giovedì 12 febbraio 2015

Cura Di Bella gratis in tutta Italia.Un giudice ne autorizza la somministrazione gratuita. -

di bella

E’ trascorso ormai molto tempo da quando, negli anni Novanta, in Italia, imperversava il dibattito sulla tanto discussa cura Di Bella, bocciata nel ’98. Eppure, oggi, mentre nel nostro Paese non si fa altro che parlare di un altro controverso metodo Stamina, la terapia messa a punto dal dottor Luigi Di Bella torna a far parlare di sé.
Il giudice del Lavoro del Tribunale di Brindisi, Maria Cristina Maffei, ha infatti disposto, con una ordinanza dello scorso 14 aprile, alla Asl della stessa città di autorizzare la somministrazione gratuita per 12 mesi del multi trattamento antitumorale noto come Terapia di Bella.
Lo rende noto Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti di Lecce, associazione che da anni si batte anche per la tutela dei diritti dei malati.
Il magistrato del tribunale salentino, aderendo all’orientamento secondo cui l’articolo 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute ha immediata efficacia precettiva, ha dichiaratamente «posto a carico del Servizio Sanitario Nazionale l’onere economico necessario a permettere la somministrazione di farmaci facenti parte del Metodo Di Bella se questi, nel concreto, risultino terapeuticamente efficaci e insostituibili stante l’inutilità del trattamento autorizzato e garantito dal Cup».
In virtù di ciò,per via di questa iniziativa,facendo sempre appello all’articolo 32 della costituzione, esiste una seria possibilità che la cura Di Bella venga definitivamente approvata in Italia e diventi a totale carico dello stato, in quanto produce benefici.
In un altro caso analogo 
Il giudice del Lavoro del Tribunale di Lecce, infatti, ha ordinato all’Asl la somministrazione gratuita della cura per una paziente malata di tumore rilevando come “la terapia ufficialmente riconosciuta “sia stata inefficace nel caso” di una donna, mentre il metodo Di Bella “oltre che notevoli benefici di tipo soggettivo, ha prodotto anche un miglioramento obiettivo e iconografico”. 
A nulla valgono dunqe le preoccupazioni del mondo scientifico in merito. Con la sentenza notificata il 28 gennaio scorso, il giudice del tribunale pugliese, Francesca Costa, ha condannato ugualmente la Asl a rimborsare la donna con 25mila euro, ovvero le spese sostenute per la terapia Di Bella. Per il magistrato, infatti, “dagli ultimi documenti emerge una situazione clinica in cui accanto ad una progressione di malattia sono evidenti riduzioni e addirittura la scomparsa di alcune lesioni con un miglioramento rispetto al periodo pre-trattamento che rende il trattamento stesso insostituibile“.

Crespelle di riso catanesi. - Maria Bonaccorso

Crespelle di riso catanesi

Le crespelle di riso catanesi sono delle frittelle di riso aromatizzate con scorza d'arancia, miele e cannella tipiche della festa del papà o San Giuseppe (19 marzo). Queste frittelle, chiamate sia crespelle che crispelle per la loro superficie "crespa"ruvida, possono essere mangiate in tutte le friggitorie, non soltanto in occasione di questa festività, ma praticamente tutto l'anno. L'usanza di preparare le crespelle di riso per la festa del papà è diffusa per lo più nella Sicilia Orientale mentre, nella Sicilia Occidentale imperversa l'usanza delle sfince di San Giuseppe.
Io le crespelle le ho sempre mangiate a Catania e non avevo mai provato a farle in casa… devo dire che sono abbastanza semplici da preparare! L'unica cosa è acquisire manualità nel realizzare queste sottili strisce di riso… io mi sono aiutata con due grandi coltelli… perfetto! ;)

latte
flag ingredienti
1 lt.
riso
flag ingredienti
300 gr.
sale
flag ingredienti
1 cucchiaino raso
zucchero
flag ingredienti
60 gr.
farina 00
flag ingredienti
150 gr.
lievito birra
flag ingredienti
20 gr.
arance
flag ingredienti
2
cannella
miele
zucchero a velo





per friggere
olio d'arachidi
flag ingredienti
1 lt.


Difficoltà della ricettaDifficoltà : MediaQuesta ricetta ha una difficoltà mediaQuesta ricetta ha una difficoltà media
Tempo di preparazione della ricettaTempo di preparazione : 20 minuti circa
Tempo di cottura della ricettaTempo di cottura : 20 minuti
Costo della ricettacosto : BassoQuesta ricetta ha un costo basso
Per quante persone è la ricettaPer quante persone : 6-8

Procedimento per preparare le crespelle di riso catanesi

In una pentola mettete il latte, il riso ed il sale. Non appena il latte comincia a sobbollire abbassate la fiamma e lasciate cucinare a fuoco lento fin quando il riso non avrà assorbito tutto il latte.
Il riso deve risultare ben cotto, quasi scotto.
cucinare-riso-crespelleMettete il riso in una ciotola ed aggiungete la scorza d'arancia grattugiata, una spolverata di cannella e lozucchero. Non appena il riso raffredda un pochino aggiungete la farina setacciata ed il lievito di birra sciolto in un pochino d'acqua o di latte tiepido. Mescolate il tutto e mettete a riposare per 2 ora circa. aromatizzare-risoTrascorso questo tempo versate il riso su un ripiano (io l'ho rivestito con della carta forno) e livellatelo con un cucchiaio bagnato con dell'acqua. In un tegame, wok o friggitrice versate dell'olio d'arachidi e fatelo scaldare.Non appena l'olio sarà caldo prendete un grosso coltello, bagnate la lama con l'acqua e tagliate delle striscioline sottili di riso. Lasciatele cadere nell'olio caldo. Non appena saranno ben dorate, scolatele su della carta assorbente.tagliare-crespellefriggere-crespelleQuando le crespelle saranno tutte pronte preparate lo sciroppo. Spremete un'arancia, scaldatene il succo e scioglietevi dentro qualche cucchiaio di miele.sciroppo-mieleIo ho utilizzato del miele di nespolo che mi hanno regalato e che ho trovato buonissimo ;)https://www.facebook.com/mielemeli Mettete le crespelle di riso in un vassoio ed irroratele con lo sciroppo al miele. Spolverate con un pochino di zucchero a velo e servite! 

mercoledì 11 febbraio 2015

Il sorriso di Einstein immortalato da Hubble. - Francesca Mancuso

hubble sorriso einstein

Il sorriso di Einstein appare in cielo. Non è una visione apocalittica né miracolosa ma l'ultima immagine regalata dal telescopio spaziale Hubble che ha fotografato l'ammasso di galassie SDSS J1038 + 4849.
A guardarlo sembra un volto sorridente, con i due occhi arancioni e il naso pulsante di colore bianco. E in questo “faccia felice”, i due occhi sono galassie molto luminose e le linee che creano il sorriso sono archi causati da un effetto noto come lente gravitazionale.
Quest'ultima è un fenomeno caratterizzato dalla deflessione della radiazione emessa da una sorgente luminosa per via della presenza di una massa che si trova proprio tra la sorgente e il punto di vista di chi osserva.
Ma torniamo alla bella immagine scattata da Hubble. Quest'oggetto è stato studiato dalla Wide Field and Planetary Camera 2 (WFPC2) e dalla Wide Field Camera 3.
Si tratta di un ammasso di galassie, una delle strutture più massicce nell'Universo. Esse esercitano una potente attrazione gravitazionale che deforma lo spazio-tempo intorno e agiscono come lenti cosmiche in grado di ingrandire, distorcere e piegare la luce dietro di loro. Questo fenomeno, cruciale per molte delle scoperte di Hubble, può essere spiegato con la teoria della relatività generale di Einstein.
In questo caso particolare di lente gravitazionale, un anello - noto come anello di Einstein - è prodotto da questa deflessione della luce, in conseguenza dell'esatto e simmetrico allineamento della sorgente, della lente e dell'osservatore.
Il risultato è la struttura anulare che si vede nell'immagine.
Hubble ha fornito agli astronomi gli strumenti per sondare queste galassie massicce e modellare gli effetti della lente. Ciò ha permesso agli scienziati di guardare indietro nella vita dell'universo, come mai era accaduto.
Credits: Nasa-Esa

martedì 10 febbraio 2015

Ruspe sulla storia: spianato a Bari un sito neolitico di 7 mila anni fa. Cittadini in rivolta. - Kasia Burney Gargiulo

Puglia - Il sito neolitico di Palese (Bari) dopo la ricopertura di terra
Puglia – Il sito neolitico di Palese (Bari) dopo la ricopertura di terra
Alla fine è stata scelta la soluzione peggiore, quella dell’asportazione dei reperti e del riaffidamento del sito ai proprietari che hanno proceduto con i lavori di spianamento dell’area. Parliamo del sito archeologico neolitico, di 7 mila anni fa, che era emerso nel territorio della frazione barese di Palese e del quale vi abbiamo parlato lo scorso ottobre. L’area, nella quale erano state rinvenute tracce di strutture abitative, produttive e una zona funeraria che ha restituito almeno otto scheletri oltre a svariati altri reperti, si era subito rivelata come una vera miniera di informazioni per la conoscenza degli insediamenti neolitici fra la costa adriatica e l’entroterra.
Donato Coppola, docente di Archeologia della Preistoria al dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Ateneo di Bari, aveva affermato che i resti di questo abitato non avevano eguali nel panorama della preistoria italiana per via dello stato di conservazione del materiale rinvenuto, soprattutto dei pavimenti abitativi e di altre testimonianze legate alla vita quotidiana degli agricoltori del VI-V millennio a.C., fra cui alcune ceramiche ed una rarità costituita da una statuina in pietra della Dea Madre ritrovata accanto ad uno scheletro in deposizione rituale, collocato in una posizione prona assolutamente inconsueta. Sandro Sublimi Saponetti,  docente di Antropologia al dipartimento di Biologia dell’Ateneo barese, aveva a sua volta dichiarato trattarsi di un tipo di sepoltura di cui in Italia esistono solo tre esempi aggiungendo che questo sito costituiva una sorta di grande archivio degli eventi di vita quotidiana dell’epoca, un’occasione davvero unica di poter esaminare non solo una necropoli molto antica ma anche uno spazio abitativo e produttivo.
Ebbene, di tutto questo rimangono solo i reperti che si sono riusciti a prelevare, mentre il contesto non esiste più. A nulla sono valse le proteste di numerosi cittadini con in prima linea l’architetto Eugenio Lombardi dell’Associazione Ecomuseale del Nord Barese che, coerente con il suo costante impegno nella difesa del patrimonio storico e ambientale cittadino, lo scorso 15 ottobre aveva inviato una lettera al ministro Franceschini, al governatore Vendola e al sindaco Decaro, affinchè promuovessero la tutela integrale del sito e rendessero nota all’opinione pubblica la destinazione futura di questo antichissimo villaggio.
Nel momento delle prime preoccupate prese di posizione di cittadini e studiosi, il Soprintendente ai Beni Archeologici della Puglia, Luigi La Rocca, aveva esposto le difficoltà legate ad un sito che dopo essere già stato vincolato in passato – prima però delle più recenti scoperte -  si era poi visti togliere i vincoli al seguito di un ricorso al Tar. Sarebbe quindi stato necessario valutare – aveva affermato il funzionario – se in base alle nuove acquisizioni archeologiche fosse o meno il caso di imporre un nuovo vincolo. La decisione presa è oggi sotto gli occhi di tutti e sarebbe interessante conoscerne le motivazioni. A meno che le autorità non siano del tutto ignare dell’avvenuto spianamento del terreno, cosa alla quale si stenta a credere. Non resta che seguire gli sviluppi della vicenda.
Dura la reazione dell’architetto Lombardi che da mesi è andato prodigandosi per la salvaguardia del sito: “L’Associazione Ecomuseale del Nord Barese, che mi onoro di rappresentare – ha affermato – ha da alcuni mesi più volte portato all’attenzione istituzionale e della popolazione locale l’esigenza di tutelare e valorizzare le scoperte di epoca neolitica emerse durante le indagini archeologiche effettuate in via Vittorio Veneto a Palese: scoperte di straordinaria valenza e che vieppiù avevano strutturato l’importanza di un’area storica un tempo ben più vasta. Lo scorso 4 febbraio invece le ruspe dell’Impresa Tatulli di Bitonto, titolare della richiesta di concessione per l’edificazione di dieci villini ed essa stessa incaricata dalla Soprintendenza delle indagini archeologiche, hanno spianato completamente l’area interessata, cancellando ottomila anni di storia. Quella storia che inutilmente avevo richiesto di tutelare con l’apposizione di un vincolo diretto.”
In una missiva congiunta al Soprintendente Luigi La Rocca, all’Assessore Regionale all’Assetto del Territorio Angela Barbanente, al Sindaco Metropolitano Antonio Decaro, all’Assessore Comunale all’Urbanistica Carla Tedesco e al Comando Carabinieri del Nucleo Regionale per i Beni Culturali,l’architetto Lombardi ha posto una serie di quesiti chiedendo di sapere se e in quale data sia stato rilasciato dalla Soprintendenza all’Impresa Tatulli il nulla osta alla distruzione di un così prezioso e strategico bene pubblico; se e in quale data sia stata rilasciata all’Impresa Tatulli la richiesta concessione edilizia; se il Comune di Bari sia stato preventivamente informato dell’eventuale rilascio da parte della Soprintendenza del nulla osta alla distruzione di quanto emerso e che avrebbe potuto essere inserito, come proposto, in un arcipelago archeologico metropolitano; cosa sia stato dei reperti ritrovati durante gli scavi e dichiarati da esperti archeologi di grande importanza e rarità.
“Auspico – ha precisato Lombardi – che intorno a questi quesiti, credo condivisi da tutti i cittadini dotati di un minimo di sensibilità culturale, possa esserci un riscontro urgente, in assenza del quale io e altri cittadini sconcertati da quanto accaduto non esiteremo a presentare denuncia alla Procura della Repubblica, documentando fotograficamente lo stato degli scavi e le condizioni in cui l’area è stata ridotta dalle ruspe.”
Intanto la protesta dei cittadini non si ferma, nonostante lo scempio sia già stato consumato; infatti, come apprendiamo dallo stesso Lombardi, è prevista proprio per oggi pomeriggio una manifestazione popolare“Nell’esprimere sconcerto per l’ennesima azione di annientamento dei valori storico-paesaggistici del nostro territorio – ha comunicato l’architetto in una nota stampa –   nel momento in cui è giunto al traguardo il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, vengono mossi i primi passi per una visione strategica della Città Metropolitana e si sollecita la diretta partecipazione dei cittadini alle scelte di valenza urbanistica, l’Associazione Ecomuseale del Nord Barese invita tutti a dare eco al crescente sdegno dei cittadini sensibili ai valori della Cultura ed informa che è stata promossa una mobilitazione di protesta per oggi 6 febbraio alle ore 16nei pressi dell’area interessata, in via Vittorio Veneto a Palese a fianco della chiesa di Stella Maris.”
Leggi anche:

Ma l'Italia,dove va? Caffè,9 febbraio. - Corradino Mineo



La Cancelliera oggi è a Washington, cerca di convincere Obama che armare l’esercito di Kiev e le forze paramilitari anti russe (che ostentano spesso simboli nazisti), non può essere la soluzione per l’Ucraina. Insieme a Hollande, ha strappato a Putin e a Poroshenko il sì a un incontro dell’ultima chance, mercoledì a Minsk. A questa crisi dedicano il loro titolo principale Financial Times e El Pais. Sempre mercoledì Yanis Varoufakis, ministro greco delle finanze, si presenterà davanti al plotone d’esecuzione dell’Eurogruppo a Bruxelles. E con la Grecia la Germania non media: il debito (schuld) è una colpa (schuld). Atene paghi e accetti i diktat dei creditori, Commissione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale. 

Ieri sera, nel discorso di insediamento, Tsipras ha detto invece che onorerà gli impegni elettorali, che vuol garantire ai poveri cibo e tetto e riassumere parte dei dipendenti pubblici licenziati. Direbbe qualcuno, perchè i greci non sono uno scarto né un rifiuto. Quanto al debito e alla colpa (sempre schuld, in tedesco) Alexis ha ricordato i crediti di guerra rimessi alla Germania. Come aveva fatto Putin. 
Ecco che Giuliano Ferrara commenta: “Atene e Mosca, l’orgoglio nazionale e il vittimismo alzano la testa”. Orgoglio, vittimismo, populismo, armi ridicole contro  le regole del mercato, che farebbero tutt’uno con la civiltà dell’Occidente. In modo più cauto due commenti sul Corriere della Sera, firmati da Nicola Rossi e da Michele Salvati, abbracciano la tesi: Euro (senza cambiare i trattati) o populismo, Occidente o caos, Implicitamente lodano Renzi, che tace sui temi europei e bada al sodo: Italicum e riforma del Senato.

Le Monde scopre SwissLeaks: 102 miliardi di dollari ricoverati in Svizzera, su conti Hsbc, per evadere il fisco. Tra i “clienti”, due re arabi, star di Hollywood, 7mila italiani e tra loro Valentino, Valentino Rossi, Briatore. Però ilsole24ore è ottimista: ha sondato 100 fiscalisti secondo cui “Il rientro dei capitali prende quota” (tra evasori fuggiti all'estero) Certo, vorrebbero pagare meno e una più certa impunità. 

Per Repubblica: “Renzi gela Berlusconi”. “Basta mediazioni: non cambio le riforme”. “Sulla legge elettorale non si torna indietro”, ribadisce Maria Elena Boschi alla Stampa. Invece Guerini minaccia B: se fai il bullo, daremo ragione a Gotor e ridurremo la quota dei “nominati”. Ma a Francesco Boccia, della minoranza democratica, le preferenze non bastano più e propone (su Repubblica) di introdurre nella legge elettorale il diritto di coalizzarsi in vista del ballottaggio, se nessuno arraffa il premio al primo turno. Vera apertura alla destra “repubblicana”, che teme il frammentarsi delle opposizioni di fronte a un“Partito della nazione” troppo forte. Sallusti fa un titolo “radicale”, “Ladri di libertà”. E dice:  “Premier non eletto, capo dello Stato scelto da un Parlamento abusivo e leader dell’opposizione agli arresti”. Qualcosa non va”.

A Palermo Salvini s’è preso pernacchie in piazza e applausi in sala. Ha chiesto scusa ai terroni per i toni rozzi usati in passato dalla Lega. Ora vedrà Berlusconi Forse gli chiederà sostegno per la sua candidatura a Sindaco di Milano, passaggio che lo aiuterebbe a sdoganarsi come anti Renzi per le politiche del 2018. Stefano Folli seppellisce un Berlusconi “scomposto e incoerente”, senza “nemmeno l’idea di una strategia politica”. Naccarato (FI) garantisce nuovi “responsabili”,in Senato, pronti a sostenere il governo in cambio della durata della legislatura. È Renzi il mattatore della scena politica, il nuovo Re Sole intorno a cui ruota l’intero teatro politico mediatico, ma l’Italia dove va?  

Swissleaks, in Italia redditi non dichiarati per 741 milioni.



Oltre tremila verifiche, 741 milioni di redditi non dichiarati finiti in Svizzera e sottratti al fisco, un migliaio di italiani che hanno scudato i propri depositi facendo rientrare un tesoretto di un miliardo e 600 milioni e obbligando così decine di procure italiane, complice anche la prescrizione, ad archiviare centinaia di inchieste.

La Guardia di Finanza ha da tempo concluso gli accertamenti sui 5.439 nomi di italiani contenuti nella prima lista Falciani, che le autorità italiane ottennero cinque anni fa. Ma l'inchiesta Swissleaks promette nuove rivelazioni che potrebbero aprire un nuovo fronte d'indagine e portare alla luce altre centinaia di nominativi di italiani, sconosciuti e vip, che hanno sottratto redditi a tassazione.

In realtà sia il nominativo di Valentino Rossi, sia quello di Flavio Briatore e dello stilista Valentino erano già emersi anni fa, assieme a quelli degli altri stilisti Renato Balestra, Sandro Ferrone e Giuseppe Lancetti, del gioielliere Bulgari, della soubrette Elisabetta Gregoraci, del presidente della Confcommercio di Roma Cesare Pambianchi, dell'attrice Stefania Sandrelli, della principessa Fabrizia Aragona Pignatelli, di Francesco D'Ovidio Lefebre e di tanti altri tra cui anche società come Telespazio, colosso specializzato in armamenti e sistemi di difesa.

I conti erano in Svizzera in «modo perfettamente legale, rispettando tutte le leggi e i regolamenti fiscali - ha detto oggi Briatore -. Non sono residente in Italia da oltre 25 anni e dunque non soggetto al fisco italiano. I conti tenuti presso la Hsbc sono da anni noti alle autorità giudiziarie italiane che non hanno mai rilevato irregolarità fiscali in merito».

Capofila dei nuovi accertamenti, ancora una volta, potrebbe essere la procura di Torino, che fu la prima nel 2010 ad aprire un fascicolo e che successivamente mandò le carte a 120 procure, competenti in base al principio del luogo di residenza della persona indagata. Un anno fa, infatti, i magistrati piemontesi si sono rivolti ai colleghi spagnoli chiedendo di poter consultare i dati in loro possesso dal 2013 e provenienti anch'essi dall'archivio sottratto alla Hsbc da Hervè Falciani.

Si tratta di oltre 121mila conti correnti aperti negli anni in diverse filiali della banca britannica - Ginevra ma anche Lugano, Montecarlo, Lussemburgo, Zurigo e isole del Canale - e gli inquirenti sospettano che tra loro si nascondano migliaia di italiani. Bisognerà ora capire se si tratta di nominativi già contenuti nelle liste precedenti esaminate dagli investigatori o se siano personaggi completamente sconosciuti: allo stato i magistrati hanno ipotizzato il reato di riciclaggio, ma nel fascicolo non risultano indagati. Nel 2010, quando scoppiò lo scandalo, l'Italia ottenne ufficialmente due diverse liste, entrambe dalle autorità francesi.

La prima è quella che arrivò alla Gdf nel maggio del 2010 attraverso la cooperazione amministrativa ai fini fiscali e conteneva, appunto, oltre 5.400 nominativi. Oltre 2.100 non sono stati presi in considerazione: i soggetti indicati non avevano fatto alcuna movimentazione. Per gli altri 3.276 sono partiti i controlli ispettivi che hanno consentito di accertare redditi non dichiarati per 741 milioni e Iva dovuta e non versata per 4,5.

Ma oltre un terzo di questi soggetti (1.264) non è stato perseguibile in quanto aveva aderito allo scudo fiscale varato dal governo Berlusconi nel 2009. I finanzieri hanno dunque recuperato 30 milioni, mentre 190 persone sono state denunciate per reati tributari e 101 evasori totali sono stati scoperti.

Anche le procure, nella quasi totalità dei casi, si sono viste costrette ad archiviare i procedimenti aperti dopo che la procura di Torino aveva smistato a seconda della competenza territoriale l'elenco ricevuto dalla magistratura di Nizza e contenente 7.094 conti correnti nella disponibilità di italiani, 5.595 soggetti e 133 società. Roma iscrisse 700 persone e solo in un paio di casi si è proceduto alla richiesta di rinvio a giudizio, causa l'intervenuta prescrizione. Ora i magistrati capitolini, qualora dall'inchiesta Swissleaks emergessero nomi nuovi rispetto a quelli già approfonditi, potrebbero tornare ad occuparsi della vicenda.

La procura più impegnata fu quella di Milano, che aprì un fascicolo senza titolo di reato e senza indagati per accertare la posizione di oltre 2.100 tra persone e società anche perché in Lombardia risultava risiedere la maggioranza dei correntisti di Hsbc, il 63%, contro l'11% del Lazio e il 7% del Piemonte.


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/swissleaks_italia_redditi_non_dichiarati/notizie/1172686.shtml


Swissleaks, da Clinton a Shumacher: ecco i nomi della lista..


Fra i 2.694 clienti spagnoli di Hsbc rivelati dalla cosiddetta lista Falciani spiccano la famiglia Botin del Banco Santander e il pilota di Formula 1 Fernando Alonso, secondo quanto emerge dall'inchiesta coordinata da Le Monde e dal Consorzio internazionale di giornalisti d'inchiesta. 
Dall'inchiesta emerge che i Botin, in particolare il presidente Emilio Botin, morto nel settembre scorso, «utilizzarono un'autentica ragnatela di società per occultare chi fosse il reale proprietario del denaro», stimato in oltre 2 miliardi di euro.

Tra gli altri nomi celebri compiare la rock star David Bowie, spiega Icij, che racconterà al quotidiano The Guardian di essere stato legalmente residente in Svizzera dal 1976. Poi c'è Tina Turner, la quintessenza americana, che ha vissuto in Svizzera per quasi due decenni ottenendo la cittadinanza nel 2013. Anche Joan Collins, celebre star della soap Dinasty, è in quei file.

Condiscono il tutto un certo numero di donatori importanti della Fondazione Clinton, legata all'ex coppia presidenziale statunitense, appaiono nel file, tra cui l'uomo d'affari canadese Frank Giustra e il tedesco superstar dell'automobilismo Michael Schumacher, sette volte campione di Formula Uno. Un rappresentante di Schumacher - scrivono i giornalisti dell'Icij - viene indicato come un beneficiario di un conto chiuso nel 2002.

Alcuni clienti legati a milioni e talvolta decine di milioni di dollari nei loro conti - continua l'inchiesta - sono figure 
«politicamente collegate» come Rachid Mohamed Rachid, l'ex ministro del commercio egiziano fuggito Cairo nel febbraio 2011 dopo la rivolta contro Hosni Mubarak. Rachid ha un conto del valore 31 milioni dollari: è stato condannato in contumacia per presunto sciacallaggio e sperpero di fondi pubblici.

Altri nomi nei file includono Frantz Merceron, il presunto postino per il defunto ex presidente di Haiti Jean Claude "Baby Doc" Duvalier, che è stato accusato di aver saccheggiato fino 900 milioni prima di fuggire il suo paese.

E Rami Makhlouf, il cui cugino e stretto collaboratore, del presidente siriano Bashar al Assad, che nel corso degli ultimi tre anni ha contribuito a causare la morte di decine di migliaia di suoi cittadini nella guerra civile del paese. Merceron è elencato come un avvocato su un conto di 1,3 milioni dollari appartenenti alla moglie. Makhlouf è elencato come un beneficiario su più conti.