giovedì 3 ottobre 2019

UNO STATO ESTORSORE E CRIMINALE. - Gianni John Tirelli

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Quelle che con un eufemismo lo Stato chiama “le tasse”, in realtà sono vere e proprie tangenti. Ci viene richiesto il “pizzo” su ogni bene primario e inalienabile diritto naturale di nascita, e su altri beni che, nel tempo, si sono attestati a irrinunciabili bisogni della società civile.
Così ci viene estorto denaro quando acquistiamo una casa di abitazione, costretti in seguito a pagare annualmente e per il resto della nostra vita la fatidica IMU. Ci viene imposta una tangente “tassa sulla spazzatura”, che siamo costretti a pagare annualmente finche morte non ci separi dal mondo. E poi le quote fisse bimestrali, relative al consumo di acqua, di luce, gas, e telefonia fissa; veri e propri vitalizi che versiamo a società private dal momento in cui abbiamo scelto di abitare in una casa con un tetto sopra la testa, preferendola all’addiaccio, al sotto di un ponte o a una baracca di lamiera e cartone.
Quote fisse, queste, che dovremo onorare comunque per tutta la vita, anche nel momento in cui decidessimo di azzerare ogni consumo energetico o ridurlo al minimo.
E se dopo un’animata riunione famigliare, decidessimo imprudentemente di optare per l’acquisto di un’auto vettura, preferendola ad una bicicletta, ad un’asino, o a un carro trainato da buoi, dobbiamo mettere nel conto tutta quella lunga lista di tangenti (bollo, RCA, revisione, caro benzina, pedaggio autostradale, passaggio di proprietà, ecc..) che scattano automaticamente al momento dell’acquisto, e che ci perseguiteranno per tutta la vita, o per tutto il tempo durante il quale risultiamo possessori di quel maledetto e diabolico bene – anche quando decidessimo di limitare all’essenziale l’uso del veicolo e i suoi consumi.
Ma la lista delle tangenti attraverso le quali lo Stato democratico ci ricatta e ci dissangua al pari di un’organizzazione mafiosa, è talmente lunga e così ben distribuita all’interno del labirinto burocratico e legislativo, che ogni proposito di elencarle tutte risulterebbe retorico e pedante.
Lo Stato si comporta al pari di un’organizzazione criminale (di fatto lo è, anche se ben celata dietro travestimenti di facciata) quando, venendo meno il pagamento della “tangente” richiesta, automaticamente blocca l’accesso ai tuoi beni e ai tuoi bisogni primari, isolandoti dalla società, umiliandoti, e derubandoti della dignità. Il suo potere di vita e di morte sul cittadino, gli consente di toglierti luce, l’acqua, il gas, di bloccare la tua macchina, di ipotecare la tua prima casa e di metterla all’asta. Le sue leggi gli permettono di buttarti in mezzo ad una strada, tu e tutta la tua famiglia, di ridurti in miseria fino all’accattonaggio.
In questo caso, per accelerare le pratiche di recupero e renderle operative, si avvale del più spietato estorsore legalizzato in circolazione: Equitalia. Un facsimile della “Gestapo”, che pur di incassare la sua tangente, è disposto a qualsiasi crudeltà e nefandezza, al fine di riscuotere il credito che ritiene dovuto.
In altri casi, al contrario, ti è concesso tutto il tempo necessario per poi, dopo dieci o quindici anni, essere raggiunto da una raccomandata, da una bella cartella esattoriale, il cui importo è cento volte quello che in realtà dovuto; e se non paghi entro i termini previsti, puoi dire addio alla tua vita. Loro non vogliono i tuoi soldi subito – “Tu sei il loro più redditizio investimento e guai a te se paghi a tempo debito”.
Ciò che è inverosimile e inaccettabile, è il persistere a chiamare “democrazia” una struttura che ha le connotazioni di uno stato di polizia, e che non ha nulla da invidiare ai peggiori regimi del passato. Anzi… è ben più peggiore…!
Questo Stato va al più presto smantellato, azzerato, e ricostruito dalle fondamenta, per essere certi di avere rimosso tutto quel marciume che per decenni ha messo a ferro e fuoco questo paese, trascinandolo dentro una deriva etica, morale, economica e ambientale senza precedenti.

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