E’ un diktat assurdo, demenziale, non previsto dalle regole di Maastricht che Berlino ingiunge a tutti noi di rispettare come il Vangelo. Però questa non è più la fase in cui vige il diritto; è la forza a dettare la sua legge. Bisognerà vedere quanti nell’Eurogruppo si accoderanno, magari passivamente, a questa riscrittura delle regole. Con Schauble, ossia per cacciare la Grecia, si sono subito schierate – udite udite – Finlandia, Estonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia ed Olanda.
La Troika, ovviamente, ha detto che il programma di riforme presentato da Tsipras (ed elaborato dai francesi) “Non è sufficiente”: il solito gioco al rialzo.
Con questo, Berlino dichiara: sull’Unione, comando io. E voi obbedite. E’ difficile a caldo vedere tutte le conseguenze. Fra le prime, sembra di riconoscere il fatto che Berlino non ascolta più i “consigli” di Washington, né del FMI.
La seconda, sembra la decisione di spaccare la zona euro, col riconoscimento della sua insostenibilità, e l’accettazione delle responsabilità politiche che ne derivano. Il piano Schauble può essere l’attuazione del progetto di Otmar Issing, ex di Goldman Sachs, nonché capo economista della BCE: nel 2012 costui ha scritto un libro per propugnare la cacciata dall’euro non solo della Grecia, ma anche di Portogallo, Italia, Irlanda e Spagna. Insomma tutti i Piigs. E naturalmente, mettere paura alla Francia.
In questa foto i protagonisti: Wolfgang Schauble, il ministro delle finanze, ferocemente anti-Mosca, sostenitore della guerra in Irak (filo-americano, fino a ieri).
Poi Angela Merkel, la ex responsabile della propaganda nella Repubblica Democratica, pugnalatrice alla schiena di Kohl per prenderli la poltrona, sotto costante ascolto della Cia.
Infine a destra, Otmar Issing, quello del progetto di espulsione di tutti i cinque Piigs dall’euro.
(Poco decifrabile il silenzio della Markel in queste ore cruciali).
Consiglierei di ritirare dalle banche quanti più depositi possibile, da lunedì… anzi meglio dal bancomat, al più presto.
Jacques Sapir, l’economista che caldeggia l’uscita dall’euro della Grecia (e della Francia), commenta a caldo:
———————
Allacciare le cinture
Dietro il Grexit la guerra franco-prussiana.
“Schauble vuole il Grexit per mettere il timor di Dio nei francesi e far accettare loro il suo modello di eurozona disciplinare” : così Yanis Varoufakis in un suo fondo sul Guardian, peraltro interessantissima in altri punti
http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/jul/10/germany-greek-pain-debt-relief-grexit
Un’affermazione “stunning” per Zero Hedge, che non si fa’ scrupolo di esercitarsi anch’esso nella derisione del personaggio (dà proprio sui nervi, questo Varoufakis). Probabilmente per la scarsa conoscenza della lingua, non sa che la stessa cosa ha appena detto Olivier Blanchard: nientemeno che l’econonomista capo del Fondo Monetario Internazionale. Docente di economia al MIT, Blanchard è noto per aver ammesso, nel 2013, che il FMI si è sbagliato a prescrivere le ricette di austerità come volute da Berlino: la restrizione fiscale di 1 euro ha prodotto una recessione di 1,5, anzichè come previsto dai modelli (sbagliati) dello 0,5. Aggravando la depressione dei paesi del Sud Europa.
Adesso anche Blanchard si dimette (danno sui nervi, questi veritieri), lascerà l’incarico a settembre, e ne approfitta nel suo blog-FMI per lasciare “qualche riflessione”. Ce ne sono molte interessanti.
http://www.imf.org/external/french/np/blog/2015/070915f.htm
Ma riportiamo subito questa:
“Forte della mia esperienza di mesi di trattative, è mia convinzione che il ministro tedesco delle Finanze ha voluto far uscire la Grecia dalla moneta unica allo scopo di spaventare i francesi onde far accettar loro il suo modello di eurozona disciplinare”.
Parbleu. Non solo l’autorevolissimo del FMI dà ragione al risibile Varoufakis, ma lo fa’ usando le stesse parole.
Il fatto è che devono aver ascoltato la stessa intercettazione, o letto lo stesso rapporto di intelligence: della NSA? del FSB? Della DGSE? La storia dirà…
Ora si capisce perché i migliori esperti di Parigi, mandati da Hollande, hanno preso sotto la loro protezione il giovane Tsipras e stilato con lui – che scriveva sotto dettatura – il piano di “riforme” che tutti i media chiamano una capitolazione del greco. Schauble e i suoi satelliti hanno preteso “un piano credibile” di riduzione delle spese pubbliche ed aumenti delle tasse, ossia accettabile dall’Eurogruppo, altrimenti…Altrimenti cosa? Eccolo, il piano. “E’ serio e credibile”, ha già detto Hollande, e ti credo: l’hanno scritto i suoi uomini migliori, dell’ENA, i più versati nella neolingua europoide.
Adesso la palla sta nel campo della Merkel. La quale dovrà convincere il Bundestag che il piano è – ahimé – credibile, e dunque bisogna accettarlo. E cominciare a sborsare i 50 miliardi almeno per l’ulteriore “salvataggio” alla Grecia, o discutere della ristrutturazione del debito. Personalmente, non credo che il Bundestag, gonfio di rabbia del suo elettorato, accetterà; in ogni caso, la rabbia dei tedeschi per dover aprire ancora il borsellino, la responsabilità politica (e di aver mentito ai suoi elettori) ricade su Angela.
La donnetta che comanda la UE dovrà piegare la schiena? La NSA veglia su di lei perché ingoi il rospo. Preparatogli, non dimentichiamo, dall’amico Hollande, il suo grande alleato eccetera eccetera; in risposta alla volontà di Schauble di “insegnare il timor di Dio ai francesi”: Gott Mit Uns. Sicchè ecco uno dei magnifici risultati della Unione a guida prussiana: non solo è riuscita a far sì che i suoi popoli si detestino più che mai, ma ha persino riaperto la frattura storica che De Gaulle ed Adenauer avevano per sempre creduto di sanare.
Dalle ultime notizie, Schauble ha avuto un accesso di furor teutonicus: “La ristrutturazione del debito è impossibile! Tutti sanno che dei greci non ci si può fidare! Non pagano i conti!”, palesemente con la bava alla bocca. Il ministro estone, il viceministro olandese: “No! No Non vale!”.
Saranno giornate interessanti, le prossime, a Berlino e a Francoforte.
Era chiaro a Parigi che la Germania voleva brutalizzare la Grecia, ridurre i greci al mettersi in fila alle mense dei poveri, rovinarli accuratamente, per dare una lezione a loro. Per spaventarli, dicono Varoufakis e Blanchard. Perché proprio la Francia e non l’Italia, la cui uscita sarebbe davvero una bomba per la Germania? Ma è ovvio: l’Italia è sottomessa, anche se qui si è schierata con Hollande, tutte le sue oligarchie vogliono l’euro, e gli oppositori sono poco significanti (Salvini) o comici (Beppe).
In Francia, invece, c’è “Madame Frexit”: Marine Le Pen. Che apertamente vuole che la Francia esca dall’euro, anzi (parole sue) “uno smantellamento ordinato della moneta comune, con Francia e Germania che si siedono a un tavolo per scioglierla”. Ora, la Le Pen prende i voti dei francesi. Evidentemente i tedeschi hanno ragione di temere che – nonostante tutti i trucchi messi in atto da 40 anni per sbarrare la via al Front National, Madame possa davvero arrivare all’Eliseo. Ed attuare il programma. Quindi, facciamo paura ai francesi facendo vedere come finiscono i greci che hanno sfidato la concezione disciplinare dell’eurozona.
Nel frattempo, il governo di Atene potrebbe denunciare Goldman Sachs per i costosi trucchi che consigliò al governo precedente onde farlo entrare nell’euro; anzi dovrebbe, secondo un “importante consulente”, ex alto banchiere di Goldman Sachs, che adesso ha messo la sua esperienza a disposizione di paesi indebitati e vittime dell’ingegneria creativa con cui Goldman li ha convinti a mutare i loro debiti in qualcos’altro, nascosto sotto derivati e swaps. Si valuta che Goldman, per il servizio, abbia ottenuto dai greci 500 milioni di dollari; la banchiera che impapocchiò l’affare, la greca (ma laureata ad Oxford) Antigone Loudiadis, avrebbe intascato quell’anno un 12 milioni di dollari.
Il personaggio che vuole farsi dare il mandato per trascinare Goldman in tribunale si chiama Jaber George Jabbour, faceva per Goldman il “progettatore di derivati”, e adesso ha fondato la Ethos Capital Advisor. Ha già aiutato il Portogallo a recuperare qualcosa delle cifre spese “ingenue” transazioni a cui era stato convinto da importanti banche d’affari di Londra. Ne nacque un’inchiesta parlamentare in cui vari politici portoghesi lasciarono le penne. Speriamo.
Maurizio Blondet
Fonte: www.maurizioblondet.it
Link: http://www.maurizioblondet.it/sotto-il-grexit-una-piccola-guerra-franco-germanica/
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15301
Nessun commento:
Posta un commento