venerdì 30 agosto 2024

Kursk, Londra getta la maschera.

 

La Gran Bretagna esce allo scoperto e rivela che il tentativo di invasione a Kursk è stato attuato sotto la sua spinta, con la sua supervisione e con le sue armi. Il titolo apparso sul London Times e su vari altri tabloid non lascia spazio ad equivoci:

” L’invasione britannica di Kursk si ritorce contro?”.
Ora che i carri armati inglesi sono bruciati, che le loro risorse EW, ancora segrete, sono state surclassate dai russi, che i commando dopo aver fatto strage di civili, si nascondono tra le foreste, viene fuori che tutto è stato frutto degli sforzi del leader laburista Starmer per costringere l’Occidente a un’azione aperta contro la Russia.
Un esperto di difesa ha confermato al Times questa realtà sia pure in quel terribile modo involuto tipico britannico: “ora sembra che i britannici siano andati troppo avanti rispetto ai loro alleati della Nato e questo si rivela controproducente”.
Questa analisi sembra corretta perché ci sono ampie indicazioni che l’ultimo tentativo di Londra di aumentare le tensioni e trascinare gli Stati Uniti e l’Europa sempre più in profondità nel pantano della guerra per procura, sta ottenendo il risultato contrario. In effetti, pare che Washington ne abbia avuto abbastanza delle escalation di Londra.
In ripetute conferenze stampa e briefing con i media dal 6 agosto in poi, i funzionari statunitensi hanno preso fermamente le distanze dall’incursione di Kursk, negando qualsiasi coinvolgimento nella sua pianificazione o esecuzione, o addirittura sostenendo di non essere stati preavvertiti da Kiev.
La rivista di Empire House Foreign Policy ha riferito che l’incursione dell’Ucraina ha colto di sorpresa il Pentagono, il Dipartimento di Stato e la Casa Bianca.
Naturalmente si tratta di balle, ma proprio per questo la presa di distanza appare più netta.
La folle idea di raggiungere rapidamente Kursk, di impadronirsi
della centrale nucleare per poi costringere la Russia a trattare sui territori già conquistati, portava tutte le stimmate del pensiero militare britannico, un misto di dilettantismo strategico, ignoranza della realtà, deliri di grandezza e mancanza di qualsiasi esperienza nella guerra moderna.
Andando indietro nella storia recente, il Regno Unito non ha compiuto nessuna impresa degna di nota se non operazioni di falsa bandiera, uccisioni di civili, rapimenti e altre cose grazie alle quali i vertici militari britannici appiccicano lettere e mostrine ai loro altisonanti titoli per far bella figura a Corte dove una monarchia da depliant turistico esegue gli ordini dei Rothschild e compari. Tutti sanno che l’unica azione di guerra, quella delle Falkland, si sarebbe trasformata in un disastro se non fosse stato per l’intervento sottobanco della Casa Bianca che decise di minacciare il regime argentino con la prospettiva di togliere la moratoria sull’uso delle armi nucleari.
Solo così si evitò che la flottiglia inviata da Londra rimanesse impantanata attorno alle isole e con le truppe ospitate in due vulnerabili transatlantici. D’altra parte Reagan non poteva assistere al naufragio principale, ovvero quello della Thatcher che sarebbe avvenuto nonostante l’impreparazione argentina e il fatto che la giunta militare avesse scatenato il conflitto solo per motivi di consenso interno.
Tutto questo insieme di narcisismo ex imperiale e impreparazione al mondo reale ha fatto sì che l’impresa di Kursk si sia esaurita contro tre reggimenti di riserva formati da reclute e volontari territoriali russi di mezza età che sono riusciti a ritardare l’invasione prima dell’arrivo di truppe da combattimento.
La carne da macello ucraina e i mercenari impiegati in gran numero, sono bastati per fucilare civili e incendiare case, ma non per dare se non altro una parvenza di vittoria alla brillante operazione concepita dai vari Sir in divisa.
E come se non bastasse ora il fronte del Donbass sta crollando mentre la Russia non vuole più sapere di trattare con questi assassini di civili. Per giunta, come dimostra la tabella a sinistra, la Gran Bretagna si è praticamente disarmata per fare da rabbiosa mascotte della guerra.
Ciò che resta da narrare è la strage prodotta da queste conventicole di sua Maestà
che si sono distinte nel sabotare qualsiasi iniziativa di pace e nell’incitare ad atti terroristici.
Non è un bell’epitaffio per il futuro e visibile naufragio.

Il più potente Gamma-Ray Burst cosmico mai registrato ha modificato l’alta ionosfera terrestre. - Pietro Ubertini

Lo studio di un gruppo di ricerca italiano, pubblicato su Nature Communication, dimostra che esplosioni cosmiche possono temporaneamente danneggiare lo schermo naturale che ci protegge dalle radiazioni solari.Crediti immagine: ESA/XMM-Newton/M. Rigoselli (INAF)

 Il 9 ottobre 2022, alle 15:21, tutti gli osservatori spaziali di alta energia in orbita attorno alla Terra e nello spazio interplanetario hanno rivelato il più forte lampo di raggi gamma (GRB) mai osservato: era il risultato dell’esplosione di una supernova distante 1,9 miliardi di anni luce da noi. Questo evento, denominato dagli astrofisici GRB221009A, è risultato essere uno dei più brillanti arrivati sulla Terra negli ultimi 10.000 anni.

L'osservatorio spaziale INTEGRAL (INTErnational Gamma-Ray Astrophysics Laboratory) dell’Agenzia Spaziale Europea ha registrato l’arrivo di questo lampo gamma estremamente intenso e di lunga durata con i due telescopi per raggi gamma, IBIS e SPI, che da oltre vent'anni fanno osservazioni del cielo di alta energia. Contemporaneamente, il satellite CSES-01 (China Seismo Electromagnetic Satellite), frutto di una lunga collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e quella cinese (CNSA), ha registrato una perturbazione macroscopica del campo elettrico della ionosfera con il rivelatore di campo elettrico EFD (Electric Field Detector). CSES-01 orbita a una quota di oltre 500 km e raccoglie dati da vari strumenti per rivelare segnali generati da fenomeni naturali di origine terrestre (terremoti, tsunami o eruzioni vulcaniche), da brillamenti solari o da particelle associate ai raggi cosmici. L’orbita del satellite si svolge all’interno della ionosfera, tenue residuo di aria presente ad alta quota che viene così denominato proprio perché ionizzata dalla radiazione ultravioletta (UV) solare, da raggi X e gamma e raggi cosmici che bombardano continuamente la nostra atmosfera, scudo naturale che permette lo svolgimento e l’evoluzione della normale vita biologica sulla terra.

Il gruppo multidisciplinare di ricerca che si occupa dell’analisi dei dati dei due satelliti (astrofisici, astro-particellari, geologi, vulcanologi, ricercatori universitari e di enti di ricerca), conoscendo bene gli effetti che i raggi X provenienti da tempeste solari provocano nella ionosfera, ha subito realizzato che un lampo gamma, molto più energetico di quelli solari e straordinariamente intenso come quello del 9 ottobre 2022, potesse avere un profondo impatto sulla parte alta dell’atmosfera. Tuttavia, non ne erano certi, poiché in passato solo alcuni lampi gamma erano stati in grado di generare variazioni significative nella ionosfera, rivelate comunque solo a basse quote e per di più di notte, quando il contributo legato all’illuminazione solare non è presente. Non era mai stato osservato l’effetto di un GRB a 500 km, quota dove orbita CSES-01. Per loro è stato eccitante scoprire come questo lampo di raggi gamma, incredibilmente intenso e di lunga durata (circa 800 secondi), abbia causato un macroscopico cambiamento del campo elettrico che ha subito un aumento di circa 60 volte: un effetto mai rivelato prima.

A parte la scoperta di carattere scientifico, questo risultato è importante perché ha dimostrato che un flusso di raggi gamma, generato quasi due miliardi di anni fa e proveniente da distanze cosmologiche, può perturbare fortemente la parte più alta della ionosfera terrestre. L’enorme quantità di raggi gamma ha poi continuato il suo cammino verso la superficie terrestre. Nel loro percorso i raggi gamma hanno ionizzato tutte le componenti gassose dell’atmosfera - azoto, ossigeno, anidride carbonica e altri gas in percentuale minore - compreso il sottile strato di ozono che si trova tra 15 e 40 km di altezza, schermo naturale contro i dannosi raggi UV del Sole. Infine la radiazione è stata completamente assorbita nella stratosfera al disotto dei 30 km.

In poche parole GRB221009A è riuscito, seppure per un periodo breve, a generare un enorme ed esteso “buco dell’ozono” che ha interessato quasi metà della superficie terrestre (si vedano le figure), cosa che si pensava potesse accadere, ma mai registrata prima in situ come hanno fatto in tandem INTEGRAL e CSES-01. In passato, una ridotta capacità di schermaggio dello strato di ozono è stata rivelata sull’Antartide e si è scoperto che era stata generata dall’uso diffuso per anni di clorofluorocarburi (CFC) usati in aerosol, spray e plastica espansa e da tempo vietati a livello internazionale.

I satelliti INTEGRAL e CSES misurano insieme gli effetti del GRB221009A sulla ionosfera. Crediti immagine: ESA/ATG Europe; licenza: CC BY-SA 3.0 IGO

Mappa del planisfero con la parte illuminata dal GRB221009A in grigio. In blu l’orbita di CSES-01 con in verde il breve tratto interessato dall’arrivo dei raggi gamma e corrispondente alla variazione del campo elettrico misurata dal rivelatore EFD a bordo di CSES-01. Crediti: Piersanti M, et al. Nat Commun 14, 7013 (2023); licenza: CC BY 4.0 DEED

Come noto, lo strato di ozono assorbe gran parte della radiazione UV solare che altrimenti potrebbe causare tumori della pelle, bruciature profonde e danni permanenti e irreversibili. Ovviamente in questo caso l’effetto è durato solo i pochi minuti del passaggio dei raggi gamma, poi tutto è tornato normale. Ma se la supernova fosse esplosa vicina al sistema solare avrebbe potuto essere una catastrofe. Simulazioni pubblicate nel 2005 da ricercatori statunitensi della NASA hanno dimostrato come un lampo gamma generato nella nostra Via Lattea potrebbe distruggere completamente la presenza dell’ozono nella stratosfera per anni, tempo sufficiente a causare una estinzione di massa sulla terra. La sua intensità potrebbe essere miliardi di volte quella di GRB221009A, quindi indebolire o annientare del tutto la barriera protettiva per mesi o anni. Ma la probabilità che ciò avvenga è molto bassa, quasi trascurabile: oltre ad avvenire nella nostra galassia, dove si pensa ci sia l’esplosione di una supernova ogni circa 100 anni, il getto di fotoni gamma del lampo deve essere orientato esattamente nella direzione della terra.

La scoperta, annunciata martedì 14 novembre dopo la pubblicazione del lavoro nella rivista Nature Communications, dimostra come esplosioni cosmiche che avvengono anche molto lontano dal nostro sistema solare possano influenzare l’atmosfera, che si comporta come un enorme rivelatore di raggi gamma e scudo protettivo per la vita biologica del pianeta.

https://www.scienzainrete.it/articolo/pi%C3%B9-potente-gamma-ray-burst-cosmico-mai-registrato-ha-modificato-lalta-ionosfera-terrestre

giovedì 29 agosto 2024

Risolto il mistero delle colonne del lago Crowley: una rivelazione geologica. - Hasan Jasim

 

Dal completamento del bacino idrico del lago Crowley in California nel 1941, un intrigante enigma ha lasciato perplessi gli osservatori: strane formazioni simili a colonne sulla riva orientale del bacino. Questi cilindri grigi e pietrosi, adornati da crepe distanti circa un piede l'una dall'altra, hanno attirato paragoni con la grandiosità dei templi moreschi.

Tali descrizioni accattivanti hanno naturalmente portato a una moltitudine di teorie sulle origini di queste particolari colonne. Alcuni credevano che fossero semplicemente formazioni rocciose erose, fortuitamente scolpite in spirali e archi perfetti nel tempo. Altri hanno ipotizzato un collegamento con la storia vulcanica della zona.

Per svelare il mistero, un team di geologi dell'Università della California, Berkeley, si è imbarcato in una ricerca di risposte. Utilizzando varie tecniche sofisticate, come l'analisi a raggi X e i microscopi elettronici, hanno esaminato attentamente campioni delle colonne. Le scoperte rivoluzionarie hanno rivelato la presenza di minuscoli spazi intricatamente cementati da minerali resistenti all'erosione. Questi spazi sembrano essere collegati a una colossale esplosione vulcanica avvenuta circa 760.000 anni fa.

Secondo gli scienziati, questa esplosione vulcanica fu ben 2.000 volte più potente dell'eruzione del Monte Sant'Elena e portò alla formazione della caldera di Long Valley, che ora ospita il bacino idrico di Crowley.

I ricercatori ipotizzano che le colonne si siano formate a causa dell'interazione tra la neve che cadeva e i depositi di roccia tufacea lasciati indietro dopo l'antica eruzione. Quando la neve si è sciolta in cima al materiale poroso ancora caldo, ha indotto l'ebollizione, creando gli spazi equidistanti tra le colonne che osserviamo oggi.

In un'area di 2-3 miglia quadrate a est del lago Crowley, si stima che esistano fino a 5.000 di queste colonne sorprendenti. Appaiono in gruppi di varie forme e dimensioni, alcune svettanti come pali grigi, mentre altre sono piegate o inclinate con una tonalità rosso-arancio. Inoltre, diverse colonne rimangono ancora sepolte sotto la superficie, simili a fossili per un occhio inesperto.

Con questa rivelazione geologica, l'enigma delle colonne del lago Crowley è stato finalmente risolto. Queste straordinarie formazioni sono una testimonianza delle potenti forze della natura che hanno plasmato la storia del nostro pianeta, lasciandoci dietro un'eredità impressionante da ammirare e comprendere.

https://hasanjasim.online/mystery-of-crowley-lake-columns-solved-a-geological-revelation/

mercoledì 28 agosto 2024

Palestina, ritrovato cesto intrecciato risalente a 10500 anni fa.

 

Un cesto intrecciato perfettamente conservato, che si ritiene abbia circa 10.500 anni, è stato scoperto all'interno della grotta di Muraba’at, nel deserto della Giudea, a est di Gerusalemme. Si pensa che sia il più antico del suo genere mai trovato. Si crede che sia stato intrecciato prima ancora che fosse sviluppata la ceramica, e attualmente gli esperti stanno analizzando il materiale del cesto, che ha una capacità di 92 litri.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=122118357140384452&set=a.122094832226384452

martedì 27 agosto 2024

Autovelox per la materia oscura.


Stella vecchia fa buon brodo di materia oscura. Così si potrebbe sintetizzare il risultato di una ricerca del gruppo di Mariangela Lisanti, professoressa di fisica all’università statunitense di Princeton e di origini italiane. Lisanti ha considerato la simulazione Eris, costata 9 mesi di calcolo, che rappresenta in dettaglio la possibile evoluzione – materia oscura compresa - di una galassia in tutto e per tutto simile alla nostra, scoprendo che le stelle più vecchie sono disposte in maniera sferoidale come la materia oscura. Quindi, secondo i ricercatori, le stelle più vecchie potrebbero funzionare come traccianti per la velocità della materia oscura. Occorrono però dati veri, e tanti, come quelli che ha cominciato a fornire il satellite europeo Gaia che da qualche anno spazzola il cielo per censire una quantità senza precedenti di posizioni e movimenti stellari. Dopo la ricostruzione del movimento di due milioni di stelle, il prossimo 25 aprile è previsto il rilascio del secondo catalogo relativo a oltre un miliardo di stelle. Se il gruppo di Lisanti ha ragione, ecco che avremo il primo autovelox per la materia oscura della nostra galassia. Servizio di Stefano Parisini, Media Inaf --- MediaInaf Tv è il canale YouTube di Media Inaf (http://www.media.inaf.it/)

Captato sulla Terra segnale radio di 8 miliardi di anni fa proveniente dallo spazio profondo. - Pasquale D'Anna

 

Questo “lampo radio veloce” (FRB) è tra i più distanti mai rilevato ed ha rilasciato l’equivalente dell’intera emissione del nostro Sole in 30 anni in meno di un millisecondo.

Un’equipe internazionale ha individuato un’esplosione molto distante di onde cosmiche della durata di meno di un millisecondo. Questo “lampo radio veloce” (FRB dall’inglese fast radio burst) è uno dei più distanti mai rilevato. La sua origine è stata individuata dal VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in una galassia così lontana che la sua luce ha impiegato otto miliardi di anni per raggiungerci. Questo FRB è anche uno dei più energetici mai osservati: in una minuta frazione di secondo ha rilasciato l’equivalente dell’intera emissione del nostro Sole in 30 anni.

FRB 20220610A.

La scoperta dell’esplosione, chiamata FRB 20220610A, è stata effettuata nel giugno dello scorso anno dal radiotelescopio ASKAP in Australia e ha superato del 50% il precedente record di distanza stabilito dallo stesso gruppo. La scoperta conferma che gli FRB possono essere utilizzati per misurare la materia “mancante” tra le galassie, fornendo un nuovo modo di “pesare” l’Universo. Gli attuali metodi di stima della massa dell’Universo danno risposte contrastanti e sfidano il modello standard della cosmologia.

Segnale radio
Rappresentazione artistica di un lampo radio veloce (FRB). Credit: ESO / M. Kornmesser

L’importanza della rilevazione.
Trovare FRB distanti è fondamentale per misurare con precisione la materia mancante dell’Universo, come dimostrato dall’astronomo australiano Jean-Pierre (“J-P”) Macquart, deceduto nel 2020. Il risultato rappresenta il limite di ciò che è ottenibile oggi con i telescopi, anche se gli astronomi avranno presto gli strumenti per rilevare lampi ancora più vecchi e distanti, individuarne le  sorgenti e misurare la materia mancante dell’Universo. L’organizzazione SKAO (Square Kilometre Array Observatory) sta attualmente costruendo due radiotelescopi in Sud Africa e Australia che saranno in grado di trovare migliaia di FRB, compresi quelli molto distanti che non possono essere rilevati con gli strumenti attuali. L’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, un telescopio di 39 metri in costruzione nel deserto cileno di Atacama, sarà uno dei pochi telescopi in grado di studiare le galassie in cui si originano lampi ancora più lontani di FRB 20220610A.

immagine di copertina credit Jingchuan Yu / Beijing Planetarium

https://www.passioneastronomia.it/captato-sulla-terra-segnale-radio-di-8-miliardi-di-anni-fa-proveniente-dallo-spazio-profondo/?fbclid=IwY2xjawE66t1leHRuA2FlbQIxMQABHXq4SCi49io8lfqIT16qYsvZJ1xFF6TYRZ6G-fsKyXc6cg3SZUrAdASZlw_aem_q4cH30w66a3HXVKy0rKtsw

Biblioteche in Danimarca.

 

In Danimarca esistono biblioteche dove è possibile prendere in prestito una persona anziché un libro per ascoltare la storia della sua vita per 30 minuti. L'obiettivo è combattere i pregiudizi.
Ogni persona ha un titolo: "disoccupato", "rifugiato", "bipolare", ecc. - ma ascoltando il suo racconto, si comprende quanto sia sbagliato “giudicare un libro dalla copertina”.
Questo progetto innovativo e brillante è attivo in più di 50 paesi e si chiama "La Biblioteca Umana".



Interessante. Uscendo dalla nostra Italia si scoprono mondi in cui il cittadino, che è colui che, con le sue risorse, mantiene il paese va, pertanto, curato e rispettato. cetta