mercoledì 13 gennaio 2016

Palermo - Mafia e colletti bianchi: arrestato noto avvocato (12.01.16)




Palermo – All’alba di martedì i militari del Nucleo Speciale Polizia di Valutaria della Guardia di Finanza hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Lorenzo Jannelli su richiesta del procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Vittorio Teresi per i delitti di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego e peculato, tutti aggravati per aver agevolato cosa nostra.

Personaggio di primo piano in quest’indagine è Marcello Marcatajo, stimato avvocato dell’alta borghesia palermitana, con pregresse attività di insegnamento universitario e di collaborazione con enti di rilevanza nazionale, che – come lui stesso racconta in un’intercettazione – ad un certo punto della sua vita ha deciso di entrare in rapporti di affari con Vincenzo Graziano, attualmente detenuto al regime del 41 bis per essere stato a capo della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, e con i figli di questo. 

Nel corso delle indagini sono state scoperte numerose operazioni immobiliari di particolare complessità e rilevanza per il sostentamento della consorteria mafiosa.

Tra queste spiccano la costruzione di una villa bi-familiare a Mondello, la gestione di numerosi immobili all’Arenella e una particolare operazione immobiliare a Marino, in provincia di Roma, per la quale, con i noti metodi, i Graziano hanno indotto altri imprenditori edili a rinunciare all’appalto.

Le attività investigative questa volta sono state mirate a disvelare i legami fra criminalità organizzata e “colletti bianchi”, uniti dal fine comune di concludere affari ed arricchirsi, anche avvalendosi, all'occorrenza, di metodi prettamente mafiosi.

Con un indagine a tutto campo, sviluppata soprattutto seguendo i flussi di denaro e i documenti sottesi ad operazioni commerciali, gli specialisti del Nucleo Speciale Valutario della Guardia di Finanza, superando il brocardo latino “pecunia non olet”, sono arrivati a scoprire il modus operandi di una mafia che si fa impresa e che come tale non può prescindere dal ricorso al sistema finanziario.

È così emersa l’esigenza dell’organizzazione mafiosa di affiancarsi a quella “zona grigia” composta da professionisti con importanti entrature nel contesto sociale di riferimento: in primo luogo, questi professionisti possono diventare, come è accaduto, una cassaforte per l’organizzazione, per il tramite della quale essa mette al riparo dai sequestri i capitali illecitamente accumulati; in secondo luogo, tali personaggi, costituiscono per i mafiosi dei veri e propri pass partout per accedere al credito, per effettuare investimenti e, più in generale, per interagire, inquinandola con i propri soldi sporchi, con la società civile.

Risorse mafiose, riversate in società pulite, intestate ed amministrate da soggetti stimati, hanno consentito alla famiglia di Vincenzo Graziano di avviare, sotto la supervisione di Francesco e Angelo Graziano, alcune iniziative imprenditoriali, fra cui la realizzazione a Palermo, in Mondello, di due ville, ormai in procinto di essere ultimate.

Proprio la presenza di insospettabili, come Marcatajo, ha consentito di vendere le due ville a soggetti gravitanti nel mondo imprenditoriale e politico; gli stessi acquirenti, con tutta probabilità, non avrebbero mai contrattato con Graziano, conoscendone i pregressi di giustizia.

Nel corso delle indagini sono state ricostruite ulteriori ed anomale attività immobiliari e finanziarie poste in essere dalla “famiglia” dell’Acquasanta nell’ultimo decennio sempre avvalendosi della figura e della credibilità del professionista.

Oltre a tali aspetti è emerso come Marcatajo, stimato professionista, aveva ricevuto numerosi incarichi in qualità di curatore fallimentare; in tale contesto le indagini hanno fatto emergere come l’avvocato si sia appropriato di somme di denaro derivanti dal fallimento di una società amministrata e le abbia utilizzate per gli affari in comune con i Graziano.

Di questa indagine rileva il pericolo sociale ed il danno all’economia lecita che risiede nell’ illecita operatività di noti ed apprezzati professionisti che, se non fosse per le risultanze incontrovertibili di questa indagine, non si esiterebbe a ritenere al di là di ogni sospetto. (12.01.16)
https://www.youtube.com/watch?v=vL07rKmg9Eo

http://www.pupia.tv/2016/01/home/mafia-e-colletti-bianchi-arrestato-noto-avvocato-palermitano/332957

Leggi anche: 

http://www.panorama.it/news/cronaca/cosa-nostra-in-carcere-lavvocato-marcello-marcatajo/

http://palermo.gds.it/2016/01/13/arresti-a-palermo-il-legale-intercettato-svela-in-diretta-faccio-affari-col-boss-da-piu-di-10-anni_461068/

lunedì 11 gennaio 2016

Cgia: "Il malfunzionamento della P.A. è più dannoso dell'evasione fiscale"

Cgia: "Il malfunzionamento della P.A. è più dannoso dell'evasione fiscale"


L'associazione di Mestre fa i conti: l'inefficienza del settore pubblico ci costa circa 200 miliardi all'anno, i furbetti del Fisco tra 90 e 120 miliardi. A Roma tornano i furbetti del cartellino: sospesi in nove.


 - "L'inefficienza della Pubblica amministrazione danneggia l'economia italiana più dell'evasione fiscale". Lo rileva la Cgia di Mestre. Calcolatrice alla mano, l'impatto economico del malfunzionamento della P.A. si attesta intorno ai 200 miliardi di euro. Mentre il mancato gettito riconducibile all'evasione sottrae alle casse dello Stato tra i 90 e i 120 miliardi di euro.

Entrando nel dettaglio, l'associazione veneta suddivide in sei aree l'impatto economico dell'inefficienza del settore pubblico: i debiti della P.A. nei confronti dei fornitori ammontano a 70 miliardi di euro; il deficit logistico-infrastrutturale penalizza il nostro sistema economico per un importo di 42 miliardi di euro l'anno; il peso della burocrazia grava sulle piccole e medie imprese per un importo di 31 miliardi di euro l’anno; sono 24 i miliardi di euro di spesa pubblica in eccesso che non ci consentono di ridurre la nostra pressione fiscale in media Ue; gli sprechi e la corruzione presenti nella Sanità ci costano 23,6 miliardi di euro l’anno; la lentezza della nostra giustizia civile costa al sistema Paese 16 miliardi di euro l’anno.

"E' verosimile ritenere che se recuperassimo una buona parte dei soldi evasi al Fisco la nostra macchina pubblica funzionerebbe meglio e costerebbe meno - afferma il coordinatore della Cgia, Paolo Zabeo -. Analogamente, è altrettanto plausibile ipotizzare che se si riuscisse a tagliare sensibilmente la spesa pubblica, permettendo così la riduzione di pari importo anche del peso fiscale, molto probabilmente l'evasione sarebbe più contenuta, visto che molti esperti sostengono che la fedeltà fiscale di un Paese è direttamente proporzionale al livello di pressione fiscale a cui sono sottoposti i propri contribuenti".

"Secondo una recentissima analisi elaborata da due economisti italiani occupati presso la Direzione Generale Affari Economici e Finanziari dell'Ue, per diminuire in misura strutturale il carico fiscale italiano e allinearlo alla media dei Paesi dell'area dell'euro sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica di almeno 24 miliardi di euro. Un obiettivo che, alla luce dei tagli di spesa previsti dalle ultime leggi di Stabilità, non ci sembra raggiungibile in tempi ragionevolmente brevi", conclude Zabeo.

sabato 9 gennaio 2016

Banca Etruria, perquisite 14 società. Anche del settore outlet, in cui ex presidente Rosi era in affari con papà Renzi.

Banca Etruria, perquisite 14 società. Anche del settore outlet, in cui ex presidente Rosi era in affari con papà Renzi

Le aziende riconducibili a Rosi e all’ex consigliere Luciano Nataloni, indagati per conflitto di interesse, hanno ricevuto dall'istituto di credito finanziamenti che non sono poi stati restituiti. Contribuendo ad allargare il buco di bilancio. Ora si profila l'apertura, ad Arezzo, di un nuovo fascicolo: stavolta per bancarotta fraudolenta.

Blitz della Guardia di Finanza di Arezzo in quattordici società con sede in ToscanaEmilia Romagna e Lombardia riconducibili all’ex presidente di Banca EtruriaLorenzo Rosi e all’ex consigliere Luciano Nataloni, e nella sede della banca. Le aziende avevano ricevuto finanziamenti dall’istituto di credito e sono risultate “assegnatarie di affidamenti deteriorati, ovvero interessate a qualsiasi titolo all’erogazione di essi”. Vale a dire che non hanno restituito i prestiti ottenuti, contribuendo così al buco di bilancio da 3 miliardi di euro che ha affossato l’Etruria. Queste perquisizioni potrebbero dunque aprire per gli ex vertici un nuovo fronte giudiziario, stavolta per bancarotta fraudolentaRosi e Nataloni sono già indagati per conflitto di interessi ed è nell’ambito di questa inchiesta che la procura aretina ha disposto le perquisizioni.
Le società visitate dalle Fiamme Gialle sono la cooperativa di costruzioni La Castelnuovese, Casprini Holding, Casprini gruppo industriale, Praha Invest, Gianosa srl, Immofin, Cd Holding, Cdg srl, Consorzio Etruria srl, Etruria Investimenti, Td Group, Naos srl,Città Sant’Angelo sviluppo Città Sant’Angelo outlet
Della Castelnuovese Rosi è stato presidente fino a luglio 2014, quando è stato chiamato ai vertici dell’istituto. La cooperativa è tra gli azionisti di un’altra società di cui è amministratore Rosi: la Egnazia Shopping Mall. Tra i soci della Egnazia figura anche la Nikila Invest, che controlla il 40 per cento nella Party srl di cui è socio Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, e amministratore unico la madre del premier Laura Bovoli (leggi l’inchiesta di ilfattoquotidiano.it sugli affari di Tiziano Renzi nel settore degli outlet). Renzi senior ha lavorato anche come “consulente per il marketing” per la stessa Egnazia, nata per costruire e gestire l’outlet The Mall a Fasano, nonché per la realizzazione di un outlet a Sanremo e per il raddoppio di quello di Leccio Reggello.
Perquisita anche la sede di Banca Etruria, per accertare, anche attraverso i verbali, la regolarità delle sedute del consiglio di amministrazione in cui sono stati decisi gli affidamenti alle altre aziende perquisite. L’obiettivo dei pm è acquisire documenti e materiale utile a ricostruire i collegamenti tra le società e la banca salvata dal governo, i cui obbligazionisti subordinati, oltre che gli azionisti, hanno perso tutti i risparmi investiti. E accertare gli incarichi ricoperti dall’ex presidente e dell’ex consigliere nelle aziende alle quali sono stati concessi gli affidamenti.
I fidi alle società collegate per un totale di 185 milioni – I due avrebbero infatti approvato finanziamenti a società in qualche modo a loro riconducibili senza fare la necessaria comunicazione agli organi dell’istituto. Dal verbale dell‘ultima ispezione della Banca d’Italia, quella terminata il 27 febbraio di quest’anno e sfociata nel commissariamento dell’istituto, emerge che 13 amministratori e cinque sindaci cumulavano 198 posizioni di fido per un totale di 185 milioni di euro. In particolare a Rosi sarebbe riconducibile l’esposizione nei confronti della Castelnuovese e a Nataloni, stando al verbale ispettivo, “nove posizioni, di cui due a sofferenza per una perdita totale per la banca di 5,4 milioni”. Di qui la nuova procedura sanzionatoria avviata, a danno fatto, da Palazzo Koch nei confronti del vecchio consiglio di amministrazione, in cui sedeva con il ruolo di vicepresidente Pier Luigi Boschi.
E i pm ora possono indagare per bancarotta fraudolenta – Ma ora appare anche più vicina l’apertura da parte dei pm aretini, che hanno già chiuso le indagini per ostacolo alla vigilanza (a breve partiranno le richieste di rinvio a giudizio) e per false fatturazioni e continuano a lavorare sul fascicolo per truffa, di una nuova inchiesta, questa volta per il reato di bancarotta fraudolenta. Le informazioni raccolte, rende noto la procura di Arezzo, “saranno comparate con quelle già acquisite, al fine di valutare la sussistenza di condotte omissive tese a celare interessi sottostanti fra i soggetti interessati e le società che hanno ricevuto affidamenti, non restituiti, che hanno generato una sofferenza o una perdita per la banca”. Il 28 dicembre il commissario liquidatore Giuseppe Santoni ha firmato la dichiarazione d’insolvenza per la “vecchia” Banca Etruria. Un atto formale e previsto, che però fornisce appunto alla Procura la pezza d’appoggio per procedere per bancarotta. E la stessa legge fallimentare prevede che la sua relazione sia esaminata per verificare se ci siano state “condotte distrattive” che hanno causato il crac.
Dal 28 dicembre sono scattati i 45 giorni che, come da prassi, il collegio del Tribunale di Arezzo ha a disposizione per riunirsi, verificare il ricorso e dichiarare lo stato di insolvenza. La riunione del collegio non sarebbe in programma prima del mese di febbraio. A quel punto il collegio trasmetterà gli atti al procuratore Roberto Rossi che verificherà se siano ravvisabili gli estremi per il reato.

venerdì 8 gennaio 2016

IL MAGICO POTERE DEL RIORDINO: COME TRASFORMARE GLI SPAZI (E LA VITA). - Marta Albè

ordine metodo kondo

Grazie ad un metodo giapponese molto dettagliato potrete mettere finalmente in ordine la vostra casa, trasformare i vostri spazi e la vostra vita. L’ideatrice del metodo di riordino di cui vogliamo parlarvi è Marie Kondo.
E’ ormai molto famosa sia in Giappone che a livello internazionale per aver aiutato molte persone, dalle famiglie, alle donne single agli uomini d’affari, a riordinare la casa e l’ufficio in modo perfetto e senza pentimenti per essersi liberati di ciò che non serviva più.
Marie Kondo è un’esperta di economia domestica e una consulente del riordino. E’ autrice del libro “Il magico potere del riordino”, una guida per dare una svolta alla propria vita a partire dalla sistemazione della casa.
L'esperta parte dal presupposto secondo cui un’infinità di oggetti di ogni tipo – dall’abbigliamento ai libri, dai gadget ai ricordi – sommergono le nostre case e i nostri uffici, sempre più piccoli, occupano davvero molto spazio e quasi ci soffocano.
Il metodo magico di Marie Kondo è pensato non soltanto per liberare gli spazi della casa, ma soprattutto per alleggerire la mente. Fin da bambina l’autrice si divertiva a riordinare la propria casa, a partire dagli armadietti del bagno e dalla propria camera da letto, fino a diventare presto responsabile della pulizia della propria classe quando frequentava le elementari.
Si sa che i bambini in Giappone sin da piccoli vengono responsabilizzati per la cura degli spazi della casa, delle aule scolastiche e delle piante e l’esperta ha dimostrato subito di avere una magnifica inclinazione per l’arte del riordino.
Il metodo Kondo probabilmente smentirà tutti i consigli sul riordino che avete letto fino a questo momento sulle riviste dedicate alla casa. Si tratta di un metodo un po’ drastico, più vicino, per ovvi motivi, alla mentalità orientale piuttosto che al nostro stile di vita occidentale.
Eppure ognuno di noi potrebbe trarre spunto da questo libro e provare a mettere in pratica senza troppi problemi i consigli dell’autrice. Marie Kondo punta molto sulla necessità di riorganizzare gli spazi e riordinare la casa una volta per tutte. Quando la casa sarà in ordine e ogni oggetto avrà trovato la sua collocazione, non si perderà più tempo in grandi operazioni di riordino. Le uniche azioni che svolgeremo quando la casa sarà davvero in ordine riguarderanno la normale ricollocazione degli oggetti al proprio posto dopo averli usati durante la giornata.
La parte più difficile da affrontare nel metodo Kondo, però, non riguarda certo il riordino come ricollocazione degli oggetti, dato che si tratta di una delle attività, prima mentali e poi fisiche, più semplici che possiamo svolgere.
Il vero punto che cambierà la nostra vita, secondo l’autrice, sarà la rinuncia a tutti gli oggetti di cui non abbiamo più bisogno. A suo parere dovremmo rinunciare a tutto ciò che non ci occorre e circondarci soltanto di cose belle e che ci regalano emozioni.
Per non avere difficoltà nella scelta degli oggetti a cui rinunciare, la Kondo suggerisce di effettuare le selezioni con un ordine ben preciso: prima i vestiti, poi i libri, in seguito i documenti, poi gli oggetti misti e da ultimo i ricordi. Sì, perché dei ricordi è davvero difficile fare a meno, ma forse alcuni oggetti legati al passato si sono trasformati in un peso emotivo e in un’ancora da cui è arrivato il momento di liberarsi.
In questo modo impareremo ad affinare il nostro intuito naturale per ciò che ci emoziona davvero e non dovremmo aver timore di rinunciare innanzitutto ai gadget accumulati negli anni e ai campioncini gratuiti, magari ormai scaduti, di cui abbiamo riempito un cassetto.
il magico potere del riordino
Il metodo Kondo ci ispira molto, ma c’è un punto su cui ci troviamo in disaccordo. L’esperta suggerisce di gettare tutto nei sacchi della spazzatura. Da questo punto di vista preferiamo le modalità indicate dal decluttering per liberarsi degli oggetti che non servono più.
A nostro parere le cose di cui non avremo più bisogno da questo momento in poi non dovrebbero finire tra i rifiuti, ma possono e devono essere donate in beneficenza: abiti per i senzatetto, vecchie coperte ai canili, libri a centri educativi, ospedali e biblioteche, giocattoli alle scuole materne e via dicendo. In questo modo il nostro bisogno di riordinare la casa sarà utile per noi ma nello stesso tempo potrà risultare vantaggioso per chi avrà la possibilità di utilizzare ciò che a noi non serve più.
Avete già letto il libro "Il magico potere del riordino"? Pensate che il metodo Kondo possa funzionare davvero?

LA SCOPERTA DI DUE SCIENZIATI ITALIANI: ECCO COME CRESCE IL TUMORE AL CERVELLO PIÙ 'CATTIVO'.




Il glioblastoma è il tumore più frequente e maligno del cervello. Colpisce a tutte le età, inclusi i bambini. La scoperta, descritta su 'Nature' dai ricercatori della Columbia University di New York diretti da Antonio Iavarone e Anna Lasorella, apre nuovi importantissimi scenari.

Passi avanti nella lotta al cancro al cervello. Un team guidato da scienziati italiani da anni in Usa ha individuato il meccanismo che favorisce il mantenimento delle cellule staminali neoplastiche del glioblastoma, il più aggressivo e letale dei tumori cerebrali. 
Cuore di questo meccanismo è una proteina, chiamata ID2, in grado di attivare una cascata di eventi che promuovono sia lo sviluppo che la progressione del glioblastoma. La scoperta viene descritta su 'Nature' dai ricercatori della Columbia University di New York diretti da Antonio Iavarone e Anna Lasorella. Gli scienziati ritengono che "disattivando" questa proteina si riuscirà a bloccare la crescita del tumore. Un obiettivo cui il team sta già lavorando. "Adesso - spiega dagli States Iavarone all'Adnkronos Salute - stiamo cercando di disattivare farmacologicamente la proteina, per bloccare la crescita della malattia". 

La proteina ID2 agisce favorendo la riproduzione di una popolazione di cellule tumorali, le cellule staminali tumorali, che da' inizio al cancro, ne sostiene la crescita generando sempre nuove cellule e viene difficilmente eliminata anche da terapie molto aggressive come radioterapia e chemioterapia. L'importanza di questo studio consiste nell'identificazione dei meccanismi che attivano ID2, ma anche nella scoperta di come la proteina, quando è 'accesa' nel tumore umano, agisce per promuovere la crescita incontrollata delle cellule staminali tumorali. Proprio bloccando i meccanismi di attivazione di ID2, i ricercatori intendono mettere un freno all'espansione del tumore o prevenirne la ripresa dopo un intervento chirurgico. 
Il glioblastoma è quello più aggressivo Il glioblastoma, ricordano, è il tumore più frequente e maligno del cervello. Colpisce a tutte le età, inclusi i bambini, ma è più frequente tra i 45 e i 70 anni. Purtroppo la chirurgia, combinata ai trattamenti radio e chemioterapici, non è ancora in grado di curare questo tipo di cancro, e la sopravvivenza è in genere inferiore ai due anni. Per questo aumentare le conoscenze sui meccanismi che promuovono il glioblastoma e lo rendono così difficile da curare è l'unica strada per poterlo aggredire più efficacemente. La proteina ID2 era già conosciuta per la sua funzione di inibizione del differenziamento cellulare durante la vita embrionale, quando la divisione e il successivo differenziamento delle cellule staminali dei diversi tessuti è necessaria alla formazione di organi specializzati in diverse funzioni (cervello, muscoli, ossa, ecc.). 

In condizioni normali, ID2 viene disattivata quando le cellule smettono di dividersi e si differenziano. Nel glioblastoma, invece, è abnormemente attivata. "Il nostro studio - interviene Anna Lasorella, professore di Pediatria e Patologia alla Columbia University e responsabile con il professor Iavarone della supervisione del gruppo di scienziati che hanno portato a termine la ricerca - ha stabilito che ID2 rimane attiva a causa della ridotta concentrazione di ossigeno nel tumore in espansione. Quando è presente in forma inappropriatamente attiva, ID2 è in grado di bloccare il sistema di distruzione di due proteine chiamate Hypoxia Inducible Factor (Hif) alfa 1 e 2, della cui azione particolarmente le cellule staminali tumorali si servono per sopravvivere in mancanza di livelli adeguati di ossigeno e nutrimento". In pratica, ID2 "consente alle cellule più maligne del glioblastoma di adattarsi a condizioni sfavorevoli, sopravvivere anche in condizioni estreme e continuare a moltiplicarsi senza perdere l'identità staminale", spiega Lasorella. "E' evidente - riprende Iavarone - che la disattivazione di ID2 priverebbe il tumore di un circuito indispensabile al suo mantenimento". 

"Capire la sequenza di eventi di cui il glioblastoma, e probabilmente anche altri tumori umani, si sono dotati affinché il cancro continui a vivere - precisa Iavarone - è un passo importante verso l'ideazione di nuove strategie di cura. Tuttavia, non è ancora una cura, e ulteriori studi sono necessari prima che la nuova scoperta possa tradursi in una terapia". Insomma, il risultato è promettente, ma il lavoro alla Columbia sta già andando avanti. Si studiano nuovi anti-tumorali "Al momento - spiega Iavarone - stiamo perseguendo screening di composti chimici (quindi potenziali farmaci anti-tumorali) sia" in simulazioni matematiche al computer "che sperimentalmente. Questi screening sono basati sulla nostra scoperta che la proteina ID2 deve legarsi alla proteina VHL per favorire la crescita delle cellule staminali tumorali. Pertanto, come abbiamo potuto osservare in laboratorio con strumenti genetici, un farmaco che blocca il legame tra ID2 e VHL, di cui ora conosciamo tutti i dettagli molecolari, potrà avere un eccezionale valore antitumorale. Questi studi - conclude - sono tuttora in corso nei nostri laboratori alla Columbia University". 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Due-scienziati-italiani-scoprono-il-meccanismo-di-crescita-del-tumore-al-cervello-9573e33b-44ee-4c89-928a-7d59620cce20.html

lunedì 4 gennaio 2016

Messico. Sindaco Gisela Mota, 33 anni, uccisa poche ore dopo l’insediamento. Aveva giurato guerra ai narcotrafficanti.

Messico. Sindaco Gisela Mota, 33 anni, uccisa poche ore dopo l’insediamento. Aveva giurato guerra ai narcotrafficanti

La donna era stata da poco eletta primo cittadino a Temixco, nello stato di Morelos, 85 km a sud della capitale, e aveva prestato giuramento sabato. Poco più tardi nella sua abitazione si sono presentati quattro uomini armati che l'hanno freddata. In campagna elettorale aveva promesso che avrebbe "ripulito" la cittadina dalla criminalità organizzata. Tra il 2012 e il 2015 è stata deputato federale nel Partito della Rivoluzione Democratica.

Uccisa poche ore dopo l’insediamento, nella città di cui era diventata sindaco. Si chiamava Gisela Mota Ocampo, aveva 33 anni. Era stata da poco eletta primo cittadino di Temixco, nello stato di Morelos, 85 km a sud di Città del Messico, e aveva prestato giuramento sabato. Una manciata di ore più tardi nella sua abitazione si sono presentati quattro uomini armati che l’hanno uccisa, ingaggiando un conflitto a fuoco con la polizia, che ne ha uccisi a sua volta due e ne ha arrestati altri due. Altre versioni indicano che la sparatoria è avvenuta quando gli assalitori, fuggiti in un furgone, si sono imbattuti in una pattuglia della polizia di Stato che ha sparato.
Mota era membro del gruppo di sinistra del Partito della Rivoluzione Democratica (Prd), vicino all’ex candidato presidenziale Andres Manuel Lopez Obrador. Dopo la sconfitta di Lopez, Mota è entrata a far parte del gruppo indipendente vicino a Graco Ramirez, vincendo le elezioni. Tra il 2012 e il 2015 è stata deputato federale e ha ricoperto diversi incarichi nel Prd. In campagna elettorale aveva promesso che avrebbe “ripulito” la cittadina industriale di circa 90.000 abitanti afflitta da forti problemi di crimine organizzato e narcotraffico, come gran parte del Messico.
L’assassinio arriva all’indomani del varo da parte del governo dello stato di Morelos dell’operazione Delta, che prevede il dispiegamento di 600 agenti federali e statali per garantire la sicurezza a Cuernavaca, circa 86 chilometri a sud della capitale.

Capodanno, gli esperti: "Depurare fegato e intestino dopo le abbuffate". -

Capodanno, gli esperti: "Depurare fegato e intestino dopo le abbuffate"

Andid: "Integratori e tisane non servono senza una buona dieta a base di frutta, verdure e cibi poco conditi."


 - Pranzi e abbuffate di Natale e Capodanno non si traducono solo in chili di troppo, ma anche nell'aumento di colesterolo e trigliceridi, intestino irritato e affaticamento del fegato. Secondo gli esperti, "è bene quindi iniziare l'anno con una dieta e un periodo di depurazione dalle tossine accumulate". 

Tuttavia "integratori e tisane non servono senza una buona dieta a base di frutta, verdure e cibi poco conditi, possibilmente accompagnata dalla giusta attività fisica".
"L'eccesso di un'alimentazione particolarmente grassa, e a Natale non si tratta solo di un giorno ma di un periodo prolungato provoca aumento di colesterolo e trigliceridi e affatica in particolare il fegato", sottolinea Giovanna Cecchetto, dell'Associazione Nazionale Dietisti (Andid).

I consigli: "No al digiuno, cibi semplici" - I troppi condimenti e l'alcol comportano un sovraccarico digestivo che irrita le mucose e nuoce sia allo stomaco che all'intestino. "Per riabilitarlo - spiega la Cecchetto - non serve il digiuno ma un periodo di disintossicazione, con molta acqua e condimenti semplici, a base di olio di oliva a crudo". Fondamentale "ridurre al massimo grassi, zuccheri semplici e bevande alcoliche, ma anche introdurre più cereali integrali e fonti proteiche vegetali come i legumi al posto di carne o formaggi". Via libera, infine, alle verdure ma "crude, bollite o cotte al vapore, non ripassate nell'olio".