giovedì 16 febbraio 2012

In arrivo la riforma di Monti meno Irpef dalla lotta all'evasione. - di Roberto Petrini

In arrivo la riforma di Monti meno Irpef dalla lotta all'evasione


A giorni la delega: 720 agevolazioni nel mirino, nuovo catasto. Forti tagli a sgravi e sprechi. Una parte dei risparmi verrà dallo sfoltimento dei 10 miliardi di sconti concessi dal fisco alle imprese. Il soldi in arrivo dalla lotta all'evasione per ridurre le tasse. E scongiurare l'aumento dell'Iva.


ROMA - Il cantiere del fisco è di nuovo aperto. Con l'obiettivo di abbassare i carichi per i contribuenti più deboli e di bloccare l'aumento dell'Iva già pronto per il prossimo anno. Il contenitore dei nuovi strumenti che il governo si propone di mettere in campo è la nuova delega fiscale: aumento Iva evitabile, meno Irpef con i proventi della lotta all'evasione, tagli delle agevolazioni fiscali. 

Accantonata la delega scritta da Tremonti lo scorso anno, che prevedeva pesanti e indiscriminati tagli lineari che avrebbero colpito anche famiglia, lavoro dipendente e pensionati, si apre la strada ad uno sfoltimento delle oltre 720 agevolazioni fiscali del nostro sistema che costano circa 161 miliardi. Sconti che spesso si sovrappongono all'assistenza o che riguardano settori residuali, poco efficaci o frutto del sedimentato lavoro delle lobby. 

L'operazione libererebbe molte risorse alle quali potrebbero aggiungersi la lotta all'evasione fiscale (di cui già a maggio in sede di autotassazione si potranno valutare i primi frutti) e la spending review affidata a Piero Giarda pronta nel giro di tre mesi. Una carta che Monti sembra intenzionato a giocare.  

L'operazione Irpef Giù la prima aliquota coi soldi tolti agli evasori 
"Usare i proventi della lotta all'evasione per dare qualche sollievo ai contribuenti onesti", ha detto Monti. Per ora il governo, per prudenza, non ha voluto cifrare il gettito della lotta all'evasione per quest'anno. Di certo tuttavia si sa che nel 2011 il gettito di cassa del contrasto agli evasori è stato di 11 miliardi. 

Quest'anno la battaglia contro chi non paga le tasse è diventata una vera e propria emergenza dell'esecutivo e con tutta probabilità riserverà qualche sorpresa positiva. Le nuove norme, dalla tracciabilità al monitoraggio dei movimenti bancari, hanno provocato un effetto deterrenza al quale vanno aggiunti i ripetuti blitz della GdF e dell'Agenzia. 

Un primo bilancio dell'andamento del gettito, che terrà conto anche di questi fattori, si potrà vedere tra maggio e giugno in sede di autotassazione. I tecnici del governo stanno studiando dove intervenire: sostanzialmente sull'Irpef con un taglio dell'aliquota più bassa oggi al 23 per cento. Di quanto dipenderà dalle risorse tenendo conto che un punto di Irpef costa circa 5 miliardi e si riflette su tutti gli scaglioni. In alternativa: un intervento sui carichi familiari. 

Il dilemma dell'Iva Aumento 2012 evitabile se si trovano 4 miliardi 
L'obiettivo è quello di disinnescare la mina Iva. Sotto l'emergenza della manovra alla fine dello scorso anno si decise un secondo aumento dell'Iva: 2 punti che scatteranno, se non ci saranno modifiche, dal primo ottobre di quest'anno portando l'aliquota intermedia del 10 per cento al 12 per cento e quella più alta dall'attuale 21 al 23 per cento. 

Un aumento che dovrebbe rimanere immutato per tutto il 2013 e registrare un ulteriore incremento di mezzo punto nel 2014. L'operazione fu fatta per evitare che scattassero i pericolosissimi tagli lineari del 5 per cento su tutte le agevolazioni fiscali, dai carichi familiari a quelli sul lavoro dipendente, per 4 miliardi quest'anno e 16 per il prossimo. 

Tuttavia l'Iva, in fase recessiva, desterebbe qualche perplessità e lo stesso presidente del Consiglio Monti valuta una revisione della norma. L'obiettivo numero uno sarebbe quello di eliminare del tutto il rincaro, in seconda battuta si tenterebbe di dimezzarlo. L'Iva avrebbe infatti un immediato impatto sui prezzi e inoltre colpirebbe i lavoratori dipendenti con reddito medio basso e favorirebbe gli autonomi con reddito medio alto. 

Gli sconti La sforbiciata risparmia le famiglie e i pensionati 
Una massa enorme, sedimentata nel tempo, che riguarda tutti gli aspetti e le pieghe della società. In tutto 161 miliardi e 720 agevolazioni che possono trovare spazio nella denuncia dei redditi di contribuenti e imprese. Il lavoro era stato avviato da Tremonti, ma la cura era violenta: taglio lineare di tutte le agevolazioni del 5 per cento e del 20 per cento.

Stesso peso per i carichi familiari e per gli sconti sui palazzi storici. Nessuna differenza tra le medicine per gli animali e le palestre per i ragazzi. Un calderone. Così è arrivato lo stop del governo Monti (coprendo i mancati risparmi con l'aumento dell'Iva) e rivisitando, ad opera della Commissione guidata dall'attuale sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, le agevolazioni tagliabili. 

Il frutto dell'impresa è che ad ogni agevolazione è stato dato un codice di importanza e molte, relative a famiglia, lavoro e pensioni, sono state dichiarata intoccabili. Tuttavia il bacino d'intervento resta ampio. Si guarda anche al riordino dei 10 miliardi di agevolazioni che vanno alle imprese. 

Gli estimi catastali
Rivalutazione a tappe, grandi Comuni apripista 
L'intervento è stato pesante, circa 10 miliardi sono giunti dall'aumento dell'Imi (la vecchia Ici) introdotta sulla prima casa e soggetta ad un rincaro delle rendite catastali del 60 per cento rispetto al vecchio schema. Tuttavia la rivalutazione delle rendite catastali esistenti ha elevato la base imponibile dell'imposta a circa 4.000 miliardi, mentre il valore di mercato stimato è valutato in 8.200 miliardi, circa la metà del patrimonio esistente rimane escluso dall'imposta.

Tuttavia i valori di mercato differiscono da quelli catastali in modo non uniforme: lo scostamento è maggiore nelle grandi città rispetto ai grandi centri e nelle periferie rispetto ai centri storici. Così si studia, in attesa di una riforma totale del catasto che potrebbe richiedere fino a cinque anni di tempo, una revisione degli estimi urbani medi agendo Comune per Comune, o su zone omogenee e quartieri all'interno dello stesso centro abitato. In questo modo si potrebbero avere una distribuzione meno sperequata dei carichi e spazi per evitare ulteriori aumenti delle rendite. 

La spending review Avviata in tre ministeri la radiografia delle spese 
"Riformare la spesa pubblica non è una missione impossibile". Parola di Piero Giarda, ministro per i Rapporti con il Parlamento, uno dei massimi esperti di spesa pubblica cui è stata affidata la regia della spending review, per rendere più efficiente la spesa pubblica eliminando gli sprechi. 

L'operazione è scattata da meno di un mese e dovrebbe essere portata a termine entro fine maggio. Le revisione della contabilità e delle spese, fin nei minimi dettagli e in tutte le pieghe del bilancio, è già stata avviata in tre ministeri: Interni, Pubblica Istruzione e Affari Regionali. Sembra che al ministero degli Interni sia in fase più avanzata di realizzazione. 

Un meccanismo importante che potrebbe evitare, come ha accennato lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti, il "pericoloso" rincaro dell'Iva previsto per l'autunno. Come si sta agendo? L'obiettivo è quello di standardizzare i costi di produzione delle singole unità produttive, dalle scuole alla magistratura ai vari servizi, e poi verificare se tutti i centri di spesa sono al di sopra o al di sotto della media fissata dalla spending review. In tutto si potrebbero incassare 5-10 miliardi fin da quest'anno. 

L'abuso di diritto Trucchi, fusioni, scorpori: ora è caccia alle elusioni 
Abuso di diritto, ovvero elusione fiscale. Nel mirino ci sono i miliardi che sfuggono al fisco in apparenza legittimamente, in realtà grazie ad un ingegnoso e sofisticato slalom tra le norme, formalmente rispettate ma piegate ai propri interessi da holding e grandi gruppi finanziari. Il tema è già sotto gli occhi del governo. 

Obiettivo: verificare ogni volta, come del resto ha fatto spesso la Corte di Cassazione, se l'operazione che viene messa in atto da una società ha un fine puramente economico o serve solo per risparmiare sulle imposte. Del resto la proposta al vaglio parla chiaro: sono vietati tutti gli atti privi di valide ragioni economiche diretti, pur senza violare alcuna specifica disposizione di legge, ad ottenere riduzioni d'imposta, rimborsi o risparmi. 

Chi sarà colpito? Soprattutto le grandi operazioni dei grandi gruppi in grado di muoversi a livello internazionale. Nel mirino alcuni dei più sofisticati meccanismi che attengono soprattutto alla prassi internazionale. In prima linea ci sono fusioni, scorpori e utilizzo delle norme sulla doppia imposizione internazionale. 




http://www.repubblica.it/politica/2012/02/16/news/riforma_fiscale_monti-29968221/

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