta il territorio gestito da una insolita organizzazione senza scopo di lucro: il Consorzio Costa Smeralda con sede a Porto Cervo.
Nel sito (www.consorziocostasmeralda. com) è indicato proprio come “onlus”, dobbiamo quindi dedurne che beneficia delle agevolazioni fiscali previste per questo tipo di organizzazioni: di questi tempi è una notizia curiosa! Sappiamo bene che in quell’angolo della Sardegna sacrificato al teatro dell’opulenza si ritrova ogni estate il peggio dei personaggi più in vista della politica e della televisione nostrana, insieme non certo al meglio del resto dell’umanità (tant’è che noi ci teniamo accuratamente alla larga), ma forse non ci era mai capitato di fare i conti con questo tipo didannoche la nostra sofisticata Disneyland, e i suoi pittoreschi frequentatori e frequentatrici, procura all’immagine della Sardegna.
Se il “dottor Sottile”, come è statoacutamente soprannominato da Eugenio Scalfari, parlando al meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini (che peraltro la Sardegna ha contribuito a finanziare) ha dichiarato che «c’è troppa Sardegna nella politica italiana», alludendo alle attitudini vacanziere e ai costumi licenziosi dei nostri governanti, era certo di essere compreso dalla vasta platea e dall’opinione pubblica a cui tutti gli ospiti di quell’ambìto palco si rivolgono.
Ciò significa che nell’immaginario politico nazionale la nostra isola è diventata sinonimononsolo di mare e spiagge (che è già una semplificazione pesante), ma di vacanze frivole, scandali e veline, foto e bugie, fughe poco responsabili dai doveri istituzionali.
È del tutto evidente che il danneggiatore finale della nostra immagine è il premier, come se non bastassero i danni - pesantissimi - che ha procurato alle nostre scuole e università, al lavoro, all’economia, ma anche i danni meno visibili e altrettanto pesanti che ha inferto alla fiducia nella politica e nelle istituzioni, al senso dello Stato e della comunità nazionale, fino all’autorappresentazione di genere di questo Paese: il paese - e la regione - delle veline, appunto.
A questi danneggiamenti si aggiungono quelli da attribuire al suo delfino locale, diventato il presidente della giunta regionale – che per varie assonanze potremmo chiamare Ulrich,comeil protagonista del capolavoro di Musil, L’uomo senza qualità – che ha umiliato questa regione ben al di là, quasi certamente, delle sue stesse intenzioni.
La frase usata da Giuliano Amato - «c’è troppa Sardegna nella politica italiana»- ci colpisce, ma non può sorprendere in tempi di semplificazione estrema, perfino violenta, in cui qualsiasi questione complessa e seria è ridotta a pochi tratti semplici, quasi caricaturali: i giovani non trovano lavoro e non se ne vanno di casa perché sono scansafatiche, la pubblica amministrazione è inefficiente perché i dipendenti pubblici sono nullafacenti, gli immigrati sono clandestini e quindi delinquenti, le donne devono essere belle altrimenti non sono neppure intelligenti, l’economia deve crescere (a questo proposito suggerisco la lettura del “Manifesto degli economisti sgomenti”, pubblicato a luglio sul sito www.sbilanciamoci.info).
A noi che viviamo qui e che qui abbiamo attraversato questi ultimi anni difficili di impoverimento e di insicurezze, perfino di sgomento di fronte a industrie con centinaia di operai che hanno cessato la produzione quasi all’improvviso; di fronte alle povertà che dilagano e ai diritti di cittadinanza indeboliti e svuotati, la Sardegna non appare come l’isola delle vacanze. Ma se volessimo vederla così, dovremmo porci almeno una domanda (io me la faccio da tempo): quanti sono i bambini sardi che possono andare al mare?
http://www.sardegna24.net/dialoghi/lilli-pruna/la-regione-delle-veline-1.17089
IL PREMIER PIU’ RICATTATO AL MONDO: DA CASORIA ALL’OLGETTINA, UN PRESIDENTE DA MUNGERE.
UNA LUNGA SERIE DI DONAZIONI SOSPETTE: PERCHE’ SONO IN TANTI A CHIEDERE QUATTRINI A BERLUSCONI? E PERCHE’ LUI PAGA SEMPRE?
“Essere Silvio Berlusconi”.
Potrebbe chiamarsi così un gioco di ruolo, o meglio, il format televisivo di un talent show in cui i concorrenti, nei panni di un facoltoso e generosissimo tycoon dalla brillante carriera politica, elargiscono a pioggia regalie alle persone più bisognose.
L’obiettivo del gioco è evitare di incrociare i “cattivi” che, con diabolica malafede, subornano la generosità del capo e spillano soldi su soldi.
Magari - a differenza dei “buoni” - inventandosi qualche ricattino.
Le idee per gli autori non mancherebbero.
Basta scorrere le cronache degli ultimi anni e il parterre dei beneficiari, con la non improbabile possibilità che la lista si allunghi ancora, è presto fatta. In fondo il nostro presidente del Consiglio è il più “ricattabile”, nel silenzio più assoluto dei grandi opinionisti, del mondo occidentale..
L’ultimo nome (ri)sbocciato è quello di Giampi Tarantini, l’imprenditore pugliese, indagato a Bari per corruzione e favoreggiamento della prostituzione, celebre per aver portato Patrizia D’Addario a palazzo Grazioli.
Stando a quanto racconta Panorama da ieri in edicola, Giampi avrebbe ricevuto 500mila euro da B. che dichiara di “aver aiutato una persona e una famiglia con bambina in gravissima difficoltà economiche”.
“Buono” dunque? Chissà.
Secondo i pm di Napoli la causale sarebbe un po’ diversa, forse un incentivo per evitare a B. altri guai e imbarazzi. Cattivello.
Altro, presunto e ingrato ricattatore sarebbe Ernesto Sica, ex sindaco di Pontecagnano, Salerno: la Procura di Napoli ipotizza che B. sia ricatatto da Sica, il quale potrebbe essere in possesso di informazioni imbarazzanti su come andarono le cose in Senato nel 2008, quando cadde il governo Prodi. Potenzialmente supercattivo.
Patrizia D’Addario, invece, era la “cattiva” per eccellenza.
Escort pagata (disse) per passare la notte con il presidente del Consiglio e così in malafede da infilarsi nel mitico “lettone di Putin” con tanto di registratore vocale nascosto.
Raccontò di aver cercato le grazie del premier per chiedere un “aiutino” per realizzare ciò che non riuscì al padre, costruire un residence a Bari.
Sembrava fatta, ma la Sovrintendenza ha bloccato tutto.
Patty è tornata a parlare con Libero poche settimane fa denunciando di essere stata strumento di un complotto anti-B. Da cattivissima a quasi buona?
In principio, però, fu Noemi Letizia, la festa di Casoria e il “ciarpame senza pudore” urlato a mezzo stampa dall’ex (assai cattiva) first lady Veronica Lario.
La mamma di Noemi signora Anna Palumbo, secondo i documenti bancari acquisiti dai pm milanesi del “Rubygate”, avrebbe ricevuto bonifici per decine di migliaia di euro partiti da un conto del presidente del Consiglio.
Innocenti liberalità per assicurare un futuro alla (ormai ex) Lolita preferita? O c’è dell’altro? Cattiveria latente.
Le fanciulle, in questo gioco, sono le avversarie più insidiose.
Ruby su tutte, la nipote di Mubarak “ragazza in difficoltà” (Maria Stella Gelmini dixit) aiutata dal Nostro, pagata “per non prostituirsi” o per acquistare la mitica “macchina anti-depilatoria” da 65mila euro .
Per non parlare della pletora delle “olgettine”, come l’ex meteorina Alessandra Sorcinelli, che in una anno avrebbe ricevuto da B. decine di migliaia di euro, versati in più tranches, alcune anche successive all’apertura dell’inchiesta Ruby.
Inchiesta da cui emerge anche molto denaro “regalato” a Nicole Minetti (la presunta “chioccia” delle notti di Arcore) che pure può disporre di un rispettabilissimo stipendio da consigliere regionale della Lombardia. Se non cattive, forse un po’ troppo esose.
Meno male che esistono gli amici, antichi e maschi. Loro non tradiscono mai.
A cominciare dall’avvocato Cesare Previti, che i soldi li sapeva usare.
La Corte di Cassazione, il 13 luglio 2007, ha stabilito che la sentenza che nel 1991 annullò il Lodo Mondadori, consegnando il primo gruppo editoriale italiano a Silvio Berlusconi sfilandolo a Carlo De Benedetti, era comprata.
L’acquirente era proprio Cesare Previti, agente per conto del Cavaliere con denaro della Fininvest, beneficiaria finale di tutto.
E che dire del compagno di mille battaglie Marcello Dell’Utri , condannato a sette anni in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa (il giudizio definitivo è atteso in autunno)?
Il cofondatore di Forza Italia si definisce “principe decaduto” ma per la verità non se la passa troppo male. E grazie a cosa, se non alla generosità di B.? Sui conti del senatore bibliofilo sono piovuti di recente 9 milioni e mezzo con cui è stata ristrutturata la villa sul Lago di Como.
Ottimo anche l’avvocato inglese David Mills.
Condannato in primo e in secondo grado per corruzione in atti giudiziari, ha atteso con serenità la prescrizone in Cassazione senza fare troppe storie su quei 600 mila dollari ricevuti da B. per deporre come si deve (lo dicono le motivazioni della Suprema Corte) nei processi Arces e All Iberian, tenendo fuori il presidente “da un sacco di guai”. Buoni. Senza se e senza ma.
Silvio B. sa essere riconoscente con chi gli è fedele (Emilio Fede) e con chi lo fa divertire (Lele Mora).
Se poi sui 2 milioni e 850 mila euro elargiti a Mora (indagato per bancarotta fraudolenta per il fallimento della LM Managment) Fede se ne intasca metà (dice Lele) che colpa ne ha B.? Buoni, ma un po’ pasticcioni.
È molto difficile essere Silvio Berlusconi, al giorno d’oggi.
Chi vuol essere milionario può sciegliere da che parte giocare.
Stefano Caselli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
http://www.destradipopolo.net/?p=5006