sabato 9 gennaio 2021

Renzi, guerra dei nervi a Conte: ancora minacce, tregua lontana. - Luca De Carolis e Wanda Marra

 

Lite al vertice.

Poteva essere il giorno del giudizio, la resa dei conti. Ma Giuseppe Conte e Matteo Renzi non affondano, giocano di nervi, sperando entrambi che l’avversario ceda per stanchezza. E così nel tavolo di maggioranza di ieri sera sul Recovery Plan Italia Viva accusa e provoca, invoca il Mes e il Ponte di Messina: ma non strappa. Mentre Conte rilancia proponendo un patto di legislatura e tavoli di maggioranza. Con tanto di documento scritto da stilare. Mosse diverse per la stessa guerra di posizione, che si trascinerà fino alla prossima settimana, quando il Consiglio dei ministri dovrà arrivare. Il tema di fondo resta che Renzi vuole le dimissioni dell’avvocato per il Conte ter, e il premier non si fida. Soprattutto, Pd, M5S e Leu si compattano, accusando Iv di voler “commissariare il Cdm”, rinviando ancora sul Recovery. Per prendere tempo.

Nell’attesa, Conte si dedica ai rapporti internazionali. Importante la telefonata con Angela Merkel, che manifesta il pieno sostegno alla Commissione sui vaccini (dopo le polemiche sul fatto che la Germania aveva acquistato 30 milioni di dosi extra da Biontech-Pfizer rispetto all’accordo europeo), ma si parla anche del Recovery Fund. Soprattutto, si informa della situazione politica italiana, chiedendo al premier come vanno le cose. In mattinata invece la presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen aveva lodato il lavoro dell’Italia sul Recovery plan: “È in corso un negoziato molto buono con l’Italia come con tutti gli altri governi, ma nello specifico ci sono buoni progressi”. Nel pomeriggio, infine, Conte incontra il presidente libico, Serraj. Sullo sfondo, gli equilibri nel Mediterraneo con la nuova amministrazione degli Stati Uniti.

Nell’incontro centrale in serata con i capidelegazione, Conte allarga subito il campo: “Dobbiamo definire delle priorità per il prosieguo della legislatura, il Recovery non è lo strumento per definire tutte le quesitoni”. Invoca “quel patto di legislatura” di cui ieri avevano parlato in simultanea Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. Perché l’obiettivo è “spegnere” Renzi con un accordo complessivo. Così Conte propone “dei tavoli di maggioranza”, da cui ricavare “un documento”. Ma Iv ha già un altro copione in testa, attaccare. Così ecco il capogruppo in Senato, Davide Faraone: “Se non fosse stato per noi settimane fa avremmo votato un pessimo testo” rivendica. Ma è solo l’antipasto. “Dove sono il Mes, spiegateci perché non si può attivare. E dov’è il Ponte di Messina?” chiede. Picchia su quei temi che Conte non può accettare, perché spaccherebbero i 5Stelle. Si lamenta: “Non abbiamo ancora i dettagli sul piano”. Chiede “se c’è ancora la fondazione sulla cybersicurezza”. Soprattutto, alza il tiro: “Vogliamo sapere se c’è ancora un governo”. E azzanna Gualtieri: “Sono state tolte risorse che avevamo chiesto, dal ministro sono arrivate provocazioni”.

Conte, il volto tirato , invita il ministro e i 5Stelle a non rispondere a tono. Si aspettava l’assalto, e la sua linea è non abboccare a provocazioni. Gualtieri assicura che le schede di dettaglio sul piano arriveranno “prima del Cdm” e che usare i soldi del Recovery per il Ponte di Messina è tecnicamente impossibile. Poi però perde la calma, e accusa i renziani di essere “sommari” e di non aver letto il piano. E Maria Elena Boschi gli replica così: “Sul piano vi risponderemo in via scritta dopo aver letto tutto, così non rischierete di interpretare male”. Il capodelegazione del M5S, Alfonso Bonafede, ricorda: “Dobbiamo approvare in fretta il piano, la gente ci chiede questo”. In serata, Renzi va a Stasera Italia per ribadire che “il governo è fermo” e soprattutto che “è meglio stare all’opposizione che non far nulla”. Convoca tra domenica e lunedì i parlamentari Iv su Zoom. Nelle prossime 48 ore si capirà se arriva il ritiro delle ministre. E se ci sarà lo show down.

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