giovedì 21 marzo 2013

Equitalia, protesta dei consumatori per aumento interessi di mora.


Equitalia, protesta dei consumatori per aumento interessi di mora


Federconsumatori e Adusbef sul piede di guerra per l'incremento del 15% applicato dal primo maggio sui pagamenti ritardati. Le due associazioni attaccano Befera: "Piove sul bagnato. Vuole fare cassa con metodi prepotenti ed arroganti".

Levata di scudi delle associazioni dei consumatori contro  la decisione di Equitalia di aumentare i tassi di interesse di mora dal prossimo primo maggio. Con l’aumento, che il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera, definisce “previsto dalla legge”, il tasso di interesse applicato sui ritardati pagamenti delle cartelle esattoriali iscritte a ruolo passa dal 4,55% al 5,22 per cento (+15%).
“Una vera e propria assurdità. Piove sul bagnato”, commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “Piuttosto che pensare ad aumentare i tassi di mora – proseguono Trefiletti e Lannutti – Equitalia dovrebbe dare la priorità ad una decisa riorganizzazione della struttura, migliorando i pessimi rapporti con il pubblico”.
E se Equitalia non darà risposte, le due associazioni “avvieranno tutte le iniziative necessarie per tutelare le famiglie”. Non solo, sottolineano Trefiletti e Lannutti, “non bastava l’aumento dei prezzi e delle tariffe, la caduta verticale del potere di acquisto (-14,1% dal 2008) e l’incredibile livello raggiunto dalla pressione fiscale nel nostro Paese, con aumenti solo nel 2013 di 421 euro”. Ma ora anche Equitalia, incalzano, “dà un ulteriore contributo per accrescere la preoccupazione e lo stato di vera e propria esasperazione in cui si trovano le famiglie”.
La società, “già tristemente nota per le cartelle pazze, ancora una volta, vuole fare cassa, per conto dell’Agenzia delle Entrate, con metodi prepotenti ed arroganti”, accusano poi Trefiletti e Lannutti e concludono: “E’ impensabile che un cittadino debba trascorrere giornate intere in coda per richiedere informazioni o attivare le procedure di contestazione o rateizzazione delle cartelle esattoriali”.
“L’adeguamento annuale dei tassi di interesse di mora applicati alle cartelle di pagamento è previsto dall’articolo 30 del dpr 602/1973. Pertanto non esiste alcuna discrezionalità da parte di Equitalia o dell’Agenzia delle Entrate che adotta il provvedimento con i nuovi tassi”, ha puntualizzato dal canto suo Equitalia. “Per evitare questo meccanismo è necessario che il Parlamento cambi la Legge”, spiega la società. Si precisa inoltre che “gli interessi previsti nelle cartelle sono riscossi da Equitalia per conto degli enti pubblici creditori ai quali vengono riversati insieme a tributi e sanzioni”.
Per quanto riguarda invece i rapporti con il pubblico, Equitalia “da sempre è impegnata nel migliorare l’assistenza ai cittadini. Lo scorso anno, ad esempio, sono stati attivati nei capoluoghi di provincia sportelli dedicati alla soluzione dei casi più delicati di famiglie e imprese in difficoltà a causa della crisi economica. Gli sportelli ordinari impegnati nei pagamenti, nelle rateizzazioni e nelle altre regolari attività garantiscono tempi d’attesa del tutto adeguati”.
Oggi, tra l’altro, “i cittadini hanno a disposizione diversi canali di contatto con Equitalia, come ad esempio il numero verde, per avere informazioni e assistenza, e il sito internet per effettuare numerose operazioni”. Non solo. “Continuare ad accusare Equitalia di responsabilità che non ha, non fa altro che alimentare il clima di tensione che, anche in questi giorni, ha portato a episodi di intimidazione nei confronti del personale”.
Noi siamo l'Italia, dove tutto funziona al contrario.

mercoledì 20 marzo 2013

Andrea Scanzi



C'è questo giochino in atto di zimbellare il parlamentare grillino. 
Soprattutto in Rete. 
Se hanno una pulce, diventa un tumore. 
Lo capisco e in parte è giusto. 
Si ergono a superiori e per questo stanno sulle palle a molti. 
Giusto sfottere chi casca nello scherzo telefonico di un finto Vendola (Campanella), chi scrive "siamo in streaming su La Cosa da Monte Citorio" (Fico) e chi si vanta (poi scusandosi) di non avere salutato la Bindi (Rostellato, la stessa che non sa cos'è la BCE). 
Scrivo anch'io, ogni giorno sul Fatto, che sono ragazzi inesperti. 
La loro comunicazione è debole e il monologo di ieri in conferenza stampa non mi è piaciuto (per niente). 
Poi però mi vengono dei pensieri odiosamente diversi dalla intellighenzia rosicante-dominante. 
Tipo che le discussioni e i pianti di sabato, quando si è trattato di votare il Presidente al Senato, denotano una passione autentica per la politica. 
Tipo che sono ragazze e ragazzi sinceri, magari ingenui, ma onesti e molto meno impreparati di quanto si creda (guardate cosa fanno nei Comuni e Regioni in cui sono). 

Tipo che, senza loro e il M5S, col cazzo che in Sicilia avrebbero abolito le Province. 
Tipo che, senza loro e il M5S, col cazzo che avremmo avuto la Boldrini (Grasso mi piace molto meno) e col cazzo che potremmo avere quel governo sognato di cui tanto abbiamo bisogno. 
Tipo che, se negli ultimi 20 anni avessimo avuto più grillini e meno Orfini e Moretti, Gelmini e Carfagna, non saremmo nella merda in cui siamo. Io, a queste ragazze e ragazzi, guardo con rispetto. 

E continuo a pensare che siano una risorsa - forse l'ultima - per la politica di questo paese. 
Uno stimolo, un pungolo. 
Imperfetti e manichei quanto volete, ma senza di loro avremmo ancora lo schifo che abbiamo avuto. 
Per troppo tempo. 
E in parte abbiamo ancora.

https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=629381297078202&id=226105204072482

Parigi, perquisita la casa della Lagarde. - Giordano Stabile



Il direttore dell’Fmi sospettato di aver favorito Bernard Tapie nel contenzioso con la banca Credit Lyonnais. L’ex patron del Marsiglia ottenne 403 milioni di euro.

La casa parigina del direttore generale del Fondo Monetario internaziona (Fmi), Christine Lagarde, è stata perquisita oggi dalla polizia. 

Gli inquirenti hanno agito su ordine del tribunale che sta indagando sullo scandalo finanziario che, nel 2007, coinvolse l’ex finanziere Bernard Tapie e il Credit Lyonnais. Lagarde, allora ministro dell’Economia del presidente Nicolas Sarkozy, è stata coinvolta nelle indagini per un presunto abuso di potere

Il contenzioso tra l’uomo d’affari marsigliese Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais (Lcl), di proprietà pubblica al tempo dei fatti contestati. Si vuole verificare se la decisione, da parte della Lagarde, di affidare la sentenza sul caso a un tribunale arbitrale e non a uno ordinario, sia stata legittima o un abuso di potere. 

Il caso riguarda la consulenza che la banca diede all’uomo d’affari per la vendita del marchio Adidas, negli anni Novanta, e in particolare il fatto che l’istituto prima acquistò la società da Tapie, per poi cederla a un prezzo più elevato. Nel 2008, il tribunale arbitrale aveva riconosciuto a Tapie un risarcimento di 403 milioni di euro. 

Compravendita, Caforio: “Non so perché Di Pietro non ha tirato fuori il nastro incriminato” - Nello Trocchia




Registrai il colloquio con Sergio De Gregorio mentre mi offriva soldi per passare al centrodestra. Insieme al collega dell’Idv Nello Formisano, consegnai il nastro all’allora ministro e leader del mio partito Antonio Di Pietro”. 
L’ex senatore Giuseppe Caforio ricostruisce i fatti dell’inverno 2007 quando, registratore alla mano, confezionò la prova regina dell’inchiesta sulla compravendita di parlamentari da parte di Silvio Berlusconi. Di quella cassetta, però, non c’è traccia. Nel novembre 2011, quando scoppiarono i casi Scilipoti e Razzi, Caforio non si capacita del silenzio sulla vicenda. “Non capivo perché Di Pietro – racconta al fattoquotidiano.it – non tirasse fuori quella storia, avrebbe dimostrato che nel nostro partito c’erano anche altre persone coinvolte”. Caforio rivela che prima dell’incontro con De Gregorio era andato a pranzo, nelle settimane precedenti, con il senatore di Forza Italia Antonio Tomassini: “Non ci fu nessuna proposta indecente. A pranzo mi disse che gli era stato chiesto di farmi incontrare il presidente Berlusconi. ‘Se fai un segno positivo – mi disse Tomassini – tra 5 minuti lui viene’”. Caforio rifiuta. Poco dopo arriva la proposta di De Gregorio che fu oggetto di registrazione. Una cassetta, il cui destino è sempre più avvolto dal mistero.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/20/compravendita-caforio-non-capisco-perche-di-pietro-non-ha-tirato-fuori-nastro-incriminato-2/225433/

martedì 19 marzo 2013

Auto, vendite a picco in Ue. In Fiat cresce solo il salario di Marchionne.


Sergio Marchionne


Fiat va peggio del mercato: con 56mila veicoli venduti segna un calo del 15,7% rispetto al 2012, per una quota scesa al 6,8%. Chrysler perde il 38,5 per cento. Aumenta solo lo stipendio dell'amministratore delegato: +50% a 7,4 milioni.

Mentre l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, fa i conti con l’incasso sul 2012, lievitato del 50% a oltre 7 milioni di euro, arriva un nuovo record negativo per il mercato europeo dell’auto, con il Lingotto che va sempre più a fondo. A febbraio le vendite delle quattro ruote nel Vecchio Continente sono scese del 10,2% rispetto ad un anno fa. Secondo i dati diffusi dall’Acea, l’associazione dei costruttori europei, le immatricolazioni nei 27 Paesi Ue più quelli Efta il mese scorso hanno segnato il livello più basso mai raggiunto, con appena 829.359 unità vendute. Se si considera la sola Ue, il dato scende a quota 795.482 nuove auto, con un calo del 10,5% rispetto a febbraio 2012.
Nei primi due mesi del 2013, invece la flessione è stata del 9,5%, con un numero complessivo di immatricolazioni di 1.681.073 auto. Nel mese di febbraio, solo il Regno Unito ha registrato un aumento delle vendite che sono risultate in crescita del 7,9 per cento. Tutti gli altri mercati risultano in affanno per la recessione e hanno totalizzato un calo, che va dal -9,8% della Spagna al -10,5% della Germania, fino al -12,1% della Francia al -17,4% dell’Italia. Stesso trend per i primi due mesi dell’anno: la Germania segna un -9,6% e Spagna a -9,7 per cento. Per Francia e Italia flessione a due cifre del -13,5% per i cugini d’oltralpe e -17,3% per il Bel Paese. Domanda sostenuta invece nel Regno Unito che ha messo a segno un +10,3 per cento.
In questo contesto Fiat Group Automobiles il mese scorso ha immatricolato nell’Ue a 27 più i Paesi Efta 55.985 nuove autovetture, in calo del 15,7% rispetto alle 66.448 unità di febbraio 2012. Il marchio Fiat ha contenuto le perdite al -6,7% segnando 46.838 unità. Peggio è andata a Lancia/Chrysler che ha ceduto il 38,5% a 5.477 unità, Alfa Romeo il 41,8% a 4.718 unità e Jeep il 16,3% a 1.905 unità. Nei primi due mesi dell’anno il marchio Fiat ha perso il 5,3% a 90.649 immatricolazioni, Lancia/Chrysler il 35% a 11.675 unità, Alfa Romeo il 39,2% a 10.359 unità e Jeep  il 15% a 3.905 immatricolazioni. Nel primo bimestre, poi, il Lingotto ha ceduto il 14% a 117.067 unità. E la quota di mercato della casa di Torino è così scesa al 6,8% dal 7,2% di un anno prima, ma è leggermente salita rispetto al 6,6% di gennaio.
Festeggia, intanto, l’amministratore delegato del gruppo torinese che secondo la relazione sulla remunerazione depositata in questi giorni dal gruppo, nel 2012 ha incassato da Fiat e Fiat Industrial complessivamente 7,4 milioni di euro, quasi il 50% in più dei 5 milioni del 2012. Non è andata tanto male neanche al presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, il cui stipendio si è attestato sui 5,534 milioni, mentre a John Elkann sono andati 1,463 milioni. 

“Insabbiò caso escort-Berlusconi. A processo il procuratore di Bari Laudati”.


Antonio Laudati


Il magistrato sarà sentito l'8 aprile con l'accusa di abuso d'ufficio e favoreggiamento. Il Csm ha già avviato la procedura per il trasferimento d'ufficio per incompatibilità. Indagato anche l'ex pm di Bari Giuseppe Scelsi.

Ha cercato di “insabbiare le indagini relative al caso escort” che vede coinvolti Gianpaolo Tarantini Silvio Berlusconi. Con queste accuse la procura di Lecce ha chiesto di rinviare a giudizio il procuratore capo di Bari Antonio Laudati e l’ex pubblico ministero Giuseppe Scelsi. Le ipotesi di reato sono abuso di ufficio e, solo per Laudati, anche favoreggiamento.
La vicenda è quella relativa alla gestione dell’inchiesta sulle escort che l’imprenditore bareseTarantini procurava all’ex presidente del Consiglio Berlusconi per le feste nelle sue residenze. Secondo la Procura di Lecce, Laudati avrebbe aiutato sia Tarantini, sia, indirettamente, Berlusconi a eludere le indagini sul presunto giro di prostitute gestito dal primo. In particolare avrebbe fatto in modo che venissero rallentate le indagini sul filone ‘escort’. Inoltre il procuratoreValentino Cataldo Motta sostiene, nell’avviso di conclusione delle indagini, che Laudati “nello svolgimento delle funzioni di procuratore avrebbe intenzionalmente arrecato ingiusto danno ai magistrati Giuseppe Scelsi e Desiree Digeronimo, consistito nella indebita aggressione alla sfera della personalità per essere stati i due magistrati illecitamente sottoposti da parte della Guardia di finanza a investigazioni e ad abusivo controllo della loro attività professionale e della loro immagine”. Scelsi è invece accusato di aver disposto intercettazioni su un’utenza telefonica per danneggiare una sua collega.
Tutto è iniziato nel luglio del 2011 quando l’ex pm Scelsi - titolare dell’inchiesta escort fino al trasferimento in Procura generale – ha presentato un esposto al Csm in cui accusava Laudati di aver ostacolato le indagini e accelerato il suo trasferimento. Secondo il racconto fatto da Scelsi ai procuratori di Lecce, Laudati, arrivato a Bari nell’estate del 2009 quando il caso Tarantini-D’Addario-Berlusconi era già esploso, avrebbe avviato un’indagine parallela con accertamenti “extra” svolti da militari della Guardia di finanza a lui fedeli. Stando a quanto narrato da Scelsi e da altri testimoni, Laudati, ancor prima di prendere possesso del suo incarico, avrebbe inoltre partecipato a una riunione con gli investigatori invitandoli sostanzialmente a bloccare tutto. Il magistrato ha sostenuto che il neo procuratore si presentò con “un amico″ dell’allora ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e che spiegò di essere stato inviato a Bari dal ministero. Inoltre Laudati affiancò a Scelsi i colleghi Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis e l’inchiesta su Tarantini e le escort, invece che essere chiusa immediatamente come previsto, fu tenuta aperta per altri due anni.
A richiedere il processo per Laudati e Scelsi ora è stato il procuratore capo di Lecce, Motta, ma la richiesta di rinvio a giudizio non è stata notificata agli indagati, bensì inviata al Consiglio superiore della magistratura che ha avviato la procedura per il trasferimento d’ufficio per incompatibilità a carico di Laudati. Il procuratore sarà ascoltato a Palazzo dei Marescialli l’8 aprile

Il pagamento cud pensionati : un nuovo pizzo.


COMUNICATO STAMPA NO AL PAGAMENTO DEL CUD 
L'Inps, con la circolare n. 32 del 26/2/2013, rende noto che non spedirà i CUD 2013 ai pensionati ma li renderà disponibili sul proprio sito. I pensionati, in possesso di PIN dovranno provvedere a stamparselo oppure dovranno recarsi presso le sedi dell'INPS.
Nei primi mesi di ogni anno l'INPS provvedeva all'invio postale della certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati ai soggetti per i quali assolve la funzione di sostituto d'imposta. Dal corrente anno le cose cambiano.
La crisi colpisce ancora. In ossequio allea giusta esigenza di ridurre la spesa, anche attraverso la telematizzazione dei rapporti tra la pubblica amministrazione e i cittadini, l'INPS passa dagli invii massivi di volumi di carta inutile, alla totale chiusura verso soggetti deboli e privi di qualsiasi conoscenza informatica. Si poteva selezionare e diversificare, invece ancora una volta si utilizza la scure, sia pure con accorgimenti e palliativi costosi.
Questo, aggiunge Aldo Antonino Infuso segretario provinciale della CILDI di Palermo che a pagare sono i più deboli e si è ancora una volta messo in modo un meccanismo spregiudicato che sta colpendo i pensionati. Ormai si è consolidato che per il servizio del rilascio del CUD si richiedono 3,00 euro al cittadino. Nella sostanza L’INPS risparmia , il cittadino paga. Come CILDI abbiamo predisposto un servizio gratuito per tutti. Nella sostanza si può venire nelle sedi della CILDI e il rilascio del CUD sarà gratuito per tutti. Fare pagare 3 euro al cittadino per ricevere il proprio CUD è una vergogna.
Aldo Antonio Infuso
Segretario Provinciale della CILDI Palermo