Il segretario: “Rapporti con i dittatori da regolare”.
Enrico Letta dice che “ci sarà tempo per incontrare tutti”. E a chi gli chiede lumi sul vertice più atteso, quello tra lui e il suo grande nemico, che nel 2014 lo “accoltellò” alle spalle con un “Enrico stai sereno!”, risponde con una battuta al vetriolo: “Devo ancora incontrare Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e Angelo Bonelli dei Verdi”. Come dire: quelli che valgono il 2%, come Matteo Renzi, dovranno aspettare. Epperò il problema è che gli appuntamenti con Fratoianni e Bonelli sono già fissati: il segretario del Pd, dopo aver visto Roberto Speranza, Carlo Calenda e Giuseppe Conte, vedrà i leader di SI e Verdi tra martedì e mercoledì. Sicuramente prima di Pasqua, per completare il giro dei leader del centrosinistra. Ma manca Renzi.
I due in queste ore non si sono sentiti e nell’agenda di Letta non è previsto un incontro con il leader di Italia Viva la prossima settimana. In serata, a Otto e Mezzo, il segretario fa sapere che incontrerà anche Renzi senza specificare quando, ma che prima deve fare “anche altri incontri”. Ma in politica i tempi e i modi contano. E tanto. Ieri Letta ha dato la precedenza anche alle Sardine che alla vigilia del suo insediamento avevano manifestato e “messo la tenda” al Nazareno per chiedere al nuovo segretario di aprirsi alla società civile. Tant’è che fonti di Italia Viva a metà pomeriggio fanno filtrare alle agenzie due righe al veleno: “Non ci sono stati contatti tra Letta e Renzi” e il segretario Pd “ha evitato di chiamare il leader di Italia Viva”. L’ex sindaco di Firenze pubblicamente dice che lo snobismo di Letta non “è un problema” e che “non ho alcun problema a incontrarlo” ma in realtà è molto irritato: “Se Letta pensa di provocarci non ha capito niente – va dicendo Renzi ai suoi fedelissimi – tanto dovrà scegliere: o noi o il M5S”. E, al momento, il segretario dem non sembra avere dubbi. E che i rapporti tra i due siano ai minimi termini lo ha dimostrato ieri sera lo stesso segretario che a La7 ha attaccato Renzi anche sull’Arabia Saudita: “C’è un vuoto normativo su temi relativi a incontri e impegni con i regimi autoritari – ha detto Letta riferendosi alla conferenza di Renzi con Bin Salman –. Noi abbiamo una posizione diversa rispetto all’Arabia Saudita, siamo vicini alla posizione dell’America di Biden”. Letta ieri è andato anche a incontrare gli iscritti nel suo circolo di Testaccio per parlare delle idee da includere nel “vademecum” di 21 punti sul Pd che verrà e ha aperto anche il dossier amministrative. Per esempio su Roma: “Penso faremo le primarie e Gualtieri è uno dei candidati – ha concluso – sulla Raggi il nostro giudizio non è quello del M5S, potrebbe essere una pietra di inciampo”.
Ma nelle prossime ore lo attende un altro tour de force sull’ultima nomina: chi dovrà essere la nuova capogruppo alla Camera. In campo ci sono Debora Serracchiani e Marianna Madia e le correnti (ieri si è riunita Base Riformista) vorrebbero evitare una conta e arrivare a un accordo prima.
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