Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 11 ottobre 2012
Video shock a “Chi l’ha visto”, bambino portato via con la forza a Padova.
Video straziante trasmesso ieri sera durante “Chi l’ha visto”, su Rai Tre. Il filmato immortala un bambino di dieci anni, prelevato dalla polizia mentre si trovava a scuola, in un paese in provincia di Padova, e poi trascinato con la forza tra le urla disperate del piccolo e della zia, autrice del video. Il bimbo è al centro di una drammatica guerra tra i suoi genitori separati. Secondo l’ordinanza del giudice, avrebbe dovuto essere trasferito in una struttura protetta per poi essere affidato al padre. Nel provvedimento si precisa anche che il papà avrebbe potuto avvalersi, se strettamente necessario, “dell’ausilio dei Servizi Sociali e della Forza Pubblica, da esplicarsi nelle forme più discrete e adeguate al caso”. Quando la polizia riesce a caricare il bambino nell’auto, la zia chiede le ragioni dell’accaduto. Un’ispettore donna le risponde che non è tenuta a dare spiegazioni. E aggiunge: “Io sono un poliziotto. Lei non è nessuno”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/10/11/video-shock-visto-bambino-portato-forza-padova/207122/
Il giudice ordina di affidarlo al padre: bimbo preso con la forza a scuola.
VENEZIA - Una lunga guerra di carte bollate tra genitori che dal 2004 si disputano la custodia del figlio che ora ha dieci anni e frequenta la quinta elementare, ha avuto ieri un drammatico epilogo in una scuola di Cittadella. Il bimbo portato via con la forza dalla propria classe ha cercato in tutti i modi di evitare il trasferimento in un istituto dove sarà ospitato, per preparare l'affidamento in via esclusiva al padre. Così ha stabilito un decreto della Corte d'appello di Venezia che è stato esibito da un drappello di assistenti sociali, un medico, dal padre del bimbo e alcuni poliziotti che si sono presentati dopo mezzogiorno alla direttrice dell'istituto, Marina Zanon.
In quelle pagine si stabilisce «l'allontanamento del minore dall'ambiente materno e il suo affido in via esclusiva al padre», con collocamento in una comunità. Era solo la prima di una serie di sequenze che si sono fatte sempre più concitate. Il dirigente scolastico non ha consentito agli agenti di entrare in classe. Ha chiesto al maestro di far uscire il piccolo e di portarlo in aula magna. Ma lui ha capito che erano venuti a prenderlo. Ci avevano provato altre quattro volte, dal 25 agosto in poi, ad eseguire il provvedimento che lo toglie alla madre, laureata in farmacia, per affidarlo al padre, un avvocato padovano.
La prima volta si era rifugiato nella sua cameretta, rimanendo aggrappato alla rete del letto ore. Anche le altre volte aveva opposto una resistenza tale da far sospendere l'esecuzione.
Visto il rifiuto ad uscire di classe, il direttore didattico ha preferito far allontanare gli altri compagni. Aggrappato al suo banco è rimasto solo il bimbo, il cui comportamento scolastico viene considerato irreprensibile. Ad entrare sono stati gli assistenti sociali, il medico e il padre. Ma la reazione è stata molto violenta.
L’ultima scena è la più drammatica, anche perché documentata da fotografie e riprese di una videocamera. Il bimbo è stato letteralmente portato via con la forza, visto che cerca di divincolarsi con altrettanto vigore dettato dalla disperazione. È a quel punto che intervengono anche un paio di agenti dell'Ufficio minorenni della questura. Due persone lo tengono per le gambe. Un altro lo afferra per le spalle, mentre lui tira calci. Cade a terra. Viene trascinato. Si dispera. Tutto inutile. Alla fine viene caricato su un'auto. Fuori dalla scuola ci sono la mamma e i nonni, riprendono la scena con una videocamera. Ci sono molti genitori, altri bambini. La madre ha annunciato che presenterà denuncia e ha chiesto la visita di un pediatra per accertare se il piccolo ha subito lesioni. La questura si è limitata a parlare di «notevoli difficoltà» nell’esecuzione di un provvedimento legittimo.
In quelle pagine si stabilisce «l'allontanamento del minore dall'ambiente materno e il suo affido in via esclusiva al padre», con collocamento in una comunità. Era solo la prima di una serie di sequenze che si sono fatte sempre più concitate. Il dirigente scolastico non ha consentito agli agenti di entrare in classe. Ha chiesto al maestro di far uscire il piccolo e di portarlo in aula magna. Ma lui ha capito che erano venuti a prenderlo. Ci avevano provato altre quattro volte, dal 25 agosto in poi, ad eseguire il provvedimento che lo toglie alla madre, laureata in farmacia, per affidarlo al padre, un avvocato padovano.
La prima volta si era rifugiato nella sua cameretta, rimanendo aggrappato alla rete del letto ore. Anche le altre volte aveva opposto una resistenza tale da far sospendere l'esecuzione.
Visto il rifiuto ad uscire di classe, il direttore didattico ha preferito far allontanare gli altri compagni. Aggrappato al suo banco è rimasto solo il bimbo, il cui comportamento scolastico viene considerato irreprensibile. Ad entrare sono stati gli assistenti sociali, il medico e il padre. Ma la reazione è stata molto violenta.
L’ultima scena è la più drammatica, anche perché documentata da fotografie e riprese di una videocamera. Il bimbo è stato letteralmente portato via con la forza, visto che cerca di divincolarsi con altrettanto vigore dettato dalla disperazione. È a quel punto che intervengono anche un paio di agenti dell'Ufficio minorenni della questura. Due persone lo tengono per le gambe. Un altro lo afferra per le spalle, mentre lui tira calci. Cade a terra. Viene trascinato. Si dispera. Tutto inutile. Alla fine viene caricato su un'auto. Fuori dalla scuola ci sono la mamma e i nonni, riprendono la scena con una videocamera. Ci sono molti genitori, altri bambini. La madre ha annunciato che presenterà denuncia e ha chiesto la visita di un pediatra per accertare se il piccolo ha subito lesioni. La questura si è limitata a parlare di «notevoli difficoltà» nell’esecuzione di un provvedimento legittimo.
In un video si sentono precise le parole pronunciate da una esponente delle forze dell'ordine nei confronti della zia del bambino che chiedeva spiegazioni e cercava di fermare lo scempio: Io sono un'ispettore di polizia, lei non è nessuno.
Così parlò Beppe Grillo: "E' l'Italia che ha bisogno della Sicilia".
Per nulla affaticato dalla traversata nello Stretto di Messina – da un anno si allenava per l’impresa -, Beppe Grillo, smentendo i bookmaker, non solo ce l’ha fatta, ma era pure fresco come una rosa e di buon umore, nonostante, come ha raccontato, “Sono entrato in mare dentro una fogna e sono arrivato dentro una fogna” – e non in senso figurato, ma letterale!
Sarà perché di campagna elettorale trattasi, ma il comico genovese ai giornalisti ha dimostrato tutta la sua disponibilità, persino quando ci siamo avvicinati al camper parcheggiato presso l’albergo:prima di scendere dal mezzo, per una mezzoretta si è intrattenuto con noi.
Cos’è più difficile, attraversare lo Stretto o cambiare la Sicilia?
“Ma no, è la stessa cosa. Basta volere una cosa e si porta a casa il risultato. Noi non dobbiamo convincere la gente a votare: dobbiamo cambiare una cultura e una ideologia ben precisa che c’è. Il Movimento 5 Stelle è questo: noi non siamo venuti ad elemosinare dei voti. Siamo venuti per dire: “Signori, adesso si può cambiare, un’alternativa c’è”.
Poi ha aggiunto sornione: “Guarda, stanno succedendo delle cose meravigliose: ieri sera sono arrivato a Reggio Comunale ed è stato sciolto il consiglio comunale. Così, per agevolarci un attimo”.
Poi ha aggiunto sornione: “Guarda, stanno succedendo delle cose meravigliose: ieri sera sono arrivato a Reggio Comunale ed è stato sciolto il consiglio comunale. Così, per agevolarci un attimo”.
Ma – abbiamo obiettato – si tratta di un sistema che esiste anche al nord: abbiamo fino ad oggi assistito a vicende che a Milano hanno coinvolto il Comune e la Regione, con, in ultimo un altro arresto di un assessore della giunta Formigoni.
“Vede, se lei dove va tira su un coperchio, trova qualsiasi cosa. E’ un sistema a delinquere di stampo legale: prima hanno fatto le leggi e poi hanno fatto i reati e, quindi, sono reati a norma di legge. Come fai a rubare una cosa che è già stata rubata. E’ un furto alla seconda”. Poi, Grillo ha continuato con l’esempio del referendum sui partiti e, ha spiegato che ora parlano di Parlamento pulito: “Bastava tirar fuori le 350 mila firme raccolte e messe in un cassetto”, ha riferito.
Cosa ne pensa degli altri candidati in Sicilia, Musumeci, Miccichè, Fava-Marano, Crocetta e di questa sinistra che litiga?
“Ma sì, non c’è più questo concetto di destra o sinistra. Se lei va a vedere, sono per il cemento, per i ponti, per gli inceneritori. Crocetta l’ho conosciuto quando era sindaco di Gela, era un uomo che si è messo in gioco, ha rischiato anche la vita. Per carità, qui non si discute sulle persone. Qui però consideriamo un sistema. Qui ci vuole, un’idea, un sogno a vent’anni, con le rinnovabili, ad esempio”.
Poi Grillo riflette sulla nostra Isola:
“La Sicilia è una cosa strana. Se la Grecia fallisce per il debito, la Sicilia fallisce per il credito. Il Governo deve alla Sicilia un miliardo. La Sicilia non ha bisogno dell’Italia: è l’Italia che ha bisogno della Sicilia”.
“La Sicilia è una cosa strana. Se la Grecia fallisce per il debito, la Sicilia fallisce per il credito. Il Governo deve alla Sicilia un miliardo. La Sicilia non ha bisogno dell’Italia: è l’Italia che ha bisogno della Sicilia”.
Realisticamente parlando, voi potreste anche ottenere il seggio alla Regione. Ma come si cambiano le cose? Siate aperti ad accordi?
“Voi continuate a non capire cos’è questo Movimento: io sto aggregando persone. Ma perché io devo passare sempre per Hitler, il demagogo, il populista”. E, indicando la giornalista dice: “Se noi ci troviamo in questo sistema è soprattutto colpa vostra. Perché ormai avete depistato tutta l’informazione, consapevolmente o inconsapevolmente. Io sono qua per dire: “Signori informatevi”.
Conclusa l’intervista, abbiamo cordialmente contestato a Grillo questo suo atteggiamento nei confronti della stampa: lui è rimasto della sua opinione che i giornalisti, ormai, non servono più per comunicare, noi abbiamo chiarito che ancora la gente ha pure bisogno dell’informazione, che è cosa ben diversa dalla comunicazione.
“Voi continuate a non capire cos’è questo Movimento: io sto aggregando persone. Ma perché io devo passare sempre per Hitler, il demagogo, il populista”. E, indicando la giornalista dice: “Se noi ci troviamo in questo sistema è soprattutto colpa vostra. Perché ormai avete depistato tutta l’informazione, consapevolmente o inconsapevolmente. Io sono qua per dire: “Signori informatevi”.
Conclusa l’intervista, abbiamo cordialmente contestato a Grillo questo suo atteggiamento nei confronti della stampa: lui è rimasto della sua opinione che i giornalisti, ormai, non servono più per comunicare, noi abbiamo chiarito che ancora la gente ha pure bisogno dell’informazione, che è cosa ben diversa dalla comunicazione.
Cancelleri: "Ecco quanto è costata l'impresa di Beppe Grillo".
“Il gesto tutt’altro che simbolico di Grillo è la chiara dimostrazione che in Sicilia il ponte non serve, a noi servono le infrastrutture interne che al momento sono da Terzo mondo, è un ulteriore anacronismo il fatto che si siano già spesi milioni di euro per l’allestimento di un progetto su un ponte che di fatto non esiste”, ha detto il candidato governatore del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, commentando l’arrivo di Beppe Grillo in Sicilia.
“La Sicilia ha vissuto tre sbarchi che hanno modificato la storia dell’isola e dei suoi cittadini – ha dichiarato Grillo alla folla che lo attendeva- quello dei Savoia, quello degli americani che hanno portato la mafia e quello del Movimento 5 Stelle che cambierà in meglio il volto dell’Isola, anche se l’unico che è arrivato a nuoto sono io”.
Cancelleri ha quindi risposto numeri alla mano alle polemiche sollevate da alcuni competitors della campagna elettorale siciliana sulle spese sostenute per l’impresa di Grillo. ““Le spese sostenute sono relative al medico che seguiva Grillo e lo staff che ne ha curato la traversata, l’autoambulanza presente all’arrivo, i cronometristi e le spese carburante dei barcaioli per un importo di 300,00 euro, tutto regolarmente fatturato e con autorizzazione della Autorità Marittima dello Stretto di Messina. Per quanto concerne le imbarcazioni che hanno ospitato i giornalisti che hanno raccolto le immagini della nuotata del comico genovese, queste, sono state pagate dalla stampa e non hanno gravato sul Movimento. Nel dettaglio comunque ricordiamo che non godendo di rimborsi elettorali, l’esigua cifra impiegata per la manifestazione è tratta dal conto corrente sul quale confluiscono le donazioni degli attivisti del Movimento“.
mercoledì 10 ottobre 2012
Finanziere ai domiciliari. Una casa per non denunciare.
BOLOGNA - Finisce agli arresti domiciliari un finanziere coinvolto in un'inchiesta relativa al comune alle porte di Bologna San Lazzaro di Savena. Per l'accusa l'uomo si sarebbe accordato per l'acquisto di un appartamento in edilizia convenzionata anche non avendone i requisiti. Si sarebbe separato solo sulla carta dalla moglie al fine di farsi aggiudicare la casa nel complesso residenziale costruito dalle aziende Cipea e Idroter.
La Procura ha accusato il finanziere di aver ottenuto l'appartamento come contropartita per favori: irregolarità non denunciate. Ma sulle costruzioni gravavano una serie di abusi edilizi. Per questi sono stati citati a giudizio Gianluca Muratori, presidente di Cipea Holding e presidente di Confartigianato e Giampaolo Cavicchioli, presidente Idroter, ditta esecutrice dei lavori, il direttore dei lavori e il rappresentante di una ditta sub appaltatrice. I fatti sono accaduti dopo un esposto del deputato del Fli Enzo Raisi
Il tribunale del Riesame ha disposto gli arresti domiciliari per il finanzidere dopo che la richiesta di domiciliari era stata respinta dal gip Bruno Giangiacomo. Ma i Pm hanno fatto ricorso. Il finanziare adesso ricorrerà in Cassazione. La vicenda però rischia di finire su un binario morto. La prima udienza è stata fissato nel 2014 e la prescrizione potrebbe essere reale visto che i tempi massimi per la prescrizione di un reato del genere sono 5 anni (i fatti sono stati denunciati nel 2010).
http://affaritaliani.libero.it/emilia-romagna/finanziere-ai-domiciliari-una-casa-per-non-denunciare101012.html
Regione, la Finanza porta via nove scatoloni con i documenti del Pd.
Guardia di Finanza in Regione (foto Schicchi)
I finanzieri si sarebbero informati sul metodo di registrazione di entrate e uscite, per mezzo del badge, sia dei consiglieri regionali sia dei dipendenti di viale Aldo Moro.
Bologna, 10 ottobre 2012 - Per oltre due ore le Fiamme gialle si sono trattenute oggi negli uffici del Pd in Regione Emilia-Romagna, per acquisire la documentazione sulle spese del gruppo durante il mandato in corso (dal 2010 a oggi). Saliti negli uffici dei democratici intorno alle 14, i finanzieri hanno riempito nove scatoloni con 41 faldoni pieni di documenti, terminando il lavoro verso le 16.15; caricato il tutto su un furgoncino bianco e un’auto, insieme agli altri documenti presi dall’archivio relativi al mandato scorso (dal 2005 al 2010), hanno lasciato viale Aldo Moro pochi minuti prima delle 17. In mattinata, la Finanza aveva già acquisito le carte (tre-quattro faldoni in tutto) sulle spese dal 2010 a oggi del gruppo Fds.
E’ probabile, comunque, che il lavoro delle Fiamme Gialle non sia ancora finito: potrebbero infatti tornare anche domani per completare l’acquisizione dei documenti in archivio dei cinque anni precedenti al 2010. I finanzieri si sarebbero anche informati, in questi giorni, sul metodo di registrazione di entrate e uscite, per mezzo del badge, sia dei consiglieri regionali sia dei dipendenti di viale Aldo Moro.
Piemonte, Gdf acquisisce documenti su nuova sede Regione.
TORINO (Reuters) - La Guardia di Finanza ha acquisito oggi documenti relativi alla costruzione del nuovo palazzo della Regione Piemonte, un grattacielo che dovrà sorgere nel quartiere Lingotto.
Lo hanno riferito fonti della Regione e investigative, precisando che è stata la Corte dei conti a inviare i finanzieri che già due settimane fa avevano acquisito documenti negli uffici dove si trovano i dirigenti del settore Personale e Patrimonio della Regione.
Nell'estate del 2010, la giunta dell'attuale governatore Roberto Cota presentò un esposto alla Corte dei conti per verificare la congruità delle parcelle con cui era stato pagato l'architetto Massimiliano Fuksas per la progettazione del grattacielo, come riferiscono fonti della Regione.
L'operazione della Finanza di oggi non riguarda l'inchiesta della procura di Torino, ancora in fase iniziale, che alla fine del mese scorso ha visto le Fiamme Gialle acquisire documenti relativi alle spese negli uffici di tutti i gruppi politici del Consiglio regionale piemontese.
- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
Lo hanno riferito fonti della Regione e investigative, precisando che è stata la Corte dei conti a inviare i finanzieri che già due settimane fa avevano acquisito documenti negli uffici dove si trovano i dirigenti del settore Personale e Patrimonio della Regione.
Nell'estate del 2010, la giunta dell'attuale governatore Roberto Cota presentò un esposto alla Corte dei conti per verificare la congruità delle parcelle con cui era stato pagato l'architetto Massimiliano Fuksas per la progettazione del grattacielo, come riferiscono fonti della Regione.
L'operazione della Finanza di oggi non riguarda l'inchiesta della procura di Torino, ancora in fase iniziale, che alla fine del mese scorso ha visto le Fiamme Gialle acquisire documenti relativi alle spese negli uffici di tutti i gruppi politici del Consiglio regionale piemontese.
- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
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