venerdì 12 aprile 2013

Piero Grasso nomina all’Apem il senatore D’Alì, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.


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E' una di quelle notizie che ti fanno storcere il naso e corrugare la fronte.
E non certo perché un parlamentare sia imputato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa (che, a dirla tutta, non fa più notizia), ma perché a confermare Antonio D'Alì – su indicazione del Pdl – come rappresentante del nostro parlamento, all' Assemblea parlamentare euro mediterranea, è stato l'ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, neoeletto presidente del Senato. D'Alì, ricoprirà l'incarico di Vicepresidente della Commissione Economica e di componente della Commissione Energia ed Ambiente.
Posto che vige il principio di non colpevolezza fino a sentenza di condanna irrevocabile e che il processo è ancora in corso con il rito abbreviato dinanzi al gup di Palermo,  la questione è, come sempre, tutta su un piano diviso tra morale e opportunità.

Incarichi inutili al Comune: De Rubeis rimborserà 380 mila euro.

sindaco


L’ex sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, è stato condannato dalla Corte dei conti a rimborsare oltre 380mila euro al Comune. Secondo l’accusa De Rubeis e, in misura minore, il vicesindaco Giovanni Sparma (condannato a rimborsare 8mila euro), avrebbero causato un danno erariale all’amministrazione con il conferimento di incarichi nel Comune di Lampedusa-Linosa.
Il procedimento nasce da un esposto del gruppo consiliare del Partito democratico su presunte irregolarità nella nomina dei componenti dell’ufficio di gabinetto del sindaco. Come ha evidenziato il procuratore, De Rubeis con una determinazione ha costituito nel 2007 l’ufficio “per supportare le funzioni di indirizzo e controllo” che era composto da una sola persona; poi lo ha potenziato nel 2008 con due persone e poi con altre dodici fino ad arrivare a 27 dipendenti di categorie comprese tra la A e la D.
Secondo la tesi dell’accusa, accolta dalla corte, le nomine e le proroghe dei soggetti esterni operate dal sindaco e, in un caso, dal vicesindaco, sarebbero state illegittime e inutili. Il collegio osserva che “la violazione dei criteri di economicità e buona amministrazione, nonchè dei limiti legislativi imposti in materia di assunzione di personale presso gli enti locali, sia sufficiente a configurare quanto meno la colpa grave”.

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Monsanto contro Madre Natura. Firma la petizione.



Sembra incredibile, ma Monsanto e soci ci riprovano. Queste voraci aziende di biotecnologie hanno trovato un modo per conquistare il monopolio sui semi della vita, quelli che ci danno il nostro cibo.Stanno cercando di ottenere brevetti su varietà di verdura e frutta che consumiamo quotidianamente come cocomeri, broccoli e meloni, costringendo i coltivatori a pagare per i semi e con il rischio di essere denunciati se non lo fanno.

Possiamo però impedire che si comprino l’intera Madre Natura. E’ vero che aziende come la Monsanto hanno trovato delle scappatoie per aggirare le leggi europee e ottenere il monopolio dei semi normali, ma noi possiamo ancora bloccarle prima che stabiliscano un pericoloso precedente a livello globale. Per farlo abbiamo bisogno che paesi chiave come la Germania, la Francia e l’Olanda (dove il dissenso sta già crescendo) chiedano che si voti per fermare i piani della Monsanto. Già in passato la nostra comunità è riuscita a influenzare la decisione dei governi e possiamo farlo di nuovo.

Molti agricoltori e politici si sono già opposti; ma ora dobbiamo aggiungere la spinta di una mobilitazione dal basso e fare pressione su questi paesi per tenere la Monsanto alla larga da quello che mangiamo. Firma ora e condividi con tutti per aiutarci a realizzare la più grande campagna di sempre a difesa del nostro cibo.


http://www.avaaz.org/it/monsanto_vs_mother_earth_loc/?pv=36

La Casta e la notte del futuro ex presidente Giorgio Napolitano. - Peter Gomez



Riassumendo: 12 milioni di euro, frutto di una presunta truffa sulla legge per l’editoria, sono stati sequestrati al plenipotenziario Pdl, Denis Verdini, l’uomo che tratta con il Pd per tentare di mettere su un governo. 
Ignazio La Russa, stando a quanto scrive La Repubblica, va invece in giro a dire che Silvio Berlusconi per il Quirinale vuole una donna in grado di risolvergli l’annoso problema dei processi: “Di nome fa Salva, di cognome Condotto”. Raccontano che punti sull’avvocato dei potenti Paola Severino, attuale Guardasigilli del governo Monti e ideatrice della nuova legge soft contro la corruzione.
Intanto le regioni scelgono i loro 58 grandi elettori per la presidenza della Repubblica. Le donne sono solo cinque. In compenso ci sono due pregiudicati e 10 tra imputati e indagati. In totale fa il 20%.
Nemmeno nelle periferie più disagiate delle metropoli è facile trovare un palazzo in cui 2 inquilini su dieci hanno guai con la giustizia. Tra chi arriverà a Roma per eleggere il nuovo Capo dello Stato, sì. C’è da tremare solo al pensiero di che cosa potrebbe accadere se davvero una qualche riforma istituzionale al posto del Senato ci mettesse la Camera delle Regioni. Finiranno per chiamarla Camera di Sicurezza.
Comunque, per ora, non bisogna agitarsi. Giorgio Napolitano, il futuro ex presidente della seconda nazione più corrotta d’Europa (stando alle statistiche) è tranquillo. Ha spiegato a tutti che il problema sono “certe campagne che si vorrebbero moralizzatrici” e che “si rivelano, nel loro fanatismo, negatrici e distruttive della politica”.
La questione da affrontare, insomma, non è quella che (a molti sembrava) una brutta realtà, ma lo specchio che la riflette e l’amplifica distorta. Del resto Napolitano aveva avvertito il Paese per tempo. Già due anni fa, l’8 settembre del 2011, aveva ammonito: “Bisogna prestare attenzione all’uso dilagante di certe parole come l’espressione casta politica” perché l’Italia “rischia di diventare una notte in cui tutto è grigio, quasi nero”.
È il Capo dello Stato. Di sicuro aveva ragione. È solo per questo che i cittadini stanno vivendo un incubo.

Scandalo voti comprati a Roma: “Soldi e colazione a nigeriani, bengalesi e marocchini”.



Lo denuncia il capogruppo del Pd Fabrizio Scorzoni.

Lo scandalo dei voti comprati alle primarie del Pd a Roma si colora di nuovi inebrianti particolari.
Ad esempio secondo Fabrizio Scorzoni che, dopo le primarie, si è dimesso da capogruppo del Pd al municipio di Tor Bella Monaca : «Nei seggi di via dell’Archeologia, largo Mengaroni e via Artusi per tutto il giorno c’è stata una processione di immigrati nigeriani, bengalesi e marocchini che venivano portati alle urne con la promessa di una colazione o in cambio di pochi euro».

Quindi non solo Zingari, almeno a Tor Bella Monaca «C’era una folla di nigeriani, bengalesi e marocchini che veniva cooptata da volti noti nel quartiere che gli davano i 2 euro per andare a votare, gli offrivano la colazione al bar o gli garantivano qualche euro in regalo».
I nomi di queste persone sono scritti nei verbali. «Si tratta di Duilio Morano, ex iscritto al partito, che per tutto il giorno ha organizzato caroselli di macchine per portare alle urne queste persone. Faceva dei gruppi, li accompagnava e gli diceva chi votare», denuncia l’ormai ex capogruppo del Pd.
«Il nome da votare era quello di Marco Scipioni (vincitore delle primarie) — sottolinea Scorzoni — Basti pensare che tra i suoi sostenitori c’è Ezio D’Angelo, al quale è arrivato un avviso di garanzia per l’affaire Piccolo del quale era l’uomo di fiducia». D’Angelo è un ex Pdl ora Pd, nella sua sezione in via Artusi dove hanno votato in 450 si è fatta mezzanotte per ricontrollare le schede perché i conti non tornavano: risultavano più voti che votanti. ».
Gli immigrati servono ai capibastone dei partiti come bacino per farsi eleggere nei luoghi di potere da dove poi gestire le clientele. E il circolo è vizioso. Perché più si fanno eleggere, più queste clientele con gli immigrati crescono. E’ il classico fenomeno che nell’antica Roma vedeva gli oligarchi opporsi ai populares: i primi volevano far votare gli schiavi, perché il loro voto era “in vendita”.

Finito il lavoro dei 'saggi'. Ecco tutte le proposte.



Dall'emergenza lavoro alla legge elettorale, ineliminabile adeguato finanziamento ai partiti.

La commissione dei dieci 'Saggi' istituita dal presidente della Repubblica  ha terminato il suo lavoro.
Ecco le loro proposte contenute nel documento conclusivo presentato oggi al Capo dello Stato. Le relazioni - come ha sottolineato lo stesso Napolitano -  faranno parte delle mie consegne al nuovo presidente.
-  LEGGE ELETTORALE MISTA CON PREMIO GOVERNABILITA': Superare la legge elettorale vigente: Il nuovo sistema "potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario) un alto sbarramento, un ragionevole premio di governabilita".
UNA SOLA CAMERA CON POTERE DI INDIRIZZO POLITICO - La governabilità sicura si ha solamente con una sola Camera. Lo dicono i saggi nella loro relazione finale. "Nessun sistema elettorale garantisce automaticamente la maggioranza in entrambi rami del parlamento". "Diverse sarebbero le prospettive della stabilità se si attribuisse l'indirizzo politico a una sola Camera".
- GIUDICE DECIDA SU INCOMPATIBILITA' NON CAMERE - Modificare l'art. 66 della Costituzione in modo da attribuire "ad un giudice indipendente e imparziale" la decisione su legittimità dell'elezione, ineleggibilità e incompatibilità, togliendolo al Parlamento: é quanto propongono i saggi nella loro relazione, sottolineando che ora c'é il rischio "del prevalere di logiche politiche".
ADEGUATO FINANZIAMENTO PARTITI INELIMINABILE - "Il finanziamento pubblico delle attività politiche in forma adeguata e con verificabilità delle singole spese, costituisce un fattore ineliminabile per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l'attività politica".Lo scrivono i 'saggi' nel loro documento
LAVORO E' EMERGENZA CHIAVE, SERVE SVILUPPO EQUO  - "La principale emergenza che ci troviamo oggi ad affrontare" è "quella del lavoro e della conseguente crescita della povertà" e "la via maestra" per combatterlo è lo "sviluppo economico equo e sostenibile".
'VOLA' RISCHIO POVERTA', SALE 4 PUNTI IN UN ANNO - La percentuale delle persone a rischio di povertà o esclusione in Italia è salita di 4 punti in un solo anno: è rimasta stabile intorno al 25% tra il 2005 e il 2010 ed è salita, tra il 2010 e il 2011, al 28,2% "con un aumento di ben 4 anni in un solo anno".
SAGGI, ENTRO GIUGNO SERVE 1 MLD PER CIG IN DEROGA - "Non può non essere sottolineata l'urgenza di rifinanziare entro il mese di giugno il meccanismo degli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre dell'anno 2013 (circa un miliardo di euro)". Lo chiedono i saggi economici nella relazione consegnata a Napolitano.

Il silenzio delle Innocenti....



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