mercoledì 20 gennaio 2021

E magari… - Massimo Erbetti

 

E magari adesso qualcuno si appassionerà un po' più alla politica…

E magari qualcuno adesso la seguirà un po' di più…
E magari adesso qualcuno si renderà conto che la politica non è poi così noiosa…

Perché la politica è anche ansia, attesa, tattica….ed è imprevedibile.

153...no 154...no no, scusate abbiamo sbagliato sono 153...e poi la RAI diceva 153…e la 7 152...e Sky dapprima 154...poi 153…

E poi la ressa…voto chiuso, voto non valido…ma no, è valido…sospendiamo…e poi Ciampolillo…ma chi cavolo è Ciampolillo?

E poi come in una partita di calcio…il VAR…il VAR…ma no dai mica staremo scherzando?...E invece è tutto vero…la Casellati, vuole vedere le registrazioni…e li il colpo di scena, Ciampolillo ha chiesto di votare qualche secondo prima che la Casellati chiudesse le votazioni…poi altro colpo di scena…tra la richiesta di Ciampolillo e la chiusura del voto, anche Nencini ha chiesto di votare…

Risultato finale: Conte batte Renzi 156 a 140…partita finita.

E come in ogni partita che si rispetti, partono le polemiche…era rigore…no, il rigore non c'era…"arbitro, Ciampolillo era in fuorigioco.. *..." assolutamente no" dice l'arbitro… chissà se stamattina sulla Gazzetta dello Sport ci sarà il titolone ad 8 colonne: "Conte vince in zona Cesarini"

Ma magari la politica non è questo, no? La politica è e deve essere altro. Nessuno ieri in quell'aula sapeva perché si fosse innescata quella crisi, nessuno tranne chi quella crisi l'ha creata…ho ascoltato le parole della Bellanova…e vi dico la verità sono rimasto sconcertato…molto più sconcertato che per le parole di Salvini…quelle di Salvini ci stavano, è il gioco delle parti…ma la Bellanova no…non puoi parlare di una nazione sull'orlo del precipizio…di disoccupazione giovanile…di cassa integrazione…di mancanza di visione del futuro…di sanità allo sfascio, quando tutto quello di cui stai parlando è il frutto del tuo governo…perché non dimentichiamolo, dal 2013 al 2018 al governo c'è stato Renzi e quando non c'era lui, c'era qualcuno espressione del suo partito.

Non puoi parlare di Sanità, quando negli anni hai tagliato 36 miliardi a quel comparto…non puoi farlo…non devi farlo perché è immorale...ma a pensarci bene cosa c'è di morale in questa pagliacciata?

Perché questa crisi è una pagliacciata bella e buona…vuoi far cadere il governo? Voti contro, non ti astieni…prendi e voti contro…ma siccome lo sai bene che se voti contro e vai ad elezioni sparisci…che fai? Ti astieni, così il governo la maggioranza la ha e rimane in piedi…e tu puoi…secondo i tuoi calcoli da ricattatore…continuare a ricattare…

Una crisi ridicola, assurda, che nessuno ha capito e a non capirlo non siamo solo noi italiani, tutto il mondo si chiede il perché di questa crisi…

Comunque è finita, la maggioranza ha ottenuto la fiducia e si va avanti…"eh ma…mancano 5 voti…dove li trova Conte?..." chiacchere…chiacchere da bar…polemiche post partita che non portano a niente, se non a riempire i titoli di giornale e le bocche dei detrattori.

Il fatto è uno e uno solo: maggioranza ottenuta…stop!! In futuro nessuno si chiederà se hai vinto con due o tre gol di scarto…negli annali c'è sempre e solo il nome del vincitore, non il risultato, non se ha giocato bene o male, ne tanto meno c'è il nome dello sconfitto…per il perdente c'è solo l'oblio…


E magari…stavolta lo sconfitto, il perdente…quello che è passato dal 40% al 2 virgola niente…ce lo leviamo veramente dalle scatole…e magari…vivremo tutti un po' meglio.

https://www.facebook.com/photo?fbid=10219136132899831&set=a.2888902147289

Ora però piantatela. - Marco Travaglio

 

Viste le premesse, in Senato poteva andare molto peggio. Ma anche molto meglio, se nel Pd tutti avessero remato nella stessa direzione come nel M5S e in LeU. Quattro giorni fa il dem Walter Verini dichiarava al Dubbio che i parlamentari scippati da Iv al Pd “non c’è bisogno di andarli a cercare”, perché il loro “smarrimento si tocca con mano”. Possibile che in quattro giorni il Pd non sia riuscito a riconquistarne nemmeno uno in Senato? Del resto domenica è stato Di Maio, non il suo capogruppo Delrio, a scoprire che l’ex leader e deputato del Pd Maurizio Martina pensava di astenersi sulla fiducia perché in procinto di passare alla Fao, quando ancora i giallorosa temevano di mancare la maggioranza assoluta pure alla Camera, e a convincerlo a votare in extremis. L’impressione è che una parte del Pd sperasse di sfregiare il premier, per tenerlo in piedi ma zoppo e forzargli la mano in vista di un rimpastone o addirittura di un nuovo governo con chi scalpita all’uscio di Palazzo Chigi, magari al posto di ottimi ministri come la Lamorgese.

Il che fa tremare al pensiero dello spettacolo che potremmo ciucciarci nei prossimi giorni: un nuovo mercato delle poltrone che paralizzi il governo per altre settimane, cioè un pernacchione in faccia agli italiani che da ieri sera speravano di aver archiviato questa crisi demenziale. Il governo l’ha sfangata. E Conte è riuscito, almeno per ora, nel capolavoro di liberarci dai due massimi irresponsabili della politica: i due Matteo. Ma se il governo perderà altro tempo non per rimpiazzare i ministri che i rispettivi partiti ritengano inadeguati e riempire le caselle vuote con un riconoscimento ai nuovi venuti, ma per rimettere tutto in discussione, peggio se con una crisi formale per il “Conte ter” che richiederebbe giorni e giorni di chiacchiere inutili e incomprensibili, si giocherà la fiducia di quella maggioranza di italiani che dicono: “Meglio un governo coi responsabili che con gli irresponsabili”. E potrebbe financo resuscitare i due Matteo, che al momento languono al minimo storico della loro parabola politica. L’Innominabile, supportato dagli opinionisti della destra e della sinistra salviniana, ha tentato anche ieri di rivoltare la frittata con le solite balle. Ha persino attribuito la crisi più pazza del mondo a un fantomatico “arrocco personale” di Conte contro di lui, quando tutti sanno che è accaduto l’opposto: è stato lui a rovesciare il governo ritirando la sua delegazione e dando al premier del “vulnus per la democrazia”. Ma a furia di sentir ripetere quelle panzane, col coro della stampa dei padroni alle spalle, i ricordi sbiadiranno. E, se gli italiani non vedranno subito un governo che si rimette al lavoro, risorgeranno anche i morti.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/20/ora-pero-piantatela-2/6071651/

COME PREVISTO. - Rino Ingarozza

I miei amici Biagio Cringoli e Daniela Zanin mi hanno sollecitato ad esprimere un mio parere su quanto successo ieri in Senato. Lo faccio volentieri.

Devo dire che in relazione al voto, non mi aspettavo nulla di più e nulla di meno. È chiaro che la maggioranza si deve ancora costruire nelle prossime settimane.
Vediamo come andrà a finire.
Certo è che più di questo non si poteva chiedere. Chi si aspettava la maggioranza assoluta, francamente, non so su quali basi poggiava questa sua convinzione. 157 voti (tanti sono perché manca il voto di un Senatore 5 stelle, assente alla votazione) sono una buona base di partenza ma se dovessero rimanere tali, ci sarebbe, ad ogni votazione, un patema d'animo. Ed è una cosa che francamente non può andare avanti. Vedremo gli sviluppi. C'e' da dire che, paradossalmente, se Italia viva (grazie all'ossigeno) avesse votato no, invece di astenersi, il Governo avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta. Questo perché almeno sei o sette si sarebbero sfilati e avrebbero votato a la fiducia. E questo Bean2 lo sapeva e per questo ha optato per l'astensione. E anche questa cosa inquadra il personaggio. Se hai provocato la crisi, vuol dire che vuoi affossare il Governo e allora che senso ha astenersi? Il motivo è quello che ho detto prima. Ha avuto paura. Non ha avuto le palle (e scusate la volgarità). Anche perché nel caso in cui nessuno di loro avesse votato la fiducia, si rischiava di far cadere il Governo e hanno una paura matta delle elezioni.
Comunque prevedo assegni in bianco del "solito noto" per convincere i "tengo famiglia" a cambiare maglia (come sono abituati a fare). Promesse di "saldo mutuo casa", magari un posto di lavoro nei tanti giornali o a Mediaset, per compensare la perdita di "fatturato" per la fine anticipata della legislatura. Prevedo un periodo di "vomito indotto" e di "caviale e champagne" ad ogni Senatore convinto, da parte della destra.
Detto questo e cioè quello che ci aspetta, secondo me, volevo eprimere la mia delusione per l'atteggiamento del Movimento.
Ne ho sentite di ogni, durante gli interventi, sia alla Camera, che al Senato da parte della destra e, eccezione fatta per il solo Gianluca Perilli, non adeguatamente rintuzzati da parte del Movimento.
Giorni fa ho fatto un post e l'ho inoltrato anche al Movimento, esortantolo a "incazzarsi" e controbattere le efferatezze e restituire al mittente il fango che quotidianamente la destra rovesciava sul Movimento stesso, o perlomeno, ribattere le palesi contraddizioni della stessa. In Parlamento è successa la stessa cosa.
Mi spiegate perché si debba stare in silenzio di fronte a dichiarazioni tipo: " Il presidente Berlusconi ci ha insegnato che si deve guardare prima al bene comune, che al proprio". Com'è possibile restare in silenzio di fronte ad una affermazione del genere?
Come si fa a non controbattere "tanto che guardava al bene comune, che ha scambiato il Parlamento come luogo dei suoi affari e che ha sottratto al popolo 368 milioni".
Per non parlare della Meloni, con questa storia delle poltrone che fa ridere i polli.
Tant'e' che la più grillina di tutti si è dimostrata la moglie di Mastella, signora Sandra Lonardo, che ha risposto "all'alouatta de Roma" (alouatta è il nome scientifico della scimmia urlatrice), sputtanandola in diretta nazionale.
Non capisco il perché di tutto ciò. Nessuno del Movimento (almeno quelli che ho ascoltato io) e nemmeno del resto della maggioranza le ha rinfacciato il suo mantenimento della poltrona, grazie al "convincimento berlusconiano" dei vari Scilipoti e Razzi.
Io non dico che la si doveva mandare a fanculo come meriterebbe, ma almeno metterla di fronte alle proprie contraddizioni.
Non capisco perché non ci si è indignati e non si sia sottolineato il vergognoso, maleducato, becero e schifoso linguaggio dei vari Meloni (appena ribattezzata alouatta) Sgarbi, Centinaio, Borghi e selfieman.
Idem per quanto riguarda Mr. Bean 2 quando parla del MES sanitario perché "bisogna mettere più soldi nella sanità". Perché nessuno gli ha detto "Ma lo dici per lavarti la coscienza, perché da Presidente del Consiglio, ne hai tolti circa 17 ?"
O ancora, con questa storia dei banchi a rotelle, perché nessuno che abbia detto " ma la volete finire con questa storia dei banchi a rotelle?
La nostra priorità è stata quella di cambiare gli arredamenti scolastici, mentre tu e gli altri mandavate, tutt'al più, dello scotch per incollare banchi e sedie. E i banchi a rotelle lo hanno richiesto i presidi". Come si fa a tollerare ancora questo bavoso bugiardo seriale che si scaglia ancora contro il reddito di cittadinanza, quando lui ha fatto una mancia elettorale (i famosi 80 euro) che ci costa 10 miliardi l'anno, a gente che, perlomeno, aveva già un reddito, infischiandosene delle file alla caritas, di chi aveva reddito zero?
È mai possibile che queste cose le dobbiamo dire noi sui social?
Direi di no. Non è più possibile.
Per quanto riguarda il futuro del Governo, vedremo. Si dovrà navigare a vista.
Mal che vada andremo a nuove elezioni con questa situazione:
Lega, Forza Italia, Fratelli del duce
da una parte.
Movimento 5 stelle, PD, LEU con Conte come Premier (magari con un suo partito).
Una partita aperta. Senza ombra di dubbio, ma con una certezza : dopo l'addio dalle scene di Mr. Bean (l'originale) ci sarà, finalmente anche quello di Mr. Bean 2 con la sola differenza che, quella del primo, sarà stata una scelta personale, quella del secondo, una scelta degli altri.
Ciao a tutti.

martedì 19 gennaio 2021

Il premier chiede “aiuto”, apre al proporzionale e si prepara al Conte-ter. - Luca De Carolis

 

Il primo tempo della partita dove Giuseppe Conte si gioca tutto è andato bene, anzi meglio. Il conto recita 321 Sì alla Camera, cioè cinque voti sopra la maggioranza assoluta. Ma è oggi al Senato che il presidente del Consiglio dovrà cercare una maggioranza, se non assoluta, almeno cospicua nella votazione di fiducia. L’unica via per “voltare pagina”, come ha promesso ieri a Montecitorio, sancendo la rottura definitiva con Matteo Renzi, “perché non si può cancellare quanto accaduto”. Però ora servono voti, tanti, quantomeno per non restare lontano da quella quota 161 voti che ieri sera pareva ancora irraggiungibile. “Questi 321 voti possono aiutarci” sussurravano ieri diversi giallorosa, fiduciosi nel fatto che l’esito potrebbe spingere qualche renziano a dire sì in Senato. Nell’attesa ieri Conte ha provato ad aiutarsi con un discorso in cui ha promesso, molto.

Innanzitutto, una legge proporzionale “quanto più condivisa”, cioè quanto invocano i centristi di varia natura e Forza Italia. Ma anche il “rafforzamento della squadra di governo”, aprendo a un rimpasto ampio e quindi a un Conte ter, l’unica formula con cui placare gli appetiti degli alleati presenti e futuri. Un riassetto che il premier, raccontano, vuole chiudere “in pochi giorni”. Al punto che, secondo voci insistenti, potrebbe salire prestissimo al Colle per concordare tempi e modi del rimpasto: già domani o giovedì. Ma tutto ovviamente dipenderà dal voto in Senato: vitale per il premier, provato da certe scorie. Per questo nel suo intervento a Montecitorio assicura che “mi avvarrò anche della facoltà di designare un’autorità delegata per l’intelligence di mia fiducia.” Ma soprattutto chiede: “Se avete delle proposte di modifica della legge (sui Servizi, ndr), seguite i canali istituzionali e se avete delle richieste di controllo, c’è il Copasir. Ma teniamo fuori il comparto di intelligence dalle polemiche”. Però i punti nodali del discorso sono altri. Partendo da quella richiesta ai deputati: “Aiutateci a ripartire e a rimarginare al più presto la ferita che la crisi in atto ha prodotto con i cittadini”.

Ed è la via per imbastire il processo dialettico all’avversario, a quel Renzi che non citerà mai, come un perfetto innominabile. “Provo un certo disagio, perché sono qui a provare a spiegare le ragioni di una crisi di cui non ravviso alcun plausibile fondamento” sostiene Conte, che accusa Italia Viva “di attacchi anche scomposti, al termine dei quali ha deciso di scomporsi”. Una lunga “teoria di contrappunti spesso sterili”, sostiene, con “continui rilanci”. Un assalto che “ha fatto anche aumentare lo spread”. Ma ora basta, assicura Conte, che punta su “un’alleanza a vocazione europeista, che faccia una scelta di campo”: molto diversa da quei sovranisti da cui il premier prende le distanze, anche se nel 2018 a Chigi era arrivato anche grazie a loro, ai leghisti che infatti in aula gli rinfacciano il suo fresco passato. Ma Conte ora ha altro in testa, sostituire Iv con gruppi organizzati. Così apre il più possibile, invocando “il contributo di formazioni che si collocano nel solco delle migliori e più nobili tradizioni europeiste: liberale, popolare, socialista”. Certo, “l’appoggio dovrà essere limpido e trasparente” giura, come a dire che non vuole il mercato dei posti. Però, per richiamare i Responsabili di varia natura, Conte mostra il miele che serve, una legge elettorale proporzionale cui abbinare “alcuni correttivi alla forma di governo”, anche per “restituire al Parlamento un ruolo centrale”.

Non a caso, ventila misure anche per “ridurre il ricorso alla decretazione d’urgenza”. Sa dai tanti mal di pancia per un governo considerato troppo accentratore, e infatti un dem critico come Graziano Delrio lo dice: “Sulla centralità del Parlamento voltiamo pagina”. Dopodiché al Pd e anche a un pezzo mica piccolo del M5S, per non parlare dei Responsabili, devi dare anche altro. E Conte apre: “Alle forze di maggioranza chiederò di completare il confronto per un patto di fine legislatura e di concordare le forme più utili anche a rafforzare la squadra di governo”. Per ora precisa solo l’ovvio, ossia che non terrà la delega all’Agricoltura. Ma la partita dei ruoli è già in corso. E si riparla di uno sdoppiamento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, mentre per i Responsabili servirebbero almeno due ministeri e il Pd è tornato a puntare il Viminale. Ma prima c’è l’ordalia, in Senato.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/19/il-premier-chiede-aiuto-apre-al-proporzionale-e-si-prepara-al-conte-ter/6070274/

Una crisi agghiacciante. - Tommaso Merlo

 

Una crisi al buio con centinaia di morti al giorno e la terza ondata alle porte. Uno dei punti più bassi della storia della nostra Repubblica. La vecchia politica italiana non si è fermata neanche davanti all’emergenza del secolo. Prima ci hanno pensato le opposizioni sovraniste che dall’alto del loro patriottismo non hanno smesso un secondo di alimentare un chiassoso pollaio nella speranza di lucrarci sopra qualche voto. Poi la vecchia politica nostrana si è spinta addirittura oltre, facendo implodere la maggioranza nel pieno dello sforzo per contenere il virus e i suoi danni devastanti. Arrivando al punto da pugnalare alle spalle il proprio generale al culmine della battaglia. Un generale integro come Conte apprezzato sia dai cittadini che all’estero proprio per come sta conducendo il nostro paese in questa complessa crisi. Una crisi agghiacciante sia per la tempistica sia perché del tutto priva di reali motivi politici. Una crisi basata su insulsi pretesti escogitati per celare irricevibili egoismi personali e di fazione. Un obbrobrio mentre il bollettino di guerra continua a salire e ai cittadini già esasperati sono richiesti ulteriori sacrifici. I poveri cristi chiamati al senso di responsabilità mentre presunti onorevoli si dimostrano talmente irresponsabili da far saltare all’aria il governo in piena emergenza. È proprio vero che la vecchia politica insieme al vecchio giornalismo sono una delle peggiori espressioni del nostro paese. Resti malconci di logiche e cricche che han fatto danni enormi e che non si vogliono rassegnare alla loro fine storica. E poi hanno pure il coraggio di sorprendersi se scoppia il populismo, se la società di radicalizza e se la rabbia dei cittadini cerca sbocchi altrove. E poi hanno pure il coraggio d’indignarsi se milioni di cittadini disgustati non s’informano più e non vanno più nemmeno a votare e disprezzano perfino le istituzioni. Ora non resta che attendere l’epilogo. Vedremo se la vecchia politica riuscirà a levarsi finalmente dai piedi l’intruso generale Conte e mettere così le mani sul Recovery oppure no. Vedremo se la vecchia politica riuscirà a levarsi finalmente dai piedi le istanze di cambiamento del 4 marzo e riprendere così il solito andazzo oppure no. Vedremo se il parlamento reagirà per il bene del paese oppure per il proprio come da migliore tradizione magari escogitando qualche mostruosità. Difficile credere che le orde di transfughi e poltronosauri che bivaccano da sempre nell’emiciclo siano diventati di colpo tutti irreprensibili angioletti disposti a perdersi altri due anni a sbafo sapendo di essere al loro ultimo giro di giostra e con la pandemia comoda comoda da usare come scusa per rinviare il voto. Di certo, se alla fine la parola passasse ai cittadini, l’esito potrebbe essere meno scontato del previsto. I sondaggi danno il sovranismo in testa ma dopo mesi in cui la vecchia politica ha dato il peggio di sé e dopo una crisi agghiacciante come questa, le urne potrebbero riservare sorprese. Inchiodando la vecchia politica alle sue colpe e facendo prevalere il buon senso di affidarsi a chi ha dimostrato capacità e senso di responsabilità come la coalizione guidata da Conte. Quanto ai libri di storia, vi resterà giusto come la vecchia politica italiana non si sia fermata neanche davanti all’emergenza del secolo. Aprendo una agghiacciante crisi al buio con centinaia di morti al giorno e la terza ondata alle porte. Uno dei punti più bassi della storia della nostra Repubblica. (18 gennaio)

https://repubblicaeuropea.wordpress.com/2021/01/17/una-crisi-agghiacciante/

Che follia perdonare Matteo. - Gaetano Pedullà


Più imbarazzante di Renzi che manda in crisi il Governo in piena pandemia c’è Renzi che lallo lallo prova a fare marcia indietro, aprendo porte e saracinesche a quel dialogo che lui stesso ha chiuso con Conte e in special modo Zingaretti. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: alla Camera e al Senato c’è un assembramento di parlamentari pronti a votare la fiducia, e tra questi molti sono di Italia Viva, ben felici di poter essere riaccolti nel Pd, costretto dalle circostanze ad essere meno schifiltoso con chi era andato via sbattendo la porta per inseguire le illusioni dello statista di Rignano.

Invece di seppellire il premier, dunque, l’uscita dei renziani dalla maggioranza metterà fine alla carriera politica di Renzi, a cui in Parlamento non resterà nemmeno il simbolo e dovrà accomodarsi nel gruppo misto. Per questo dalla ministra Bonetti al deputato Faraone ieri è stato tutto un inseguirsi di amorosi sensi verso gli ex alleati, dicendo in estrema sintesi che tutto è perdonato, e le ministre ci mettono un secondo a ritirare le dimissioni, che peraltro Conte ha già archiviato da un pezzo.

Certo, l’offerta di pace ha degli innegabili vantaggi visto che le opposizioni di Centrodestra cavalcano la piazza che aspetta i vaccini e i ristori ma poi votano contro e rallentano tutto. Nel bilancio tra costi e benefici, riprendersi Renzi tra i giallorossi ha però un conto totalmente negativo. Mai l’ex rottamatore ci ha raccontato il vero motivo del suo tentativo di far saltare Conte, per quanto la conclusione a cui si arriva seguendo le impronte è la spartizione dei miliardi europei. Soldi che sono degli italiani e che dovranno servire per fare grandi infrastrutture e riforme strutturali.

Lasciare che questo ben di Dio – mai visto e che sicuramente mai più rivedremo – negli artigli di chi vuole prendersi il bottino, a partire dai soliti salotti industriali e finanziari, con i loro giornaloni tuttora a lutto per il demolition man che si è demolito da solo, significa sacrificare l’unica concreta possibilità di ammodernamento del Paese. Un prezzo che non c’è giustificazione per pagare, in special modo per un prodotto scaduto da un pezzo com’è l’ex rottamatore.

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/che-follia-perdonare-matteo/

Il Governo ottiene la fiducia alla Camera. Conte: “C’è un progetto politico preciso che mira a rendere il nostro Paese più moderno”.

 

Il Governo ottiene la fiducia alla Camera con 321 sì, 259 no e 27 astenuti. Domani l’Esecutivo dovrà superare lo scoglio del Senato, dove la maggioranza è in bilico. Il premier interverrà a Palazzo Madama alle 9.30.

“Il mio appello è molto chiaro: c’è un progetto politico preciso che mira a rendere il nostro Paese più moderno, a completare tante riforme messe in cantiere, abbiamo bisogno di realizzare la transizione verde, di perseguire la transizione digitale, di affrontare tutte quelle diseguaglianze vecchie e nuove”. E’ quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in replica alla Camera dove è atteso in serata il voto di fiducia (leggi l’articolo).

“La forza di questo progetto – ha aggiunto – è lavorare in questa direzione. Non bisogna avere timori, ho rivolto un appello a tutte le forze politiche e ai singoli parlamentari.  Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del Paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa del Parlamento”.

https://www.lanotiziagiornale.it/appello-di-conte-alla-camera-dalle-scelte-che-ciascuno-decidera-di-compiere/