Siccome per scrivere servono le mani, adotto un paio di accorgimenti per non tenerle impegnate h24 a fare gli scongiuri: guardo meno tv possibile e, appena arriva il Savonarola di turno a ricordarmi che devo morire, la fine del mondo è vicina, è tutto sbagliato e tutto da rifare, metto un film di Totò o di Sordi; non potendo esimermi dalla lettura degli altri giornali, alterno le lugubri apocalissi che invadono ogni pagina, inclusi lo sport e il meteo, con alcuni ritagli di buone notizie che conservo a mo’ di amuleto. Lo studio dell’Imperial College di Londra pubblicato su Lancet, che già il 31 marzo calcolava in 40mila le vite umane salvate in Italia dalle misure del governo (su 60mila in tutt’Europa).
Gli elogi dell’Oms e della Ue al governo Conte per la reazione ai primi casi di coronavirus, poi copiata da quasi tutti gli altri. Ranieri Guerra dell’Oms che riconosce al governo italiano, diversamente da molti altri, il merito di seguire gli scienziati.
I dati dell’Inps, che dopo il crollo del sito il primo giorno, versa in breve tempo i 600 euro alla gran parte degli aventi diritto, in un Paese sgarrupato che di solito, per queste operazioni, impiega mesi.
La ricerca internazionale pubblicata l’altroieri su Condensed Matter, che usa la fisica quantistica per calcolare il fattore di successo dei provvedimenti adottati dai vari Paesi e colloca quelli italiani subito dietro Cina e Sud Corea e davanti al resto del mondo.
Piccole soddisfazioni per chi ha sempre sostenuto che questo fosse il peggior governo possibile a eccezione di tutti gli altri. E che Conte non fosse né Cavour, né De Gasperi, né Churchill, ma neppure il pirlacchione che veniva descritto dal Giornale Unico.
Questo non ci impedisce di segnalare gli errori del governo: di comunicazione (scarsa, a dispetto di chi la ritiene eccessiva) e di sostanza (ritardi e sottovalutazioni nella fase iniziale, conflitti d’interessi nei comitati tecnici, nell’App del tracciamento e nei test sierologici, timidezza con le Regioni più sediziose). Ma ci aiuta a restare ancorati alla realtà: quella di un Paese governato, almeno a Roma, da persone perlopiù perbene e con la testa sul collo, che ci hanno evitato la catastrofe (pressoché certa con i cazzari che vogliono la testa di Conte) e accompagnati in poco tempo fuori dall’emergenza (al netto dei dati di Lombardia e Piemonte), con qualche speranza anche per la Fase 2. Di questa realtà oggettiva non c’è traccia nella narrazione politico-giornalistica dominante, improntata al più lugubre Funeral Party. Ti dicono che siamo peggio della Cina, poi si scopre che la Cina s’è scordata qualche decina di migliaia di morti.
Ti dicono che Conte parla troppo, troppo poco, troppo tardi, in diretta Facebook (falso), a reti unificate (falso), non risponde alla stampa, anzi risponde ma replica pure alle opposizioni e non sta bene (se polemizzi con qualcuno, non devi dire con chi, ma solo farlo intuire). Ti dicono che Conte fa tutto da solo e non si fa aiutare dagli esperti; poi nomina comitati di esperti e ti dicono che gli esperti sono troppi, meglio fare tutto da solo. Ti dicono che siamo in ritardo sulla Fase 2, ma non specificano rispetto a quale data, visto che il lockdown finisce tra due settimane. Ti dicono che questo governo non lo vuole nessuno, ma purtroppo l’80% degli italiani apprezza ciò che fa. Allora ti dicono che tanto arriva Draghi (“facciamolo senatore a vita!”, “santo subito!”), o Colao (“ministro!”, “premier!”), o il primo che passa; ma non spiegano quale maggioranza li sosterrebbe, posto che il M5S passerebbe difilato all’opposizione: Pd, Lega e Forza Italia Viva? Boh. Buontemponi e malvissuti che passano la vita alla buvette a fare e disfare governi e accroccare alleanze in base a boiate origliate e flatulenze annusate, senza mai azzeccarne una.
Fosse per Verderami del Corriere, avremmo avuto 10 anni di governo Alfano e ora saremmo in pieno governo Giorgetti. Fosse per Minzolini del Giornale e Folli di Repubblica, avremmo le larghe intese permanenti in saecula saeculorum. Poi c’è il prof. Sabino Incassese, con quella vocina da vecchietto del Far West, che scuote il capino in tv perché, signora mia, non ci sono più le classi dirigenti di una volta, quando Re Giorgio gli piazzava i suoi protetti nei posti giusti. E i cipressetti del club Repubblica-Verano Illustrato-Huffington Post che fanno il giro delle sette tv a dispensare cattivi consigli, avendo esaurito i cattivi esempi. E i giornali di destra, vedovi inconsolabili del Cazzaro Verde e dei suoi cabarettisti lombardi, che ogni giorno annunciano la morte violenta del governo (senza nulla togliere agli altri, stravince Libero: “Feltri: ‘Conte sequestratore, il Quirinale si svegli’”,“‘Conte fuorilegge’. Farina: ‘Ufficiale, il premier è un pericolo pubblico’”, “Vespa: ‘Governo di unità nazionale o rischio secessione. Non vorremmo che quando la rissa finirà, sul campo restasse il cadavere dell’Italia’”). Chi legge e ci casca pensa che il governo abbia le ore contate, anzi i minuti. Come quando tutti davano per certa la procedura d’infrazione Ue contro i gialloverdi, con agognata Apocalisse, poi ci restavano male perché Conte ogni volta la sventava. E allora come oggi si confermava – per citare Flaiano su Cardarelli – il più grande premier italiano morente.
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