Visualizzazione post con etichetta metropolitana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta metropolitana. Mostra tutti i post

martedì 9 aprile 2019

Milano, per Metropolitana autonoleggio d’oro: paga 70 Panda come fossero suv. “Abbiamo già modificato il contratto”. - Thomas Mackinson

Milano, per Metropolitana autonoleggio d’oro: paga 70 Panda come fossero suv. “Abbiamo già modificato il contratto”

La municipalizzata milanese ha noleggiato un centinaio di Fiat 1.200 di cilindrata per 84 mesi, vale a dire sette anni, a 535,68 euro. Al termine del contratto ognuna sarà costata quasi 50mila euro. "Ipotesi di danno erariale da due milioni", denuncia con un'interrogazione il consigliere Fabrizio De Pasquale (FI). La società risponderà entro il 23 aprile, ma fa sapere di aver rivisto le tariffe a gennaio. 


Milano una controllata municipale riesce nell’impresa di noleggiare 70 Panda al costo di un suv e forse più. Si tratta di Metropolitana Milanese Spa (MM), società di ingegneria che serve il capoluogo nel trasporto, nella gestione del patrimonio immobiliare e nel servizio idrico con un migliaio di dipendenti. A fare le pulci al suo parco auto è il consigliere comunale di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, che ha presentato un’interrogazione agli uffici di Piazza Scala ipotizzando un danno erariale vicino ai due milioni di euro. MMspa, in sostanza, avrebbe noleggiato un centinaio di Fiat Panda 1.200 di cilindrata per 84 mesi, vale a dire sette anni, a 535,68 euro. La Panda, a fine vita, verrebbe così a costare 45mila euro quando sul mercato te la danno a 15mila “chiavi in mano”. Per De Pasquale quella tariffa tutto sarebbe fuorché un “affare”, atteso che Consip – la centrale unica per gli acquisti della Pa – riporta per analoghi modelli condizioni e prezzi decisamente più convenienti, inferiori anche alla metà rispetto al prezzo praticato per le Punto a nolo di MM.
La controllata MM sta lavorando per rispondere agli uffici per le partecipate del Comune e da qui al consigliere, ma a Libero ha già risposto che contratto e tariffe in questione sono stati rivisti a gennaio di quest’anno “allineando la fornitura ai prezzi di mercato”. Dichiarazione che suona come un’implicita ammissione, anche se MM fornirà una più articolata ed esaustiva risposta al suo azionista entro una decina di giorni ancora.
Dal canto suo, Consip – interpellata dal Fattoquotidiano.it – precisa che gli enti locali, diversamente delle amministrazioni statali, non hanno l’obbligo di utilizzare le convenzioni attivate dalla centrale acquisti. Qualora però decidano di rivolgersi al mercato libero (teoricamente) sono tenuti a optare per beni/servizi di costo inferiore al prezzo-parametro individuato da Consip a seguito di una gara. Qualora optino poi per servizi e beni diversi e più cari, devono giustificare questa scelta specificando perché quelli proposti dalla centrale non soddisfano per caratteristiche le esigenze dell’ente. La Corte dei Conti infatti potrebbe decidere di vederci meglio e intervenire contestando la decisione.
Nell’interrogazione il consigliere chiede poi conto delle modalità di esecuzione della gara e dei successivi rinnovi. Spostando le lancette all’inizio della storia si va al 9 gennaio 2015, quando MM indice la gara per il noleggio a lungo termine per 84 mesi con termine per le offerte in data 23 febbraio. L’appalto viene aggiudicato all’unica concorrente, la Arval Service Lease Italia Spa per quasi sei milioni (5.990.796,00). In realtà Arval era già fornitore della controllata dal 2008 grazie a un appalto di 48 mesi poi prorogato di 28 mesi, “nonostante il capitolato prevedesse un massimo di 6 mesi” e sei ulteriori di proroga tecnica. Nel 2015 viene indetta la nuova gara ma si presenta ancora e solo Arval che ottiene di fatto la commessa per oltre 10 anni.
De Pasquale ritiene che possa ave inciso la “breve durata concessa per la presentazione dell’offerta” pari a 45 giorni, tra il 9 gennaio e il 23 febbraio 2015. Nell’appalto sono state noleggiate con ARVAL 45 Fiat Panda 1200 di cilindrata a benzina al canone mensile di 535,58, 38 Opel Combo 1300 diesel con canone mensile a seconda dell’allestimento che varia da 518,50 a  574,62 euro (Panda e Combo hanno una percorrenza annua compresa di 8000 km), mentre per furgoni più grossi i canoni come il Fiat Ducato 595,42 o per gli Opel Movano da 728,35.
Prezzi alti, altissimi, visto che nel 2017 MM – attraverso Consip con fornitore Lease Plan Spa – noleggia una trentina di Fiat Panda 1200 al canone mensile di 223,748 euro (con percorrenza di 15000 chilometri annui) e una Opel Mokka 1600 diesel 4×4 al canone mensile di € 336,964 e una durata contrattuale di 48 mesi. Ragion per cui De Pasquale parla di ipotesi si danno erariale per i canoni sopra riportati. “In sintesi una Panda 1200 benzina costa in 7 anni di noleggio 44.988,72 euro con una percorrenza annua di solo 8000 km, mentre adottando la proposta Consip i canoni sarebbero stati inferiori del 60% circa e avrebbero avuto una percorrenza annua quasi doppia, cioè di 15000 chilometri. Questa abnorme differenza applicata a ben 72 veicoli, avrebbe procurato un danno erariale per i 7 anni di quasi 1.900.000”. Ad MM tocca ora la risposta.

lunedì 29 giugno 2015

Roma, ecco il metrò più caro: 160 milioni al chilometro. - Giacomo Galeazzi


L’intoppo. Il primo viaggio (ieri alle 5,30) si è fermato dopo 4 fermate per un problema tecnico. Alle 10 l’inaugurazione ufficiale

Apre la terza linea: era attesa per il Giubileo. Ma il primo convoglio si ferma.

Si è guadagnato il titolo di incompiuta più costosa d’Europa. Ieri il metrò del Giubileo è partito con quattordici anni di ritardo e un imprevisto: il convoglio delle 5,30 si è bloccato quattro fermate prima del capolinea di Pantano-Montecompatri (zona Castelli romani). Uno stop di 11 minuti alla stazione Due Leoni-Fontana Candida. «Il treno si è fermato alcuni minuti per consentire la soluzione di un problema tecnico proprio per evitare limitazioni e completare la corsa», si è poi giustificata l’Atac.  

C’è sempre stato troppo ottimismo sulla linea C. Quando negli Anni 90 fu messo a punto il progetto in preparazione dell’Anno Santo, nelle periferie romane le case guadagnarono subito valore. Errore. C’era ancora da scavare quasi un quarto di secolo dribblando scandali e bocciature tecniche degli standard di qualità. Sarà forse per lo stupore che ieri centinaia di curiosi hanno immortalato con selfie l’esordio della metro C. Un’opera all’avanguardia gravata da due inchieste: una dei pm della Capitale, una della Corte dei Conti per un danno erariale di 364 milioni di euro. Tra polemiche e carte bollate, i suoi cantieri sono parte del paesaggio delle borgate romane. L’obiettivo è aprire la seconda tratta (Centocelle-Lodi) nei primi mesi del 2015 e poi fino a San Giovanni. Poi ancora Colosseo, piazza Venezia fino a San Pietro. L’opera, ultimata, potrebbe raggiungere i 4 miliardi di costi e i 25 km di percorso: 160 milioni a chilometro. Ma è comunque una svolta storica per la mobilità urbana: i pendolari non dovranno più districarsi tra coincidenze di autobus e tragitti alternativi.  

Una rivoluzione per i popolosissimi quartieri-dormitorio attorno all’Urbe. Per curiosa coincidenza Roma inaugura con 14 anni i di ritardo la sua terza linea metropolitana (la più lenta e costosa d’Europa), mentre Milano festeggia il mezzo secolo della «mm rossa».  

La linea doveva essere pronta per il Giubileo, ma tra ritardi, variazioni di percorso, inchieste della magistratura, costi schizzati (per ora) a due miliardi di euro, solo ora migliaia di passeggeri possono viaggiare sul tratto che collega Pantano sulla Casilina a Centocelle, periferia est. Ieri ha aperto i battenti la strada ferrata finora paralizzata da stop della commissione tecnica del ministero dei Trasporti e inchieste della procura. Un calvario burocratico: autorizzazioni del ministero, convocazioni della direzione generali per il trasporto pubblico locale, verifiche sul campo, passaggi alle commissioni sicurezza e agibilità, abilitazione dei dipendenti, sopralluoghi dell’ufficio Ustif delle Infrastrutture. Sono collegati quartieri finora confinati ai margini della capitale. 

Centocelle, Alessandrino, Torre Spaccata, Torre Maura, Borghesiana, Finocchio. L’intero tracciato si sviluppa parallelo alla via Casilina. I treni non hanno conducente e sono controllati da una postazione remota. Ma prima di essere inaugurata, la C si era allagata con il nubifragio che ha colpito Roma la scorsa settimana: l’acqua è arrivata negli atri delle stazioni Giardinetti e Grotte Celoni. Il procuratore della Corte dei Conti del Lazio ha contestato un danno per l’erario tra il 2006 e il 2010 a causa del rinvio dei lavori e di un aumento dei costi di 364 milioni. Negli snodi di San Giovanni e Colosseo, Italia Nostra certifica ritrovamenti archeologici nel sottosuolo e rischi per la stabilità del monumento più famoso di Roma.