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martedì 23 luglio 2013

Cava Grande del Cassibile, fine di un sogno?


Prima l’Isola della Correnti, oggi i “laghetti” di Cava Grande. Una maledizione sembra abbattersi su alcuni dei più bei siti naturalistici della Sicilia, presenti nel siracusano. Diversamente dalle favole, però, in questo caso non ci sono orchi cattivi. Più semplicemente,interessi economici e speculativi sembrano farla da padroni.
Come scrive Giovanni Scalia sul Giornale Siracusa, “la riserva naturale Cava Grande del Cassibile (SIC ITA090007) […] i delicati e unici ecosistemi […] corrono un gravissimo pericolo”. Un pericolo determinato dalla scelta dellaSOAmbiente di “aprire, prosegue Scalia, una discarica a Stallaini in una cava di pietra dismessa ubicata a soli 350 m dalla riserva e a 80 da uno degli affluenti del fiume Manghisi”.
In effetti, il governo regionale aveva revocato tutti i permessi, revoca confermata dal TAR di Palermo, ma il Tribunale di Appello ha dato ragione all’azienda.
Chi è stato almeno una volta nella riserva ricorda tanta fatica, soprattutto nel momento della risalita, ampiamente ricompensata dall’aver passato una giornata in un luogo che non è eccessivo definire ‘magico’, in qualunque direzione si decidesse di andare.
Fortunatamente, tante associazioni(Acquanuvena, Albergatori di Noto, Natura Sicula, Case Sparse nell’Agro Netino, Ente Fauna Siciliana, Noto Ambiente, Paesaggio è Futuro, Sciami, e rischiamo di dimenticarne qualcuna) non sono state disponibili a far finta di nulla.
La discarica, proprio, non la vogliono. Innanzitutto perché in essa possono essere conferiti amianto, rifiuti solidi prodotti da operazioni di bonifica dei terreni, metalli non ferrosi e non meglio identificati, rifiuti non biodegradabili.
Ma, anche, perché il piano paesaggistico nella zona di Stallaini vieta esplicitamente di realizzare discariche. Conseguentemente, fanno appello all’Amministrazione comunale di Noto di fare quanto in suo potere per opporsi a questa operazione che, peraltro, produrrebbe anche gravissimi problemi economici, visto che i “laghetti” rappresentano una grande attrattiva turistica.
Chiedono a tutte le amministrazioni locali cointeresssate di concordare, coinvolgendo anche i parlamentari siciliani, le azioni da intraprendere. E, infine, alla Sovrintendenza di Siracusa di revocare, alla luce del piano paesaggistico, il permesso frettolosamente concesso.
In sostanza, tocca ancora una volta alle associazioni e ai volontari il compito di difendere concretamente la nostra Costituzione che “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (art.9) e il nostro diritto alla bellezza.

venerdì 5 aprile 2013

Crocetta denuncia le consulenze d’oro di Serit: “10 milioni all’anno”. - Claudio Porcasi

crocetta serit e social trinacria


A sorpresa, nel primo pomeriggio di oggi, Rosario Crocetta convoca una conferenza stampa relativa a “comunicazioni importanti” su Serit Sicilia e Social Trinacria.
Il governatore, che incontra i giornalisti nella Sala degli Specchi di Palazzo d’Orléans, esordisce commentando l’approvazione della legge sulla doppia preferenza. “Non si può gridare all’inciucio dopo l’esito del voto di ieri – puntualizza Crocetta -. I grillini hanno perso un’occasione. Il modello Sicilia è questo. Vogliamo essere la prima Regione d’Italia a introdurre il voto elettronico dopo quello sulla doppia preferenza di genere per eliminare il problema del controllo dei voti di preferenza”.
Poi, si passa alla ‘difficile’ situazione di Serit.
Serit – dichiara il governatore – ha uno scoperto bancario di 160 milioni di euro con Monte dei Paschi. La Serit, da quando Montepaschi è uscita dalla società di riscossione siciliana, paga un mutuo con un rateo annuo di 20 milioni alla banca toscana. Mi ha colpito, scorrendo le carte, notare che Serit ha inoltre affidato 400 incarichi per 10 milioni all’anno a soli tre professionisti. Come se non bastasse per 15 anni è stati erogati circa 1 milione e 300mila euro di euro all’anno per consulenze legali a uno studio di Palermo. Inoltre il servizio di riscossione costa alla Serit 12 milioni all’anno. Un fiume di denaro ingiustificato”.
In merito a Social Trinacria Onlus, Crocetta non le manda certo ‘a dire’ e presenta la sua visione di una piena emergenza lavorativa che coinvolge oltre 3.000 persone: “I lavoratori di Social Trinacria – dice il presidente della Regione – sono gli auto flagellanti, che percorrono in corteo spesso le vie di Palermo. La situazione attuale è che sono pagati regolarmente. Prendono il doppio di quanto dovrebbero, dal momento che a loro spetterebbe solo un sussidio di disoccupazione. Non c’è nessuna traccia formale del legame tra Social Trinacria e la Regione. Non vi è traccia del patrocinio. Motivo per cui si potrebbe configurare il reato di millantato credito. E ancora: “La legge prevedeva un sussidio invece di fatto una Onlus pagata dalla Regione ha assunto 3500 persone senza un criterio. Non sappiamo nemmeno cosa fanno questi lavoratori della Social Trinacria. Sia chiaro che per me ci sono i poveri e basta. Non quelli che fanno comodo alla politica per far vincere le elezioni”.
Il presidente annuncia poi di aver presentato, sia per Social Trinacria che per Serit, un esposto alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura antimafia.
In merito alla notizia, circolata ieri, di una probabile offerta di Crocetta ad Antonio Ingroia della poltrona di dirigente dell’ufficio di Presidenza della Regione siciliana a Roma, il governatore chiarisce: “Con Ingroia beviamo tanti caffè e basta”.
Crocetta, infine, a margine della conferenza stampa, rivolge invece parole rassicuranti nei confronti dei lavoratori dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell’indotto industriale che hanno manifestato oggi per le vie di Palermo insieme ai dipendenti della Keller di Carini e anche davanti alla presidenza della Regione. “Stiamo lavorando per trovare una soluzione sia per i lavoratori dell’ex stabilimento Fiat si per quelli della Keller – spiega il governatore. – Certo l’assenza di un governo nazionale stabile con cui confrontarsi non rende agevole il nostro lavoro”.
Intanto il presidente Crocetta sta per ricevere i lavoratori ex Pip e Social Trinacria con una delegazione sindacale. I sindacati chiedono chiarezza sulle accuse mosse dal governatore nel corso della conferenza stampa e sul futuro dei lavoratori.

venerdì 19 ottobre 2012

Fine della pensione d'oro per Crosta, restituirà alla Regione 1,5 mln di euro.


commissario rifiuti 2
Felice Crosta, l’ex super dirigente dell’Agenzia regionale per i Rifiuti, dovrà abbandonare il proprio status di pensionato più ricco di Italia. Crosta, che, conti alla mano, per due anni ha ricevuto un assegno di pensione di circa mezzo milione di euro l’anno, ovvero 1.369 euro al giorno, dovrà adesso “accontentarsi” di 3.500 euro al mese.
Il burocrate dovrà restituire alle casse della Regione il milione e mezzo di euro che ha indebitamente percepito. Lo farà a rate, versando 17mila euro al mese. Si conclude dunque una battaglia legale in piena regola che ha animato i dibattiti televisivi e le pagine dei giornali. Ci aveva provato in tutti i modi, Crosta, a tenersi la sua maxi-pensione, sebbene a capo dell’Agenzia per i Rifiuti, incarico conferitogli nel 2006 da Totò Cuffaro, fosse rimasto solo qualche mese.
Ma lo stipendio da 21 mila euro netti al mese, gli era valso come base pensionabile in virtù di una leggina varata all’Ars nel 2005. Finita l’era Cuffaro, Crosta aveva dovuto fronteggiare l’ostilità dell’amministrazione Lombardo ma, senza darsi per vinto, si era rivolto alla Corte dei conti, che in primo grado aveva riconosciuto la sua richiesta, salvo poi ribaltare il verdetto nel dicembre 2011, dimezzandogli l’indennità.
Crosta non si era arreso, appellandosi alla Cassazione presso la quale aveva contestato la composizione del collegio che aveva tagliato i suoi lauti incassi. Ai primi di luglio la Cassazzione ha deciso, stabilendo l’entità esatta delle somme che Crosta dovrà restituire.
L’ex dirigente ha firmato un accordo con l’amministrazione regionale con il quale si impegna a restituire quanto percepito in eccesso. Cala il sipario su una vicenda che ha fatto – e non poco – infuriare chi, per avendo lavorato oltre quarant’anni, ha spesso il frigo vuoto e deve rassegnarsi a vivere con una pensione talmente esigua da giustificare la preoccupazione per il futuro.

domenica 7 ottobre 2012

Mangia Franco, un “politico” onesto. - Tony Siino

Mangia Franco, un politico onesto


In extremis prima del divieto per la cartellonistica sono apparsi alcuni 6×3 del candidato (finto) Franco Mangia schierato nella lista 5 kili a sostegno del presidente Barabba. Al grido di «…ma quale pilu…vuliemu a pila!!» potrebbe mietere grandi consensi (ma non essere eletto) proprio per l’onestà dei suoi obiettivi: villa a sua moglie, SUV a suo figlio e cabina a Mondello a sua suocera… Dietro al cartellone ci sono i comici Matranga e Minafò, già protagonisti di una indimenticabile parodia di Massimo Costa alle comunali.

Eccolo in azione in video.



http://www.rosalio.it/2012/10/01/mangia-franco-un-politico-onesto/