mercoledì 30 marzo 2022

Draghi l’amerikano: promesse a Zelensky e resta zitto su Biden. - Wanda Marra

 

IN PRIMA FILA - La telefonata con l’ucraino e l’impegno a intervenire in caso di nuove aggressioni. Silenzio sugli insulti Usa.

Si aspettava una telefonata tra Mario Draghi e Vladimir Putin. E invece ieri il premier italiano ha sentito Volodymyr Zelensky. L’Italia sarà tra gli Stati garanti della sicurezza dell’Ucraina, quelli che dovranno assicurare una reazione militare immediata nel caso di nuove aggressioni da parte della Russia. Almeno a quanto dice ufficialmente Zelensky. L’ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnik, ha parlato ieri mattina dell’iniziativa U24, United for Peace, per creare questo gruppo di Paesi. Di cui farebbero parte i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e anche l’Italia. Poi è arrivata la telefonata Draghi-Zelensky. E nel frattempo, nessuna presa di distanza c’è stata da parte di Draghi dopo le parole di Joe Biden che da Varsavia si lasciava andare così: “Putin non può restare alla guida della Russia”. Una precisa dichiarazione o una gaffe rivelatrice, con il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken impegnato a gettare acqua sul fuoco. E lo stesso presidente degli States costretto a negare ieri con evidente poca convinzione.

Domenica a intervenire per dire che non si punta a un cambio di regime in Russia sono stati sia il presidente francese Emmanuel Macron, sia il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ammettere l’obiettivo dichiarato dal presidente degli States rischia di favorire l’escalation. Draghi però non parla. Dopo settimane ai margini, il premier è riuscito nell’ultima settimana a essere riammesso nei formati che contano. Con tanto di ribadita fede atlantista. L’unico bilaterale a Bruxelles con un leader europeo di cui ha dato conto la Casa Bianca su Twitter è stato quello con lui. Il premier aveva comunque annunciato venerdì che avrebbe sentito Putin. Mentre Macron e Scholz non hanno mai smesso di parlarci, con un tempismo ferale, Draghi aveva annunciato un incontro proprio nei giorni precedenti all’attacco all’Ucraina. Ovviamente cancellato. Il tempismo non è stato dei migliori neanche in questo caso, con l’“Amico americano” che a Putin ha dato anche del “macellaio”. La telefonata resta in agenda, ma intanto ieri Draghi ha parlato con Zelensky. Dialogo che ormai è costante, raccontano da Palazzo Chigi.

Da dove trapela un certo imbarazzo, però, rispetto alle informazioni diffuse dall’ucraino sulla conversazione. Su Twitter, infatti, Zelensky ha ringraziato per “la disponibilità dell’Italia di unirsi alla creazione di un sistema per le garanzie di sicurezza a sostegno dell’Ucraina”. Questione di cui non si faceva cenno nel comunicato di Palazzo Chigi, in cui si raccontava che il presidente Zelensky ha lamentato “il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione del- l’assedio e dei bombardamenti delle città”.

Si tratta di procedere negli aiuti che stiamo dando, come spiegano fonti di governo. A cominciare, dunque, dalle armi, ma non solo. Non a caso ieri il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, era in Romania, in visita al contingente che fa air policing. E non secondario il fatto che il presidente ucraino abbia voluto dare notizia delle promesse dell’Italia, dopo aver stilato una lista dei governanti europei a lui più vicini. In testa c’è Johnson: un altro che non ha criticato le parole di Biden.

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