domenica 2 novembre 2014

Mantide orchidea.



Nome scientifico: Hymenopus coronatus

Ordine: Mantoidei

Famiglia: Hymenopodidae

Il gruppo delle mantidi è molto antico, quando sulla Terra apparvero i primi uomini, questi insetti esistevano già da circa 30 milioni di anni! La colorazione vivace, anche nelle tonalità del rosa e del verde brillante, ed i disegni lungo il corpo, permettono a queste specie di mimetizzarsi perfettamente con i fiori sui quali si posano, in attesa della preda. Le ali anteriori possono avere striature o disegni a spirale, oppure vistose macchie circolari simili ad occhi. Nelle femmine le ali sono generalmente di ridotte dimensioni. Il ciclo biologico inizia con la deposizione delle uova in una ovoteca ben ancorata alla vegetazione. Le giovani ninfe iniziano a cacciare le prede non appena la loro cuticola si è indurita. La mantide orchidea abita le foreste tropicali di tutto il mondo eccetto l'Australia. Le espansioni fogliari simili a petali sulle tibie e la vivace colorazione fanno sì che la mantide assomigli moltissimo alle orchidee in cui si nasconde. Questa somiglianza le garantisce una mimetizzazione perfetta: i predatori come uccelli e lucertole la scambiano per un'orchidea. Immobile la mantide attende che una vittima si avvicini. L'unico suo movimento è un lento dondolio che la fa rassomigliare ad un delicato fiore che ondeggia per la brezza. Ignari del pericolo piccoli insetti si posano sul fiore per cibarsi del dolce nettare; quando uno di essi raggiunge la portata delle potenti zampe raptatorie della mantide, scatta l'attaco e il piccolo insetto non può nulla contro la forza imponente delle zampe armate di spine acuminate. 

http://www.insetti.org/curiosita/mantide-orchidea.php

sabato 1 novembre 2014

Zuppa di Cipolle Bianche. Francesco De Agazio



Ingredienti per 4 persone.

- 5 cipolle bianche
- 1 litro e mezzo di brodo vegetale
- 3 cucchiai di farina
- olio extravergine di oliva
- sale
- pepe
- crostini di pane o pane raffermo


Preparazione


Per prima cosa bisogna sbucciare le cipolle e tagliarle a fette abbastanza sottili, di circa un centimetro. 
Mettere in una pentola due cucchiai di olio extravergine di oliva e subito dopo aggiungere tutte le cipolle a soffriggere nella pentola per circa dieci minuti. Aggiungere a questo punto due pizzichi di sale e una spolverata di pepe e mescolare bene. 
Aspettare che le cipolle perdano un po' della loro acqua e diventino morbide. In caso vi sembrino ancora dure potete lasciare le cipolle fino a venti minuti, stando attenti che non si attacchino al fondo della pentola.
Una volta che le cipolle sono abbastanza appassite potete aggiungere il brodo vegetale caldo. Fatelo arrivare al bollore prima di aggiungerlo alle cipolle, altrimenti interrompete la cottura della zuppa e il risultato non sarà soddisfacente.
Mescolare bene il brodo alle cipolle e lasciare cuocere per 45 minuti a fuoco molto basso, mescolando di tanto in tanto e prestando sempre attenzione che la zuppa non diventi troppo asciutta. Non vi preoccupate del contrario perché passato il tempo di cottura necessario dovete aggiungere la farina alla zuppa, in modo che diventi cremosa al punto giusto. La dose media consigliata è di tre cucchiai di farina, setacciati con l'aiuto di un colino, ma controllate sempre che la zuppa non risulti troppo densa o troppo liquida. 
Quando aggiungete la farina ricordatevi di mescolare energicamente in modo da non creare fastidiosi grumi nella zuppa. 
La cipolla generalmente si sfalda e aiuta la zuppa a essere cremosa. In caso però i pezzi di cipolla non fossero di vostro gradimento potete passare il composto con un frullatore ad immersione.
A questo punto si può scegliere se gustare la zuppa direttamente così, con l'aggiunta di crostini di pane tuffati nel piatto oppure scegliere la variante della zuppa che conclude la sua cottura in forno. In questo caso dovete possedere delle cocotte di ceramica, dove adagerete sul fondo delle fette di pane raffermo. 
Sopra dovete versare la zuppa ancora calda e spolverare la superficie con un po' di pangrattato. Mettere in forno preriscaldato per venti minuti, a 180 gradi e lasciare per gli ultimi 5 minuti la funzione grill accesa. 
In questo modo sulla superficie della zuppa si formerà un crosticina molto appetitosa.
Servire con un filo d'olio extravergine a crudo e gustare ancora calda.


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giovedì 30 ottobre 2014

Corruzione, Tremonti indagato a Milano. “Prese tangente da Finmeccanica”.

Corruzione, Tremonti indagato a Milano. “Prese tangente da Finmeccanica”

Il Corriere della Sera rivela che, secondo i pm, nel 2009 l'allora ministro dell'Economia ha ricevuto 2,4 milioni di euro per dare il via libera all'acquisizione della società americana Drs da parte del gruppo. Di cui lo stesso Tesoro ha il 30%.

L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti è indagato dalla Procura di Milano per l’ipotesi di reato di corruzione. Nel marzo 2009, durante il quarto governo Berlusconi, avrebbe ricevuto una tangente da 2,4 milioni di euro dal gruppo Finmeccanica, controllato dallo stesso Tesoro, per dare il via libera all’acquisto della società Usa Drs. A rivelarlo è il Corriere della Sera, secondo cui entro 15 giorni gli atti sul caso saranno trasmessa al Tribunale dei ministri di Milano. I Carabinieri hanno perquisito lo studio legale tributario milanese dell’ex ministro, che si è difeso dicendo di non aver “mai chiesto o sollecitato nulla”.
Il quotidiano di via Solferino spiega che la tangente sarebbe stata “mascherata” da parcella professionale versata dal gruppo dell’aerospazio e della difesa, per una consulenza fiscale, allo studio tributaristico Vitali Romagnoli Piccardi & Associati, che Tremonti ha fondato e che formalmente aveva lasciato una volta assunto l’incarico di ministro. Oggi Tremonti, che lo scorso aprile ha patteggiato a Roma 4 mesi (convertiti in pena pecuniaria) per finanziamento illecito legato all’affitto di una casa messa a disposizione dal suo ex consigliere Marco Milanese, ne è di nuovo socio.
Insieme a Tremonti sono indagati dai pm di Milano Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi, l’ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini (indagato anche a Roma per false fatturazioni nell’indagine sui bus e appena rinviato a giudizio a Napoli nell’inchiesta sui fondi neri legati al sistema Sistri), Alessandro Pansa, ex direttore finanziario di Finmeccanica, e Enrico Vitali, uno dei soci dello studio dell’ex ministro.
La vicenda della presunta tangente non è nuova: nel 2010 l’ex consulente di Finmeccanica Lorenzo Cola (condannato 3 anni e 4 mesi poi patteggiati per un’altra vicenda), in un interrogatorio davanti al pm romano Paolo Ielo ha collegato il cambio di atteggiamento del ministro Tremonti sull’acquisizione della società fornitrice del Pentagono proprio alla parcella liquidata da Finmeccanica allo studio dei soci del ministro.

7 storie ispiratrici delle comunità che prendono l'azione per il clima.



http://www.greenpeace.org/international/en/news/Blogs/makingwaves/communities-taking-climate-action/blog/51005/

Anomalie di sistema.



Immaginiamo un universo in cui ruotano mondi paralleli in ognuno dei quali viviamo 

tutti noi e, in ognuno di essi, il nostro "io" si comporta secondo gli schemi di quel mondo. 

Ma potrebbe succedere anche che un "io" di un mondo diametralmente opposto a 

quello in cui il mio "io-me" sta reagendo, percepisca la mia presenza, scambiandola per il 

suo alter ego, e interagisca, inconsciamente, con l' "io-me". 

E' un po' come succede in alcuni momenti della nostra vita quotidiana, quando 

vediamo con la coda dell'occhio la scia di qualcosa che non c'è, come quando ci 

si sente spiati o osservati in una stanza che sappiamo non essere occupata da altre 

presenze oltre alla nostra e che, in effetti, non c'è nessuno a spiarci ed osservarci. 

La "natura umana" non dovrebbe portare i due "io" a contrastarsi, grazie all'istinto di 

conservazione, dando origine, però, al verificarsi del "difetto", quell'anomalia di sistema.

che determina un qualche problema nei due "io" diametralmente opposti.

Naturalmente, tutto è relativo, perché nulla sappiamo dell'eventuale esistenza di altri mondi 

paralleli e di come venga percepita la natura esistenziale dell'essere vivente, quindi, è in 

discussione anche il concetto di "natura umana", vita, esistenza.

Cetta.

martedì 28 ottobre 2014

DALLA LEOPOLDA ALLA PIAZZA. - Rosario Amico Roxas



Il 25 e 26 ottobre hanno rappresentato due giorni di esaltazione delle contraddizioni, covate da tempo ed esplose in maniera fin troppo evidente e plateale.
Alla Leopolda erano presenti in circa 12.000 persone (diamo per buone le cifre comunicate), con tavoli indipendenti dove venivano trattati i vari aspetti della politica, dell’economia, dello Stato sociale etc.etc.
E’ emersa la stella del finanziere Serra, e dei suoi seguaci, tutti appartenenti al gotha del capitalismo nazionale, ma non certamente ai gruppo dei promotori dell’economia e dei generatori di posti di lavoro; c’erano tutti o quasi gli imprenditori, i capitalisti, i dirigenti d’azienda (grande assente Marchionne), mentre i pochi contestatori stavano fuori, con mesti cartelli. Ritengo opportuno pensare che fossero presenti anche evasori fiscali, esportatori di denaro all’estero, corrotti, corruttori, corruttibili, turbatori di aste pubbliche, politici trombati in attesa di sistemazione
Hanno discusso di tutto, quindi, in pratica di nulla, infatti nessuno è riuscito a comprendere il leitmotiv delle giornate di lavori e riassumerne le conclusioni.
Ci ha pensato Renzi con alcune affermazioni categoriche, che non hanno generato dibattito, ma solo ovazioni.
In piazza, con i sindacati e parte dei politici del PD, c’erano i disoccupati, i sottoccupati, i precari, i giovani, gli esodati, i pensionati, e la parte malata della nazione, contagiata dagli ultimi rantoli di un capitalismo d’assalto che in venti anni ha decimato le aspettative di tutte le categorie fragili, perché dipendenti da altri, quegli altri ben accolti alla Leopolda a parlare del nulla; messi insieme formavano una platea di un milione di persone, portavoce della stragrande maggioranza del paese, quella che soffre e paga per tutti.
La conclusione di Renzi è stata una apologia dialettica; nulla da eccepire sulla qualità della comunicazione:


-Non daremo il PD a chi lo riporterebbe dal 41% al 25%
-Il PD non sarà più un partito di reduci ma di coloni alla scoperta del futuro.


Sarebbe stato anche convincente se in molti come me non avessimo sentito l’alitare sul collo di Renzi di un Berlusconi sornione che è riuscito a reinserirsi come deus ex machina malgrado le condanne e l’esperienza negativa di venti anni di abusi più o meno legali, che tanto furono graditi ai medesimi ospiti della Leopolda.


Sarebbe stato più credibile Renzi se avesse parlato delle riforme, bloccate dal suo partner al governo, che impedisce la nuova legge elettorale per timore di un ritorno alle urne che lo farebbe scomparire insieme al suo FI; così un eventuale ritorno anticipato alle urne dovrebbe utilizzare la legge elettorale scritta dalla Consulta, senza premio di governabilità, per cui chiunque dovesse vincere non potrebbe far altro che cercare alleanze anche innaturali. 

Anche eventualmente vincente Renzi si troverebbe nella condizione di pietire l’alleanza con il pregiudicato Berlusconi, per ufficializzare uno stallo che serve solo a quanti non vogliono riforme a vantaggio dello Stato sociale.

Sarebbe stato più credibile se avesse criticato la riforma del Senato che dovrebbe essere composto da nominati, ma protetti da immunità, servi dei loro nominatori.


Sarebbe stato più credibile se avesse garantito di mettere mano ad una legge severa sul falso in bilancio, azzerato dai governi Berlusconi, che hanno salvato il suo inventore da precedenti condanne.


Sarebbe stato più credibile si avesse accennato ad una patrimoniale, ma avrebbe disilluso i suoi ospiti alla Leopolda; patrimoniale intesa come restituzione del maltolto che ha costituito ingentissime fortune, tant’è che negli ultimi rantoli del governo Berlusconi, prima delle provvidenziali dimissioni, la proprietà della ricchezza nazionale, che prima era del 50% in mano al 10% della popolazione, era passata al 55% sempre in mano a quel 10% della popolazione, con la maggior parte presente alla Leopolda a discutere della povertà altrui e del proprio, ulteriore, arricchimento.


Sarebbe stato più credibile se avesse garantito di non mettere mai più mano a condoni, sanatorie e scudi fiscali.


Sarebbe stato più credibile se avesse parlato di una riforma della giustizia, limitando il garantismo pur senza eccedere nel giustizialismo.


Niente di tutto ciò e anche di altro, ma solo slogan dialettici degni di un affabulatore, capace di stimolare falsi entusiasmi, tale e quale come nel 1994.


Nell’etere viaggia una ipotesi di scissione nel PD, sarebbe una catastrofe a vantaggio del pregiudicato che otterrebbe il suo “divide et impera”; ma tale ipotesi dovrà essere scongiurata dall’analisi dei risultati delle amministrative di Reggio Calabria, che “il Giornale” della famiglia di Berlusconi, diretto da Sallusti, relega in fondo pagina e commenta con rabbia:
Il candidato sindaco del centrosinistra Giuseppe Falcomatà (Pd, Sel, Psi e liste civiche) veleggia, infatti, oltre il 61,24%


Tratto da http://masadaweb.org/2014/10/28/masada-n-1584-27-10-2014-italia-delenda-est/

Il Giappone senza centrali da un anno: come se la cava? - Luca Scialò



Buon compleanno al Giappone senza centrali nucleari da un anno! 
Esattamente lo scorso 15 settembre, quando sono stati chiusi gli ultimi reattori in funzione. Una meta in fondo impensabile per un paese che ha fatto dell’energia nucleare il proprio punto di forza. Ma che si è visto costretto a rivedere i propri piani dopo lo tsunami del Tohoku dell’11 marzo 2011 e della successiva esplosione in sequenza di tre reattori della centrale di Fukushima.
D’altronde gli effetti di quell’incidente dureranno a lungo: la situazione della contaminazione nel sito della centrale è solo “vagamente” sotto controllo e non ci sono soluzioni definitive per lo smaltimento delle acque radioattive se non versarle (in maniera illegale) nelle acque dell’Oceano Pacifico. Per non parlare del fatto che l’esistenza di decine di migliaia di persone è ancora sconvolta, sia psicologicamente che economicamente, dal tragico incidente.
E come sta facendo ora per l’energia un Giappone senza centrali? Attraverso interventi di efficienza negli usi dell’elettricità e, in modo minore ma significativo, investendo nella crescita delle rinnovabili assieme ad un aumento dell’uso del gas naturale.
Il Paese del Sol Levante cerca di produrre energia anche ricorrendo alle rinnovabili; le installazioni di pannelli fotovoltaici, ad esempio,hanno un sistema di incentivi solo nel 2012, ma sono quest’anno esplose, diventando seconde solo al record cinese. Con le energie alternative, pulite e rinnovabili, i giapponesi adesso producono lo stesso quantitativo delle tre centrali nucleari e l’obiettivo è arrivare al 40% dell’elettricità totale.
Questa nuova gestione dell’energia ha portato anche benefici economici. Il risparmio è stato di 1.700 miliardi di yen (125 milioni di euro). In totale, si tratta di poco meno di 12,3 ossia il valore dell’energia elettrica prodotta in un anno da 13 reattori nucleari. Non male per un Paese che non ha fonti combustibili…
Le tragedie devono servire anche a questo: da occasione per non commettere più certi errori.