domenica 17 gennaio 2016

Finti agenti a casa del figlio di Gratteri, il giovane messo sotto tutela.



Rafforzata anche la protezione del procuratore.
Reggio Calabria, 16 gennaio 2016 - Maggiori tutele e protezioni per il figlio e lo stesso procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, dopo il misterioso e inquietante episodio avvenuto qualche giorno fa. Due persone hanno, infatti, suonato il campanello dell'appartamento di Messina dove uno dei figli del procuratore vive affermando di essere poliziotti. Dopo un po', quando il giovane non vedendo arrivare nessuno si è affacciato sul pianerottolo, ha notato due figure incappucciate scendere le scale dal piano di sopra al suo. Il giovane ha subito avvertito la polizia e il padre che in quei giorni si trovava all'estero. 
Sull'episodio intimidatorio stanno indagando carabinieri di Messina con il coordinamento della Procura siciliana. Ma intanto, il giovane è stato messo sotto tutela. La decisione è stata presa in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Gli investigatori alle prese con il caso starebbero cercando di verificare se dalle telecamere di videosorveglianza della zona sia possibile risalire a immagini utili per le indagini. L'idea di fondo è che si sia trattato di un modo subdolo della 'ndrangheta per lanciare un messaggio a Gratteri. A una prima lettura dell'episodio, infatti, pare strano che i due abbiano suonato casualmente al campanello del figlio di Gratteri e che si sono presentati come agenti di polizia, visto che è il corpo che si occupa della scorta del magistrato. Inoltre, i due uomini, una volta al piano del figlio di Gratteri sarebbero poi fuggiti, forse perché si sono resi conto che davanti la porta d'ingresso dell'appartamento c'è un cancello metallico che era chiuso. Il fatto poi che i finti agenti non abbiano detto niente, a giudizio degli investigatori, non renderebbe meno credibile l'ipotesi di un "avvertimento", visto che - viene evidenziato in ambienti vicino alle indagini - la 'ndrangheta opera spesso con "gesti".
Rafforzato anche il dispositivo di tutela del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Gratteri è sotto scorta da anni per le tante minacce ricevute nel corso della sua attività di magistrato impegnato nella lotta alla 'ndrangheta, ai traffici internazionali di droga, e ai rapporti con i cosiddetti colletti bianchi. Gratteri è infatti uno dei magistrati più impegnati su questo fronte: ha coordinato decine di inchieste, alcune delle quali hanno portato all'arresto di narcotrafficanti e al sequestro di ingenti quantità di cocaina provenienti dal centro America. Negli ultimi mesi è stato impegnato anche nella presidenza della commissione incaricata dal premier Matteo Renzi di apportare modifiche al codice penale.
Il figlio di Gratteri abita a Messina in un palazzo vicino all'università che frequenta. Secondo quanto si è appreso, nonostante l'episodio, il giovane continuerà a frequentare l'università. 

Sboccia il primo fiore nello spazio, 'miracolo' sulla Iss.



L'astronauta Scott Kelly pubblica la foto della zinnia cresciuta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Roma, 17 gennaio 2016 - C'è sempre una prima volta. E così è stato per il primo fiore nello spazio, cresciuto a bordo della stazione spaziale internazionale Iss. L'esperimento, annunciato da Trent Smith, program manager della Nasa, è iniziato un anno fa. A Scott Kelly, astronauta 'di bordo' della Iss, è stato affidato il compito di far crescere la zinnia, un fiore tipico del Sud Est degli Stati Uniti. Una missione che ricorda molto le imprese di Mark Watney, il protagonista del film The Martian interpretato da Matt Damon. Con meno pressione, chiaramente. Se Watney provava con le patate su Marte, per sopravvivere, Kelly si è lanciato sulla zinnia, per puro scopo di ricerca scientifica. Terra, acqua e luci a LED rosse, blu e verdi al posto del sole. L'esperimento è riuscito e Kelly ha postato, orgoglioso, la foto del fiore su Twitter. Non è la prima volta che la vita nasce nello spazio. Nel 2015, sempre sulla Stazione Spaziale Internazionale, gli astronauti riuscirono a coltivare un casco di insalata. Oltre a indagare la differente reazione del fiore alla crescita nello spazio, rispetto che sulla terra, i ricercatori volevano testare che effetto potesse avere sul morale della spedizione. 

http://www.quotidiano.net/primo-fiore-nello-spazio-1.1652836

Gasparri "trollato",scambia Jim Morrison per rapinatore slavo.



Scherzo fa il giro del web e lui attacca "Io conosco Platone..."


Sta facendo il giro del web la foto di Jim Morrison che ha fatto cadere in trappola anche un noto frequentatore dei social come il senatore di FI, Maurizio Gasparri. Un utente ha infatti inviato all'ex ministro la foto del mitico frontman dei Doors spacciandolo per un noto rapinatore slavo. Un fotomontaggio creato dal gruppo Facebook satirico "Vergogna Finiamola Fate Girare" che prende in giro i dilaganti post populisti che girano su Facebook e Twitter.
"Questo è Goran Hadzic, ha commesso più di 50 rapine nel nordest ma ogni volta che viene preso poi è rilasciato. Basta!! Mandiamolo via!! Renzi a casa!!" si legge in sovraimpressione sulla foto originale del cantante ripresa da Wikipedia, definita proprio oggi dal senatore "una discarica inattendibile". L'utente bontempone invia il post al senatore via Twitter chiedendogli cosa ne pensi "di questo ennesimo scandalo italiano" e Gasparri risponde: "Una vergogna!". Poi capito l'inganno lo apostrofa: "Ti hanno già ricoverato?".
Tempo qualche minuto e il senatore viene bersagliato in rete. Anche se lui prova a difendersi: "Conosco Platone, Hegel, Beethoven, di questa 'star' occupatevi voi!". Ma ormai è tardi, lo scherzo fa il giro del web e, tra tutti, un utente commenta: "@gasparripdl ha ragione, basta far entrare delinquenti stranieri, chiudiamo #thedoors!".

venerdì 15 gennaio 2016

La supernova più super che c’è. - Nadia Vitali

Rappresentazione artistica della supernova super luminosa ASASSN–15lh così come apparirebbe vista da un esopianeta collocato a circa 10.000 anni luce nella galassia della supernova.(Credit: Beijing Planetarium / Jin Ma)

ASASSN-15lh è 200 volte più potente di una tipica supernova: è un oggetto che lascia stupiti gli astronomi ed apre a molte domande.

570 miliardi di Soli.
Al picco di intensità l'esplosione, chiamata ASASSN-15lh, ha mostrato una luminosità pari a 570 miliardi di volte quella solare: se non fosse sufficiente per comprendere, immaginate il grado di luminosità raggiungibile approssimativamente prendendo tutte le stelle della Via Lattea e moltiplicando il risultato per 20. Una supernova super luminosa, individuata grazie agli astronomi guidati da Subo Dong del Kavli Institute for Astronomy and Astrophysics di Pechino e descritta in un articolo pubblicato dalla rivista Science.

ASASSN-15lh è la più potente supernova scoperta nella storia dell'umanità. 
Il suo meccanismo di esplosione e la sua fonte di energia restano bene avvolti nel mistero, dal momento che tutte le teorie conosciute incontrano delle serie difficoltà nello spiegare l'immensa quantità di energia emanata da essa. – Subo Dong

L'esplosione nei cieli.
Il primo avvistamento dell'esplosione risale a giugno del 2015, quando i telescopi gemelli di Cerro Tololo in Cile, con una lente di appena 14 centimetri di diametro, hanno visto apparire improvvisamente l'oggetto estremamente luminoso (ma troppo lontano per essere notato dall'occhio umano). L'osservazione è stata effettuata nell'ambito di una collaborazione internazionale (All Sky Automated Survey for SuperNovae, ASAS-SN) guidata dalla Ohio State University. L'eccezionalità dell'evento non è sfuggita agli astronomi che, anzi, hanno fatto in modo che si attivassero più telescopi possibili in giro per la Terra allo scopo di raccogliere ulteriori dati: anche Swift, della NASA, ha preso parte alle osservazioni.

Una supernova insolita…
In appena quattro mesi, ASASSN-15lh ha emanato una quantità di energia tale che il nostro Sole, nello stato in cui si trova attualmente, potrebbe emetterla in oltre 90 miliardi di anni. Esaminando il luminoso e lento bagliore residuo, che gradualmente andava spegnendosi, gli astronomi hanno potuto acquisire alcuni elementi chiave relativamente all'origine di ASASSN-15lh. Fondamentale è stato l'utilizzo del telescopio di 2.5 metri du Pont in Cile, con il quale sono state identificate le firme degli elementi chimici sparsi qua e là dall'esplosione: lo spettro ricostruito dai ricercatori non mostra elementi di somiglianza con nessuna delle oltre 200 supernovae individuate fino ad oggi grazie alla All Sky Automated Survey for SuperNovae. Successive osservazioni hanno evidenziato una certa similitudine con le supernovae super luminose povere di idrogeno; grazie all'occhio di 10 metri del South African Large Telescope è stato possibile stabilire che si trova a 3.8 miliardi di anni luce da noi.

…In una galassia unica.
A rendere ancora più particolare la "super supernova" c'è il suo stesso ambiente galattico che, normalmente, per oggetti del genere si presenta debole e fioco: in questo caso, gli scienziati hanno rilevato, invece, una grande energia anche dalla stessa galassia ospitante. In realtà si ipotizza anche che la galassia in cui si trova ASASSN-15lh sia effettivamente debole e sia di fatto offuscata da un'altra più potente e luminosa.

Un magnetar?
A questo punto non resta che aspettare cosa dirà il telescopio spaziale Hubble, incaricato di svelare la natura e la posizione dell'oggetto: si tratta di un magnetar, ossia di una stella di neutroni con campo magnetico potentissimo? In questo caso si tratterebbe di un magnetar che sfida tutte le leggi conosciute dagli scienziati. 

http://scienze.fanpage.it/la-supernova-piu-super-che-c-e/

Goldman Sachs, maxi-patteggiamento sui mutui: 5,1 miliardi per chiudere le cause.

Goldman Sachs, maxi-patteggiamento sui mutui: 5,1 miliardi per chiudere le cause

Raggiunto l'accordo con il Dipartimento di Giustizia, i procuratori degli stati di New York e Illinois, la National Credit Union Administration, e le Federal Home Loans Banks di Chicago e Seattle. L'intesa si aggiunge a quelle già raggiunte dalle autorità americane con JPMorgan, Bank of America e Citigroup. 

Goldman Sachs tenta di lasciarsi alle spalle uno dei maggiori problemi legali della crisi con un maxi-patteggiamento. La banca guidata da Lloyd Blankfein paga 5,1 miliardi di dollari, di cui 2,5 di sanzione civile per risolvere la disputa con le autorità americane sui Residential Mortgage Backed Security, i titoli legati ai mutui.
Goldman ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia, i procuratori degli stati di New York e Illinois, la National Credit Union Administration, e le Federal Home Loans Banks di Chicago e Seattle. Oltre alla sanzione, la banca pagherà 875 milioni di dollari in contanti e si impegna a restituire 1,8 miliardi di dollari ai consumatori tramite vari programmi. Il patteggiamento peserà sui conti del trimestre per 1,5 miliardi di dollari dopo le tasse.
“Siamo soddisfatti di aver risolto un accordo di principio per risolvere il problema”, afferma Blankfein. Secondo l’analista di Autonomous ResearchGuy Moszkowski, il patteggiamento è più elevato degli attesi 1,3 miliardi di dollari. Ma Goldman Sachs ha accantonato – mette in evidenza Moszkowski – più di 2 miliardi di dollari negli ultimi trimestri e gli 1,8 miliardi di dollari per i consumatori non sono in contanti.
Il patteggiamento miliardario con Goldmans Sachs si aggiunge a quelli già raggiunti dalle autorità americane con JPMorgan, Bank of America e Citigroup, nell’ambito delle indagini legate su come le banche hanno venduto titoli legati ai mutui. JPMorgan ha pagato 13 miliardi di dollari, Citigroup 7 miliardi di dollari. Il patteggiamento più pesante è stato quello di Bank of America, che ha versato 17 miliardi di dollari.
Ma i soldi, materialmente, chi li esce?
Alla fine, conoscendo la politica economica statunitense, verranno spalmati con l'emissione di altri titoli spazzatura da smerciare in borsa ai fessacchiotti di turno?
Dobbiamo aspettarci un'ulteriore botta alla già devastante crisi economica mondiale provocata dai sub prime??

SANGUE INFETTO: LA CORTE EUROPEA DIRITTI UMANI CONDANNA L'ITALIA A RISARCIRE 350 PERSONE -




Nuova condanna dell'Italia dalla Corte europea dei diritti umani per lo scandalo del sangue infetto: 10 milioni di euro in risarcimenti per 350 persone contagiate durante trasfusioni ed interventi chirurgici. Ma è solo la punta dell'iceberg.

A tre anni di distanza la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo interviene nuovamente sullo scandalo del sangue infetto, che tra gli anni 80 e 90 procurò molti guadagni a gente senza scrupoli e malattie come epatite C ed aids a migliaia di persone, in Italia: lo Stato italiano dovrà versare 10 milioni di euro ad 350 cittadini contagiati da trasfusioni o interventi chirurgici che utilizzarono quel sangue, infetto.   

Un risarcimento che si somma all'altra condanna della Corte, era il 2013: a tutti i 60mila contagiati una indennità integrativa speciale che si aggiungeva a quella prevista da una legge del 92: 540 euro al mese, che la Corte aveva addizionato con altri 100.   

Ma non finisce qui, perché il numero delle persone contagiate dal sangue infetto in Italia è altissimo, 120mila persone: la maggior parte in causa, ci vorrebbero 175 milioni di euro per chiudere tutte le partite aperte.  

Aperte quando tra l'80 ed il 90, in piena emergenza aids, sacche di sangue contagiato vennero comunque messe in commercio, utilizzate per emofilici e durante gli interventi chirurgici, grazie  ad un giro di mazzette che coinvolse il direttore del servizio farmaceutico Duilio Poggiolini, quello che nascondeva i lingotti nei puff di casa, il ministro De Lorenzo, il gruppo farmaceutico Marcucci e in modo minore altri produttori di emoderivati. 


http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Sangue-infetto-Corte-europea-diritti-umani-condanna-Italia-a-risarcire-800-persone-824539ab-32a0-4111-9038-f9258d961264.html

giovedì 14 gennaio 2016

Fallimenti-bancomat e notai "distratti" Caso Marcatajo, l'inchiesta si allarga. - Riccardo Lo Verso

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L'avvocato civilista arrestato nell'operazione Cicero acquistava immobili con i soldi di una curatela fallimentare. Nessuno si è accorto del buco. Tirata d'orecchie per i notai: mai denunciate irregolarità nelle compravendite dei boss.

PALERMO - Nessuno vede. Nessuno provvede. E la mafia accumula patrimoni. L'avvocato Marcello Marcatajo usava i soldi della curatela fallimentare come se fossero i suoi. Firmava assegni appoggiati sul conto corrente della Kemonia, una srl palermitana che il Tribunale di Palermo aveva affidato al civilista arrestato per riciclaggio. È accaduto per un attico in via Jung e per alcuni box in via Corradini. Marcatajo, amministratore di una società, secondo l'accusa, comprava gli immobili con i soldi della Kemonia - mancano all'appello 215 mila euro - e poi li trasferiva nella disponibilità delle società dei Graziano. Altre volte, per ripulirli, faceva finta di acquistare immobili dalla famiglia mafiosa firmando dei preliminari che non venivano concretizzati.Oppure accendeva mutui bancari con le società a lui intestate e poi pagava le rate con soldi dei boss.  .

La cronaca del blitz di due giorni fa impone una nuova riflessione sulla gestione della sezione Fallimentare del Tribunale palermitano. I pubblici ministeri si chiedono come sia potuto accadere che nessuno si sia accorto della mala gestio dei soldi della Kemonia. Neppure i giudici che avevano nominato il legale nella curatela fallimentare. Non è escluso che Marcatajo possa avere fatto carte false per nascondere le operazioni illecite e farsi beffa dei controlli. In ogni caso il sistema ha mostrato delle falle su cui adesso indagano i magistrati e la Polizia valutaria. I finanzieri hanno prelevato nello studio dell'avvocato, in via Enrico Albanese, i faldoni del fallimento Kemonia e degli altri nove affidati dal Tribunale al professionista. Ce ne sono ancora otto aperti. Questo l'elenco completo: impresa individuale Virzì Cinzia, Siciliana Precompressi srl, Doma srl, Kemonia srl, Gurfa scarl, Casarubea Maria Silvana, Ditta Figli di G.B. Marino, Spera Antonio, Fin Leasing. Lito Sud. Tranne Kemonia e Gb Marino sono tutte procedure ancora in corso. Dal primo screening dei documenti emergono già delle irregolarità.

Irregolarità di cui, ed è un altro dato di cronaca, neppure i notai che hanno rogitato le compravendite di diversi immobili si sono accorti. Eppure, secondo gli investigatori, era impossibile non notare che gli assegni - circolare e non trasferibili - utilizzati per pagare gli immobili fossero intestati a persone o società che nulla avevano a che vedere con venditore e acquirente. Per uno dei notai, il cui nome si è ripetuto negli affari, secondo i pm Tartaglia, Del Bene, Picozzi e Luise, ci sarebbero stati i presupposti per un'incriminazione. Nel frattempo, però, il professionista è deceduto. Per tutti gli altri, e sono tanti quelli che popolano le carte giudiziarie, gli accertamenti sono in corso.

Si ripropone da subito un tema caldo agli investigatori: di fronte alla mole di indagini che smascherano eserciti di prestanome resta lettera morta l'obbligo dei professionisti iscritti agli ordini di segnalare operazioni commerciali e finanziarie sospette. Non siamo al cospetto di disperati che si intestano una società in cambio di poche centinaia di euro - accade anche questo -, ma di professionisti esperti. La legge anti riciclaggio obbliga tutti - banche, intermediari finanziari, notai, avvocati e commercialisti - a segnalare le operazioni sospette. In Italia esiste l'Uif, l'unità di informazioni finanziarie a cui dovrebbero pervenire le segnalazioni. Nell'ultimo triennio i numeri delle segnalazioni sono prossimi allo zero. L'anno scorso il colonnello Calogero Scibetta, il comandante del Nucleo di Polizia Valutaria che ha coordinato il blitz di due giorni fa, scelse proprio un convegno di notai per dire che era giunto il momento di essere davvero trasparenti. Non è un caso che il procuratore Francesco Lo Voi, proprio ieri, abbia annunciato l'impiego delle risorse più qualificate per stanare i professionisti al soldo dei boss. O, peggio, in combutta con i capimafia.


http://livesicilia.it/2016/01/14/fallimenti-come-bancomat-e-notai-distratti-caso-marcatajo-linchiesta-si-allarga_703356/


Dall'università agli affari con i boss. Ecco chi è l'avvocato Marcatajo. - Riccardo Lo Verso

Le indagini della Polizia valutaria sono uno spartiacque nella vita del noto civilista palermitano, che alle microspie ha rassegnato le tappe della sua carriera.

PALERMO - Da giovane giurista a mente economica dei boss. Marcello Marcatajo, 69 anni, fino all'arresto di ieri si era guadagnato un posto di rilievo nella buona borghesia palermitana. Fino a ieri, appunto.

Le indagini della Polizia valutaria sono uno spartiacque nella vita dell'avvocato civilista che alle microspie ha rassegnato le tappe della sua carriera. Una carriera iniziata nel mondo universitario e approdata agli affari con la famiglia mafiosa dei Graziano. Marcatajo raccontava gli anni in cui “io ero... nel 1973, settantadue assistente all'Università... di Diritto civile... con incarico annuale perché ero in supplenza di Piersanti Mattarella che... ogni anno faceva l'aspettativa per mandato parlamentare... pagavano poco...”. Nel corso della sua carriera accademica avrebbe incrociato concorrenti che di strada ne hanno fatta parecchia: “... ci fu un episodio per cui dovevamo avere un posto in pubblico e un posto... a concorso in privato... bene pensò la Facoltà di darlo uno a La Loggia e uno a Vizzini, io mi incazzai moltissimo perché... non erano presenti nella facoltà cioè entrarono direttamente... non è che fecero borsa... internato...”.

A quel punto l'avvocato capì che era meglio cercare di guadagnarsi una posizione in un ente pubblico: “... e allora feci due concorsi l'avvocato dell'Enel... e Inps, vengo ammesso a quello dell'Enel riesco a... fare capire che sarei entrato solo se avevo Palermo perché ne Catania ne Roma... e riesco... a pari merito con uno che era di Catania... e vado all'Enel dove e... faccio l'avvocato... elenco speciale, rappresento e difendo in mezza Sicilia, mi diverto e... ogni qualvolta si prospettava la possibilità di un buono avanzamento era sempre o Venezia... o Genova e io alzavo la sbarra chi vuole... mi passi avanti, ho fatto una carriera non eccezionale a quarantanove, cinquant'anni non mi sento dire che o con le buone... o con le cattive io servivo a Roma”.

Stare a Roma, però, era costoso e dispendioso in termini di impegno. E così Marcatajo fece un passo indietro: “Io preferisco appoggiarmi nello studio di mio fratello, guadagnare.... all'epoca erano milioni, un milione e mezzo e campare a cento metri da casa e non fare lo zingaro... ... che rientra poi il venerdì notte e... riparte... la domenica sera e...".  

Negli ultimi anni era diventato presidente dell'Istituto autonomo case popolari di Palermo, quando il presidente della Provincia era Francesco Musotto, e poi consigliere delegato del sindaco Leoluca Orlando nel Cda dell'Acquedotto consortile del Biviere. Incarico da cui poi si dimise. Le indagini della finanza ora lo piazzano al vertice di una serie di affari - alcuni scoperti, molti ancora da scoprire - targati Cosa nostra.


http://livesicilia.it/2016/01/13/marcatajo-boss-affari-avvocato-arresti-palerm_703201/?pass=true