giovedì 16 febbraio 2012

Il pm Tescaroli: ''Lo Ior riciclava i soldi della mafia''.



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Roma. “Lo Ior ha un  grande debito nei confronti di determinati eventi e fra questi anche l’omicidio del banchiere Roberto Calvi”. Sono le parole pronunciate dal sostituto procuratore di Roma Luca Tescaroli al programma  gli “Intoccabili” condotto da Gianluigi Nuzzi.
Dagli scandali finanziari che hanno coinvolto lo Ior sono emersi i troppi silenzi del Vaticano e le forti resistenze ad una collaborazione con la  magistratura italiana. Con quelle resistenze  ha dovuto fare i conti Luca Tescaroli che dal 2002 è titolare dell'inchiesta sulla morte del banchiere Roberto Calvi.

“Nel corso del tempo ci sono state numerose sollecitazioni alla cooperazione da parte del Vaticano che sono rimaste senza risposta” ha spiegato il magistrato facendo riferimento a un'indagine nata da una costola del processo sulla morte di Calvi, e sulla quale sono state presentate tre rogatorie dal 2002 al 2008 all’autorità giudiziaria pontificia per costruire il flusso di denaro su alcuni conti segreti dello Ior. Purtroppo “varie autorità giudiziarie, fra cui lo Ior, ma anche lo stato delle Bahamas non hanno  cooperato” ha detto il magistrato che si domanda: Se non ci fosse nulla da nascondere perché non fornire collaborazione completa? D’altra parte ricostruire quei flussi finanziari anche a distanza di così tanto tempo può essere utile per accendere un faro su un’attività che è rimasta “opaca’.  Soprattutto in virtù di una realtà giudiziaria oramai assodata da una sentenza della  Corte d’Assise d’Appello di Roma del 7 maggio 2010 in cui si legge "Cosa Nostra impiegava il Banco Ambrosiano e lo Ior come tramite per massicce operazioni di riciclaggio. Il fatto nuovo emerso è che avvenivano quanto meno anche ad opera di Vito Ciancimino (ex sindaco mafioso di Palermo, morto nel 2002, ndr) oltre che di Giuseppe Calò". Ma su questi rapporti imbarazzanti tra Ior e mafia il Vaticano si è ben guardato dal dare risposte. Un silenzio lungo dieci anni che ha spinto il magistrato romano a scrivere lo scorso 16 dicembre al neoministro della Giustizia Paola Severino perché si attivi ufficialmente nei confronti del governo della Chiesa e "solleciti l'evasione delle rogatorie". “Mi auguro che possa esserci un’inversione di tendenza”  ha detto Tescaroli  a Nuzzi soprattutto dopo i propositi del Vaticano di fornire una maggiore trasparenza con l’ introduzione della norma sull’autoriciclaggio. Al tal proposito Tescaroli ha parlato di “riforma copernicana” della Chiesa nella misura in cui però “sarà seguita da atteggiamenti concreti improntati alla trasparenza e alla cooperazione con le autorità giudiziarie che stanno svolgendo indagini”. Il Vaticano però sembra  predicare bene ma razzolare male. E sono tante ancora le resistenze che si incontrano. Una conferma arriva anche dalla notizia di oggi, secondo quanto riferito da alcune agenzie, che lo Ior avrebbe provveduto a trasferire gran parte dei fondi depositati presso nove banche italiane, di cui è cliente, fra le quali Intesa Sanpaolo e Unicredit, in istituti di credito tedeschi. Come mai questi soldi, 180 milioni, sono stati trasferiti all’estero? Il sospetto della procura di Roma è che sia una manovra dietro al quale si nasconde l’evasione. E così quelle pratiche avviate dal Vaticano nel 2009  per entrare nella “white list” e adeguarsi al sistema antiriciclaggio vigente nell’Unione Europea a quanto pare, sono solo parole.

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