L’intoppo. Il primo viaggio (ieri alle 5,30) si è fermato dopo 4 fermate per un problema tecnico. Alle 10 l’inaugurazione ufficiale
Apre la terza linea: era attesa per il Giubileo. Ma il primo convoglio si ferma.
Si è guadagnato il titolo di incompiuta più costosa d’Europa. Ieri il metrò del Giubileo è partito con quattordici anni di ritardo e un imprevisto: il convoglio delle 5,30 si è bloccato quattro fermate prima del capolinea di Pantano-Montecompatri (zona Castelli romani). Uno stop di 11 minuti alla stazione Due Leoni-Fontana Candida. «Il treno si è fermato alcuni minuti per consentire la soluzione di un problema tecnico proprio per evitare limitazioni e completare la corsa», si è poi giustificata l’Atac.
C’è sempre stato troppo ottimismo sulla linea C. Quando negli Anni 90 fu messo a punto il progetto in preparazione dell’Anno Santo, nelle periferie romane le case guadagnarono subito valore. Errore. C’era ancora da scavare quasi un quarto di secolo dribblando scandali e bocciature tecniche degli standard di qualità. Sarà forse per lo stupore che ieri centinaia di curiosi hanno immortalato con selfie l’esordio della metro C. Un’opera all’avanguardia gravata da due inchieste: una dei pm della Capitale, una della Corte dei Conti per un danno erariale di 364 milioni di euro. Tra polemiche e carte bollate, i suoi cantieri sono parte del paesaggio delle borgate romane. L’obiettivo è aprire la seconda tratta (Centocelle-Lodi) nei primi mesi del 2015 e poi fino a San Giovanni. Poi ancora Colosseo, piazza Venezia fino a San Pietro. L’opera, ultimata, potrebbe raggiungere i 4 miliardi di costi e i 25 km di percorso: 160 milioni a chilometro. Ma è comunque una svolta storica per la mobilità urbana: i pendolari non dovranno più districarsi tra coincidenze di autobus e tragitti alternativi.
Una rivoluzione per i popolosissimi quartieri-dormitorio attorno all’Urbe. Per curiosa coincidenza Roma inaugura con 14 anni i di ritardo la sua terza linea metropolitana (la più lenta e costosa d’Europa), mentre Milano festeggia il mezzo secolo della «mm rossa».
La linea doveva essere pronta per il Giubileo, ma tra ritardi, variazioni di percorso, inchieste della magistratura, costi schizzati (per ora) a due miliardi di euro, solo ora migliaia di passeggeri possono viaggiare sul tratto che collega Pantano sulla Casilina a Centocelle, periferia est. Ieri ha aperto i battenti la strada ferrata finora paralizzata da stop della commissione tecnica del ministero dei Trasporti e inchieste della procura. Un calvario burocratico: autorizzazioni del ministero, convocazioni della direzione generali per il trasporto pubblico locale, verifiche sul campo, passaggi alle commissioni sicurezza e agibilità, abilitazione dei dipendenti, sopralluoghi dell’ufficio Ustif delle Infrastrutture. Sono collegati quartieri finora confinati ai margini della capitale.
Centocelle, Alessandrino, Torre Spaccata, Torre Maura, Borghesiana, Finocchio. L’intero tracciato si sviluppa parallelo alla via Casilina. I treni non hanno conducente e sono controllati da una postazione remota. Ma prima di essere inaugurata, la C si era allagata con il nubifragio che ha colpito Roma la scorsa settimana: l’acqua è arrivata negli atri delle stazioni Giardinetti e Grotte Celoni. Il procuratore della Corte dei Conti del Lazio ha contestato un danno per l’erario tra il 2006 e il 2010 a causa del rinvio dei lavori e di un aumento dei costi di 364 milioni. Negli snodi di San Giovanni e Colosseo, Italia Nostra certifica ritrovamenti archeologici nel sottosuolo e rischi per la stabilità del monumento più famoso di Roma.