Visualizzazione post con etichetta negata. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta negata. Mostra tutti i post

martedì 25 luglio 2023

Noi siamo un paese che nega e non conosce la propria storia. - Proffessor X - 5.dic.2021

 

Chi siamo e come lo siamo diventati, quali forme ha assunto la società e quali diritti/doveri comporta, sono domande che bisogna avere il coraggio di porsi. Ridurre la storia a un elenco di date, battaglie e nomi significa snaturare la vera essenza di questa disciplina che è lo studio del come e del perché gli uomini sono cambiati attraverso i secoli.
La storia è un momento di riflessione, uno scavare nel passato per comprendere il presente e “smuovere quel mare ghiacciato che è in noi”. Oggi invece la memoria non viene preservata. Tanti schemi si ripetono tragicamente di epoca in epoca, perché gli uomini non sanno e non vogliono riconoscerli.
L’utilizzo di un capro espiatorio dato in pasto alla rabbia della folla, il conflitto tra libertà e sicurezza, le false promesse di chi promette un “cambiamento”, per cementare la propria ascesa politica, tutti questi schemi li ho rintracciati nella storia di Publio Clodio, tribuno della plebe asceso al potere al tramonto dell’Epoca repubblicana, in una Roma corrotta, specchio dell’Italia dei giorni nostri.
Come e perché nasce un demagogo, è stata questa la domanda a cui ho voluto rispondere. Ed è a voi che dedico questo romanzo: senza le discussioni nate su questa pagina, i nostri confronti, gli scambi di idee, questo libro non avrebbe mai potuto essere scritto. È stato un onore essere compagni di viaggio in questo nostro cenacolo virtuale. Con affettuosissima devozione, Professor X.
Potete trovare “Clodio” firmato come G.Middei nelle librerie Feltrinelli o su Amazon a questo link: https://amzn.to/31sxmkp

sabato 3 aprile 2021

Depositati 3 ddl: “Ora via il reato” Cartabia dice no. - L. Giar. e G. Sal.

 

Mario Draghi lo aveva annunciato nel suo discorso programmatico in Senato il 17 febbraio scorso: “Occorre evitare gli effetti paralizzanti della fuga dalla firma”, aveva detto tra gli applausi dei parlamentari e dei tanti amministratori locali. Ora il centrodestra si sente con le spalle coperte per andare all’assalto del reato di abuso d’ufficio, il principale nemico di molti politici e amministratori. Obiettivo: smontarlo ulteriormente dopo che il governo Conte-2 la scorsa estate lo aveva già depotenziato nel decreto Semplificazioni, volto a sbloccare decine di opere pubbliche. A far partire l’attacco all’articolo 323 del codice penale è la Lega, che nei giorni scorsi ha annunciato una proposta di legge a prima firma di Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia del Senato. Ostellari sta ancora lavorando e limando il testo, co-firmato da tutto il gruppo della Lega a Palazzo Madama, ma ha già annunciato quale sarà il principio cardine della proposta: eliminare una volta per tutte la responsabilità penale degli amministratori nella “firma degli atti”.

Il governo Conte, con il decreto del 16 luglio 2020, aveva già ristretto i margini dell’applicabilità del reato escludendo tutte le violazioni contenute in fonti diverse da leggi o atti aventi forza di legge e tutti quei comportamenti che abbiano “margini di discrezionalità”. Adesso la Lega vorrebbe specificare che non sarà punito l’eccesso di potere degli amministratori. Ergo: smontare quel poco che rimane dell’abuso d’ufficio. La ratio che ha portato la Lega a dare un’accelerata per riformare il reato è la ripartenza delle opere pubbliche chiesta da Matteo Salvini: “L’Italia ha bisogno di cantieri – ha spiegato Ostellari all’AdnKronos – La disciplina attuale dell’abuso d’ufficio impedisce agli amministratori locali e ai dirigenti di prendere decisioni serenamente e finisce per rallentare un processo di sviluppo e crescita di cui il Paese è affamato”. E quindi, continua il presidente leghista della Commissione Giustizia, “non possiamo permetterci che l’Italia sia ferma perché sindaci e assessori hanno paura di firmare. Nel 2018 ci sono stati più di settemila procedimenti giudiziari per abuso d’ufficio, la gran parte finisce nel nulla, ma l’infamia resta a vita”. Il nuovo testo potrebbe unificare gli altri due già depositati in Parlamento in questa legislatura per abolire il reato, entrambi del centrodestra. Il primo è quello presentato il 21 ottobre 2019 da dieci deputati leghisti guidati da Roberto Turri, avvocato e capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia a Montecitorio, che esclude l’applicabilità per le “norme di principio o di norme genericamente strumentali alla regolarità dell’attività amministrativa”, mentre la punibilità è esclusa per tutti quei provvedimenti il cui contenuto “non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato” o “nei casi di particolare tenuità del fatto”. La modica quantità di abuso di potere.

Forza Italia invece propone proprio di abolire l’abuso d’ufficio con Silvio Berlusconi che nelle ultime settimane ha dato due interviste, prima al Messaggero e poi al Giornale, per chiedere di “rivedere” il reato. La deputata forzista Cristina Rossello, avvocato anche lei, ha depositato insieme a 18 colleghi una proposta di legge composta da una sola riga: “L’articolo 323 del codice penale è abrogato”. Nella scheda di presentazione del provvedimento i berluscones se la prendono con i magistrati colpevoli di indagare: “Una quantità enorme di procedimenti che iniziano a fronte di una quantità infinitesimale di quelli conclusi con condanna – si legge – nel frattempo, carriere, vite e famiglie di coloro che ne escono non colpevoli, dopo lunghissimi anni, sono rovinate e spesso costoro sono ridotti in miseria”. Per questo, sostiene FI, il reato di abuso d’ufficio va abolito. Non è della stessa opinione la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che ha già dato non pochi dispiaceri al fronte garantista: da Via Arenula fanno sapere che la modifica del reato di abuso d’ufficio non è all’ordine del giorno.

IlFattoQuotidiano

mercoledì 18 settembre 2019

Camera: Aula nega arresti domiciliari per Sozzani (Fi).

Diego Sozzani nella foto del suo profilo Facebook © ANSA

A luglio la Giunta delle Autorizzazioni aveva dato l'ok con il sì di Pd e M5S.

L'Aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani. I voti a favore sono stati 235, 309 i contrari, un astenuto. A fine luglio la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era invece espressa per l'ok ai domiciliari a maggioranza, con il voto a favore di M5S e Pd: una decisione annullata oggi dall'Assemblea, a scrutinio segreto.
L'Aula della Camera ha anche negato l'uso delle intercettazioni delle conversazioni del deputato di Fi Diego Sozzani, chiesta nell'ambito di un procedimento per finanziamento illecito relativo ad una fattura di diecimila euro. Il voto dell'Assemblea conferma la decisione assunta dalla Giunta per le Autorizzazioni presieduta da Andrea Delmastro (Fdi), nel senso del diniego dell'uso delle intercettazioni, che sono state realizzate dagli inquirenti 'a strascico' con un Trojan installato su un dispositivo di un collaboratore del deputato di Forza Italia. L'autorizzazione è stata negata con 352 sì, 187 no e due astenuti. Solo i deputati M5S hanno votato per la concessione dell'autorizzazione. L'Assemblea dovrà ora esprimersi sulla richiesta di arresti domiciliari nei confronti di Sozzani.
"Qualcuno dice che il voto odierno "è tema di Governo", io rispondo "è tema di valori". Oggi chi ha votato contro l'arresto di Sozzani dovrebbe risponderne davanti all''opinione pubblica - il leader M5S Luigi Di Maio su facebook ha commentato il voto su Sozzani -. E invece a causa del voto segreto, non ne risponderà davanti agli italiani. È proprio in questi casi che emerge tutta la differenza tra noi e il resto del sistema. Qui non si tratta di giustizialismo o di presunzione di innocenza. Qui si tratta di normalità, di regole".
"Il voto segreto va abolito. Ognuno deve assumersi le sue responsabilità - spiega Di Maio - . Da parte nostra, orgogliosi di aver dimostrato ancora una volta di essere l'unica forza politica in grado di interpretare un principio sacrosanto e inderogabile, quale è quello della giustizia sociale". Voto sul quale, spiega Di Maio, "solo il MoVimento 5 Stelle ha votato compatto a favore degli arresti domiciliari e sulla richiesta di autorizzazione dei giudici a utilizzare intercettazioni".