"Al contrario, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, vi siete liberati della democrazia greca", è la replica dell'ex ministro delle finanze ellenico al premier italiano che ieri alla direzione del Pd aveva detto: "Anche sto Varoufakis se lo semo tolti. Chi di scissioni ferisce, di elezioni perisce”.
“Signor Renzi, ho un messaggio per te: puoi gioire quanto ti pare per il fatto che io non sia più ministro delle finanze. Ma non ti sei sbarazzato di me. Ciò di cui vi siete sbarazzati, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras, è la democrazia greca”, firmato Yanis Varoufakis. L’ex ministro delle finanze di Atene risponde, dal suo blog, alle parole del premier italiano, che in occasione della direzione Pd di ieri aveva detto testualmente: “Le scissioni funzionano come minaccia non al momento elettorale. Per usare un tecnicismo, anche sto Varoufakis se lo semo tolti. Chi di scissioni ferisce, di elezioni perisce”.
L’economista ellinoaustraliano sceglie il fioretto e, definendo quella di Renzi un’illusione, sottolinea che lo scorso luglio non si sono sbarazzati dell’uomo Varoufakis ma di una “cosa molto più importante di me”. Ricostruendo i primi sette mesi del 2015,assolutamente peculiari tanto per la storia greca quanto soprattutto per quella dell’Ue, Varoufakis scrive che molti dei suoi compagni sono rimasti fedeli alla piattaforma Syriza che li ha eletti a gennaio come un partito unito che ha portato speranza ai greci e ai popoli europei. Ma speranza per che cosa, si chiede? Speranza per mettere fine “definitivamente ai prestiti di quel salvataggio finto, che è costato caro all’Europa, e che ha condannato la Grecia ad una depressione permanente“.
E attacca: “Sotto un’estrema costrizione da parte dei leader europei, tra cui anche il signor Renzi che ha rifiutato di discutere ragionevolmente le stesse proposte della Grecia, il mio primo ministro, Alexis Tsipras, è stato sottoposto il 12 e 13 luglio a un bullismo insopportabile, a un ricatto nudo, a pressioni disumane”. E aggiunge che il premier italiano ha svolto un ruolo centrale nell’aiutare la rottura di Alexis, “con la sua tattica del poliziotto buono, sulla base dell’assunto se non cedi, essi ti distruggeranno”.
Motiva la separazione con Tsipras per via del disaccordo sul fatto che stessero bluffando e soprattutto sul fatto che non si poteva consegnare le chiavi di ciò che resta del Stato greco alla spietata troika. Questo è stato, e rimane, un disaccordo “tra me e Alexis”, aggiunge. Per cui a seguito di tale disaccordo, Tsipras avrebbe fatto una inversione a U (e forzata) nella politica di Syriza e, di conseguenza, una gran parte dei membri del partito ha deciso di non seguirlo. Erano i giorni in cui non solo i 25 scissionisti di Unità Popolare si erano allontanati dalla “Pangea Alexis” ma finanche Tasos Koronakis, il segretario del partito, lo stesso Varoufakis e molti altri dirigenti che si sono sentiti traditi. Secondo l’ex ministro non condividevano la scelta di Syriza di trasformarsi tout court in un nuovo Pasok.
E poi la stoccata finale al nostro premier: “Signor Renzi, ho un messaggio per te: puoi gioire tanto quanto ti pare per il fatto che io non sia più ministro delle finanze o deputato. Ma non ti sei sbarazzato di me, io sono vivo e vegeto politicamente, e come persona in Italia mi riconoscono quando cammino per le strade del vostro bel Paese. Ciò di cui vi siete sbarazzati partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras è la democrazia greca“.
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